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C I n altri ambiti sono stati istituiti sistemi di etichettatura europea

Nel documento Green Deal Europeo (pagine 91-95)

con scale contrassegnate da lettere e colori, somiglianti alle eti- chette di efficienza energetica degli elettrodomestici.

Di particolare importanza è la classificazione energetica di un edificio, o meglio, come indicato dalla Direttiva europea 2010/31/UE, la “prestazione energetica di un edificio”, defini- ta come la quantità annua di energia calcolata o misurata, ne- cessaria per soddisfare il fabbisogno energetico connesso a un uso normale dell’edificio, compresa, in particolare, l’ener- gia utilizzata per il riscaldamento, il rinfrescamento, la ventila- zione, la produzione di acqua calda e l’illuminazione . Legato alla prestazione energetica di un edificio è l’“attestato di prestazione energetica”, documento rilasciato da esperti qualifica- ti e indipendenti che attesta la prestazione energetica di un edifi- cio attraverso l’utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccoman- dazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica dello stesso.

Esempi etichette ener- getiche per una lavatrice e un frigorifero. Fonte ec.europa.eu

Bibliografia

- Direttiva 92/75/CEE del Consiglio del 22 settembre 1992 concernente l’indi- cazione del consumo di energia e di altre risorse degli apparecchi domestici, mediante l’etichettatura ed informazioni uniformi rela- tive ai prodotti, GUUE del 13 ottobre 1992. - Direttiva 2010/31/Ue del Parla- mento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 sulla prestazione energet- ica nell’edilizia GUUE del 18 giugno 2010. - Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE rela- tiva al rendimento energetico nell’edili- zia e successive modifiche ed integrazioni

ambito disciplinare environmental

humanities (studi umanistici ambientali)

/Climate-Change Fiction, Cli-Fi Fiction, Eco-Fiction/

Con un certo ritardo rispetto ad altri ambiti, anche la lettera- tura e le arti hanno di recente accolto la sfida dei cambiamenti

climatici, dando vita alla “Cli-Fi” o “Climate-change Fiction”.

Il termine è stato coniato nel 2011 dal blogger Daniel Blo- om il quale, sfruttando l’assonanza con la “Sci-Fi” o “Science Fiction” (fantascienza), fa rientrare in questo nuovo genere

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Bibliografia

- Goodbody A., Johns Putra A. (eds.). “Cli-Fi: A Companion”, Oxford, New York: Peter Lang, 2018. - Johns-Putra A., “Climate change in literature and liter- ary studies: From cli-fi, climate change theater and ecopoetry to ecocriticism and climate change crit- icism”, WIREs Clim Change 2016, 7:266–282. - Johns Putra A., “Climate Change and the Contemporary Novel”, Cambridge: Cambridge University Press, 2019. - Trexler A., “Anthropocene Fictions. The Novel in a Time of Climate Change”, Charlotts- ville, VA: University of Virginia Press, 2015.

letterario tutte quelle opere di fantasia che, partendo da eventi reali o verosimili, si concentrano sulle complessità del cambia- mento climatico, qui inteso come ampio fenomeno culturale. Anche il concetto di fiction deve essere considerato in manie- ra non ortodossa, poiché alla narrativa si affiancano la poe- sia, l’arte, la cinematografia, le serie Tv e molte altre forme di narrazione e rappresentazione. Le prime prove attingono a vari generi – fantascienza, distopia, fantasy, thriller, avventu- ra – e sono quasi sempre ambientate in un mondo post-apo- calittico e pertanto in un futuro indistinto rispetto al momen- to della narrazione, riscuotendo per lo più grande consenso. La Cli-Fi, in effetti, ha la capacità di tradurre il linguaggio e le formule della scienza, non sempre accessibili o appassionanti per il grande pubblico, in immagini ed emozioni, offrendo una visualizzazione dei fenomeni ambientali e favorendo una presa di coscienza. Molti studiosi, tuttavia, hanno anche criticato questa produzione proprio per la prossimità al genere fantascientifico, la numerosità di inesattezze scientifiche e la predominanza di elementi distopici che allontanano nel tempo, piuttosto che avvicinare, il momento dell’azione individuale e collettiva. Tra i romanzi più significativi di questa prima fase ricordiamo Stato di paura di Michael Crichton, Odds Against Tomorrow di Nathaniel Rich, Le stelle del cane di Peter Heller, Solar di Ian McEwan. Più di recente, alcuni ecocritici hanno sentito l’esigenza di pro- porre la denominazione “Eco-fiction” per designare una seconda fase, la cui produzione dimostra maggiore aderenza al reale e alla speculazione. Fra i tanti esempi: La collina delle farfalle di Barbara Kingsolver, L’ultima profezia di Liz Jensen e la trilogia di Margaret Atwood (L’ultimo degli uomini, L’anno del diluvio e MaddAddam). autrice

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- Mercalli, Luca.  “Che tempo che farà: breve storia del clima con uno sguardo al futuro”. Rizzoli, 2012. - Pinna, Sergio. “Lineamenti di Clima- tologia.” Aracne Editore, 2017. - Peixoto, José Pinto, and Abraham H. Oort. “Physics of climate.” (1992). - Rubel, Franz, and Markus Kottek. “Observed and projected climate shifts 1901–2100 depicted by world maps of the Köppen-Geiger climate classification.” Mete- orologische Zeitschrift 19.2 (2010): 135-141. - Trenberth, Kevin E., and Kevin E. Tren- berth, eds.  “Climate system model- ing”. Cambridge University Press, 1992. Bibliografia

- Arguez, Anthony, and Russell S. Vose. “The definition of the standard WMO climate normal: The key to deriving alternative climate normals.”  Bulletin of the American Mete- orological Society  92.6 (2011): 699-704. - Blair T. and Pachauri R., “Avoid- ing Dangerous Climate Change”. Cambridge University Press, 2006. - Böhm, U., et al. “CLM—the climate version of LM: brief description and long-term applica- tions.” COSMO newsletter 6 (2006): 225-235. - James, Lawrence R., and Allan P. Jones. “Organizational climate: A review of theory and research.”  Psycho- logical bulletin  81.12 (1974): 1096.

/Clima/ Climate

ambito disciplinare fisico autori Claudio Cassardo Elisa Palazzi Tommaso Orusa

Il clima in senso stretto è definito come il tempo meteorologico medio o, in maniera più rigorosa, come la descrizione statisti- ca in termini di media e variabilità di grandezze rilevanti quali temperatura, precipitazione, umidità, intensità e direzione del vento e altre, effettuata in un arco di tempo che va da mesi a migliaia o milioni di anni. Il periodo classico per calcolare la media (in generale, la statistica) di queste variabili è 30 anni, se- condo la definizione dell’Organizzazione Meteorologica Mon- diale (WMO - World Meteorological Organization).

Non bisogna confondere il clima con il tempo meteorologico (si vedano anche “Climatologia” e “Meteorologia”), che è invece definito dai valori istantanei (o mediati su tempi molto brevi) del- le principali variabili meteorologiche in una data località. Infatti, parliamo di clima solo se abbiamo raccolto dati sul tempo me- teorologico per molti anni consecutivi, perché questo permette di determinare quali siano le condizioni “tipiche” del tempo me- teorologico in una data regione e in un dato periodo dell’anno. In senso più ampio e generale, il clima è lo stato del sistema

climatico (inclusa la relativa descrizione statistica), ovvero di

quel sistema complesso e dinamico in cui componenti diverse – l’atmosfera, gli oceani, i ghiacci marini e terrestri, gli esseri vi- venti animali e vegetali, il suolo – interagiscono continuamente su una moltitudine di scale spaziali e temporali tutte intercon- nesse.

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Bibliografia

- Commissione Europea, 2013. “Strate- gia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici”. - European Environment Agency (EEA), 2018. “Climate-ADAPT profile”. - Tonmoy, F.N., Rissik, D. & Palutikof, J.P. “A three- tier risk assessment process for climate change adapta- tion at a local scale”. Climatic Change 153, 539–557 (2019).

/Climate-ADAPT/

ambito disciplinare comunicazione autrice Alessandra Pollo

Climate-ADAPT è una piattaforma europea (https://climate-a-

dapt.eea.europa.eu/) lanciata nel 2012 con l’obiettivo di orga- nizzare e rendere accessibili le informazioni sull’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa. Nato dal partenariato tra la Commissione europea e l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), il portale si configura come un elemento chiave della Strategia di adattamento dell’UE, che ne riconosce il valore per un processo decisionale più informato.

Climate-ADAPT vuole supportare, in particolare, gli utenti ad ac-

cedere a dati e informazioni su:

Le tematiche trattate sul portale spaziano dalle politiche eu- ropee ai rapporti sullo stato di adattamento delle diver- se nazioni, dalle conoscenze sul cambiamento climatico alle buone pratiche. L’attendibilità di quanto riportato su Climate-A-

DAPT è sempre garantita dalla verifica della qualità dei dati.

Gli utenti target delle conoscenze messe a sistema su Climate-A-

DAPT sono principalmente i responsabili delle decisioni gover-

native e le organizzazioni che li supportano per la realizzazione e attuazione dell’adattamento tramite strategie, piani e azioni. Sul portale è presente anche una pagina dedicata interamente ai dati dell’Italia, che riporta il quadro politico e legale nazionale dell’adattamento, i settori e le azioni relative e gli stakeholders coinvolti.

i cambiamenti climatici attesi in Europa;

la vulnerabilità attuale e futura regionale e settoriale

le strategie e le azioni di adattamento a livello europeo, nazionale e transnazionale;

i casi di studio, le buone pratiche e le potenziali opzioni di adattamento;

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ambito disciplinare economico autori Laura Corazza Enrico Battisti Alberto Bertello

Nel documento Green Deal Europeo (pagine 91-95)