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L’ORIZZONTE D’ATTESA VERSOLIBERISTICO

2. Tipologie versoliberiste

2.1 Esigenza storica

Gli artisti a cavallo tra i due secoli sono consapevoli che il mondo contemporaneo richiede strumenti tecnici nuovi,141 ritrovandosi accomunati dalla convinzione ―che non potesse farsi arte nuova e seria se non rappresentando il mondo moderno con i mezzi espressivi che esso richiedeva e che l‘arte del passato non poteva più dare.‖142

Il problema del contenuto diviene così un tutt‘uno

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Tuttavia tali versi, rivolgendosi ad un pubblico conservatore che li avrebbe percepiti come sbagliati, presentano un anisosillabismo molto moderato.

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Vd. la sezione fonti primarie della bibliografia finale. 140

Buzzi P., Il verso libero, op. cit., p. 43. 141

Esemplare, al riguardo, è il passo d‘apertura del Manifesto tecnico della letteratura futurista, dove Marinetti, spinto dal suo ―bisogno furioso di liberare le parole‖, dice esplicitamente che il mondo moderno richiede nuovi strumenti espressivi per la sua rappresentazione, manifestando un‘idea di verso libero quale strumento espressivo adatto alle nuove esigenze imposte dalla modernità. Vd. Marinetti F. T., Manifesto tecnico della letteratura futurista, in Id., Teoria e invenzione futurista, a cura di De Maria L., Milano, Mondadori, 2010, p. 46. Ma l‘inquietudine sulla natura degli strumenti espressivi non si placa ed appare chiaramente collegata ai progressi tecnologici che la società andava compiendo. Infatti Marinetti, proclamando in un secondo tempo la sostituzione del verso libero con le parole in libertà, sostiene che essa è funzionale al ―completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche.‖Vd. Marinetti F. T., Distruzione della sintassi. Immaginazione senza fili. Parole in libertà, in Teoria e invenzione, op. cit., p. 65.

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con quello della forma, favorendo soprattutto il ripudio dell‘accademia, ossia di ogni tecnica sclerotizzata.

Il primo a collegare il verso libero alla contemporaneità è Lucini, il quale stila un elenco di elementi a cui ―oggi, risuona, consuona e dà il metro il verso libero,‖ indispensabile per la descrizione della nuova realtà connotata da progressi tecnico-scientifici, antipositivismo e neomisticismo,143 presupponendo che sia l‘uso a determinare il successo di una forma, e non il dogmatismo imposto a priori da vati e professori, in coerenza col suo desiderio di non essere definito ―nemico di un dogmatismo per rifabbricarne un altro, subito dopo.‖ Il verso libero è richiesto dall‘evoluzione lirica, di cui è l‘ultimo ma ―provvisorio anello, perché nulla è definitivo,‖ cosicché il mutamento riguarda sia il mondo che gli strumenti espressivi, la cui fine ―non è data dal dotto sedentario, ma dalla disoccupazione nella quale il popolo la lascia cadere obliata.‖144

Anche De Maria145 sostiene la necessità di un nuovo strumento metrico atto a soddisfare il bisogno dell‘uomo moderno di scomporre analiticamente il mondo, con la conseguenza che sensazioni o sentimenti sono composti da migliaia di immagini, ciascuna delle quali rappresenta una parte di quel sentimento od emozione con un verso dotato di una musica peculiare al micro- sentimento espresso. La rappresentazione dell‘emozione in questione, risultando dall‘insieme di tutti questi versi, risponde ad una configurazione inevitabilmente macrostrutturale146 e polifonica.147

Una prospettiva storica è inizialmente assunta anche da Buzzi148 quando sostiene che il verso libero è una ―tecnica che consente ad ogni Poeta, d‘ogni lingua, di concepire il suo verso o, piuttosto, la sua strofe originale;‖ successivamente egli afferma che il verso libero crea una poesia ―per la massa delle menti e delle direttrici energie sociali,‖ mentre la metrica tradizionale ―per la massa delle braccia e dei cuori.‖

Il collegamento della metrica libera alla realtà sociale contemporanea avviene proprio tramite la contraddizione fra la democraticità della prima affermazione e l‘aristocraticità della seconda. Le due affermazioni, infatti, riflettono implicitamente l‘atteggiamento ambiguo suscitato dalla sempre maggiore acquisizione, durante il decennio 1890-1900, di forza politica e sociale da parte delle masse operaie, dinanzi alla cui nuova forza gli intellettuali sono spaventati, ma anche

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Villa A. I., Sergio Corazzini “poeta sentimentale”: un poeta del neomisticismo simbolista nella Roma neolatina d‟inizio secolo, in Corazzini S., Opere. Poesie e prose, op. cit., pp. 13-66.

144

Lucini G. P., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., p. 126. 145

De Maria F., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., pp. 138-42. 146

L‘epoca moderna, per De Maria, è intessuta ―di capriccio e di nevrastenia‖, contraria alla serenità e alla compostezza, causando così la scomparsa del ―suono chiuso e definito che vi carezza le orecchie‖ a favore della ―polifonia, un‘armonia fatta di cento melodie insieme.‖ Vd. De Maria F., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., p. 141.

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Lucini aveva l‘idea di un verso libero che impregnasse tutti i sensi del destinatario, sollecitando contemporaneamente le facoltà logiche e quelle sensoriali. Cfr. Bertoni A., Dai simbolisti, op. cit., p. 236.

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così tanto attratti da arrogarsi il diritto di mettersi a capo di essa,149 in virtù di una presunta aristocraticità e superiorità culturale.150

Il poeta versoliberista può così essere colui che ―getta la sua anima al mondo […] sicuro di imporsi alle anime nate per la sola gioia ascoltatrice del Verbo e di soggiogarle col fascino semplice e pure complesso del ritmo che governa il suo stesso universo interiore,‖ connotando il verso libero come ―arte eminentemente aristocratica e difficile […]. Arte che non può essere affrontata se non dagli spiriti più altamente dotati di pensiero e di gusto estetico,‖ ossia da coloro capaci di mettersi alla testa delle masse.151 Inoltre, la poesia versoliberista è una conseguenza dell‘anima moderna che ―sprigiona tutte le sue mirabili energie e non sa come esprimersi in un altro linguaggio che non sia quello suggeritogli dal fenomeno psicologico ed acustico della sinfonia.‖152

Infine, un collegamento fra crisi sociale e crisi metrica è istituito da quei componimenti il cui policentrismo esasperato materializza l‘angoscia del soggetto lirico, l‘incertezza della sua collocazione all‘interno del mondo. L‘asimmetria metrica, dunque, allegorizza un‘apertura verso la vita, ribaltando quella coincidenza fra Arte e Vita propria dei maestri otto/novecenteschi, nei quali la Vita è ridotta a forme chiuse e perfette, mentre nei versoliberisti ―il pericolo dell‘informe e dell‘incompiuto, il non detto della storia e dell‘inconscio, non trovano più un super-io che ne reprima le pulsioni distruttive,‖153 dando luogo ad un testo la cui fisionomia dà la sensazione di un‘Arte che si fa Vita, che fuoriesce nel mondo.

Tale incremento di referenzialità legittima quell‘irresoluzione metrica e quell‘indefinita apertura che rafforzano l‘allusività extratestuale del dettato, il cui compito è trasmettere al lettore l‘incompiutezza ed il disordine del mondo, di cui il verso libero è il modello. In quest‘ottica, non è casuale che sia Mallarmè154 che Lucini155 equiparino la crisi del verso a quella della società.

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Ne la Ragion poetica Lucini manifesta il desiderio di abbassarsi al livello della massa al fine di trarne energie vitali, ma con l‘indispensabile precauzione di aumentare il proprio snobismo e la propria aristocratica superiorità, in modo tale da preservare la propria individualità e specificità. Cfr. Lucini G. P., Il Verso Libero, op. cit.

150

Petronio G., Racconto del Novecento, op. cit. 151

Buzzi non è il solo a vedere nel verso libero un simile strumento. Infatti Morasso dalla teoria di Ghil, a cui appunto dedica, insieme a Borzaghi, le sue Sinfonie luminose, desume la propria concezione di una letteratura individualista e anarchica: Ghil attribuiva all‘artista una funzione totale, capace di incidere su tutti gli aspetti della vita umana attraverso le modulazioni e i significati orchestrali immessi nell‘opera d‘arte. Cfr. Bertoni A., Dai simbolisti, op. cit., p. 120. 152

Buzzi P., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., p. 145. 153

Giovannetti P., Metrica, op. cit., p. 19. 154

Mallarmé S., Crise de vers [1886-95], in Id., Oeuvres completes, a cura di Mondor H., Jean-Aubry G., Paris, Gallimard, ―Bibliothèque de la Pléiade, 1951, Vol. II, pp. 205-316.

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