• Non ci sono risultati.

Nell’ordinamento giuridico indiano le condizioni per poter accedere al diritto di elettorato attivo sono contemplate ex articolo 326 della Costituzione indiana. In particolare in India si distinguono tre diverse tipologie di elettori: gli elettori generali, gli elettori d'oltremare e gli elettori di servizio. “Un elettore generale è un cittadino indiano di diciotto anni e oltre. Gli elettori d'oltremare sono gli indiani non residenti (NRI) che vivono all'estero per lavoro o istruzione. Gli elettori del servizio sono persone con qualifica di servizio, questi ultimi possono utilizzare i servizi di voto postale o esprimere un voto per

A tal proposito: A. Iannuzzi, op. cit.

delega” . A partire dal 2004 l’India è stata definita quale “la 443

più grande democrazia elettronica del mondo” 444. Tale

definizione è sicuramente ascrivibile ad una partecipazione democratica in progressiva ascesa, resa possibile dal processo di automatizzazione dell’iter elettorale. In India l’approccio al voto elettronico è relativamente recente; già dal 2000 il governo centrale nazionale ha iniziato a predisporre macchine per l’e- voting, individuando standard predefiniti e stringenti. Questa ventata innovativa ha avuto luogo mediante il ricorso alle Electronic voting machines (cc.dd. EVM 445) determinando un’ampia partecipazione elettorale, al punto tale da considerare

R. Pruthi, Is Online Voting allowed in Indian General Elections 2019?, in

443

www.eci.gov.in, 6 maggio 2019.

R . M a s t ro l o n a rd o , M a n o n c h i a m a t e l o v o t o e l e t t ro n i c o , i n

444

www.mastroblog.flies.wordpress.com, gennaio 2007, p. 46.

In particolare l’hardware è stato prodotto dalla Bharat Electronics (c.d. Bel)

445

e dalla Electronics Corporation of India, industrie belliche, attraverso un pantagruelico contratto di oltre 40 milioni di dollari a"dato (con qualche ombra) dalla Commissione Elettorale Nazionale (il costo di ciascuna macchina è stimato in 150$ e il numero totale di macchine acquisite è quindi 300.000). Il software invece è realizzato in-house dal governo attraverso un gruppo selezionato di ingegneri del Ministero della Difesa e del Ministero dell’Energia Atomica, senza alcuna forma di outsourcing o contratti esterni. Il software utilizzato in queste macchine viene masterizzato in un chip "One Time Programmable" che rende impossibile alterare o manomettere il software su queste macchine. Come suggerisce il nome, un chip programmabile una tantum può essere programmato una sola volta al momento della produzione e non può essere riprogrammato successivamente. Quindi il software programmato nel chip non può essere modificato senza sostituire il chip fisico stesso con un altro. “Ciò è diverso dai normali PC o server in cui i sistemi operativi e altri software in esecuzione sui computer sono memorizzati su unità che possono essere riscritte. I virus e altri software dannosi spesso modificano il software originale memorizzato in queste unità al fine di "hackerare" le macchine. Quindi l'unico modo per hackerare queste macchine è se il software originale programmato in questi EVM stesso fosse compromesso o i componenti hardware degli EVM fossero sostituiti sul campo”. A tal proposito: in www.indiaforums.com.

le elezioni indiane “le più estese mai tenutesi al mondo” . Si 446

pensi che alle tornate elettorali svoltesi tra l’11 aprile ed il 19 maggio scorso (per il rinnovo dei 543 seggi della Lok Sabah, ossia la Camera bassa del Parlamento indiano) sono stati chiamati a votare oltre 900 milioni di indiani. Si tratta di un risultato molto soddisfacente e suggestivo rispetto ai dati registrati per le elezioni indette tra il 20 aprile ed il 10 maggio 2004; in quella occasione infatti il numero di elettori (che familiarizzò con il sistema di e-voting) è stato stimato a 400 milioni di cittadini. Il sistema di votazione EVM è stato “progettato secondo due unità: l'unità di controllo e l'unità di ballottaggio” 447; tale modello consente all’elettore di esercitare il proprio diritto di voto premendo il pulsante della macchina corrispondente al riquadro del candidato selezionato. Dopodiché si procederà con la registrazione del voto grazie all’unità di controllo collegata. E’ importante sottolineare che l’EVM non contempla una rete di macchine interconnesse tra loro o collegate ad un server centrale; infatti -ai fini dello spoglio finale- tali macchine dovranno essere tradotte fisicamente nel luogo in cui verrà effettuato lo scrutinio automatizzato. Tale sistema di e-voting non prevede l’emissione di schede elettorali, consentendo al governo (effettuato un investimento da 200 milioni di dollari) di risparmiare -circa- 10 mila tonnellate di carta a ogni competizione elettorale nazionale.

C. Leo, Elezioni in India, i risultati: vittoria schiacciante per il premier Narendra

446

Modi, in www.tpi.news.it, 15 ottobre 2019. In www.eci.gov.in.

“Negli ultimi due decenni, la Commissione elettorale dell'India (ECI) 448 ha utilizzato le macchine elettorali elettroniche (EVM) durante le votazioni. Tuttavia, è solo negli ultimi due anni che sono stati sollevati dubbi sul fatto che gli EVM possano e siano stati manipolati dal partito al potere Bharatiya Janata (BJP) per organizzare le elezioni. Abbastanza spesso sentiamo che se così tanti paesi hanno rifiutato gli Evm, perché l'India dovrebbe adottarlo? (…)” 449. Ed è proprio il sentore di questa minaccia nei confronti della democrazia, ad avere alimentato un forte scetticismo tra gli elettori, i quali si sono detti maggiormente favorevoli ad un ritorno alle origini: le schede elettorali cartacee. Questa eventualità paventata dal corpo elettorale è stata respinta con forza dall’ECI. Quest’ultima infatti, pur non potendo escludere -ex ante- il rischio connesso all’hacking, ritiene che “l’EVM indiano sia una macchina unica e suis generis” 450. Infatti l’esperienza indiana risulterebbe avulsa da due ordini di problematiche indirizzate al sistema dell’e-voting nel suo

La Commissione elettorale dell'India è un'autorità costituzionale

448

autonoma, responsabile della gestione dei processi elettorali in India. Trattandosi di un'autorità costituzionale, la Commissione elettorale è tra le poche istituzioni a godere di autonomia e libertà nell’espletamento delle proprie funzioni, al pari della magistratura superiore del Paese, della Commissione di servizio pubblico dell’Unione nonché del Controllore e Revisore generale dell’India. La Commissione elettorale opera sotto l'autorità della Costituzione, e segnatamente dell’articolo 324 Cost. La Commissione interviene per sanare l’insufficienza e la carenza delle disposizioni legislative in materia elettorale.

P. Purkayastha, B. Sinha, There is No Ghost in the Indian EVM Or why if

449

protocols are followed, hacking is close to impossible, in www.indiaforums.com, 4 maggio 2019.

P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

complesso 451, le quali sarebbero fondate su di un’asserita precarietà del processo di automatizzazione sia in termini di sicurezza, che di effettività del diritto voto. La prima critica riposa sulla seguente osservazione: se da un lato il voto on-line (c.d. i-voting) consente all’elettore di esprimere la propria preferenza ricorrendo semplicemente ad una connessione ad Internet; dall’altro lato la suddetta modalità di esercizio del suffragio fornirebbe anche un punto di ingresso per gli hacker. La seconda osservazione, invece, riguarda il fatto che “nella maggior parte dei paesi in cui si è cercato di introdurre gli EVM, questi ultimi sono stati progettati utilizzando un PC standard come macchina di base, con codifica personalizzata per convertirlo in un EVM. E peggio ancora, la maggior parte di queste macchine, anche quando non consentono il voto su Internet, consente la connettività Internet per vari scopi, tra cui l'inizializzazione remota, il conteggio dei voti, ecc. Tali macchine sono ben note, così come le loro falle di sicurezza, dunque qualsiasi hacker degno di questo nome può hackerare queste

macchine in modo relativamente semplice” . Tuttavia i sistemi 452

EVM indiani, come affermato poc’anzi, si profilano quali macchine sui generis e dal design unico. In primo luogo, si constata

Per l’esercizio del diritto di voto elettronico sono previste due tipologie di

451

macchine: le macchine per il voto elettronico a registrazione diretta (DRE) e il voto elettronico a distanza tramite Internet (chiamato anche i-voting). Questi sistemi di espressione automatizzata del suffragio, hanno costituito oggetto di sperimentazione anche nei Paesi occidentali (quali: Olanda e Germania) ove la risultanza di tali test ha maturato -tuttavia- un esito negativo.

P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

che gli EVM in India costituiscono dei veri e propri calcolatori giganti. Questa peculiarità consente di escludere:

-

la presenza di programmi suscettibili di essere modificati senza alterare fisicamente la macchina ;

-

la sussistenza di un sistema operativo, scongiurando la

possibilità per l’hacker di manipolare il programma esternamente.

In secondo luogo, data l’insussistenza di una connessione Internet 453 nel sistema, ne deriva che “gli EVM non possono essere manipolati né tramite Internet né -come si sostiene- con un dispositivo WiFi” 454. Dunque l’autonomia di tali sistemi rispetto ad Internet o a qualsiasi rete esterna, impedirebbe ogni forma di attacco in rete o persino da remoto ( e dunque senza un accesso fisico diretto) 455. Questi profili appena elencati non hanno certamente la pretesa di sostenere che i sistemi EVM

Nonostante l’utilizzo degli smartphone e di Internet in India sia cresciuto

453

notevolmente negli ultimi anni, gli elettori non hanno ancora la possibilità di votare online. “Questo potrebbe essere supportato dai seguenti motivi: basso accesso a Internet in India; minacce da parte degli hacker: gli hacker possono accedere a qualsiasi sistema con la giusta quantità di tempo e denaro; impossibile raccontare i voti se si riscontrano anomalie; il traffico elevato può influire sul server e può rallentare il processo. L'India non consente il voto online per nessun elettore idoneo, sia esso un elettore generale o uno straniero”. A tal proposito: R. Pruthi, op. cit.

P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

454

Poiché gli EVM indiani non hanno connettori di rete cablati come i

455

connettori RJ-45 e non hanno nemmeno ricevitori/trasmettitori wireless come WiFi, segnali mobili, Bluetooth, ecc., I potenziali aggressori non possono connettersi in remoto a questa macchina e hackerarli.

indiani siano a prova di hacker , bensì propongono di stabilire 456

un connubio di garanzie a tutela della sanità della progettazione e dei processi di produzione degli hardware e dei software. Tale connubio è costituito:

-

dall’insieme di rigorosi processi che vengono seguiti durante

la fase di progettazione, di codifica e di produzione degli EVM. Infatti “i processi di progettazione, ingegneria e produzione sono tali che è abbastanza difficile per una singola persona o un piccolo gruppo di persone compromettere l'integrità del software o delle macchine EVM nel loro complesso, in fase di progettazione o produzione” ; 457

-

dall’iter amministrativo che si sostanzia in controlli fisici ed 458

attività necessarie per il trasporto, la movimentazione e le operazioni degli EVM, prima, durante e dopo le elezioni. Tale attività coinvolge necessariamente anche i partiti politici ed i loro rappresentanti, i quali svolgono un ruolo attivo in varie fasi cruciali dell’iter. Si pensi all’insieme dei preparativi che hanno luogo dai tre ai sei mesi prima (a seconda che l’elezione sia nazionale o statale) della data fissata per il seggio. In questi casi, la presenza degli esponenti dei partiti è necessaria perché si tratta di procedure atte a verificare

Di fatto nessun prototipo di macchina per l’e-voting (per quanto

456

all’avanguardia) può scongiurare l’abilità informatica di un hacker. P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

457

Le procedure pre-elettorali per gli EVM iniziano circa 200 giorni prima

458

l’integrità dei sistemi EVM 459. Altra tipologia di controlli è costituita dal processo atto a posizionare un partito politico nell'unità elettorale, tale iter viene effettuato -in ordine alfabetico- in base ai nomi dei candidati, determinando che la posizione del partito nell'unità elettorale è diversa per ciascun collegio elettorale. “Si tratta di un processo di randomizzazione finalizzato a scongiurare qualsiasi tentativo cospiratorio atto a favorire un particolare partito politico, hackerando EVM e fissando un particolare slot nell'unità elettorale” . 460

Tuttavia, nonostante il suddetto corredo di garanzie, sono stati effettuati vari esperimenti volti a confutare la tesi secondo cui: gli EVM indiani non si possono manomettere. La risultanza di questi test non solo ha dimostrato la precarietà della sicurezza in tema di e-voting, ma ha provocato l’avanzata di numerose denunce nei confronti del sistema stesso. In particolare nel 2010

J. Alex Halderman 461, sostituendo parti della macchina e

segnatamente cambiando l’hardware, riuscì a dimostrare che era possibile -anche da remoto- modificare il voto o il conteggio dei voti memorizzati nell’EVM. Inoltre “un esercizio simile è stato mostrato da Aam Aadmi Party (AAP) nel maggio 2017. In una

In particolare il riferimento è al controllo di primo livello (c.d. FLC) che

459

avviene su base distrettuale ad opera degli ingegneri dei produttori. Si tratta dell'unica fase in cui si esaminano le parti interne degli EVM per verificare se siano state apportate modifiche sospette. Ecco perché risulta opportuna la presenza di rappresentanti qualificati in questa fase.

P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

460

Docente dell’Università del Michigan (USA) insieme ai suoi studenti.

demo, si è dimostrato essenzialmente ciò che Halderman e il suo team avevano fatto: cambiare l'hardware e quindi usare l'hardware modificato per hackerare l’EVM “ . A seguito di quest’ultimo 462

test, l’ECI ha richiesto ai partiti politici di adottare soluzioni più restrittive in ragione della potenziale compromissione del sistema EVM . E’ stato rilevato come il problema effettivo non 463

risieda esclusivamente nel rischio di hackeraggio, bensì nella necessità di esaminare il sistema nel suo insieme, al fine di apprezzarne l’integrità. Infatti, nonostante la situazione dell’e- voting sia controllata a livello centrale “e con una relativa semplicità dovuta ai contratti governativi con fornitori privati legati a commesse pubbliche di natura militare” 464, l’EVM hanno sollevato, ab initio, vespai di polemiche tra i vari partiti, nonché una notevole conflittualità giudiziaria tra i partiti di

opposizione e la commissione elettorale nazionale indiana 465.

Sebbene gli EVM indiani siano molto più difficili da hackerare, i rischi connessi alla sicurezza del sistema non possono dirsi del tutto esclusi. Infatti altro tema, da cui sono scaturite numerose

P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

462

I partiti politici hanno persino coniato una sorta di slogan: “Hack the EVM

463

without touch it”.

E. Somma, Il voto elettronico della discordia, in blog.crvd.org, 12 settembre

464

2018.

Si pensi alla posizione assunta dalla Corte Suprema dell’India nel 1984,

465

quando dichiarò “illegale” l’uso di macchine per il voto elettronico nelle elezioni, per violazione della legge sulla Rappresentanza del Popolo. Nel 1989, la suddetta legge “fu modificata incorporando la sezione 61 A.

questioni tanto sul piano legale quanto informatico , è quello 466

relativo al c.d. VVPAT. Con tale espressione ci si riferisce al voter verified paper audit trail, ossia una pista di verifica cartacea dei voti espressi, fornendo un feedback agli elettori, utilizzando un sistema di votazione senza scrutinio. La stampa di tali ricevute cartacee VVPAT -finalizzata ad effettuare un controllo in merito alla correttezza della scelta assunta dagli elettori- è stato adottato anche in seno alle presidenziali venezuelane del 2004, che videro trionfare il caudillo di Caracas, Hugo Chavez467.

La rilevanza della suddetta verificabilità dei voti espressi, emerge chiaramente da un’affermazione di Bruce Scheneier 468, secondo cui “le elezioni hanno due scopi. Il primo e ovvio scopo è scegliere con precisione il vincitore. Ma il secondo è altrettanto importante: convincere il perdente. Nella misura in cui un sistema elettorale non è trasparente e verificabile in modo

Per quanto concerne la dimensione legale si osserva che le leggi variano

466

(tendenzialmente) da Paese a Paese; mentre per quanto riguarda l’aspetto tecnico della sicurezza informatica, quest’ultimo costituisce -invece- un profilo comune a tutti gli ordinamenti.

Proprio perché “anche le rivoluzioni, talvolta, parlano I-tech” (a tal

467

proposito: R. Mastrolonardo, op.cit., p. 47) alle presidenziali del 2004, Hugo Chavez venne confermato alla presidenza del Paese, attraverso l’utilizzo dei cc.dd. Automated election systems. Si tratta di dispositivi touch screen, realizzati dalla multinazionale Smartmatic, che hanno consentito ai cittadini venezuelani di esprimere il proprio suffragio. Questa stessa tecnologia (congiuntamente alle medesime macchine) ha trovato applicazione anche nelle elezioni legislative del dicembre 2005.

Bruce Scheneier è un crittografo e saggista statunitense, noto esperto in

468

materia di sicurezza, nonché fondatore della Counterpane Internet Security. Si tratta di una società divenuta BT Managed Security Solutions, dopo l’acquisto da parte del colosso inglese delle telecomunicazioni BT Group nel 2006. Cfr.: B. Schneier, Ecco come i nostri dati vengono usati per controllarci, in www.agendadigitale.eu, 18 febbraio 2015.

accurato, fallisce in quel secondo scopo. Non è sufficiente che la giustizia -nelle elezioni- sia fatta, deve essere vista in modo verificabile. E questo include anche una capacità di audit cartaceo” 469.

Quindi il VVPTA è stato introdotto non solo al fine di convalidare i risultati dell’EVM, ma soprattutto per garantire una tracciabilità cartacea, cui poter ricorrere in caso di controversia sull'EVM o sui loro conteggi. Infatti nel 2013, la

stessa Corte Suprema ha ordinato all'ECI di “incorporare un 470

sistema di scia/scontrino cartaceo nelle Macchine elettroniche di voto (EVM) come prova convincente che l'EVM abbia giustamente registrato il voto espresso da un elettore in favore di un particolare candidato.” Peraltro rileva evidenziare come “le elezioni non debbano solo essere giuste, ma essere anche considerate giuste. Pertanto (…) l’ECI non deve usare il VVPAT solo come un ornamento imposto dalla Corte Suprema, ricorrendo ad una verifica simbolica. Dovrebbe effettuare una verifica effettiva (…) Solo allora l'ECI sarà in grado di mettere a tacere i sospetti che le persone hanno dei loro voti dirottati da

un fantasma nella macchina” 471. Tuttavia la Commissione

Elettorale Nazionale si è detta contraria ad un’introduzione generalizzata delle schede di controllo (VVPAT), ben sapendo

B. Schneier, Securing elections, in www.schneier.com, 20 aprile 2018.

469

Corte Suprema indiana, sent. n. 9093/2013, (Nato da SLP (Civil) n. 13735

470

del 2012).

P. Purkayastha - B. Sinha, op. cit.

che questa misura avrebbe un costo intollerabile in un sistema elettorale come quello indiano.