psicologico autori Laura Bretti Bruno Mazzara
Con il termine ecopsicologia, ufficialmente coniato nel 1992 da uno dei suoi primi esponenti, Theodore Roszak, si intende una sintesi tra la psicologia e l’ecologia fondata sulla consapevolezza di una inscindibile continuità tra i bisogni e le modalità di funziona- mento della psiche umana e quelli del Pianeta, da cui deriva l’idea di una connessione diretta fra mondo naturale e sviluppo perso- nale (Roszak et al. 1995; Roszak 2001; Kahn and Hasbach 2012). In realtà l’esigenza di riconsiderare il rapporto uomo-natu- ra nasce molto prima, alla fine degli anni '60 del secolo scorso, nell’ambito della riflessione critica sui limiti della crescita e sul- le conseguenze drammatiche di un modello di sviluppo che non tenesse nel dovuto conto le leggi che regolano la biosfera. Il movimento ambientalista è stato dunque un tassello fonda- mentale per la nascita e lo sviluppo dell’ecopsicologia creando un ponte tra la crisi ambientale e la coscienza pubblica; ma d’al- tro canto si è ritenuto che a sua volta la psicologia convenzio- nale avesse bisogno di riconcettualizzare la sua teoria e pratica in un contesto ecologico per poter contribuire in maniera con- creta ad affrontare la crisi ambientale (Roszak,1992).
Secondo questa prospettiva, il movimento ambientalista ha biso- gno di “una nuova sensibilità psicologica” che aiuti a comprende-
Bibliografia
- Fisher, A. (2002). “Radical ecopsychol- ogy: Psychology in the service of life”. New York: State University of New York Press - Kahn, P. H., & Hasbach, P. H. (Eds.) (2012). “Ecopsychology: Science, totems, and the tech- nological species”. Cambridge, MA: MIT Press. - Roszak, T. (1992). The voice of the earth: An exploration of ecopsychol- ogy”. New York: Simon & Schuster. - Roszak, T. Gomes, M. E. & Kanner, A. D. (Eds.) (1995), “Ecopsychol- ogy: Restoring the earth, healing the mind”. San Francisco: Sierra Club Books - Winter, D. D. (2003). “Ecological Psychol- ogy: Healing the Split between Planet and Self”. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum Associates ed. or. 1996
re come motivare le persone a cambiare il loro comportamento dannoso per l’am- biente. Il fatto che sia stato proprio il mo- vimento ambientalista a stimolare la na- scita dell’ecopsicologia ha favorito un approccio abbastanza radicale, molto sa- turo anche di critica socio-politica.
Possiamo dire, in linea più generale, che l’e- copsicologia si fonda sul riconoscimento di una profonda interrelazione fra gli esseri umani e l’ambiente non umano e una ricon- siderazione della psiche umana come parte integrante della rete della natura (Brown 1995). La psiche, in questa prospettiva, non può essere considerata come una dimensio- ne isolata dal mondo dell’esperienza senso- riale e, d’altro canto, la natura non è un in- sieme di oggetti e processi indipendenti dalla soggettività e dalla sensibilità umana (Fisher 2002). Si tratta quindi di un approccio inter- disciplinare, che si presenta come un’area di riflessione molto articolata, in cui si fondo- no, in maniera talvolta confusa, aspetti legati alla fisica, alla chimica, alla biologia, all’an- tropologia, alle scienze sociali e psicologi- che, con innesti anche di tipo spiritualistico. Inoltre dal versante più specificamente ambientalista provengono sensibilità più specifiche come ad esempio l’ecoetologia, l’ecofilosofia, l’ecologia profonda e l’ecofem- minismo. Sul piano più strettamente psicolo-
gico, è utile ricordare il riferimento dell’ecop- sicologia al concetto di biofilia, inteso come amore per tutto ciò che ha vita, che si tradu- ce in energia psichica che nutre la nostra re- lazione con il mondo naturale (Wilson 1984). Per tale motivo, perdere la connessione con la dimensione naturale può causare l’insor- gere di forme di malessere psichico (vedi “Disturbi psicologici da cambiamenti cli-
matici”), e in questo senso l’ecopsicologia ha
sviluppato un suo specifico filone clinico-te- rapeutico, focalizzato ad esempio sull’idea di un inconscio ecologico, secondo una pro- spettiva junghiana.
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/Ecosofia/ Ecosophy
ambito disciplinare linguistico filosofico autrice Maria Cristina CaimottoLa parola “ecosofia” fu usata per la prima volta nel 1972 da Arne Næss, quando insegnava all’Università di Oslo, insieme al “mo- vimento per l’ecologia profonda” (Drengson and Inoue 1995, 8). Dal punto di vista etimologico, la parola “ecosofia” unisce oikos e sophia, “abitazione” e “saggezza”. Naess (1989, 37-38) sottoli- nea che, come nella parola “ecologia”, oikos ha un significato più ampio che non si limita alla famiglia, alla casa o alla comunità, ma piuttosto all’idea della Terra come abitazione.
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L’ecosofia, spiega, è quindi “una visione del mondo filosofica o un sistema ispirato dalle condizioni della vita nell’ecosfera” (si veda inol-
tre Guattari 1992). Riassumiamo di seguito, a titolo di esempio, l’ecosofia alla base del libro di Arran Stibbe (2015, 14-15). Nell’introdurla, Stibbe spiega che ogni ecolinguista valuterà le varie ecosofie esistenti in letteratura e, dopo averle prese in considerazione alla luce delle prove scientifi- che e della propria esperienza delle comuni- tà umane e del mondo naturale, costruirà la propria ecosofia combinandole, espandendole oppure creando qualcosa di completamen- te nuovo. Soggetta ai cambiamenti dati dal tempo e dalle nuove idee, scoperte, prove e esperienze di chi l’ha costruita, un’ecosofia è necessariamente parziale e incompleta, ma rappresenta un necessario punto di partenza.
Ecosofia in una parola: vivere! Spiegazione: Dare valore alla vita: ogni forma di vita deve essere “valorizzata, celebrata, rispettata, affer- mata”. Si tratta di una norma e di una dichiara- zione di valore ma si basa sull’osservazione di come un essere vivente dà valore alla propria vita e fa qualsiasi cosa pur di mantenerla. Benessere: “vivere!” non è sinonimo di “essere vivi”, lo scopo non è vivere nel senso di so- pravvivere ma vivere bene, con un livello alto di benessere. Anche se il benessere va applica- to a tutte le specie, il benessere per gli umani è una condizione sine qua non poiché nessuna misura per risolvere i problemi ecologici sarà accettata se danneggia gli interessi umani. Ora e nel futuro: l’obiettivo temporale non è limitato al presente, include la possibilità di vi- vere con alti livelli di benessere nel presente e nel futuro, dando alle generazioni future la possibilità di vivere e di vivere bene.
Cura: anche se è fondamentale rispettare tutte le specie, la continuazione della vita implica un inevitabile scambio di vite. Ci saranno quindi vite che interrompiamo e vite che danneg- giamo per mantenere le nostre e il nostro be- nessere. L’aspetto etico dell’ecosofia affronta questo aspetto attraverso empatia, rammarico e gratitudine (cioè cura) invece di tentare di preservare la propria coerenza morale consi- derando le vite a cui facciamo del male come inferiori, o prive di valore, o come mere risorse a nostra disposizione. L’empatia implica la con- sapevolezza del nostro impatto sulle altre vite, il rammarico implica ridurre al minimo i danni e la gratitudine implica il dovere di “restituire” qualcosa al sistema che ci supporta e ci per- mette di vivere.
Limiti ambientali: se il consumo umano non permette alle risorse di rigenerarsi o crea più scarti di quanti gli ecosistemi siano in grado di assorbire, questo non permette ai sistemi ecologici di supportare la vita, mantenendo un alto livello di benessere. Quindi è necessaria un’immediata riduzione su larga scala dei livelli globali di consumo.
Giustizia sociale: attualmente molte persone non hanno le risorse per vivere o per vivere bene. Quando crolleranno i livelli di consumo globale (volontariamente o a causa dell’estin- zione delle risorse) bisognerà elaborare stra- tegie di redistribuzione dai ricchi ai poveri per garantire un alto livello di benessere a tutti. Resilienza: livelli significativi di distruzione ecologica sono già in atto e altri sono inevita- bili data la traiettoria delle società industriali. È pertanto necessario adattarsi ai cambiamenti ambientali, migliorare la resilienza verso ulte- riori cambiamenti e trovare nuove forme di società mentre si disfano quelle attuali. Que- sto è necessario al fine di permettere la conti- nuazione della vita con alti livelli di benessere (nei limiti del possibile) anche mentre la Terra
Bibliografia
- Drengson, A. and Inoue Y. (Eds.) (1995) “The Deep Ecology Movement: An Introductory Anthol- ogy”. Berkeley, North Atlantic Publishers. - Guattari, F., Pour une refondation des pratiques socia- les in Le Monde Diplomatique (Oct. 1992): 26-7. - Naess, A. (1989) “Ecology, Community and Lifestyle. Outline of an Ecosophy”. Translated and revised by David Rothenberg. Cambridge: Cambridge University Press. - Stibbe, A. (2015) “Ecolinguistics. Language, Ecology and the Stories we live by”. London and New York: Routledge.