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L’ORIZZONTE D’ATTESA VERSOLIBERISTICO

2. Tipologie versoliberiste

2.4 Tipologia neomistica: organicismo e vitalismo

All‘interno delle teorie neomistiche inquadrabili nel movimento ideologico e culturale della rinascenza idealistica o dell‘antipositivismo193

è rintracciabile una tipologia versoliberista che realizza un‘assoluta coincidenza fra forma e contenuto.194 La differenza fra questa tipologia e quella della trascrizione interiore è data dalla presenza o meno di tratti neomistici, grazie ai quali la coincidenza Forma/Contenuto si arricchisce del vitalismo del soggetto lirico.

Nella tipologia neomistica la forma non è più non semplice strumento espressivo, ―ma […] evento unico di una dinamica spirituale che il linguaggio rende viva‖195 e che struttura il componimento sulla base della sensibilità prosodica e dell‘impulso vocale del respiro del poeta, capovolgendo così il rapporto tradizionale di causa-effetto fra convenzione metrica ed esecuzione: non è il metro a modellare il pensiero, bensì è il pensiero che crea continuamente il verso a sua propria immagine, indipendentemente dal fatto che tale processo dia luogo a forme tradizionali o a forme anomale.

Alla base della liberazione metrica, dunque, risiede la necessità di manifestare l‘energia vitale che circola nel mondo senza imbrigliarla all‘interno di una struttura predeterminata, ma trasfondendola all‘interno di un verso che risulti vivo, mobile ed in costante mutamento. Il verso neomistico, dunque, non si limita ad esprimere uno stato d‘animo, ma lo riproduce in tutti i suoi aspetti, quasi fosse un organismo vivente a sé stante.

Simile concezione trova un riscontro in Onofri,196 secondo cui il verso autenticamente libero è una trascrizione dell‘interiorità del poeta e comunica quell‘energia creatrice che egli ha al suo interno, manifestando così quell‘impulso lirico che inizialmente esiste indefinitamente dentro il

192

Marrone T., Il metro libero, ―La Vita Letteraria‖, IV, 3, 25 gennaio 1907, p. 1. 193

Villa A. I., Neoidealismo e rinascenza latina tra Otto e Novecento. La cerchia di Sergio Corazzini. Poeti dimenticati e riviste del crepuscolarismo romano (1903-1907), Milano, LED, 1999.

194

Per Henri Ghèon il verso libero è un‘unione di ritmo e pensiero: ―ciascuna unità espressiva del pensiero, ciascuna unità logica del discorso crea un‘unità ritmica nella strofe.‖ Ghéon H., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., p. 71.

195

Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit., pp. 246-7. 196

Per Onofri ogni verso è autenticamente libero quando realizza in maniera inimitabile il potenziale emotivo ed interiore, piuttosto che uno schema fisso di sillabe ed accenti obbligati. Cfr. Onofri A., La libertà del verso, ―Lirica‖, I, 4, aprile 1912, pp. 148-55.

poeta e che assume progressivamente natura verbale. Tuttavia, per preservare la fluidità che lo contraddistingueva inizialmente, tale impulso deve trasfondere l‘energia all‘interno di segmenti verbali armonici, plastici e musicali.

La creazione di un testo instabile, dinamico ed in continuo mutamento avviene ricorrendo alla polimetria e all‘anisosillabismo, la cui variazione continua dei metri base non permette l‘individuazione di una misura di riferimento. La conseguenza paradossale di tale fluidità ed indeterminatezza è un verso che distrugge ogni illusione organicista proprio nel momento in cui tenta di perseguirla: desiderando la riproduzione della Vita la parola poetica non trova il significante capace di carpire uno stabile significato, dando luogo ad un verso così instabile che ―la sua autonomia espressiva e ‗contenutistica‘ non ha alcuna ragione d‘essere.‖197

Tuttavia l‘autenticità di un simile verso non scompare poiché recupera un contatto più profondo con la soggettività del poeta racchiudendo in sé l‘energia vitale del poeta stesso. Dunque l‘autenticità risiede nel poeta stesso, la cui unicità esige un proprio personalissimo ed inimitabile verso, penalizzando tutte quelle espressioni metriche dalla struttura facilmente imitabile.

Una coincidenza fra Forma e Contenuto è teorizzata già da d‘Annunzio che nel Libro segreto elabora una ‗teoria corporea del ritmo‘198 secondo cui il ritmo, in virtù della fusione tra significante e significato, è una traccia del corpo che lo produce, richiamando così una simile concezione già espressa nel Fuoco:

L‘ode coronava di luce l‘episodio. Allora, quasi a ricondurre verso il gioco delle apparenze lo spirito rapito ‗di là dal velo‘, una figura di danza si disegnò sul ritmo dell‘ode morente. Entro un parallelogramma inscritto nell‘arco scenico, come entro i confini di una strofe, la danzatrice silenziosa con le linee del suo corpo, redento per alcuni attimi dalle tristi leggi del peso, imitò il fuoco l‘acqua il turbine le evoluzioni delle stelle.199

Ad una matrice neomistica è riconducibile la seguente concezione ritmica:

Il ritmo nel senso di moto creatore ch‘io gli do, nasce di là dall‘intelletto, sorge da quella nostra profondità segreta che noi non possiamo né determinare né signoreggiare e si comunica all‘essere intero: all‘intelletto, alla sensibilità, all‘agilità muscolare, al passo, al gesto. Questo ritmo mentale m‘insegna a eleggere e a collocare le parole non secondo la prosodia e la metrica tradizionale ma secondo la mia libera invenzione. Imitando un modo di sant‘Agostino dico: ‗scribere est ars bene movendi.‘200

197

Giovannetti P., Lavezzi G., La metrica, op. cit., p. 29. 198

D‘Annunzio G., Cento e cento e cento e cento pagine del libro segreto di Gabriele d‟Annunzio tentato di morire, in Id., Prose di ricerca, a cura di Andreoli A., Zanetti G., Milano, Mondadori, 2005, I, pp. 1657-922.

199

Id., Il fuoco, Id., Prose di romanzi, a cura di Andreoli A., Lorenzini N., Milano, Mondadori, 2005, II, p. 659. 200

Una matrice testimoniata anche da altri passi dannunziani, sebbene posteriori al periodo esaminato nel nosto lavoro, dove d‘Annunzio si definisce ―un mistero musicale con in bocca il sapore del mondo‖:

Io vivo, a me sempre piacque di vivere, sull‘orlo del rischio e su l‘orlo del segreto. Su l‘uno e l‘altro è interamente abolito il comune senso del tempo – su l‘uno e l‘altro, come sul vertice, non vige se non quella specie di tempo che è la fluidità della vita interiore.201

Tuttavia, una vera e propria teorizzazione sistematica della tipologia neomistica si registra sul fronte francese con Gustave Kahn202 e su quello italiano con Lucini, la cui Ragion Poetica,203 per quanto caotica, folta e multiforme acquisisce un valore documentario perché analizza la complessità del verso libero da una prospettiva retorica, culturale, filosofica, storico-letteraria204 e, solo secondariamente, metrica. Il grande merito di Lucini è stato quello di percepire anticipatamente la ―specificità multipla di un fenomeno metrico-prosodico necessariamente eclettico e in certo modo irriducibile a precetto tipologico o stilistico.‖205

Lucini, facendo costante riferimento al coevo simbolismo francese,206 concepisce il verso libero come strumento per trasfondere concretamente sulla pagina la propria energia vitale, al fine di impregnare di Vita il testo. Egli è dunque sensibile a quelle nuove filosofie nordiche, nate all‘inizio del XX secolo, che propongono un‘invasione della Vita all‘interno della Forma fino a raggiungere una coincidenza totale di entrambe.207

Il vitalismo trasfuso nel verso può provenire sia dal mondo esterno sia dall‘interiorità del poeta. Dunque, esso riguarda nel primo caso gli oggetti futuristici che emanano energia, nel

201

Id., Prose di romanzi, op. cit., p.659; D‘Annunzio G., Notturno,in Id., Prose di ricerca, op. cit., p. 247. 202

Nell‘inchiesta del 1905 curata da Georges Le Cardonnel e Charles Vellay, sotto il titolo di La Littérature contemporaine, Kahn rivendica l‘invenzione del verso libero e sostiene la necessità di una tradizione versoliberista caratterizzata da una sorta di fonetica e metrica logica, prospettando così l‘avvio di una coincidenza fra Forma e Contenuto. Cfr. Le Cardonnel G., Vellay C., La Littérature contemporaine, op. cit.

203

Lucini G. P., Il verso libero, op. cit. 204

La critica ha sempre considerato Lucini il teorizzatore del versoliberismo, nonostante il libro non parli ―praticamente mai né della tecnica, né addirittura della teoria relativa alla nuovissima prassi metrica.‖ Tant‘è che ―una bibliografia sul verso libero […] dovrebbe escludere proprio Il Verso Libero di Lucini.‖ Vd. Giovannetti P., Metrica, op. cit., p. 210.E ancora: ―Invero, il poderoso volume luciniano […] contiene in abbondanza di tutto un poco: vi sono teorie estetiche rivoluzionarie, politiche, filosofiche; ma il verso libero c‘entra di rimedio.‖ Vd. Viviani A., Dal verso, op. cit., p. 71. L‘assenza di una codificazione dipende dal fatto che per Lucini la libertà metrica ha un valore individualistico ed anarchico che svanirebbe nel momento in cui si creassero delle regole, le quali, inoltre, coinciderebbero con un‘anomalia, poiché la trasfusione della vita comporta la somma delle anomalie e i loro rapporti. Lucini ha una concezione della ‗vita‘ come lotta, come continua trasformazione, pertanto il verso libero segue una regola mai uguale a se stessa, incarnando così la dinamicità della vita.

205

Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit., p. 13. 206

Lucini G. P., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., pp. 109-10. Tale collegamento fra una poetica simbolista e il relativo strumento metrico spiegherebbe l‘assenza, nel pensiero luciniano, di quei poeti crepuscolari che tuttavia utilizzarono il verso libero.

207

Contrariamente a Bertoni, che rapporta tutta la metrica libera a queste filosofie nordiche, riconduciamo ad esse solo il verso libero di tipologia neomistica. Cfr. Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit.

secondo gli oggetti corazzianiani dotati di vita, emozioni e dialoganti empaticamente col poeta stesso.

La differenza è che se nel futurismo gli oggetti sminuiscono l‘io lirico fino a farlo scomparire, in Corazzini lo amplificano esprimendone sentimenti ed emozioni attraverso un‘empatia garantita da un Tutto, da un Uno di matrice filosofica nordica, grazie a cui si entra in contatto con tutte le manifestazioni del reale. Dunque, il verso neomistico permette di stabilire un collegamento col Tutto e con l‘energia che pervade e circola in tutte le cose, animate ed inanimate.

Inoltre, se nel futurismo la psicologia intuitiva della materia non consente al poeta di proiettarvi i propri sentimenti, in Corazzini il rapporto empatico con la materia investe gli oggetti delle sue qualità soggettive, li rende messaggeri della sua psicologia.

Un collegamento col Tutto presente anche in Lucini:

noi volevamo signoreggiare l‟Essenza delle Forme, noi volevamo, colla cognizione perfetta delle cose, dei fenomeni, comprendere il senso dei prodotti maturi della volontà individuale, collettiva e storica; essere, insomma, capaci di dar vita, foggiare dei Tipi, delle Persone.208

Lucini, osservando più attentamente il rapporto Forma e Contenuto, scompone il concetto di Poesia in Imagine e Musica promuovendone la coesistenza e la compenetrazione, ma tenendole sempre ben distinte. La Musica deve rivestire l‘Imagine:

Non cerco misure prestabilite (versi), non sequenze numerate di misure (strofe) […] ma è «verso», strofe, poema logico e naturale, poesia insomma, ciò che viene espresso con una ingenuità, o con una raffinatezza, in quel modo nativo e sonoro su cui la gamma risuoni e la plastica informi.209

Lucini istituisce tra parola e musica un rapporto di corrispondenza, mai di identità: le armonie nascono ―col pensiero di cui rappresentano l‘essenza. Il pensiero è il corpo nudo, l‘armonia lo ricopre nel modo logico,‖210 pertanto l‘Idea si attua nella lunga parola poetica del verso libero, la cui natura neomistica esige la trasfusione della Vita al suo interno.

Secondo Lucini l‘apice di tale tecnica è raggiunto per la prima volta da Leopardi e Foscolo, a cui invita a guardare come modello poiché hanno il merito di aver trovato la forma adatta esclusivamente alla propria interiorità, e dunque non replicabile.211 Quindi essi sono un modello

208

Lucini G. P., Ragion poetica, op. cit., p. 236. 209

Lucini G. P., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., pp.103-30. Il concetto di ‗poema logico‘ proviene da Kahn, il quale prevedeva una tradizione che sarebbe giunta ad una fonetica e ad una metrica logiche, poiché era solo questione di tempo prima che delle nuove opere fornissero dei nuovi tipi di ritmo. Cfr. Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit., pp. 55-8.

210

Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit., p. 56. 211

non a livello metrico ma poetico per chiunque ricerchi una forma che sia diretta espressione della propria anima.

Infatti le innovazioni metriche di Leopardi e Foscolo sono funzionali all‘esigenza di tradurre il pensiero in una forma che rispecchi esattamente le sensazioni del poeta: essi applicano un principio versoliberistico alla tradizione. La metrica è concepita dunque quale strumento espressivo volto a rendere il pensiero ―nella forma che lo fa evidente,‖212

allo scopo di tradurre la sensazione perfettamente.

Nella Ragion poetica un richiamo alla lezione di Hegel connota ulteriormente in senso neomistico il verso libero, la cui dinamicità diverrebbe manifestazione di Dio, che è appunto divenire attraverso le manifestazioni del mondo:

Hegel […] ha la sua formola capitale: ‗Dio non è, sta nel divenire; si realizza, a poco a poco, nel mondo, per serie, culmina la catena delli esseri in marcia verso l‘ultimo arresto della evoluzione, all‘infinito.‘213

Concludiamo la nostra lettura di Ragion poetica sottolineando come la tipologia neomistica ivi delineata si colleghi all‘èlan vital del soggetto creatore di Bergson, la cui assenza nelle pagine luciniane stupisce per quanto concerne la divaricazione tra linguaggio e pensiero da cui consegue quella poetica della dissonanza, della frantumazione linguistica e dell‘abolizione dei nessi grammaticali.

Anche Croce, con la sua identificazione di intuizione ed espressione, si connota come punto di riferimento per Lucini, per il quale però l‘espressione non è un mero strumento, ma ―una qualità attiva e autonoma del poeta dotato di spiritualità ed energia con cui ―riplasma e riproduce, colla materia, le forme, dentro cui impersona la sua volontà.‖214

Una componente neomistica emerge anche in Buzzi quando assegna alla poesia libera il compito di rivelare ―tutto il mistero psichico e musicale della vita nella sua essenza più alta, e, insieme, più profonda‖ e di essere ―la vera e sola espressione dell‘anima d‘un poeta.‖215

212

Id., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., p. 118. 213

Id., Ragion poetica, op. cit., p. 499. 214

Ibidem. 215