CARATTERI PRINCIPALI DEL PIANO
Territorio del progetto: Confini dell’ex-provincia oggi Città metropolitana
Tempi di elaborazione: aprile 2015-maggio 2018
Obiettivo del piano: Territorio coeso di qualità: «[…] visione di sviluppo per un “territorio coeso e
di qualità”, dove le persone desiderino vivere, crescere e lavorare, e nel quale le imprese ed i talenti, nazionali ed internazionali, possano trovare la giusta dimensione per insediarsi e svilupparsi» (PSM Torino, 2018, p. 32)
Struttura del piano: La struttura del PSM è ripatita in: I) Visione generale metropolitana; II) PSMTo
(triennale) con l’individuazione di 5 piattaforme progettuali; III) Agenda Operativa metropolitana (an- nuale); IV) Piani e agende strategiche delle zone omogenee.
La Città Metropolitana di Torino agisce prioritariamente su 5 piattaforme progettuali tematiche: PP. 1 Una Città Metropolitana capace, attraverso una nuova governance integrata; PP.” Una Città Metropoli- tana sinergica e coesa; PP. 3 Una Città Metropolitana innovativa e attrattiva nei confronti di imprese e talenti; PP. 4 Una Città Metropolitana intelligente e inclusiva; PP. 5 Una Città Metropolitana sostenibile e resiliente
SOGGETTI E RETI
Soggetto promotore: Città Metropolitana di Torino
Soggetti partner: Advisory board Città Metropolitana di Torino.
Attori coinvolti: Agenzia della mobilità piemontese, ANCE Piemonte e Torino, ANCPI, ARPA Piemonte, ASAPI – Associazione delle scuole piemontesi, Associazione di Imprenditori del Commercio, del Turismo e dei Servizi – ASCOM, Associazione Piccole e Medie Imprese di Torino e Provincia – API, ATO acque, BANCA D’ITALIA - Servizio Studi, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura – CCIAA, CGIL – Torino, CISL SCUOLA TORINO, CISL - Torino-Canavese, COLDIRETTI Torino, Compagnia di San Paolo - Ufficio Studi Torino, Comune di Ivrea, Comune di San Mauro, Comune di Villardora CON- FARTIGIANATO, CONFCOOPERATIVE Torino, Confederazione Italiani Coltivatori – CIA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - CNA Torino, CONFESERCENTI, CONFINDU- STRIA Canavese, Consorzio Servizi Sociali IN.RE.TE, Consulta tra ordini e collegi della Provincia di Torino, Dislivelli, Ente di gestione delle Aree protette dei Parchi Reali, Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, FAI Fondo Ambiente Italiano (Piemonte e VdA), FAND Piemonte – Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili, Fondazione CRT, Fondazione Torino Smart City, FORMA Piemonte – Associazione regionale enti di formazione professionale, Istituto Nazionale di Urbanistica - INU Piemonte e Valle d’Aosta, Lavo- ro e welfare, LEGACOOP Piemonte, Ministero Sviluppo Economico, Ordine agronomi e forestali Torino, Ordine architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori, di Torino, Ordine di Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Ivrea, Pinerolo e Torino, Ordine Ingegneri Torino, PINHUB, Politecnico di Tori- no, Prefettura Torino, ProNatura Torino, Centro Einaudi – Rapporto “Giorgio Rota”, Regione Piemonte, SMAT, UIL - Torino e Ivrea, UIL Scuola Torino, UIL - Torino e Ivrea, UNIONCAMERE Piemonte, Unione Industriale Torino, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – UNCEM, USR – Ufficio scolastico regionale per il Piemonte - USR, Zone omogenee della Città metropolitana di Torino.
Redazione del piano: Città Metropolitana di Torino
CONTENUTI RELATIVI ALLE AREE INTERNE E/O PICCOLI COMUNI
Differenze territoriali: La differenziazione è uno dei tratti caratteristici dell’interpretazione del terri-
torio e del piano. Ancor di più, la differenziazione è intesa come l’unico “collante” disponibile per una realtà fortemente disomogenea e frammentata, nella quale è preponderante il peso della montagna rispetto alla pianura-collina, e nella quale il Comune capoluogo ha ulteriormente esteso il proprio ruolo territoriale rispetto agli altri “sistemi locali del lavoro”. Il Piano esalta quindi il valore delle differenze e del policentrismo, puntando a generare una nuova coesione basata su asset immateriali, quali le tecnologie della conoscenza, la sostenibilità ambientale e l’attrattività economica di tutto il territorio. Al contempo il PSMto persegue una visione al futuro di superamento della dicotomia pianura-monta- gna, aree urbanizzate-aree rurali.
Il caso studio: Firenze come caso paradigmatico tra le Città Metropolitane
contesto di scarsità di risorse le prestazioni professionali necessarie alla progettazione e alla realizzazio- ne di interventi ed opere (sia direttamente, sia tramite assistenza e consulenza).
Strategia: str.1.5. Integrare i temi della montagna nelle diverse politiche dell’ente Azione: azione 18 Tavolo permanente per la montagna
La valorizzazione della montagna è un elemento generatore di valore e di qualità, trasversale in tutte le politiche dell’Ente. Un esempio fra tutti riguarda il patrimonio boschivo, con le sue molteplici funzioni, da quelle produttive (legate ai prodotti legnosi e non legnosi -corteccia, resine, tennini, frutti, ecc…), a quelle naturalistiche (protettiva ed eco sistemica, di fitodepurazione delle acque, di protezione delle specie faunistiche, di assorbimento di CO2,), a quella turistico-ricreativa, didattica, culturale paesaggi- stica. Un approccio integrato ed organico dovrà essere capace di trovare il giusto equilibrio tra politiche di sviluppo e valorizzazione, e politiche di tutela dei servizi eco sistemici.
Strategia: str.1.8. Creare occasioni di turismo per una maggiore integrazione tra pianura e montagna Azione: Azione 24. itinerari escursionistici e ciclabili
Le connessioni della città diffusa con i territori rurali e montani della CMTo, attraverso itinerari escur- sionistici e percorsi ciclabili variegati, creano le condizioni ideali per valorizzare un “turismo loisir” nel fuori porta torinese. Ciò presuppone il rafforzamento di relazioni fra territori e operatori privati con l’obiettivo di consolidare itinerari per il turismo attivo outdoor e culturale (beni culturali diffusi del territorio). Nelle zone montane, inoltre, la creazione e valorizzazione di itinerari da fruire a piedi, in bicicletta, a cavallo o con mezzi motorizzati, può porsi quale interessante alternativa o attività comple- mentare al turismo legato alla neve. Il ruolo che la CMTo assume in tale contesto è quello di collaborare al coordinamento delle diverse offerte e attività in una visione comune, così da creare i presupposti perché l’offerta assuma una sua autonomia, dopo una fase di “incubazione”.
Strategia: str.1.8. Sostenere lo sviluppo locale e la rigenerazione urbana
Azione: Azione 32. Promozione e coordinamento dei suap e loro gestione in forma associata
32A promozione e coordinamento dei suap e loro gestione in forma associata, favorendo il rafforza- mento dello Sportello Unico territoriale, anche in considerazione dell’elevato numero di piccoli Comuni presenti sul territorio della CMTo. Il sostegno agli enti locali di più ridotte dimensioni e con minori risorse economiche, umane ed organizzative, si attua attraverso attività di accompagnamento, azioni informative e promozionali, supporto ad interventi di riorganizzazione e razionalizzazione dei procedi- menti e a favore dell’informatizzazione delle procedure e dei servizi, per un territorio maggiormente “business friendly”.
CONTENUTI RELATIVI ALL’IDENTITÀ METROPOLITANA
Identità metropolitana La visione per la quale il PSMTo intende operare è quella di un “territorio coe-
so di qualità”. Sul tema dell’identità, rispetto ai 5 macro-ambiti prioritari d’intervento emerge il secon- do:
- sinergica e coesa, per il superamento della dualità pianura/montagna.
Strategie, progetti e azioni Non sono previste strategie o azioni specifiche
RAPPRESENTAZIONI
Elaborati cartografici Nel documento finale del Piano strategico metropolitano sono presenti elabo-
rati cartografici che illustrano in modo generale lo stato attuale del territorio, non sono presenti invece illustrazioni di rilievo a supporto della parte testuale.
Il caso studio: Firenze come caso paradigmatico tra le Città Metropolitane
GESTIONE
Gestione e attuazione del Piano Sono previsti:
- Agenda Operativa metropolitana (annuale): che stabilisce le priorità d’intervento considerate le rica- dute strategiche di aera vasta, le risorse disponibili e la cantierabilità nel breve/medio periodo
- Piani e agende strategiche delle Zone omogenee: ciascuna ZO può collocare all’interno del quadro definito dal PSMTo azioni e progetti strategici di area omogenea
RIFERIMENTI Piano strategico metropolitano 2018-2020 (approvato il 16.5.2018) Agenda operativa annuale 2018 (approvata il 16.5.2018)
Agenda Operativa 2018 – Attuazione (in aggiornamento...) http://www.cittametropolitana.torino.it
I piani sinteticamente illustrati mostrano come il tema della costruzione di un’identità comune in enti di area vasta con evidenti differenze territoriale risulti complesso, soprattutto in ambiti con specifiche caratteristiche spaziale (territori montani, il caso di Torino; la dicotomia costa-entroterra nel caso di Genova), eccessiva frammentazione (Torino), forti realtà locali (ad esempio in presenza di una già forte tradizione di unioni di comuni con propria identità). Nel caso di Torina e Genova i territori interni e montani presentano evidenti problematiche data dalla orografia e dai conseguenti problemi di dissesto idrogeologico, richiedendo ingenti risorse e investimenti per superare la frattura tra territori diversi (in particolare per la Città metropolitana di Genova). Anche la grande frammentazione amministrativa si pone come questione da affrontare nella definizione di un ente che nella sua definizione dovrebbe rappresentare un’unica città. Torino è un caso paradigmatico per la numerosità degli enti coinvolti in questo processo: più di 300 comuni, 17 unioni dei comuni montane e 13 unioni dei comuni, una grande complessità di governance e grandi differenze fra area metropolitana torinese(che ha già affrontato sperimentazioni di pianificazione strategica, si pensi al progetto Corona Verde1) e aree montane (con una lunga storia di ricerca e progettazione sul tema della montagna e della metro montagna2). Anche nel caso di Bologna, oltre al riconoscimento di una pluralità di luoghi, c’è un forte riconoscimento della dimensione montana, espressa attraverso politiche specifiche per l’Appennino.
Nel caso bolognese strategie e politiche nei territori montani vengono espressamente declinate come “Focus appennino”; comprendono progetti di valorizzazione delle filiere produttive, energetiche, atti- vazione dei servizi ecosistemici, attrazione di investimenti e nuovi insediamenti manifatturieri, azioni sulle tutte le reti di mobilità. Traguardando un’ottica complessiva di sostenibilità e crescita di questi territori.
In modo differente viene affrontata la questione dei territori dell’entroterra nel caso di Genova, qui viene esplicitato il tema delle aree interne e vengono messe in evidenze le difficoltà socio-economiche, così come istituzionali, dei piccoli comuni. La Città Metropolitana si pone come ente di supporto a que- sti territori, anche per la redazione degli strumenti di pianificazione locale. Un approccio simile viene proposto nella Città Metropolitana di Torino e nel piano viene esplicitata quella che può essere consi- derata una macro-strategie: integrare i temi della montagna nelle diverse politiche dell’ente attraverso la creazione di uno specifico tavolo dedicato.
Seppur con le dovute differenze, le visioni espresse dai piani si muovono tutte entro un’ottica di rico- noscimento delle peculiarità entro una dimensione di coesione territoriale, non tutte però vengono comunicate in modo manifesto. Genova e Torino, pur evidenziando nelle relazioni il bisogno di costru- ire una nuova identità metropolitana percepibile sia all’interno che all’esterno dell’ente, presentano meno elementi di interesse rispetto alle forme di comunicazione. Particolarmente interessante è la visione espressa dal Piano strategico di Bologna sintetizzata nella metafora/slogan “tanti sguardi un orizzonte comune”, oltre a riconoscere le differenze sottende anche una grande storia di collaborazione istituzionale. Questo piano ha posto particolare attenzione alle forme di comunicazione lavorando sulla dimensione rappresentativa attraverso l’uso di illustrazioni e metafore, ad esempio il territorio viene rappresentato attraverso la personificazione in una figura femminile); nonché attraverso la spazializza- zione e localizzazione di proposte e progetti pilota, così da rendere manifeste le aree di trasformazione.
Il caso studio: Firenze come caso paradigmatico tra le Città Metropolitane
Rispetto al caso studio della Città Metropolitana Fiorentina, sembra di particolare interesse il caso bolognese. Sia per la similitudine di dimensioni territoriale e amministrativa, sia per il comune ricono- scimento di plurime differenze metropolitane, piuttosto che una dicotomia tra territori.
Tuttavia, occorre sottolineare che il caso studio di Firenze si mostra come caso paradigmatico per l’ap- proccio adottato, una sperimentazione di regional design nel contesto italiano, e di estremo interesse per il tentativo di costruire un’immagine unitaria in territori disallineati tra metropoli funzionale e isti- tuzionale.