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La Palude di Cabras in Sardegna

Umberto Bardelli

Nella rivista « Cronache Economiche », nu-mero 305/6 di maggio-giugno 1968, scrivevamo sulle possibilità dimostrate in Israele di irri-gazione di quei terreni con acqua salata. Ricor-davamo che l'abitudine ebraica di lasciar ripo-sare il terreno senza farvi coltivazione durante un anno intero, alla fine di un periodo di sette anni ha similitudine della settimana della crea-zione — dopodiché Iddio si riposò: — e che

STAGNO DI CABRAS

SARDEGNA - COSTA OCCIDENTALE

IL G O L F O DI O R I S T A N O E L A P A L U D E DI C A B R A S L a c o s t a f r a s t a g l i a t a o c c i d e n t a l e d e l l a S a r d e g n a , p r e s e n t a m o l t e i n s e n a -t u r e c h e p r o c e d o n o n e l l ' i n -t e r n o e c h e s o n o in c o m u n i c a z i o n e c o l m a r e . La p i ù i m p o r t a n t e è la P a l u d e di C a b r a s ( d e n o m i n a t o s u l l a C a r t a g e o g r a f i c a S t a g n o d i C a b r a s ) . D a l l ' i n t e r n o e d a t u t t o il c o n t o r n o d e l l a p a l u d e , n e l s o t t o s u o l o , vi s o n o a c q u e d o l c i , c h e a l i m e n t a n o , d a l f o n d o d e l l a p a l u d e , il s u o v o l u m e d ' a c q u a . U n o s t r e t t o , la c o l l e g a c o l m a r e . La z o n a c o m p r e s a n e l l a l i n e a p u n t e g g i a t a , p u ò e s s e r e i r r i g a t a c o l l ' a c q u a s a l m a s t r a di C a b r a s , o p p u r e c o n t a l e a c q u a , c o r r e t t a d a a c q u a d o l c e , e s t r a t t a c o m e è d e t t o di s e g u i t o , d a t r i n c e e a t t o r n o a l l a p a l u d e s t e s s a . Il t e r r e n o vi è f e r t i l e , d a p r o v e e s p e r i t e , m a l g r a d o il s u o a s p e t t o c i o t t o l o s o : si p r e s t a , s e c o n d o i c a n o n i d e l l ' i r r i g a z i o n e I s r a e l i a n a , a d u t i l i z z a r e l ' a c q u a s a l m a s t r a p e r t a l e i r r i g a z i o n e . La z o n a I R R , t r a t t e g g i a t a , c o m p r e s a f r a la l i n e a a p u n t i , a m p i a a s s a i , si p r e s t a a l l a i r r i g a z i o n e .

è fisiologicamente a d a t t a alla conservazione della fertilità del terreno; perché le piogge vi possono agire, trasportando in profondità i sali di calcio che vi si erano formati dal deposito delle acque, usate, appunto, per irrigare, e che sono dannosi se in eccesso.

È certo che Israele (la nazione che possiede sul numero d'abitanti il maggior valore di scien-ziati) deve applicare nuovi metodi per raggiun-gere un livello di produttività sufficientemente elevato: perché se da molti paesi europei ed oltre-atlantici le provengono aiuti, pur tuttavia il fondamento della sua vita è l'agricoltura. Senza la quale sarebbe vano lo sperare d'esistere.

Per tali ragioni gli Israeliani hanno spinto l'irrigazione al limite, fin'oggi impensato, d'ado-perare acqua salata, o addirittura marina, senza trasformarla nei noti apparecchi dissa-latori, che la fanno in t u t t o uguale alla comune acqua dolce.

Molta sapienza ebraica è condensata nel-l'irrigazione con acqua salata: ardimento, studio e, infine i sette giorni, i sette anni, il candeliere tipico, ebraico a sette braccia, che dà il numero imposto da Dio all'uomo ed alla terra: perché durino, e la Sua legge sia amata.

La Palude di Cabras, vastissima e degna di studio perché modello di situazioni analoghe, proficuamente utilizzabili, posta ad occidente della Sardegna, dovrebbe essere adoperata al-l'irrigazione, in modo differente e migliore. I n t a n t o essa è posta fra mare e terra, uno spec-chio d'acqua; il mare la invade da una parte e dall'altra la terra, curva, protettrice, la circonda e si innalza a dolce pendio; composta di elementi grezzi ma in cui la semente non è mai caduta e che rappresenta la rude verginità della terra sarda: feconda, inconquistata, in atte-sa che l'uomo ne tragga messi e la renda verde.

La Palude di Cabras avrebbe senza dubbio attirato l'attenzione dei nostri padri romani se non fosse t a n t o lontana: infatti, acqua dolce che le penetra dalla costa interna, piovuta su ampio bacino permeabile che l'ha assorbita; e scorre sotto terra, e fuoriesce qualche decimetro sotto il livello della palude accanto alla riva, oppure anche al largo, dove non è possibile scorgerla; mentre quella che sgorga dal fondo,

vicino alla riva, a poca profondità, la si vede muovere la sabbiolina denunciando in tal modo la sua partecipazione al moto dell'acqua.

I Romani, ovunque maestri, avrebbero alle-vato pesci pregiatissimi nella Palude di Cabras. Le acque di mare, mescolate dalla natura alle dolci, servono a dare al pesce quel profumo marino, insostituibile; ed al tempo stesso quello sviluppo di peso indispensabile per le mense signorili. Infatti il plankton, alimento principale della fauna ittica, prospera assai nell'acqua tcrrigeno-marina che abbiamo descritta.

La Palude di Cabras (capre, in italiano, sta ad indicare pastori sparsi, lontani; e il gregge di caprette, nemmeno le pecore), pre-para nel suo seno l'acqua a d a t t a ai grossi pesci « romani ». L'atteso sviluppo della Sar-degna renderebbe l'allevamento assai reddi-tizio.

Ma noi la palude interessa immediatamente. La sua acqua è incomparabilmente più a d a t t a ad ogni tipo di irrigazione di quella che Israele, spinta dal bisogno e aiutata dalla sua levatura mentale, adopera con risultati interessanti. In-fatti, il miscuglio con acqua dolce avviene naturalmente, qui, in misura abbondantissima; t a n t o che il valore medio di t u t t a la grande

massa della palude è, come sale, assai basso: da non dover ricorrere a t u t t i gli artifìci di cui Israele fa tesoro.

Ricordiamo però i fattori della riuscita israelia-na, e mettiamo in evidenza la natura del terreno adatto, che dev'essere assolutamente ad ele-menti sufficientemente grossolani (fig. 1) per dar modo all'acqua salata di inoltrarsi perco-lando verticalmente, rimanendo aderente agli elementi suddetti, senza toccare le radici che s'avanzano nei vuoti e che assorbono la con-densazione dell'evaporazione dell'acqua salata che scende, per mezzo di innumerevoli peli radicali. L'evaporazione separa nettamente l'ac-qua salata da quella dolce, i peli radicali as-sorbono solo quella dolce, di condensazione, e vengon cosi a crearsi possibilità di vita che a prima vista parrebbero impossibili. E l'espe-rienza ha confermato pienamente i fatti accen-nati. Dunque acqua salata, si, ma elementi di terreno grossolani. Se vi è molta argilla o sol-t a n sol-t o limo, il sale verrebbe fissasol-to; e le radici ne sarebbero in contatto, conseguendone l'im-possibilità di vita.

E il vasto terreno attorno alla Palude di Cabras ? Si presterebbe all'irrigazione con acqua fortemente salata ?

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Fig. I - A sinistre: t u b e r o i r r i g a t o a p i o g g i a c o n a c q u a s a l a t a . I c e r c h i e t t i m e t à b i a n c h i e m e t à in n e r o , la r a p p r e s e n t a n o . T a l e a c q u a , s c e n d e , p e r c o l a n d o , n e l t e r r e n o . Q u e s t o , a g r o s s o l a n a p o r o s i t à , d à m o d o a l l ' a c q u a s a l a t a di r i m a n e r e a d e r e n t e ai g r a n u l i — di g r a n d e v o l u m e —, e di e v a p o r a r e . Il v a p o r e si c o n -d e n s a , -d e p o s i t a n -d o s i s u l l e r a -d i c h e t t e c h e l o a s s o r b o n o , e in t a l m o -d o s e n e a l i m e n t a n o . In b a s s o , i c e r c h i e t t i c o m p l e t a m e n t e n e r i , r a p p r e s e n t a n o l ' a c q u a d i s a l i n i t à b e n m a g g i o r e di q u e l l a i n i z i a l e , p e r c h é l ' a c q u a s a l a t a , i n i z i a l e , h a p e r s o p e r e v a p o r a z i o n e a c q u a d o l c e . ( S u l l e r a d i c h e t t e , i c i r c o l e t t i b i a n c h i r a p p r e s e n t a n o t a l e a c q u a d o l c e , c o n d e n s a t a v i ) . A destra: il t u b e r o , p r o v v i s t o di f o g l i e , s v i l u p p a t e s i p e r l ' i r r i g a z i o n e . A sinistra: A, g o c c i e di a c q u a s a l a t a , a d o p e r a t a p e r l ' i r r i g a z i o n e . B, g o c c i e di a c q u a b e n m a g g i o r m e n t e s a l a t a di q u e l l a u s a t a p e r l ' i r r i g a z i o n e .

Fortunatamente esso è « israeliano » in modo completo. La superfìcie è leggermente inclinata, ed assorbe abbondanti acque di pioggia; la granulometria è grossolana. Adatto al tabacco, a grossi tuberi, come le barbabietole da zucchero, ed anche ai cereali.

La figura 2 fa notare che nel terreno che circonda la palude vi è la possibilità di racco-gliere, di fare assorbire dal terreno, per qualche chilometro a monte della linea di spiaggia, le acque di pioggia. Basterebbe scavare trin-cee, oppure semplicemente disporre zone pia-neggianti all'assorbimento ed alla percolazione dell'acqua piovana. Se il terreno (che credo sia

Fig. 2 - In b a s s o : la P a l u d e di C a b r a s . L u n g o la s p i a g g i a , s o t t o il l i v e l l o d e l l ' a c q u a , e s c o n o v e n u t e d ' a c q u a d o l c e , t e n u i . L ' a p e r t u r a in c u i p e n e t r a il m a r e , è l o n t a n a , a l l ' a l t r a e s t r e m i t à . V i c i n o a t e r r a , l ' a c q u a , s p e c i a l m e n t e v e r s o l ' i n t e r n o d e l l ' i s o l a , è p o c o s a l m a s t r a . C - C , c a n a l e s c a v a t o l u n g o la s p i a g g i a p e r r a g g i u n g e r e l o s t r a t o a c q u i f e r o , ali m e n t a t o d a l l a p e r c o l a z i o n e di a c q u e p i o v a n e , a m o n t e . D a l f o n d o d e l c a n a l e ( m e g l i o c h e d a p i c c o l i , r i p e t u t i p o z z i ) si p o m p a , c o n d u e t u b i c h e v a n n o a l l a p o m p a p, c h e t r a e a n c h e d a l p o z z o c e n t r a l e P, di r a c c o l t a . L ' a c q u a v i e n e i n v i a t a c o n d u e t u b i al c a n a l e c c , d o v e , p e r m e z z o di t r a c i m a z i o n e , o p p u r e m e d i a n t e i r r i g a z i o n e a p i o g g i a , v i e n e u t i l i z z a t a . I p e n -n e l l i S - S - S , r a p p r e s e -n t a -n o t a l e u t i l i z z a z i o -n e .

geologicamente quasi inesplorato) dovesse a monte e lontano dalla palude farsi impermeabile, sarebbe interessante lo scavar trincee lungo la linea di contatto dei due terreni, il permeabile e l'impermeabile: perché cosi t u t t a l'acqua che cade a monte, sul terreno impermeabile, vi scorrerebbe e sarebbe assorbita dal terreno permeabile a valle.

E a noi interessa molto immettere nello strato acquifero del terreno permeabile un carico d'acqua dolce, elevato al massimo, ossia in pressione. Infatti, nello strato acquifero sotterraneo, che arriva alla Palude di Cabras e che vi passa sotto, per fuoriuscire dal suo fondo come abbiamo già detto, può penetrare l'acqua salata della palude, come è ben noto in casi simili.

Ma noi potremmo diminuire l'effetto di tale immissione: perché lungo la spiaggia di Cabras, nell'interno, a distanza di soli 5-6 m, potremmo scavare una lunga trincea, parallela alla spiag-gia, e profonda tanto da incontrare soltanto la falda acquifera dolce, che proviene dall'alto, e che galleggia sull'acqua salata.

In tal modo (fig. 2) daf fondo della trincea, dividendo assai le bocche di aspirazione delle pompe, potremmo estrarre solo acqua dolce; e inviarla nell'erogazione di altre pompe che trag-gano l'acqua salmastra direttamente dalla pa-lude e mescolarla per diminuire, quasi annul-landola, la salinità.

Qui noi abbiamo fatto l'ipotesi che nell'im-mediato entroterra della palude si verifichino quei fenomeni di galleggiamento dell'acqua dol-ce, che proviene da monte, su quella salmastra, proveniente dalla palude, senza quasi mesco-lamento (fig. 3), anche se la differenza di peso specifico delle due acque non sarebbe adatta a dividerle nettamente per galleggiamento come avrebbe se l'una fosse totalmente marina e l'altra dolce. Ma comunque la fossa scavata lungo la riva ad opportuna distanza, con pozzi numerosi che dividano la portata, ci dà modo di estrarre acqua senza provocare il noto rigur-gito dal fondo dell'acqua sottostante, salata, che si mescola abbondantemente a quella dolce.

Cosi potremmo irrigare anche prodotti agri-coli pochissimo resistenti al sale, con l'acqua cosi ottenuta.

E il « settimo giorno di Israele », come ripro-durlo nel terreno irrigato con l'acqua di Cabras ?

Contemporaneamente alle acque meteoriche che ogni anno sciolgono il sale rimasto nella stratigrafia e lo trasportano in basso; noi {tos-siamo irrigare con l'acqua che raccogliamo nella fossa parallela alla spiaggia, senza mesco-larla con l'acqua della palude che è salata. In tal modo aiutiamo potentemente l'azione plu-viale, diminuendo il sale nel terreno. Il terreno cosi conquistato rimarrebbe perennemente fer-tile.

Possibilità di irrigazione litoranea in assenza di laghi artificiali o naturali.

Vi sono possibilità di irrigazione, come a Cabras, ancora, in Sardegna, e lungo parecchie SPIAGGIA

PALUDE DI CABRAS ACQUA SALATA

eoste continentali o d'altre isole. Perché ivi si trovano zone improduttive e spesso disa-bitate. Oggi sterili: non per cattivi terreni ma, come molti affermano, perché non vi sono buoni agricoltori.

L'affermazione è forse severa. Ma come in figura 2, oltre che a Cabras, in molte zone litoranee, è facile scavare canali poco profondi che intersechino la falda acquifera superficiale, che spesso viene portata al mare; dal cui fondo sorge, lungo la spiaggia, spesso a pochi deci-metri di profondità, ed è facile vedere la sab-biolina sollevarsi per l'acqua dolce che fuoriesce dal fondo del mare. I quantitativi possono non essere elevati. Ma col canale inclinato verso un centro in cui vi sia un pozzo P appena più profondo, è possibile pompare parecchia acqua con una sola pompa p. In caso di immis-sione di acqua marina, su cui galleggia la dolce, si potrà ovviare all'inconveniente dividendo l'aspirazione in molteplici bocche A, A, A, da entrambe le parti della pompa p. (fig. 3). Questa divisione dell'aspirazione quasi sempre è suf-ficiente a non provocare l'immissione dell'acqua marina sottostante come in figura 3, dove si vede che pompando esclusivamente dal pozzo P si possa far salire un cono di acqua salata dal fondo che inquina quella dolce: il fenomeno è conosciutissimo. E cosi dividendo l'aspirazione, si determina la formazione di conetti assai minori che non arrivano fino alle bocche di aspirazione delle molteplici pompe; e pertanto l'acqua dolce non si mescola.

La pompa coi suoi due rami prementi, ar-riva al canale c-c che versa tracimando sulla superficie in pendenza del terreno (S, S, S, S), cosi irrigando.

Nelle zone dei delta fluviali spesso vi sono analoghe situazioni. Avviene che, come in figura 4, il delta abbia estensione maggiore di quella odierna; significando cosi che anticamente esso emergeva maggiormente, mentre oggi si

trova in parte sommerso sotto il livello marino. Tipico il fiume Neto, col delta vicino alla città di Crotone in Calabria. Vi si trovano, scavando ghiaie grosse e ricche d'acqua dolce a qualche metro di profondità dalla superficie del suolo ben coltivato. Dal Neto fino a Crotone si trova la ghiaia dell'alluvione di un delta assai mag-giore dell'attuale. La situazione idrologica si-gnifica che l'immissione (fig. 3) d'acqua salata nello strato permeabile, può essere facilmente combattuta come abbiamo detto per Cabras, con un canale poco profondo che raggiunga lo strato acquifero, e pompando come abbiamo spiegato.

* * *

Concludendo: nelle zone litoranee a delta fluviale o semplici, non è sempre utile il far pozzi profondi lontano dalla spiaggia. Scavando invece il tipo di canale esposto sopra si può trovare la falda acquifera a poca profondità, tenuta a galla dall'acqua marina, senza mesco-lamento per mancanza di velocità reciproche.

In Italia, specialmente nel Meridione e nelle isole, vi sono molte situazioni geologiche atte a cedere acqua dolce come abbiamo delineato. Per ora non si t r a t t e r à di grandi quantitativi a meno di ricorrere alla ricarica artificiale im-mettendo a monte — ci riferiamo alla direzione di moto dell'acqua sotterranea — quantitativi più elevati di quello che la percolazione delle piogge vi invia, preparando zone di raccolta e di infiltrazione nel sottosuolo. Insomma, la ricarica artificiale promuove la percolazione di acqua nel sottosuolo ad arricchirne gli aves: quest'acqua che altrimenti scorrerebbe inuti-lizzata fino al mare. Oggi le acque che posse-diamo sono già insufficienti jiier mantenere in vita l'industria e l'agricoltura attuali. Anche nelle zone nuove non si possono fare pronostici molto sicuri sul piano idrico. P e r t a n t o lo studio tratteggiato con parchi idrici di assorbimento

F i g . 3 - Il p o z z o P t r a e a c q u a d a l l o s c r a t o a c q u i f e r o S P - S P , c h e p o s s i e d e a c q u a c h e g a l l e g g i a s u q u e l l a m a r i n a M - M , c h e h a i n v a s o la p a r t e i n f e r i o r e d e l l o s t r a t o a c q u i f e r o s t e s s o . È n o t o c h e , p o m p a n d o , l ' a b b a s s a m e n t o g e n e r a t o in A - A d e l l i v e l l o i d r i c o ( a c q u a d o l c e ) c h i a m a u n e l e v a m e n t o a f o r m a di c o n o d e l l ' a c q u a s a l a t a , c h e si m e s c o l a c o l l a d o l c e , s o l l e v a t a d a l l a p o m p a , c o n g r a v e d a n n o . E c c o la r a g i o n e di p r o v o c a r e la p e r c o l a z i o n e d e l l ' a c q u a p i o v a n a a m o n t e , ( f i g . 2 ) e d i f a r l a a s s o r b i r e c o n i n o t i m e z z i : p o z z i p e r d e n t i , o di r i c a r i c a , t r i n c e e , e c c . In t a l m o d o l o s t r a t o d ' a c q u a d o l c e S P - S P h a s p e s s o r e m a g g i o r e , e l ' a c q u a di m a r e M - M c r e a c o n i C O p i ù b a s s i , e n o n a v v i e n e la m e s c o l a n z a c o l l a d o l c e , c o n e v i d e n t e v a n t a g g i o . 0 fi p c

Fig. 4 U n d e l t a di f u m é c h e n e l p a s s a t o ( m i l l e n n i p r o -c e d e v a assai p i ù i n n a n z i nel m a r e . In l i n e a -c o n t i n u a , e c o n f r e c c i a c o n t i n u a , il d e l t a a t t u a l e . C o n l i n e a p u n t e g -g i a t a , il d e l t a a n t i c o , o -g -g i s o t t o le a c q u e d e l m a r e , p e r a b b a s s a m e n t o d e l l a t e r r a ( M - M m a r e ) . D i i n t e r e s s a n t e : l u n g o la s p i a g g i a a t t u a l e , vi s o n o d u e l i n g u e l u n g h i s s i m e di t e r r a , c h e r a p p r e s e n t a n o l ' a n t i c o d e l t a , f o r m a t o s i in e p o c a di a l l u v i o n e a s s a i m a g g i o r e . A p o c h i m e t r i , si t r o v a n o g h i a i e o c c u p a t e d a l l ' a c q u a d o l c e , a t t u a l e o p p u r e « f o s s i l e » o s s i a d e i t e m p i in c u i il d e l t a e r a di d i m e n s i o n i b e n m a g g i o r i . L u n g o la s p i a g g i a è f a c i l e , a p o c a p r o f o n d i t à , t r o v a r e a c q u a , r i c a r i c a t a in c o n t i n u o d a l f i u m e a t t u a l e , e c h e t i e n e al p r o f o n d o le e v e n t u a l i v e n u t e di a c q u a m a r i n a , s o t t o s t a n t i , c o m e d e t t o p r i m a .

e di difesa dall'erosione — due argomenti impa-rentati — in vista di trarre acque lungo spiag-ge che si prestano ad ogni sviluppo per la loro configurazione piana rappresenta un f u t u r o pros-simo e raggiungibile. Il bacino di tali acque peve essere studiato e difeso come una unità inscindibile.

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Non è da escludere che gli studiosi nel f u t u r o si procurino varietà differenti dalle odierne: ossia piante meglio a d a t t e all'irrigazione con acque salate, leggermente o in misura maggiore. Gli esperti citano il pomodoro che resiste all' acqua salata. A tutt'oggi si è lavorato sol-t a n sol-t o a produrre qualisol-tà che danno f r u sol-t sol-t i abbondanti, trasportabili, conservabili, allet-tanti. Oggi con l'uso della conservazione in scatola sarà possibile perdere qualche punto sull'aspetto per spostare la capacità del f r u t t o in favore della resistenza all'irrigazione più o meno salata. Tempo fa leggevo delle nuove creazioni americane per impedire al pomodoro di cadere inutilizzato sul terreno durante la raccolta con macchina automatica. Tali studiosi avevan f a t t o perdere « 2 p u n t i di colore » al pomodoro a u m e n t a n d o però la resistenza del-l'unione picciolo-frutto, onde impedirne la ca-duta. In tal modo la raccolta veniva f a t t a a macchina senza perdite inaccettabili. Perché non perdere qualche punto di qualcosa, ancora, e sviluppare varietà a d a t t e alla irrigazione con acqua salata ?

Noi crediamo troppo che l'energia nucleare ci aiuti a dissalare l'acqua del mare a prezzo talmente basso da farne uso per l'irrigazione.

Tali applicazioni, pronte ormai e perfette tec-nicamente hanno due freni; la necessità di usare energia atomica lungo la riva del mare per il raffreddamento necessario; il che limita a scopi prevalentemente industriali; e poi il danno creato dal numero elevatissimo di calo-rie necessacalo-rie al raffreddamento nell'utilizza-zione nucleare che vanno smaltite prontamente. Vicino al mare, lungi dai centri, difficoltà non ne sono sorte. Ma l'uso di torri di raffreddamento con le acque calde genera fortissima emissione di vapore acqueo che aumenta l'inquinamento dell'aria, grave ovunque, specialmente in pre-senza del pulviscolo, caratteristico delle cimi-niere dell'industria: vapore acqueo e pulviscolo formano nebbie e smog: fissano i gas nocivi, producono miliardi all'anno di danni per cor-rosione e malattie. Se si immettono nel sotto-suolo acque calde, non ne sappiamo le conse-guenze; che non appaiono però fin d'ora senza pericolo, t a n t o più che nell'industria si adope-rano le acque del sottosuolo per raffreddare l'aria condizionata: e le acque debbon esser fredde.

* * *

Nelle regioni petrolifere, le acque salate del sinclinale potranno, come dicevamo nell'articolo citato, essere dissalate. I n f a t t i se scarseggiassero

in loco le acque, si dovrebbe affrontare qualsiasi

difficoltà pur di evitare trasporti costosi e insufficienti. Mentre il dissalare è sempre co-stoso se si facessero ricerche spostandoci verso specie vegetali resistenti al sale, le utilizza-zioni dette sopra diverrebbero economicamente utilizzabili. Oggi si apre un orizzonte nuovo:

e sono le acque che, scarseggiando ci faranno più attivi nella ricerca.

Oggi coli'avvento della fotografia a raggi infrarossi, dal satellite artificiale scruteremo la terra, e le sue mutazioni di temperatura ci indicheranno anche i movimenti del magma interno, promotore di eruzioni vulcaniche e di terremoti. Per ora basterebbe una rappresen-tazione fotografica delle coste marine ed ocea-niche, per scoprire le immissioni di acqua

dolce a noi tanto necessaria, e che, assai più fredde di quella del mare, spiccano per mezzo dell'infrarosso in tali fotografie.

Più semplicemente potremmo spostarci lun-go la spiaggia, anche quella di Cabras, immer-gendo nell'acqua, parallelamente, e a profondità diverse, una semplice pila termoelettrica la quale muova il sensibile ago del galvanometro rivelatore delle temperature. Lo studio f a t t o per la Palude di Cabras se ne gioverebbe moltis-simo: anzi, questo dovrebbe essere il punto di partenza.