• Non ci sono risultati.

Basandoci sui concetti appena esposti, procediamo all‘identificazione dei componimenti corazziniani versoliberistici. Tale operazione porta, da un lato, alla correzione di certa terminologia impiegata dalla critica, dall‘altro, ad un ampliamento della catalogazione dei suddetti testi.

La questione della terminologia può essere affrontata in maniera funzionale se si fa riferimento a Benevento84 e alla sua catalogazione, o per meglio dire regesto metrico, dell‘opera corazziniana. Nel suo lavoro, infatti, il critico impiega il termine semiliberi in riferimento a dei componimenti i cui versi possiedono una fisionomia non strettamente tradizionale, ma nemmeno totalmente innovativa.

Ad esempio, in riferimento alle strofe varie di settenari ed endecasillabi di Romanzo sconosciuto definisce il componimento ―quasi una poesia di versi semiliberi.‖85 Il termine è sintomatico, in quanto impiegato per un testo poetico dotato di anisostrofismo ed anisosillabismo, ma che in realtà non differisce dalle altre poesie giudicate dallo stesso critico come versi liberi. L‘aggettivo semi, in pratica, indica quel residuo di metricità ravvisabile nello schema interno dei versi stessi, i quali però sono disposti liberamente.

Il nostro approccio rifiuta categoricamente tale terminologia. Infatti, stando al nostro sistema di analisi, possiamo concludere che in Romanzo sconosciuto, dato che non è rispettata la forma, abbiamo a che fare con dei veri e propri versi liberi caratterizzati da una struttura formale libera con versi tradizionali, ovvero da una combinazione di forma e schema interno.

Anche L‟anello è definito da Benevento con lo stesso termine. Effettivamente tale componimento presenta dei versi riconducibili ai metri tradizionali solo attraverso forzose sinalefi che contrastano con l‘andamento prosodico naturale, accostando più ictus consecutivamente. Tuttavia, al di là di queste anomalie, indubbiamente si tratta di versi tradizionali, dato che l‘ultimo ictus rientra in una delle posizioni contemplate dalla tradizione. A livello di forma metrica, inoltre, le rime e lo schema sillabico non danno luogo ad alcuna struttura. Siamo dunque davanti ad una modesta polimetria che però, stando ai principi esposti in questo capitolo, è interpretabile come espressione della metrica libera, legittimandoci a considerare tale poesia come un testo versoliberistico.

84

Benevento A., Sergio Corazzini, Napoli, Loffredo, 1980. 85

Precisiamo inoltre che, per quanto la forma de L‟anello assomigli ad un madrigale, la presenza di un novenario al settimo verso86 vanifica tale accostamento, dato che il madrigale richiede la presenza di endecasillabi e settenari variamente rimati, con possibili rime irrelate, ed una lunghezza non superiore agli 11-12 versi.

Tutt‘al più Corazzini compone un madrigale anomalo, che contempla le presenze di un solo settenario e di un ottonario/novenario; riguardo gli endecasillabi, inoltre, notiamo che sono anomali anch‘essi, poiché dotati di un profilo sillabico non contemplato dalla tradizione, con ictus o contigui o assenti o deboli in 4° e 5° posizione. Insomma, siamo in presenza di un versoliberismo interno alla tradizione, la quale è utilizzata come fonte da cui trarre i vari elementi necessari alla liberazione metrica.

Proseguendo l‘osservazione del regesto metrico di Benevento, notiamo che identica denominazione presentano Il Ritorno, caratterizzato da una lunga strofa polimetrica di novenari e senari con qualche rima, e Trittico, le cui tre strofe presentano caratteristiche simili a quelle osservate ne L‟anello.

Osservando le poesie definite semiliberi deduciamo che il critico impieghi tale espressione per identificare quei testi monostrofici che paiono ricalcare la strofe lunga dannunziana. L‘inadeguatezza di tale termine emerge chiaramente dal fatto che Il ritorno e Vigilavano le stelle siano definiti, rispettivamente, semiliberi e versi liberi, nonostante a livello formale la differenza consista nella presenza di strofe eterogenee nel secondo componimento.

L‘impiego di una definizione apposita per la presenza di un‘unica strofa è errato. Infatti, in base alle esigenze espressive, si ricorrerà ad una o più strofe, e la categoria di verso libero sarà attribuita in base alla natura dello schema sillabico e alla disposizione dei versi all‘interno del testo, indipendentemente dal numero delle strofe.

Inoltre, la definizione di semilibero presenta due ulteriori difetti. In primo luogo, attribuisce un‘eccessiva importanza alla forma, trascurando la natura dello schema interno del verso; in secondo luogo, poggia le proprie conclusioni basandosi principalmente su un criterio visivo, dato che componimenti dotati di versi tradizionali disposti liberamente sono identificati come semiliberi in base alla disposizione grafica dei versi stessi.

A queste ragioni dobbiamo aggiungerne una terza, che riguarda strettamente i principi adottati in questo lavoro. Infatti, avendo deciso di impiegare dei criteri universali per l‘identificazione di un testo versoliberistico, non possiamo assolutamente accettare una terminologia che introduca una gerarchia interna al versoliberismo stesso: tale fatto introdurrebbe il particolare all‘interno dell‘universale, costringendoci ad adottare una complicata classificazione

86

metrica che avrebbe come risultato quello di creare problemi, piuttosto che risolverli, dato che essa sarebbe realizzata sulla base di principi eterogenei.

In conclusione, abbiamo considerato ed analizzato alla stregua di versi liberi tutti quei componimenti che Benevento giudica come semiliberi, la cui natura propriamente versoliberistica trova conferma nei nostri principi di alterità e relazionalità, di forma e schema interno.

Due ultime annotazioni vanno fatte in merito a Romanzo sconosciuto ed Il sentiero. Sul primo sottolineiamo che, sebbene corrisponda pienamente ai parametri formali su cui si basa la nostra idea di verso libero, esso è privo del concetto di consapevolezza metrica, ovvero non possediamo alcuna prova che indichi l‘effettiva consapevolezza corazziniana di comporre un testo in metrica libera. Tuttavia, non abbiamo nessun elemento che confuti un‘eventuale consapevolezza, e per tale motivo, anche tenendo conto del clima di forte innovazione formale in cui opera Corazzini, abbiamo incluso tale testo fra quelli versoliberistici.

Riguardo Il sentiero, notiamo che la sua natura di componimento in distici non gli consente di appartenere alla metrica tradizionale. Infatti ciascun distico, sebbene rispetti i parametri della rima e della forma, contiene versi il cui schema sillabico dà luogo a fenomeni di anisosillabismo e polimetria, legittimandoci dunque ad includere anche tale testo nell‘ambito della metrica libera.

CAPITOLO II