ingegneristico ambientale
Ingegneria climatica (o geoingegneria) è la disciplina che stu-
dia le tecniche e le tecnologie che mirano, in tutto o in par- te, a contrastare i cambiamenti climatici dovuti al graduale e progressivo accumulo di diossido di carbonio in atmosfera. I promotori di tale disciplina sostengono che le azioni di mitiga-
zione possano avere solo una natura provvisoria, o non sufficien-
te, nel contrastare l’aumento della temperatura, mentre le tecni- autori
Tommaso Orusa Marco Bagliani
Bibliografia
- Bagliani M., Pietta A., Bonati S., “Il cambiamento climatico in prospet- tiva geografica. Aspetti fisici, impatti, teorie”. Bologna, Il Mulino, 2019. - Maslin M., “Climate: a very short intro- duction”, Oxford, University Press, 2013.
prendere l’entità delle variazioni clima-
tiche sulle diverse regioni del globo. Ad
esempio, l’aumento medio globale della temperatura di 1 °C al secolo si traduce in riscaldamenti anche molto diversi a secon- da della regione considerata: l’Artico e la catena delle Alpi presentano innalzamen- ti doppi della temperatura, mentre alcune zone dell’oceano sono caratterizzate addi-
rittura da lievi abbassamenti. Vi è un terzo ambito su cui la disciplina geografica può dare un contributo impor- tante: si tratta dello studio degli impatti del cambiamento climatico. Le variazioni fisiche locali provocate dal riscaldamento globale devono essere declinate a livello territoriale, perché lo stesso tipo di cambia- mento può avere conseguenze molto di- verse a seconda del contesto considerato. La riflessione geografico-territoriale per- mette di comprendere come le molteplici variazioni fisiche che il sistema climatico subisce (aumento della temperatura, cam- biamento delle precipitazioni, innalzamen-
to del livello del mare, fusione dei ghiacciai,
ecc.) possano interagire con le peculiarità locali, che riguardano sia gli aspetti natura- li, come la dimensione geomorfologica ed ecologica, sia quelli antropici e dunque di capire come lo stesso fenomeno fisico (ad
esempio una precipitazione intensa) possa causare impatti differenti nei diversi terri- tori. Questi ultimi sono infatti caratterizzati da dotazioni fisiche, ecosistemiche e tec- nologiche, ma anche da culture, storie e tradizioni differenti che influenzano la vul-
nerabilità del territorio e la sua capacità di
rispondere ai cambiamenti climatici. Lo studio del sistema climatico, dei suoi cambiamenti e degli effetti provocati sui si- stemi ecologici e socioeconomici non può essere appannaggio di un’unica disciplina ma piuttosto di un insieme di prospettive disciplinari diverse e complementari tra loro. Anche in questo caso l’approccio geo- grafico si dimostra utile perché in grado di costruire un ponte tra l’ambito degli studi tecnici e quantitativi, che indagano i mec- canismi fisici di funzionamento del sistema climatico, e quello dei saperi economici, sociali e delle politiche, che approfondi- scono maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici.
G
Bibliografia
- Barrett, S. (2008). “The incredible econom- ics of geoengineering”. Environmen- tal and resource economics, 39(1), 45-54. - Keith, D. W. (2000). “Geoengineering the climate: History and prospect”. Annual review of energy and the environment, 25(1), 245-284 - McGee, J., Brent, K., & Burns, W. (2018). “Geoengineering the oceans: an emerg- ing frontier in international climate change governance”. Australian Journal of Mari- time & Ocean Affairs, 10(1), 67-80. - Shepherd, J. G. (2009). “Geoengi- neering the climate: science, gover- nance and uncertainty”. Royal Society. - Wigley, T. M. (2006). “A combined mitiga- tion/geoengineering approach to climate stabilization”. Science, 314(5798), 452-454.
che di geoingegneria permetterebbero un approccio più radicale attraverso un inter- vento globale sul sistema climatico terre- stre. La comunità scientifica è profondamen- te divisa sui possibili effetti di alcune delle tecniche proposte a livello teorico a cau- sa della insostenibilità sia ambientale (in termini di effetti imprevedibili sul sistema climatico e gli ecosistemi) sia economica (costi onerosi) di questi interventi.
La geoingegneria va distinta in geoinge- gneria localizzata e geoingegneria sistemi- ca (su scala globale). La prima trova già delle applicazioni all’interno della comu- nità scientifica; la seconda su scala glo- bale, invece, è al momento solo teorica. Entrambe sono fortemente dibattute. Di seguito sono riportati due esempi di ge-
oingegneria localizzata. Il primo sono gli studi e le azioni per au- mentare l’albedo delle nubi a livello artico al fine di rallentare la fusione dei ghiacci attraverso l’emissione in troposfera di ae-
rosol, in modo tale che le sue particelle
fungano da nuclei di condensazione per la formazione delle nubi (McGee, J., et al. 2018). Il secondo esempio è rappresentato dalle opere per la creazione di bacini idrici artificiali e di derivazione del corso di fiumi o di barriere per il contenimento delle ma- ree (ne è un esempio il MOSE di Venezia). Un ulteriore esempio, a cavallo con la miti- gazione, è quello delle politiche e le tecni- che di riforestazione in aree come le savane, al fine di modificare il meso-clima e microcli- ma locale, incidendo ad esempio sulle pre- cipitazioni.
La geoingegneria, in funzione degli inter- venti, che siano a scala locale o globale, è divisa in tre macrocategorie:
• geoingegneria solare: mira ad agire sul bi- lancio energetico terrestre con azioni
che agiscono direttamente sulla causa del riscaldamento e si propongono di modificare il forzante radiativo in in- gresso;
• geoingegneria carbonica: mira ad agire sugli effetti dei cambiamenti climati- ci rimuovendo l’eccesso di diossido di carbonio dall’atmosfera ed eliminando, così, il principale fattore che aumenta l’effetto serra naturale. Tutto ciò, pre- valentemente tramite lo sviluppo di tecnologie di riforestazione in aree ti- picamente non vocate all’agricoltura e selvicoltura;
• geoingegneria idraulica: mira a influire su dinamiche locali (quali le maree), contra- stare l’acidificazione dei mari e gestire la disponibilità di risorsa idrica locale per le attività antropiche.