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La rappresentazione di “immagini di presente” e “immagini di futuro” richiede una costruzione diversa che si muove tra figurativo e astratto andando a sollecitare strati di senso differenti. Le immagini di futuro nell’ambito della progettazione strategica utilizzano un linguaggio di natura sintetica, definito attraverso l’astrazione e selezione di alcuni elementi che figurano il territorio e il suo progetto, proprio della rappresentazione concettuale, concept, «astratta nel senso che seleziona alcuni elementi della realtà che spesso non sono del tutto privati della loro matericità e sono ordinati secondo nuovi nessi causali, producendo elementari combinazioni figurative tese a rappresentare, con una certa approssi- mazione, caratteri rilevanti del progetto. Analogica, perché il concept non è una rappresentazione codi- ficata della realtà, ma con essa stabilisce relazioni di somiglianza» (Lenoci, 2005, p.32). Nella redazione dei piani strategici quando sono presenti rappresentazioni queste non seguono le regole della carto- grafia tradizionale ma privilegiano un linguaggio che possa mettere in evidenza con maggior efficacia ed immediatezza le relazioni tra le parti e la trasposizione sul suolo degli obiettivi. In questo contesto è utile far riferimento allo studio di Brunet sulle rappresentazioni delle relazioni e l’elaborazione delle choremes.

Tavola dei chorèmes in Duhr, S. (2007) The Visual Language of Spatial Planning: Exploring Cartographic Rep- resentations for Spatial Planning in Europe (London: Routledge).

“The Visual Language of Spatial Planning: Exploring Cartographic Representations for Spatial Planning in Europe”. Questa studiosa ha indagato attraverso casi studio comparati le rappresentazioni di spatial planning in Olanda, Germania e Gran Bretagna, focalizzando l’attenzione sulle modalità di costruzione delle rappresentazioni spaziali e i rapporti tra queste e i documenti di testo prodotti.

Tale lavoro si situa entro un framework teorico che fa riferimento al post-strutturalismo1, che sottin- tende un cambio di paradigma filosofico nel passaggio dalla razionalità scientifica ad un’epistemologia basata sulla comunicazione, sulla riflessione, sull’interpretazione e sull’ermeneutica (Duhr, 2007). L’autrice ha indagato le modalità di costruzione delle rappresentazioni rispetto a due livello di indagine: struttura grafica e struttura linguistica. Nella prima ha valutato i rapporti tra forma e contenuti indagan- do il livello di astrazione e di complessità delle mappe, oltre all’uso associato di colori e simboli. Nella seconda ha valutato la relazione tra rappresentazioni e documenti di testo dei piani e la relazione fra “ciò che è scritto” e “ciò che è rappresentato” rispetto alle politiche.Ha inoltre analizzato come alcuni concetti specifici, nel suo caso quello dello sviluppo sostenibile, siano traslati in forma di immagini e politiche nei documenti di piano.

La costruzione delle immagini, sotto forma di rappresentazioni cartografiche, è influenzata dal conte- sto, inteso come sistema di pianificazione2, e da quello che la Healey (2006) ha definito come spatial consciousness: «In relation to spatial imaginations, the focus is on the nature of the spatial consciou- sness expressed in a strategy, the way the multiple scales of the social relations of a place are imagined, and the extent to which relational complexity is understood and reflected in a strategy»(Healey, 2006, p. 527). Tale “coscienza spaziale” varia a seconda dei contesti e riflette le modalità con cui concetti come quelli di luogo, organizzazione spaziale e identità territoriale sono trattati dalle politiche e sono definiti localmente dai progettisti. Inoltre, l’uso dei concept spaziali nei processi di pianificazione in- fluenza il ruolo delle rappresentazioni cartografiche nei diversi sistemi di pianificazione.

È evidente come la costruzione delle rappresentazioni cartografiche sia strettamente correlata al contesto, soprattutto per quanto riguarda il ruolo svolto e la tipologia di rappresentazioni impiegata in determinate fasi dei processi decisionali. Inoltre, la costruzione delle rappresentazioni sottende quello che è stato definito come «[…] the power internal to cartography» (Harley, 1989, p.10), espressione del potere del cartografo che sceglie come produrre le mappe, quali informazioni esplicitare e come rappresentarle. Le mappe producono potere e sono esse stesse rappresentazione del potere: «Power comes from the map and it traverses the way maps are made. The key to this internal power is thus cartographic process. By this I mean the way maps are compiled and the categories of information selected; the way they are generalized, a set of rules for the abstraction of the landscape; the way the elements in the landscape are formed into hierarchies; and the way various rhetorical styles that also reproduce power are employed to represent the landscape. To catalogue the world is to appropriate it, so that all these technical processes represent acts of control over its image which extend beyond the professed uses of cartography» (Harley, 1989, p.11). Tale potere esprime una forte componente di

soggettività che rende non semplice il lavoro di studio delle rappresentazioni. Tendenzialmente l’analisi delle rappresentazioni cartografiche si è situata nell’ambito della storia della cartografia (Harley, 1989; Duhr, 2007), invece un lavoro di analisi che si colloca nella contemporaneità postmoderna non può che attingere ad un approccio decostruttivista (Harley,1989)3. Per definire la struttura di analisi delle rap- presentazioni la Duhr attinge a plurimi riferimenti, fra cui Harley (1989) e Pickles (1992).

La prima dimensione di analisi, definita graphic structure e legata alla forma e allo stile delle rappresen- tazioni, è articolata in tre categorie correlate al concetto di astrazione, al livello di complessità e all’uso di colori e simboli.

3 Harley evidenzia come leggendo le rappresentazioni attraverso l’approccio decostruttivista sia possibile disvelare le forze sociali e il potere che hanno strutturato tali rappresentazioni: «The notion of deconstruction is also a password for the postmodern enterprise[…] I shall specifically use a deconstructionist tactic to break the assumed link between reality and representation which has dominated cartographic thinking, has led it in the pathway of ‘normal science’ since the Enlightenment, and has also provided a ready-made and ‘taken for granted’ epistemology for the history of cartography. The objective is to suggest that an alternative epistemology, rooted in social theory rather than in scientific positivism, is more appropriate to the history of cartography. It will be shown that even ‘scientific’ maps are a product not only of “the rules of the order of geometry and reason but also of the “norms and values of the order of social ... tradition. Our task is to search for the social forces that have structured cartography and to locate the presence of power—and its effects—in all map knowledge (Harley, 1989,p.2)

zione in maniera concettuale. Il livello di astrazione è correlato al carattere vincolante delle politiche, quindi ad una maggiore astrazione corrisponde una maggiore possibilità di negoziazione delle politiche del piano. Invece un approccio più astratto, dove la rappresentazione sintetizza un concept, implica una maggiore comprensione dei contenuti del piano. Il livello di astrazione può essere un indicatore del livello di comprensione della pianificazione in un dato contesto.

Il ricorso ad una modalità di rappresentazione più astratta e concettuale sta a significare una maggiore propensione alla negoziazione delle trasformazioni (Duhr, 2007).

il livello di astrazione di una rappresentazione viene delineato attraverso cinque elementi di analisi: 1. La definizione del territorio: disegnato in modo dettagliato, schematizzato, rappresentato at-

traverso assonometria

2. La differenziazione logica (come sono disposti i segni sulla mappa rispetto alla collocazione topografica): site-specific, segue l’orientamento topografico in modo chiaro; schematised, prende parzialmente a riferimento l’orientamento topografico; schematico, non segue l’orien- tamento topografico ed è spazialmente vago

3. La differenziazione grafica nel trattamento degli areali: preciso, area delimitata da una linea; mediamente preciso, area colorata; sfumato, indica transizione continua fra areali

4. La differenziazione grafica di punti e linee: fedele a livello territoriale, localizzato in maniera approssimativa; fedele alla localizzazione, localizzato in maniera esatta

5. Uso del colore: colori pieni e forti, colori chiari e sfumati

«Clearly, there is a certain degree of subjectivity involved in an analysis according to these criteria. However, if undertaken in a systematic manner, and by relating the different cartographic representations under study to each other, such an approach can provide an interesting insight into the ‘message’ of cartographic representations in planning» (Duhr, 2007, p.81).

Complessità:

La complessità delle rappresentazioni è correlata alla costruzione della legenda. Maggiori sono le ca- tegorie (tematismi) e i simboli utilizzati maggiore è la complessità e la difficoltà di comprensione per i “non addetti ai lavori”. Quindi, la complessità di una carta può far capire quale ruolo svolge all’interno dei processi di pianificazione.

La seconda dimensione di analisi riguarda la struttura linguistica che è suddivisa in tre categorie: rela- zione tra testo e rappresentazioni cartografiche nei documenti di piano, gerarchia visiva e posizione e relazioni dell’area/regione oggetto di pianificazione.

Relazione tra testo e rappresentazioni cartografiche nei documenti di piano:

Questa categoria valuta l’importanza data alle rappresentazioni nei documenti di pianificazione. Oltre ad essere un indicatore dell’attitudine degli attori di un dato contesto a leggere e comunicare con le im- magini, tendenzialmente la rappresentazione delle politiche proposte nei documenti di testo sottende una maggiore attenzione agli impatti spaziali di queste. La relazione tra testi e mappe viene analizzata tramite due i indicatori: il rapporto tra pagine di testo e numero delle rappresentazioni cartografiche e l’analisi dei contenuti di testi e rappresentazioni, per esplorare quali politiche sono presentate nei testi e quale sono rappresentate nelle carte.

Gerarchia visiva:

Identifica gli elementi visivamente dominanti nelle rappresentazioni, quelli che attirano maggiormente l’attenzione. Sebbene sia un metodo soggettivo di lettura delle rappresentazioni può essere utile per individuare le problematiche e le politiche rappresentate come più rilevanti.

Posizione e relazioni dell’area/regione oggetto di pianificazione:

Analizza la modalità di rappresentazione del contesto dell’area oggetto di pianificazione; ad esempio se sono rappresentate le regioni vicine o il contesto regionale più ampio, oppure se l’area in oggetto è rappresentata a sé stante. In particolar modo viene analizzata la rappresentazione delle connessioni dell’area, sotto forma di interdipendenze funzionali o i network. La rappresentazione delle relazioni è essenziale nei processi di collaborative planning: «This appears particularly relevant in collaborative planning processes where planners are expected to think outside their own territories, and where experience with seeing their own region in a wider and changing relational spatial context might help them to adapt to planning agendas at higher spatial scale» (Duhr, 2007, p.84)