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Né l'esperienza del sistema monetario delle Filippine suffraga il pro- pro-getto, perchè l'analogia non è così stretta col disegno del Fisher, come

questi pensa e perchè per qnanto può rassomigliarvisi, anzi attesta la

inefficacia ai fini proposti della determinazione « dell'unità virtuale »

monetaria. Alle Filippine si è voluto instaurare un regime monetario

aureo senza circolazione aurea: solo moneta argeutea circola, ma il

Governo cambia la moneta argentea non in oro, sibbene in tratte

pa-gabili in oro a New York. L'ufficio delle Filippine dà pesos d'argento

per le cambiali ivi pagabili e cambiali pagabili in oro a New York in

cambio di pesos d'argento ; quello di New York viceversa paga in oro

le cambiali su New York e con cambiali sulle Filippine l'oro a

deter-minato rapporto. In questa guisa si ritiene di regolare la circolazione

argentea in modo clic il valore suo non possa divergere dalla pari col-l'oro in misura maggiore del premio ordinario nello scambio fra paesi con circolazione aurea. Invero quando il corso dei cambi raggiunge un certo punto sopra la pari la circolazione si restringe vendendo tratte sopra New York e non rimettendo in circolazione l'argento ottenuto, mentre nel caso opposto si rimette l'argento in circolazione, anche comprando tratte ed eventualmente ampliando le coniazioni. L'argento-moneta è stato sopravalutato, il peso è stato ridotto da 374 grammi a 247 per prevenirne la scomparsa, cosi può anche, occorrendo espan-dersi la circolazione senza timori, mentre-la riduzione del contenuto metallico della moneta ha fornito i mezzi per mantenere la riserva aurea e le altre spese inerenti al sistema (1).

Non mi sembra che alle Filippine il modulo del valore possa dirsi l'oro, ma invece di fatto il sistema si risolve in un monometallismo argenteo. Il prezzo delle cambiali d'oro pagabili su New York dipende e dalle spese di trasporto del metallo e dal tempo occorrente per il trasporto stesso e se il cambio si determina arbitrariamente si altera il normale rapporto delle esportazioni e delle importazioni. Potrà colla stessa limitazione della moneta argentea mantenersi in qualche misura una sopra valutazione di essa, come avviene per la moneta divisionaria, ma gli scambi interni hanno l'argento per modulo del valore (2).

Inoltre, anche sorpassando a tutte le accennate difficoltà e suppo-nendo che potesse sopravalutarsi l'unità aurea si incorrerebbe nell'in-conveniente di sopravalutarla in un periodo successivo a quello in cui si sarebbe manifestata la diminuzione di valore della moneta. Per es., ogni trimestre si procederebbe alla determinazione delle variazioni di valore, in base a numeri-indici, che necessariamente si riferiscono ad un periodo giìi trascorso. Quindi quando si decreta l'incremento artifi-ciale di valore dei pezzi monetari, la diminuzione si è già verificata ed all'aumento di prezzi non si è portato rimedio alcuno, mentre nel momento in cui si attua la sopravalutazione della moneta, potrebbe anche manifestarsi un altro movimento di prezzi pure in senso diffe-rente ed allora il provvedimento avrebbe l'effetto, anziehò di eliminare, di accrescere le oscillazioni di valore. Insomma poiché dai numeri-indici deve desumersi la variazione di valore, la cognizione di essa si avrà relativamente tardi e quindi l'alterazione dell'unità virtuale mone-taria si verificherà dopo che l'aumento di prezzi sarà alterato ed in

( 1 ) J . F I S H E R , The purchasing power, ecc., op. cit., pag. 337 e segg.

( 2 ) Cfr. le obbiezioni mosse ad analogo disegno del L I N O S A Y , per l'India dal

L O R I A : Il valore della moneta, Torino, 1 9 0 1 , pag. 1 1 2 .

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momento, in cui la misura ed il senso della variazione potranno essere ben diversi.

Ma un'altra obbiezione si affaccia a chi consideri attentamente il disegno del Fisher. I numeri-indici con maggiore o minore esat-tezza, ci possono denotare le variazioni del livello dei prezzi di alcuni prodotti, o la inedia variazione che in dato periodo è interve-nuta nel prezzo di tali ricchezze ritenute rappresentative e tipiche. Non ci consentono però i numeri-indici di rilevare se e per quanta parte la variazione dei prezzi sia dovuta a cagioni monetarie e se e per quanta parte a cagioni industriali, inerenti ai prodotti stessi. Al più i numeri-indici ci dònno indicazione del medio movimento dei prezzi, ma non può ritenersi che le oscillazioni di prezzo si compensino, quasi potessero considerarsi come errori accidentali positivi e negativi, le variazioni che sono correlative ai prodotti, anche poiché tutte pos-sonsi verificare nel medesimo senso e poiché d'altro canto le variazioni inerenti a cagioni monetarie esercitano sui vari prodotti influenza non simultanea e non esattamente proporzionale. Or dunque il sistema del Fisher nell'ipotesi di riuscita, avrebbe per conseguenza non solo l'eli-minazione delle variazioni di valore inerenti a cagioni monetarie, ma pure di quelle generali inerenti ai prodotti, e quindi la modificazione di qualunque speciale variazione di prezzo (1).

Il togliere le variazioni di prezzo sarebbe sopprimere uno dei mezzi più poderosi di restaurazione dell'equilibrio," uno dei mobili più effi-caci della vita economica medesima. È il rialzo di prezzo di dati pro-dotti che richiama forze produttive a quel dato ramo, è la diminuzione che distoglie da altri i produttori, ed è col movimento dei prezzi od in armonia anche ad esso, che le trasformazioni dei capitali e di altri fattori si adempiono. È vero che col disegno del Fisher le variazioni generali verrebbero eliminate, ma non completamente soppresse le va-riazioni parziali di prezzo, né mutati i valori relativi dei prodotti. Suppongasi che il prodotto A crescesse da 100 a 150, il prodotto B diminuisse da 100 ad 80: il numero-indice denoterebbe un incremento di prezzi come da 200 a 230, come cioè da 100 a 115. Bisogne-rebbe correlativamente aumentare il valore della moneta accrescendo la potenza d'acquisto d'ogni singolo pezzo in ragione del 15 % • E d

allora di fatto l'incremento di prezzo del prodotto A si ridurrebbe e si accrescerebbe la diminuzione di prezzo del prodotto B ed è come se prò parte questo incremento e questa riduzione rispetto al valore

(1) Cfr. i miei Problemi speciali di valore di scambio, Napoli, 1910, pag. 55 e seguenti.

della moneta fossero tolte, quantunque il rapporto di permutabilità dei prodotti sarebbe uguale a quello anteriore alla modificazione introdotta nel valore della moneta. Quindi un vantaggio specifico ed ingiustificato deriverebbe al produttore di metalli preziosi, che provocherebbe anche l'aumento della quantità di moneta sopravalutata.

Dunque le difficoltà di attuazione del disegno del Fisher appaiono insormontabili e noi crediamo che siano correlative all'ordine stesso dei fenomeni, riposino in re ipsa e che unicamente in via indiretta possano attenuarsi le variazioni inerenti alla misura del valore.

AUGUSTO G R A Z I A S I .