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L’ORIZZONTE D’ATTESA VERSOLIBERISTICO

2. Tipologie versoliberiste

2.3 Trascrizione interiore

Il fatto che intere generazioni giustifichino l‘adozione del verso libero con ―la sua necessaria subordinazione alle circonvoluzioni del pensiero, la sua intima solidarietà con i ritmi interni dell‘espressione poetica,‖174

testimonia come esso sia concepito quale strumento espressivo ideale per l‘espressione del propria interiorità.175

Al riguardo leggiamo nella Ragion Poetica:

Rimutare la prosodia al magistero di una nostra idea, che non accetta nessuna modificazione per essere inchiusa nella capsula di una strofa comune ed abitudinaria; […] stile proprio, personale, fervido, composto sopra di una gramatica e di una sintassi che sia oltre a quella insegnata dai libri di scuola: […] – forma che vuole una prosodia speciale, una prosa inconsueta; […]. Scrivere, comporre delle armonie. – Seminare delle idee; spanderle; farle comprendere, perché a ciascuna si adatti una imagine propria e speciale.176

Anche questa tipologia assume un implicito valore polemico, dato che la sua adozione è connessa anche ad un‘insofferenza verso la tradizione, sentita come ostacolo e vincolo all‘espressione personale. Tale contrasto emerge dalla notarella metrica che Giovanni Alfredo Cesareo pubblica con i suoi Canti sinfoniali,177 nei quali traspare un‘insofferenza verso le forme chiuse, ―la cui autonomia rispetto al senso viene sentita come arbitraria e mortificante.‖

Nella notarella metrica Cesareo, esaltato l‘abbandono delle simmetrie strofiche attraverso la polimetria di versi tradizionali, si lamenta dell‘incapacità della tradizione metrica di esprimere l‘interiorità del poeta ed attribuisce al verso libero il compito di soddisfare le esigenze espressive. Inoltre legittima la libertà metrica sostenendo che in origine le forme istituzionali erano percepite come forme libere, quindi dichiara di fare appello a un ―diritto parso inoppugnabile agli antichi poeti creatori del sonetto, della terzina, del verso sciolto e della selva o canzone libera.‖

174

Giovannetti P., Metrica, op. cit., p. 124. 175

Già nelle parole di Paul Claudel la manifestazione immediata di sincerità individuale appare come motivazione principale del verso libero, concepito come lo strumento migliore per soddisfare l‘esigenza di trascrizione interiore. Cfr. Le Cardonnel G., Vellay C., La Littérature contemporaine, op. cit., p. 170.

176

Lucini G. P., Il Verso Libero, op. cit., pp. 190-2. 177

Cesareo G. A., Canti Sinfoniali, ―Fanfulla della Domenica‖, 6 luglio 1890. I Canti Sinfoniali non hanno successo e finiscono nel dimenticatoio, sebbene suscitino qualche scalpore, come dimostra la polemica fra due critici che li accolgono con reazioni opposte: da un lato, Gargàno recensisce negativamente la metrica di Cesareo, giudicandola troppo ardita; dall‘altro, Fleres, rispondendo a Gargàno, legittima i componimenti di Cesareo e li considera fin troppo moderati per la presenza dell‘endecasillabo. Da tale polemica emerge come ―la medesima materia ritmica susciti reazioni diametralmente opposte, e quello che per un lettore è un esperimento inaudito, per un altro è solo una prudente riforma prosodica. Tutta la storia del verso libero, del resto, è materiata di discussioni così impostate.‖ Dopo tale polemica, però, non si parla più dei Canti sinfoniali, al punto che essi non vengono menzionati da nessuno degli intervistati dell‟Inchiesta internazionale sul verso libero. Cfr. Giovannetti P., Metrica, op. cit., p. 69 e 94.Gargàno G. S., “Ragguagli di Parnaso” (Canti Sinfoniali), ―Vita Nuova‖, II, 30, 27 luglio 1890. Fleres U., Canti sinfoniali, ―Vita Nuova‖, II, 31, 3 agosto 1890.

Cesareo, conformemente alle quasi coeve indicazioni metriche di Mallarmé,178 concepisce ―una metrica eteronoma, dettata dal capriccio armonizzante dell‘io nei suoi moti più profondi‖ e dotata di una fluidità musicale conseguita mediante una libera combinazione di versi tradizionali. Nasce così ―un organismo ritmico formalmente lontano dalla libertà ‗totale‘, dalla soggettività incontrollata, che tuttavia rappresenta, di fatto, una forma prudente di verso libero,‖179

sulla base di una concezione metrica in cui i valori timbrici, allitterativi e ritmici assecondano ed esprimono le diverse sfumature dell‘interiorità del poeta, con la conseguenza di un verso che muta forma ad ogni variazione del sentimento.

La tipologia della ‗trascrizione interiore‘ si riallaccia intrinsecamente al contesto culturale: dopo l‘epoca dei vati, dei superuomini e, conseguentemente, degli atteggiamenti perentori e retorici della Triade, la cui falsità viene percepita alla luce dell‘atmosfera di disillusione dei grandi miti che hanno retto l‘epoca precedente, si sente un bisogno di maggiore sincerità. Un collegamento esplicito tra questa esigenza e la metrica libera è stabilito da Lucini, che subordina il problema della forma a quello della sensibilità creatrice:

il verso libero deve ondeggiare, seguendo tutte le emozioni del poeta, apportandovi quelle diversità di ritmo e d‘armonia le quali meglio convengono ai diversi concetti che manifesta. Nessuna regola rigorosa gli deve impedire lo sviluppo, nessuna barriera deve arrestarlo nell‘onda sonora, nel plastico movimento.180

Lucini, attribuendo alla forma metrica un valore etico, si pone in polemica con d‘Annunzio, la cui artificiosità impedisce la sincerità e l‘immediatezza, e gli rimprovera soprattutto l‘incapacità ―di foggiare un proprio ritmo interiore, sinonimo di sviluppo compiuto del verso libero.‖181

Il difetto di d‘Annunzio è principalmente la scissione fra forma e contenuto, dato che la grande musicalità dei suoi versi non è accompagnata da un altrettanto grande significato, con la conseguenza, per un simile verso, di non essere una lunga parola logica. Ed appunto Lucini critica d‘Annunzio perché:

Lo stesso cammino del pensiero procede non più per sviluppi logici, ma, come nel cervello di un musicista, per disegni melodici.182

178

Mallarmé S., Crise de vers, op. cit. 179

Giovannetti P., Metrica, op. cit., p. 69-70. 180

Lucini G. P., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., p. 115. 181

Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit., p. 65. 182

Lucini G. P., Antidannunziana. D‟Annunzio al vaglio della critica, Milano, Studio Editoriale Lombardo, 1914, p. 150.

Da tali osservazioni teoriche emerge la complessità del verso libero italiano, interpretato dai contemporanei anche da una prospettiva psicologica, oltre che percettiva e retorica.183 Una complessità presente anche nel testo di Jannaccone,184 il quale afferma che la nuova metrica si manifesta nel ―conformarsi del verso al taglio, al corso, alle circonvoluzioni del pensiero.‖185

Jannaccone, affermando la supremazia del significato sulla metrica, descrive un verso intimamente motivato dalle pause logiche, rifacendosi a ―l‘arrȇt simultané de la pensée et de la forme la pensée‖186

teorizzato da Kahn. La supremazia semantica agevolerà quei poeti dotati di una ―maggiore esuberanza di idee,‖187

i quali appunto realizzeranno il rinnovamento autentico. Infatti, solamente il poeta capace di un pensiero ardito e profondo, e dotato di una grande originalità intellettuale,188 sarà in grado di realizzare con successo un verso libero. Un‘interrelazione su cui si pronuncia anche Palazzeschi:

Non bisogna dimenticare che poesia è canto, e il verso libero condusse la poesia fuori dalle rotaie di una musica oramai consunta dall‘uso, ma per crearne una nuova, perché potesse ognuno, anzi perché dovesse ognuno, massimo dell‘orgoglio e supremo ardimento, crearsi la propria musica. Ed avemmo fulgido esempio di chi seppe con rigore inusitato creare coi propri ritmi la frase propria nella quale scoperse la parola.189

Su una posizione simile si colloca anche Federico De Maria,190 per il quale il verso libero è ―espressione prepotente di individualismo‖ non soggetta alle costrizioni di formule fisse. Partendo dal presupposto che ciascuna emozione abbia la propria migliore rappresentazione in un determinato verso tradizionale,191 De Maria dichiara che lo spettro metrico tradizionale è troppo limitato per rappresentarle tutte, a meno che non si adotti un eclettismo libertario di misure e ritmi che mescoli liberamente i versi tradizionali. Infine, a tale connessione fra metrica libera e stato

183

Bertoni A., Dai Simbolisti, op. cit., p. 66. 184

Jannaccone P., La poesia di Walt Whitman e l‟evoluzione delle forme ritmiche, Torino, Roux Frassati e C., 1898. 185

Tale concezione è fatta risalire all‘età romantica, quando i poeti rivoluzionarono la metrica tradizionale ―o si crearono una forma che alla larghezza della prosa accoppiasse l‘impeto della poesia.‖ Cfr. Jannaccone P., La poesia di Walt, op. cit., pp. 116 e 128.

186

Enquête sur l‟évolution littéraire, a cura di Jules Huret, Paris, Charpentier, 1901 (1891), p. 395. Riguardo la coincidenza fra Forma e Contenuto, il 1° luglio 1891 Kahn, sul «Écho de Paris», dichiara che ―Le vers libre […] doit exister en lui-même par des allitérations de voyelles et de consone parentes. La strophe est engendrée par son premier vers, le plus important en son évolution verbale. L‘évolution de l‘idée génératrice de la strophe crée le poème.‖ Vd. Bertoni A., Dai simbolisti, op. cit., p. 112.

187

P. Jannaccone, La poesia di Walt, op. cit., p. 129. 188

Questo assunto giustifica pienamente la concezione che del verso libero ha Lucini, il quale appunto, quando si accinge a distinguere i semiritmi dalle sue armonie sinfoniche, ricorre ad argomentazioni che concernono più il campo tematico che quello metrico. Cfr. Lucini G. P., Il Verso Libero, op. cit.

189

Palazzeschi A., Il piacere della memoria, Milano, Mondadori, 1964, pp. 528-9. 190

De Maria F., risposta all‟Inchiesta internazionale, op. cit., pp. 138-42. 191

L‘inserimento dei versi barbari nella rassegna testimonia il riconoscimento degli stessi all‘interno della poesia italiana.

d‘animo sono riconducibili anche le parole di Tito Marrone che collega il nuovo istituto metrico all‘espressione dell‘interiorità:

Metro libero, dunque, se non verso libero: composto con ritmi perfetti della metrica nostra, che son quelli che l‘orecchio intende meglio e l‘anima sente più intensamente.192