CAPITOLO VI – TRADIZIONE MANOSCRITTA
6.2 Epigrammi gnomici e filosofici: tradizione manoscritta e problemi testuali
Pallada è senza dubbio l’epigrammista più rappresentato dell’Anthologia Palatina con i suoi 168 epigrammi che vengono attribuiti in modo più o meno sicuro al poeta424. Questo amplissimo corpus presenta epigrammi molto diversi per argomento, stile,
420 FLORIDI 2014C . 421 FLORIDI 2014A. 422 AST 2014. 423 WILKINSON 2012. 424
Il grado di probabilità che si tratti di un epigramma autentico dipende principalmente dai lemmi e dalle attribuzioni al poeta presenti in P e Pl. I lemmi e le attribuzioni possono derivare da una fonte comune, l’Antologia di Cefala, oppure possono essere interventi personali dei copisti.
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metrica e lingua: vi sono gli epigrammi «omerici» ovvero caratterizzati da stilemi ed espressioni proprie di Omero e che, nello stesso tempo, alludono o riprendono passi dell’Iliade e dell’Odissea425; vi è il gruppo degli epigrammi di argomento gnomico e filosofico oggetto della presente trattazione; vi sono gli epigrammi satirici o scoptici che s’ispirano al modello di Nicarco e Lucillio; vi è poi una quarta categoria non definibile nella quale si devono raccogliere tutti gli altri epigrammi di argomento vario, diversi l’uno dall’altro così come dalle altre tre categorie e il cui contenuto non è riconducibile a nessun preciso genere 426. Data non solo l’estrema vastità del corpus ma soprattutto la sua eterogeneità, è verosimile ipotizzare che vi siano confluiti testi di autori diversi o comunque che non tutto ciò che è pervenuto sotto il nome di Pallada o gli fu attribuito sia veramente opera dell’Alessandrino. Già ad una prima lettura dei 168 epigrammi che la tradizione manoscritta attribuisce a Pallada, da subito si ha l’impressione che non appartengano tutti alla medesima mano, al contrario, il carattere estremamente eterogeneo del corpus all’interno del quale si possono identificare da un lato tre categorie epigrammatiche definite e dall’altro un “magma” indurrebbe a supporre delle attribuzioni indebite al poeta. Come si potrebbe giustificare l’esistenza di un corpus così vasto e così vario? Potremmo avanzare diverse ipotesi, destinate purtroppo a rimanere tali, poiché non è dato sapere molto più di ciò che la tradizione manoscritta ci ha tramandato: 1) Pallada fu uno scrittore molto versatile, autore di numerosissimi versi, capace di passare continuamente da un registro poetico ad un altro senza soluzione di continuità, forse dotato anche di personalità diverse che si riflettono ora nelle alte riflessioni sul significato dell’esistenza, ora sulla satira amara e fredda nei riguardi di alcune tipologie umane, ora nei giochi di parole e nell’ironia che costituiscono l’unica ragione di esistere di alcuni epigrammi altrimenti privi di contenuto. E’ lecito ammettere questa ipotesi per il fatto che l’attribuzione a Pallada di molti epigrammi afferenti alle diverse categorie è abbastanza sicura. 2) Potremmo supporre l’esistenza di un’antologia palladiana o un “libellum palladanum”427 in cui confluirono sia epigrammi autentici di Pallada sia moltissimi altri non autentici che furono indebitamente attribuiti al poeta in quanto la voce epigrammatica più celebre nel IV secolo. 3) Come sarà mostrato nelle pagine che seguono, il gruppo degli gnomici e filosofici costituisce un gruppo compatto ed omogeneo per lingua, stile, contenuto, metrica, tradizione manoscritta: potremmo addirittura supporre che il gruppo degli gnomici e filosofici rappresentasse il nucleo originale da cui si è originato, tramite un processo di assimilazione, l’intero corpus palladiano. In altre parole, l’antologia o libellum, di cui si è ipotizzata l’esistenza, in origine avrebbe contenuto solo gli epigrammi gnomici e filosofici, peraltro il gruppo più numeroso, a questo nucleo originale si aggiunsero successivamente gli altri epigrammi di Pallada ovvero gli scoptici, gli “omerici” e tutti gli altri epigrammi non categorizzabili: è proprio durante questo processo di assimilazione che probabilmente finirono nella raccolta anche degli epigrammi non autentici. In ogni caso, credo che la prima ipotesi sia forse la più probabile, o comunque la meno rischiosa, poiché, se anche si tratta di un corpus vasto ed eterogeneo in cui sicuramente si trovano degli epigrammi spuri, non è verisimile pensare che anche interi gruppi di epigrammi dello stesso argomento siano stati attribuiti a Pallada senza ragione o comunque solo in quanto la voce epigrammatica più nota del IV secolo. La situazione, dunque, è molto problematica e non è mia intenzione andare oltre la formulazione di
425
Cfr. § 2.2.1 e GUICHARD 2014B.
426
La presente suddivisione, condivisa da chi scrive, è stata proposta da GUICHARD 2014A.
427
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ipotesi, poiché non possediamo nessuna testimonianza al riguardo, quindi qualsiasi conclusione risulterebbe forzata o comunque non concretamente dimostrabile. Nell’edizione critica di Pallada GUICHARD428 ricostruisce un corpus di 168 epigrammi
pervenuti sotto il nome del poeta o di cui è stata ricostruita la paternità palladiana, ma distingue in questo vasto corpus tre categorie epigrammatiche a seconda del grado più o meno probabile di attribuzione: nel gruppo A (140) si trovano gli epigrammi attribuiti a Pallada sia da P che da Pl; nel gruppo B (21) si trovano gli epigrammi attribuiti a Pallada solo in una delle due antologie, mentre nell’altra sono ἄδηλον o attribuiti ad un altro poeta; nel gruppo C (7) si trovano gli epigrammi che oltre ad avere una tradizione manoscritta incerta, suscitano nell’editore molti dubbi anche per ragioni interne ai testi stessi.
Di seguito si riporta la lista degli epigrammi commentati di cui vengono indicati in forma sintetica i manoscritti che li tramandano e l’eventuale attribuzione a Pallada con l’indicazione della classe di appartenenza. Si tratta di uno schema molto sintetico che non ha niente a che vedere con un apparato critico propriamente detto la cui unica finalità è mettere in evidenza dove sono tramandati e il grado di autenticità degli epigrammi commentati429:
AP 10.45 P Pallada, Pl Pallada, A
AP 10.72 P Pallada, Pl Pallada, SC e SD430 s.a.n, A
AP 10.84 P, Pl Pallada, SC e SD s.a.n., A
AP *10.82 P Pallada, Pl s.a.n., B AP 10.90 P Pallada, Pl Pallada, A AP 10.65 P Pallada, Pl Pallada, A
AP 10.87 P1 Pallada, P2 s.a.n, Pl Pallada, SGO 3/02/46 s.a.n., A
AP **9.134 P (C) ἄδηλον e P (Cγρ) Pallada, Pl ἀδέσποτον, C
AP 10.62 P Pallada, Pl Pallada, A
AP 10.58 P Pallada, Pla e Plb Pallada, cod. Ricc. 25 Luciano, Paroemiogr. (Apostol. 5.41e = CPG II.344) Luciano, Georgid. Gnomol. 263 Odorico Luciano, SC e SD s.a.n., iscr. fun. SGO17/12/02 (Licia, megiste) s.a.n., A
AP 10.77 P Pallada, Pl Pallada, A AP 10.78 P Pallada, Pl Pallada, A AP 10.34 P Pallada, Pl Pallada, A
AP 10.81 P Pallada, Pl Pallada, cod. Laur. 5.10 Φιλήμονος, A AP **9.499 P ἄδηλον, Pl ἄδηλον, C
AP *5.72 P Pallada, B
AP 11.300 P Pallada, Pl Pallada, A
AP **15.20 P s.a.n (praecedit 10.87 iter.; sequitur 10.95 iter.), C AP **9.500 P ἄλλο, Pl ἄδηλον, C AP 10.59 P Pallada, Pl Pallada, A AP *11.282 P s.a.n., Pl Lucilio, B AP 10.88 P Pallada, Pl Pallada, A AP **9.399 P Pallada eraso da C, C 428 GUICHARD 2014A . 429
Le informazioni riproducono in maniera riassuntiva l’apparato critico di GUICHARD 2014A Anche le
categorie certus, dubius, perdubius corrispondono a quelle proposte dall’editore.
430
Per la Silloge Parisina si utilizzano le abbreviazioni utilizzate da Guichard per cui Ss = SC mentre B =
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AP 11.305 P Pallada; Pl Pallada, A
AP *9.400 P1 Pallada, P2 s.a.n., Pl s.a.n., B
AP 11.349 P Pallada, Pl Pallada, SC e SD s.a.n., A
AP 10.98 P Pallada, Pl Pallada, A AP 10.46 P Pallada, Pl Pallada, A AP 9.394 P Pallada, Pl Pallada, A AP 10.51 Pallada, Pl Pallada, A AP 9.170 P Pallada, Pl Pallada, A AP 10.54 P Pallada, Pl Pallada, A
AP 10.52 P Pallada, Pl Pallada, SC s.a.n., A
AP 10.73 P Pallada, Pl Pallada, SC e SD s.a.n., A
AP *9.379 P (A) ἄδηλον, P (Cγρ) Pallada, Pl ἄδηλον, Pap. lemma perduto, B
Come emerge dalla tabella riassuntiva P tramanda tutti gli epigrammi commentati, Pl tutti ad eccezione di due, la Silloge Parisina quattro, mentre l’attribuzione a Pallada è sicura per la maggior parte.
Dal punto di vista filologico-testuale, gli epigrammi presentati sono per lo più regolari, solo sette di essi presentano dei casi discutibili; rimando al commento per una discussione dettagliata e precisa in questo senso e in questa sede mi limito ad elencare gli epigrammi in questione presentando in forma rissuntiva anche i problemi testuali che li caraterizzano431: AP 10.84.4 φερόμενον P SC SD, συρόμενον Pl AP *10.82.1 ἆρα μὴ P, μὴ που Pl, ἄρα μὴ Boissonade AP 10.87.1 γελῶμεν P1 P2, γ’ ἕλωμεν SGO 03.02.46; v.2 Τύχην τε πόρνης ῥεύμασιν κινουμένην P1 P2, πινῶντες ἢ τρυφῶντες ἢ λελουμένοι SGO 03.02.46 . AP **9.134.7 παίζοιτ’, ἔστε θέλοιτε Stadtmüller, παίζοιτ’ἧτε θέλοιτε Desrousseaux, παίζοιτ’ἴετε θέλοιτε P, παίζοιτε στροφέοιτε Pl. AP 10.78.3 σκώληκα λαβεῖν Graefe, σκῶληκα βαλεῖν P Pl, σκώληξι βορὴν Brunk. AP **9.399.3 χαρίεν σέλας ἀστράπτουσαν ἀλύπως Stadtmüller, χαρίεσσαν, ἀπαστράπτουσαν ἀδύτως P.
AP *9.379.1 οἶς Nauck, ὗς P Pl, μῦς edd. vet., αἲξ Franke; v.2 ἀλλ’ἐγὼ οὐχ οὕτ[ Pap.,
ἀλλὰ τόδ’οὐχ οὕτω P Pl; v.3 οἶς Pap., ὗς P Pl, μῦς edd. vet, αἲξ Franke; v.4 τοὺς δὲ κακοὺς Pap., τὸν δὲ κακὸν P Pl.
Come sarà discusso nel commento, si tratta di varianti testuali su cui non è difficile prendere posizione poiché in tutti i casi è sempre e solo una la lezione in grado di conferire significato all’epigramma. Dunque il gruppo degli gnomici e filosofici presenta una tradizione manoscritta tendenzialmente lineare e sicuramente non problematica.
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Anche in questo caso si fa riferimento all’apparato critico di Guichard, di cui vengono utilizzate anche i simboli e le abbreviazioni.
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