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Emergenza abitativa ed interventi erogati: alcuni dati a confronto

5. Analisi di un caso: emergenza abitativa a Pisa Alcuni dati e riflessioni.

5.2 Emergenza abitativa ed interventi erogati: alcuni dati a confronto

Rispetto alla presentazione dei dati quantitativi, la premessa da fare è che non sono presenti dei report sistematici sul numero di individui che accedono al servizi di emergenza abitativa. Pertanto non è stato possibile fare un confronto dei dati in riferimento a tutte le misure previste al fine di verificare l’aumento o meno di utenza che si rivolge ai servizi previsti dal Regolamento per l’Emergenza Abitativa. In realtà i dati relativi ad un triennio (2016-2018) sono solo presenti in merito ai nuclei che hanno avuto accesso al Bando Morosità Incolpevole.

Detto ciò, i nuclei in emergenza abitativa nel 2018 sono stati pari a 124, 71 dei quali analizzati nell’ultima Commissione Emergenza abitativa del settembre scorso in quanto a rischio di sfratto imminente. In merito alla discrepanza tra i soggetti in emergenza abitativa e le situazioni degli utenti analizzata nell’ultima commissione, sulla base di ciò che viene riferito dall’operatrice incaricata, è da sottolineare che questa è il frutto della peculiarità dei procedimenti di sfratto: hanno durate molto lunghe in cui si alternano fasi acute e fasi di “leggera calma”. Le fasi più acute si hanno nel momento in cui l’équipe dell’emergenza abitativa (cfr. Commissione Emergenza Abitativa) si trova a trattare con il proprietario di turno per sospendere lo sfratto, beneficiando delle risorse del Bando Morosità Incolpevole (cfr cap. 2.1) o dell’indennità di occupazione136; mentre le fasi di “leggera calma” riguardano le situazioni di coloro che hanno avuto una trattativa con il proprietario andata a buon fine oppure stanno beneficiando della sospensione concessa dalla Commissione prefettizia.

Nell’anno 2018 i casi presentanti alla Commissione prefettizia sono stati 38. In riferimento a ciò è da sottolineare che tali casi rappresentano quelli più gravi, non solo per il disagio abitativo che esprimono, ma per la presenza di particolari categorie da tutelare, quali ad esempio anziani, disabili o minori. Per quanto riguarda il Bando Morosità Incolpevole è stato possibile disporre dei dati di un triennio (2016-2018) solo in riferimento ai contributi erogati137. Prima di tutto è da evidenziare che il bando per la destinazione delle risorse può uscire anche 2 volte in un anno. Nel 2016, con il primo bando, sono stati erogati 23 contributi, mentre con il secondo 31, per un totale di nuclei sostenuti pari a 54. Nel 2017 le risorse messe a disposizione hanno consentito l’uscita di un solo bando e le

136 Contributo versato direttamente al proprietario pari al canone mensile stabilito all’interno del contratto di lcoazione. 137 Ricordiamo che i contributi ricevuti possono essere finalizzati o al pagamento della morosità in essere o al

famiglie sostenute con tale intervento sono state solo 22. Invece, nel 2018, gli utenti che hanno presentato domanda sono stati 65; di questi ne sono stati ammessi 43, in quanto in possesso del requisito della residenza di almeno un anno sul territorio pisano, e del totale ammessi solo 22 (51,1% del totale) hanno ricevuto il contributo sulla base delle risorse finanziare disponibili nel Fondo.

Infine, per quanto riguarda i nuclei che hanno presentato domanda per il servizio Agenzia Casa, il dato disponibile riguarda il 2016 e ciò che emerge è che hanno fatto domanda 83 nuclei, ma solo 23 sono stati ammessi, in quanto gli altri erano in mancanza dei requisiti previsti dal Regolamento (cfr. paragrafo precedente).

L’analisi dei dati quantitativi sulla base dei dati trasmessi dall’Ufficio Casa non consente di avere una percezione chiara del fenomeno. L’unica considerazione possibile è che, rispetto alla misura nazionale Bando Morosità Incolpevole (che ricordo essere nata ad hoc per far fronte al crescente aumento dei soggetti in condizioni di emergenza abitativa a fronte di una riduzione di reddito), i contributi erogati nel triennio sono diminuiti, e non perché le domande presentate siano state meno numerose, bensì perché le risorse a disposizione non sono state in grado di coprire tutte le richieste presentate. Questa sembra essere la situazione di un settore caratterizzato da una costante riduzione di risorse, dove le politiche sociali non riescono a rispondere ai bisogni che pervengono da parte della cittadinanza e quindi in qualche modo condizionano la formulazione della domanda dei servizi. Infatti, per quanto riguarda il periodo qui analizzato, cioè il 2018, si rileva che, pur avendo diritto, solo la metà dei richiedenti ha avuto la possibilità di disporre del beneficio – un contributo che, ricordo, è di estrema importanza in quanto consente la sospensione dello sfratto o la trattativa con il proprietario in vista della stipula di un contratto a canone concordato, oppure la possibilità di disporre di un contributo massimo fino a 12.000 euro per la stipula di un nuovo contratto di locazione per una casa reperita sul mercato privato.

I richiedenti che rientrano nel 50% di quelli che hanno ricevuto un aiuto, ci informa l’amministrativa dedicata, coincidono con i soggetti che hanno presentato la domanda subito dopo l’uscita del bando. Rispetto a questo iter ci viene anche comunicato che, nel caso in cui si tratti di nuclei già in carico ai Servizi Sociali e segnalati dalle Assistenti Sociali del territorio in Commissione Emergenza abitativa, questi vengono contattati direttamente dall’Ufficio Casa, che li invita a presentare la domanda di accesso. Ciò testimonia una modalità di lavoro integrato (c’è già una presa in carico e quindi si consente a questi soggetti di accedere a tutte le risorse disponibili), ma allo stesso tempo evidenzia una sclerosi del sistema, che si occupa solo di chi è già assistito, mentre ha la tendenza a escludere chi non è ancora entrato in contatti con i servizi. Questi ultimi

non è detto che non stiano vivendo una situazione altrettanto grave, in quanto, dal punto di vista amministrativo, hanno i requisiti per poter accedere al Bando. Il fatto che non abbiano ancora preso contatto con i servizi può essere determinato da molti fattori (scarsa conoscenza della rete dei servizi, difficoltà linguistiche, ecc.) e da blocchi di carattere emotivo (vergogna, senso di onnipotenza, ecc.).

5.3 I dati qualitativi rilevati e strutturazione della griglia delle interviste semi-