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3.1 Il voto elettronico nel panorama giuridico internazionale

3.2.3 La vicenda

L’espressione “post-Election Day Drama” si riferisce alla fase 339

dei ricorsi e controricorsi che hanno condotto alla sentenza Bush v. Gore. Tale situazione è stata indotta, non solo dalle obiettive difficoltà incontrate nella ricostruzione della vicenda cha ha investito la Florida (almeno primariamente, per poi avere un risvolto sull’intero assetto federale), ma anche dal ruolo assunto dai media. Infatti risulta criticabile -e poco ortodosso- l’atteggiamento dei media (e segnatamente dei media televisivi), i quali -annunciando in forma del tutto prematura la vittoria di Bush alle presidenziali- non solo hanno fatto “la più grave gaffe

Del resto l’elemento cardine dell’equilibrio dei pesi e dei contrappesi, è

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dato dalla presenza di un contro potere forte (quello giudiziario appunto), da una forma di governo presidenziale e da una forma di stato federale (allo stesso modo) forti. Dato questo quadro, non essendo la questione -inerente il risultato elettorale della Florida- una questione qualunque, si è profilato costituzionalmente necessario invocare l’intervento del Supremo giudice federale.

R . H . P i l d e r , D e m o c r a c y a n d D i s o r d e r , i n

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www.chicagounbound.uchicago.edu, 2001, pp. 679-682. A. M. Dershowitz, op. cit., p. 20.

della storia dei media americani, ma hanno causato un vero e proprio errore irreparabile" . In particolare, il 7 novembre del 340

2000 si svolsero le elezioni presidenziali per la scelta dei Grandi Elettori; il giorno seguente i media annunciarono, sulla base delle exit poll 341, la vittoria di Al Gore in Florida 342. “Dopo poche ore, però, nuove proiezioni basate su dati reali rivelavano l’estrema difficoltà di prevedere l’esito della competizione elettorale in Florida, a causa dell’esiguo margine che divideva il candidato repubblicano da quello democratico” 343. Poche ore dopo arrivò l’annuncio: Bush si era aggiudicato i 25 voti in palio, conquistando la Presidenza (a dispetto del voto popolare nazionale, che vedeva Gore in vantaggio). Intanto in Florida il County canvassing board 344 ordinò la riconta dei voti espressi secondo un sistema di riconta meccanico. La ratio della riconta (c.d. Votomatic) risiede nel codice elettorale della Florida 345, il quale sancisce che: qualora in una contea il divario tra un candidato e l’altro sia inferiore allo 0,5% dei voti espressi, si deve procedere ex officio ad una riconta dei voti, da condursi con lo stesso metodo utilizzato per il primo scrutinio.

A tal proposito: A. Brinkley, Le anomalie di un’elezione, in Il Mulino, 2001, 2,

340

p. 312.

Le exit poll sono meri sondaggi che si svolgono durante le elezioni,

341

coinvolgendo direttamente l’elettore dopo aver espresso la propria preferenza.

Segnatamente i media avevano affermato che Al Gore aveva ottenuto la

342

maggioranza dei voti popolari in Florida, aggiudicandosi i 25 voti elettorali. F. G. Pizzetti, op. cit, p. 10.

343

Trattasi dell’Ufficio elettorale.

344

Fla. Stat. 102.166.

“L’esito della riconta meccanica disposta dagli Uffici elettorali di contea di fronte alla situazione, determinatesi a seguito del primo scrutinio, di un vantaggio ridottissimo per Bush (pari a 1784 voti, meno dello 0,5 % dei voti espressi), era ancora in favore del candidato repubblicano, ma il margine di vantaggio di quest’ultimo si assottigliava . Proprio il fatto che la riconta 346

automatica dei voti avesse dimostrato che una parte dei voti nel primo conteggio non attribuito a Gore dovevano, invece, essere assegnati a quest’ultimo” , spinse il candidato democratico ed 347

il suo staff legale ad intraprendere un tortuoso iter di controversie legali. Ad ogni modo l’origine di uno dei periodi più “confusing, exhilarating, nerve-wracking, educational, divisive, uplifting and depressive” della politica statunitense, 348

si fonda sul fatto che Gore era “anche forte della maggioranza di voti popolari ottenuta in tutta l’Unione e della decisività dei 349

25 voti elettorali della Florida per la conquista della Presidenza” 350. La battaglia legale condotta da Gore e dal partito democratico, faceva leva sul principio per cui “in democrazia, tutti i voti validamente espressi debbono essere

Segnatamente Bush, a seguito della riconta automatica disposta in

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ossequio alla legge elettorale della Florida, risultava in vantaggio su Gore di appena 327 voti.

F. G. Pizzetti, op. cit., p. 11.

347

A. M. Dershowitz, op. cit., p. 20.

348

In particolare, Gore otterrà circa trecentomila voti popolari in più rispetto

349

a Bush.

F. G. Pizzetti, op. cit., pp. 11-12.

computati” 351. Infatti i motivi che hanno spinto Gore ed il suo staff a farsi pionieri della democrazia e -nello specifico- di questa causa, risiedono nelle problematiche relative al “design della scheda elettorale, quanto nel meccanismo di votazione” . 352

A tal proposito è necessario evidenziare che nelle contee ove è scaturita la controversia (e segnatamente nella contea di Palm- Beach), il Supervisor of Election decise di adottare un modello di scheda elettorale definito butterfly ballot 353. Per esercitare il proprio voto, l’elettore doveva bucare con lo stylus (un apposito punteruolo) il foro corrispondente al partito -“e dunque alla coppia di candidati alla Presidenza ed alla Vicepresidenza” - 354

per cui aveva espresso la propria preferenza. Dopodiché il meccanismo Votomatic, rilevata la posizione del foro sulla scheda, procedeva al computo del voto espresso dall’elettore. Tuttavia, come avevano già osservato (con particolare enfasi) i media, la butterfly-ballot presentava dei forti deficit inerenti il design della stessa scheda elettorale. Tali difetti potevano indurre l’elettore in errore, proprio al momento dell’esercizio del suffragio. “La collocazione dei fori sull’angolo centrale della scheda, infatti, era in alcuni punti sfasata rispetto all’indicazione dei candidati, di modo che alcuni elettori che avevano l’intenzione di votare per una coppia di candidati, potevano

F. G. Pizzetti, op. cit., p. 16.

351

Ivi, p. 15.

352

Si tratta di una scheda elettorale composta di due parti tenuti insieme al

353

centro, tali da ricordare vagamente una farfalla. Ivi, p. 14.

commettere l’errore di marcare il foro relativo ad un’altra

coppia” . Mentre, con precipuo riferimento alle problematiche 355

connesse al meccanismo Votomatic, si pensi ai cc.dd. undervotes ed overvotes. Se gli overvotes si riferiscono ai casi in cui l’elettore marca la scheda elettorale sui fori corrispondenti a più coppie di candidati; gli undervotes 356 (imputabili tanto all’incapacità dell’elettore, quanto ad un errore della macchina) descrivono tutte quelle situazioni in cui l’elettore non riesce a forare adeguatamente la propria scheda. In tutti questi, non essendo il sistema in grado di rilevare la preferenza, emerse la necessità di contare manualmente “quei voti (di per sé validi) che non erano stati (automaticamente) calcolati dalle macchine durante i primi scrutini” 357. Una volta effettuata la riconta ex officio dei voti espressi dagli elettori, la legge elettorale della Florida prevede un doppio regime di impugnazioni per l’avversario, il quale può sottoporre a contestazione i risultati elettorali al fine di ottenere i rimedi opportuni. A tal proposito si possono individuare due tipologie di impugnazioni:

1. il c.d. protest, che opera a livello più periferico, coinvolgendo l’Ufficio elettorale di contea;

F. G. Pizzetti, op. cit., p. 14.

355

La categoria degli undervotes contempla una pluralità di situazioni (e

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quindi di errori): casi in cui la scheda non era stata affatto forata, casi in cui la scheda era stata perforata ma non in modo adeguato o casi in cui il chad (ossia la parte della scheda in cui è stato effettuato il foro) non si è staccata completamente.

Ivi, p. 16.

2. il c.d. contest; che opera a livello centrale e richiede l’intervento dell’Electoral Canvassing Commission.

Segnatamente nel primo caso, prima che l’Ufficio elettorale provveda a certificare i risultati elettorali o subito dopo la certificazione -ma entro il termine dei tre giorni successivi alla chiusura dei seggi-, ciascun candidato (o il partito politico di appartenenza) può richiedere il conteggio manuale dei voti espressi sulla base di un ricorso scritto, presentato direttamente all’Ufficio elettorale di contea. A seguito del ricorso, l’Ufficio ha la mera facoltà (non l’obbligo) di “ordinare la riconta manuale che deve interessare almeno tre sezioni 358 e l’1 % dei voti espressi per il candidato o il partito che ha presentato il ricorso” . Nel caso in cui emerga un errore rispetto allo scrutinio

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contestato, viene riconosciuta all’Ufficio elettorale la facoltà di ricontare tutte le schede elettorali votate nella Contea di riferimento.

La seconda modalità di contestazione, invece, è esperibile solo dopo aver proclamato ufficialmente il risultato elettorale. In questo caso, il candidato non vincitore (o un qualified voter o un taxpayer) può impugnare la proclamazione davanti alla Corte 360

Il candidato o il partito di appartenenza possono scegliere le tre sezioni

358

all’interno delle quali si deve procedere al riconta manuale delle schede. F. G. Pizzetti, op. cit., p. 17.

359

La proclamazione viene effettuata da parte del Segretario di Stato, dopo la

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di circuito statale 361, non oltre i dieci giorni successivi alla certificazione dei risultati elettorali di contea compiuta per

ultima 362. La contestazione della proclamazione e -più

specificatamente- “the vadility of the election itself” 363, ritrova la propria origine in varie cause di impugnazione, tra cui possiamo annoverare: la misconduct (negligenza), la fraud (malafede), la corruzione, l’ineleggibilità del candidato etc. Per una chiarezza espositiva, è necessario sottolineare che queste due modalità di impugnazione vivono in un rapporto di consequenzialità cronologica. Infatti il procedimento di contest 364

segue necessariamente quello di protest, pur non costituendo -propriamente- uno strumento di gravame. Nel caso di specie, Gore ricorse alle protest provisions, chiedendo di effettuare la riconta manuale nelle contee di: Volusia, Palm-Beach, Miami- Dade e Broward. Tuttavia a seguito dell’impugnazione effettuata dall’ala democratica, non mancò l’insorgenza di controversie legali atte a tutelare la procedura di riconta stessa. Infatti, la legge elettorale della Florida richiedeva che la certificazione dei risultati elettorali ufficiali venisse effettuata

Tale giudice gode di un ampio margine di discrezionalità nel decidere le

361

misure ed i provvedimenti da adottare a seconda delle circostanze.

Il termine per impugnare si riduce al quinto giorno successivo alla

362

certificazione, qualora tale certificazione segua un precedente ricorso per protest.

Così si esprime la Corte Suprema della Florida nel caso Gore v. Harris, 772

363

So. 2d 1243 (2000).

Infatti se la contestazione per protest ha ad oggetto la proclamazione dei

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risultati ufficiali registrati nelle contee, l’impugnazione per contest, essendo riferita ai risultati ufficiali statali, ha ad oggetto la sommatoria dei risultati nelle contee.

entro sette giorni dalla data delle elezioni (quindi entro il 14 novembre), per consentire al Segretario di Stato di procedere con la proclamazione. Tuttavia, in considerazione dell’impossibilità (per le contee coinvolte nell’iter di riconta manuale) di rispettare il termine suddetto, il tribunale adito 365 stabilì la perentorietà del termine dei sette giorni; ma allo stesso tempo si preoccupò di imporre al Segretario di Stato della Florida l’onere di rettificare -valutati tutti i fatti attinenti e le circostanze- 366 i risultati elettorali statali, man mano che nelle contee si concludeva la procedura di riconta. A seguito di questa decisione, il Segretario di Stato Harris emanò “una sorta di circolare” 367 inerente le modalità di certificazione dei risultati elettorali (compresi quelli tardivi). Tuttavia, poiché tale provvedimento -secondo Gore- era stato emesso in violazione della sentenza del giudice Lewis, della questione (in sede di gravame) venne investita direttamente la Corte Suprema della F l o r i d a . Q u e s t ’ u l t i m a s i p ro n u n c i ò e m e t t e n d o u n provvedimento di sospensiva della certificazione dei risultati elettorali, al fine di garantire la prosecuzione della riconta.

In particolare il giudice di circuito Terry Lewis, di nomina democratica, si

365

pronunciò cercando di favorire in parte Bush ed in parte Gore. Questa esigenza di un bilanciamento nasceva -con ogni probabilità- anche dal fatto che il Segretario di Stato della Florida (Katherine Harris) era stata: delegata alla Convenzione nazionale repubblicana nonché vicepresidente del comitato elettorale di Bush in Florida; senza considerare che il Governatore della Florida era Jeb Bush (fratello del candidato alla Presidenza).

Florida Recount Results, in www.presidency.ucsb.edu.

366

F. G. Pizzetti, op. cit., p. 21.

Segnatamente la Corte Suprema della Florida (pronunciatasi nel merito della questione il 21 novembre 2000 368) faceva leva su due aspetti:

-

in primis, riteneva necessario interpretare in modo corretto la legge elettorale della florida, garantendo “il conteggio di tutte le schede elettorali in grado di rilevare la chiara intenzione dell’elettore, indipendentemente dal fatto che esse non fossero calcolate durante lo scrutinio automatico per un errore dell’elettore o del dispositivo meccanico” ;369

-

in secundis, stabiliva che il 26 novembre fosse il termine ultimo entro il quale inviare i risultati elettorali rettificati a seguito della riconta.

Seguì l’impugnazione della sentenza -emessa dalla Corte Suprema della Florida- da parte del candidato repubblicano Bush, il quale investì della questione la Corte Suprema federale. In attesa della pronuncia della Corte Suprema federale (avvenuta il 4 dicembre 2000 ), il 26 novembre il Segretario di 370

Stato Harris annunciò la vittoria di Bush, che conquistò i 25 elettori della Florida con 573 voti in esubero rispetto all’avversario. Gore rispose instaurando il giudizio, attraverso il

Si tratta della sentenza: Palm Beach County Canvassing Board v. Harris, 772

368

So. 2d. 1273 (2000).

F. G. Pizzetti, op. cit., p. 22.

369

In particolare la Corte Suprema federale annullava la sentenza della Corte

370

Suprema della Florida con una sentenza per curiam opinion unanime, rimettendo la causa alla Corte Suprema statale, affinché emettesse una decisione non incompatibile con la propria motivazione.

ricorso per contest provision , difronte alla Leon County Court. 371

Quest’ultima (in data 4 dicembre) si pronunciò sul ricorso , 372

rigettando tuttavia l’impugnazione avanzata da Gore, asserendo l’assenza di sufficienti mezzi di prova. Dopodiché, sollevata la questione (in sede di gravame) alla Corte Suprema della Florida ed ottenuta una conferma parziale della sentenza emessa dal

giudice di primo grado , Bush si appellò alla Corte Suprema 373

federale. Quest’ultima, in attesa di emettere una pronuncia nel merito della vicenda Bush v. Gore, il 9 dicembre emetteva un provvedimento di stay . "L’emanazione del provvedimento di 374

sospensiva, con il quale venivano completamente bloccati tutti i procedimenti di riconta disposti dalla Corte Suprema della Florida l’8 dicembre e prontamente avviati, è stata ritenuta il momento più sorprendente e controverso di tutta la battaglia legale post-elettorale” . 375

Il ricorso aveva ad oggetto la certificazione ufficiale dei risultati trasmessa

371

dal Segretario di Stato Harris.

Con la sentenza: Gore v. Harris, 772 So. 2d 1243 (2000).

372

In particolare, in data 8 dicembre 2000, la Corte Suprema della Florida

373

riconosceva che “il ricorrente era stato in grado di provare l’incidenza del risultato elettorale statale delle 9000 schede elettorali nella contea di Miami- Dade, sulle quali i dispositivi automatici non avevano rilevato alcun voto per il Presidente (c.d. undervote) e ordinò di procedere alla riconta di tali schede e all’inserimento dei risultati dei riconteggi fino a quel momento svolti, quantunque essi fossero pervenuti nella capitale dello Stato dopo il termine del 26 novembre”. A tal proposito: F. G. Pizzetti, op. cit., p. 23.

Segnatamente il provvedimento di sospensiva venne adottato dalla Corte

374

Suprema federale con una maggioranza ristretta di 5 voti a favore, e 4 contrari.

Ibidem.

Tale constatazione riposa su un dato empirico (ampiamente comprovato) per cui la Corte Suprema ha sempre manifestato un atteggiamento piuttosto refrattario nel concedere un provvedimento di stay, anche qualora si trattasse di rivalutare

un caso inerente la condanna alla pena capitale 376. In

particolare, secondo l’opinione concorrente formulata dal giudice Scalia 377, la ratio del provvedimento di stay risiedeva nella constatazione secondo cui (data la delicatezza del contesto politico-istituzionale) “procedere alla riconta dei voti prima di aver deciso quali voti debbano essere ricontati costituiva un irreparabile danno sia al ricorrente Bush, sia all’intero Paese, in quanto gettava un’ombra sulla legittimità dell’elezione prima che si fosse effettivamente potuto stabilire se l’elezione era o meno legittima” . 378

Mentre nella dissenting opinion, i giudici di minoranza si esprimono in altri termini. Essi sostenevano che la difesa del principio costituzionale per cui ogni voto valido deve essere contato, costituiva una violazione delle tre regole d'oro del controllo giudiziario, ossia: rispettare l'opinione delle corti

Si pensi al caso Hamilton (Hamilton v. Texas, 497 U.S. 1016; 1990) in cui la

376

Corte Suprema accettò di riesaminare la vicenda, tuttavia senza concedere un provvedimento di stay. In tal caso l’esecuzione del soggetto, ormai condannato alla pena capitale dal giudice inferiore), anticipò la pronuncia stessa della Corte, la quale si limitò ad osservare la tardività e l’inutilità della pronuncia. Altro caso è quello sancito dalla sentenza Watson v. Butler (Cfr. Watson v. Butler, 483 U.S. 1037; 1987), in tal caso trattandosi di una vicenda connessa ad un altro caso (segnatamente il caso Lowenfield) la Corte decise di sospendere il caso in esame, ma non concesse lo stay. Anche in questo caso l’imputato venne giustiziato, prima che i giudici potessero esprimersi nel merito della questione.

Bush v. Gore, order on application for stay, 531 U.S. 1046 (2000).

377

F. G. Pizzetti, op. cit., p. 23.

supreme dei singoli stati; esercitare la giurisdizione con particolare cautela quando un altro ramo del Governo Federale ha la maggior parte di responsabilità nel risolvere la questione; e non trarre conclusioni perentorie in base alla legge costituzionale prima di un'attenta considerazione del problema.