di Q : Q(√
2), Q(i) e Q(i√ 2).
j) Dimostrare che esiste un solo Q-automorfismo, l’identit`a, di Q(√3 2).
Si considerino in Q[X] i polinomi
f (X) = (x2− 2)(X2+ 1) g(X) = x3− 2 h(X) = x4− 2 k) Dimostrare che esistono quattro Q-automorfismi di ∆f.
l) Dimostrare che esistono sei Q-automorfismi di ∆g. m) Dimostrare che esistono otto Q-automorfismi di ∆h.
3.7 Estensioni normali
Nelle applicazioni della teoria delle estensioni dei campi alla teoria delle equazioni alge-briche hanno particolare rilievo le estensioni normali di un campo k, cio`e quelle che, se contengono una radice di un polinomio irriducibile f (X) ∈ k[X], le contengono tutte.
Nel caso di estensioni algebriche finite, le estensioni normali sono esattamente i campi di scomposizione dei polinomi.
Definizione 3.7.1 Una estensione algebrica K di k si dice normale su k se ogni poli-nomio irriducibile di k[X] avente una radice in K si scompone in K[X] in fattori lineari.
Esempi 3.7.2 a) Una chiusura algebrica di k `e sempre una estensione normale di k.
b) K = Q(√3
2) non `e una estensione normale di Q; infatti il polinomio irriducibile X3− 2 ha in K la radice √3
2 ma non le altre due.
c) Se [K : k] = 2, K `e una estensione normale di k; infatti, se il polinomio irriducibile f ∈ k[X] ha una radice x in K, ha necessariamente grado ≤ 2 e si scompone in K[X] nel prodotto di X − x e di un altro polinomio di grado ≤ 1, quindi ha in K tutte le sue radici.
d) K = Q(√4
2) `e una estensione normale di Q(√
2) e Q(√
2) `e una estensione normale di Q, perch´e sono entrambe estensioni di grado 2; ma K non `e una estensione normale di Q, perch´e contiene le due radici ±√4
2 del polinomio irriducible X4− 2 ma non le altre due ±i√4
2.
Proposizione 3.7.3 Siano k, K e L tre campi tali che k ⊆ K ⊆ L. Se L `e normale su k lo `e anche su K.
Dimostrazione Sia g(X) ∈ K[X] un polinomio irriducibile avente una radice x in L e sia fx,k il polinomio minimo di x su k; allora fx,k = gh, con h ∈ K[X] (Osserv. 3.2.17), e poich´e f si scompone in L[X] in fattori lineari, ci`o avviene anche per g, quindi L `e una
estensione normale di K.
Teorema 3.7.4 Una estensione algebrica finita K di k `e normale se e solo se `e il campo di scomposizione di un polinomio f ∈ k[X].
Dimostrazione Supponiamo che K sia normale su k.
Sia x11 ∈ K \ k e sia f1 il suo polinomio minimo su k. Essendo K normale su k, f1 si scompone in K[X] nel prodotto (X − x11) . . . (X − x1n1).
Se K = k(x11, . . . , x1n1), il teorema `e vero. Nel caso contrario, sia x21∈ K \ k(x11, . . . , x1n1).
Se f2 `e il polinomio minimo di x21 su k, in K[X] si ha una scomposizione del tipo f2 = (X − x21) . . . (X − x2n2).
Se K = k(x11, . . . , x2n2), K `e il campo di scomposizione del polinomio f1f2; altrimenti si continua scegliendo un elemento x31∈ K \ k(x11, . . . , x2n2), e cos`ı via.
Poich´e K `e una estensione finita di k, il procedimento ha termine dopo un numero finito di passi, cio`e K `e il campo di scomposizione di un polinomio f = f1. . . fs.
Viceversa, supponiamo che K sia il campo di scomposizione di un polinomio f ∈ k[X];
siano ¯k una chiusura algebrica di k, g ∈ k[X] un polinomio irriducibile, x1, . . . , xs un insieme completo di radici di g e supponiamo che, per esempio, x = x1∈ K.
Allora per ogni i = 2, . . . , s l’automorfismo identico di k si estende a un isomorfismo µ : k(x) → k(xi) tale che µ(x) = xi.
Poich´e K `e campo di scomposizione di f su k(x) e K(xi) `e campo di scomposizione di f su k(xi), µ si estende a un k-isomorfismo τ : K → K(xi). Ne segue che [K : k] = [K(xi) : k]
e quindi che K = K(xi), cio`e che xi∈ K.
Corollario 3.7.5 Se k ha caratteristica 0, una estensione algebrica finita K di k `e nor-male se e solo se `e il campo di scomposizione di un polinomio f ∈ k[X] a radici semplici.
Dimostrazione Siano ϑ ∈ K un elemento tale che K = k(ϑ) (Teor. 3.4.7) ed f il polinomio minimo di ϑ su k. Allora f `e irriducibile e quindi ha radici semplici.
Se K `e normale su k, le radici di f (in una chiusura algebrica di k contenente K) sono tutte in K e quindi ∆f ⊆ K; del resto ϑ ∈ ∆f e quindi K = k(ϑ) ⊆ ∆f.
Il viceversa segue dal Teor. 3.7.4.
Corollario 3.7.6 Se K `e una estensione normale finita di k ed x, y ∈ K sono coniugati su k, esiste un k-automorfismo µ di K tale che µ(x) = y.
Dimostrazione L’automorfismo identico di k si estende a un k-isomorfismo σ : k(x) → k(y) tale che σ(x) = y. Per il Teor. 3.7.4, K `e il campo delle radici di un polinomio f ∈ k[X];
ma K `e anche campo delle radici di f su k(x) e su k(y), e quindi σ si estende ad un
k-automorfismo di K, per il Teor. 3.6.5.
Corollario 3.7.7 Siano ∆f il campo di scomposizione di un polinomio f ∈ k[X] a radici semplici e G il gruppo dei k-automorfismi di ∆f. Allora
{x ∈ ∆f | σ(x) = x, ∀σ ∈ G} = k
Dimostrazione L’insieme F = {x ∈ ∆f | σ(x) = x, ∀σ ∈ G} `e un campo tale che k ⊆ F ⊆ ∆f e l’insieme degli F -automorfismi di ∆f coincide con l’insieme dei k-automor-fismi di ∆f.
3.7. ESTENSIONI NORMALI 87
∆f, del resto, `e campo di scomposizione del polinomio a radici semplici f sia su k che su F , quindi [∆f : F ] = [∆f : k], perch´e questi due numeri sono entrambi uguali all’ordine di
G (Coroll. 3.6.7) e allora F = k.
Concludiamo il paragrafo con alcune interessanti osservazioni riguardanti le funzioni sim-metriche.
Definizione 3.7.8 Un polinomio f (X1, . . . , Xn) ∈ k[X1, . . . , Xn] si dice simmetrico se
`
e invariante rispetto alle permutazioni delle indeterminate X1, . . . , Xn.
Analogamente, una funzione razionale f (X1, . . . , Xn) ∈ k(X1, . . . , Xn) si dice simmet-rica se `e invariante rispetto alle permutazioni delle indeterminate X1, . . . , Xn.
Osservazione 3.7.9 Gli esempi pi`u semplici di polinomi simmetrici non costanti sono le somme sk di tutti i prodotti di k elementi distinti dell’insieme {X1, . . . , Xn}
s1 = X1+ · · · + Xn
s2 = X1X2+ · · · + Xn−1Xn
. . . . sn = X1· X2· · · Xn
Essi si dicono polinomi simmetrici elementari di X1, . . . , Xn.
Se ∆ ⊇ k `e un campo delle radici di f (X) = a0+ a1X + · · · + anXn e se s1, . . . , sn∈ ∆ sono le funzioni simmetriche elementari delle radici x1, . . . , xn di f , si ha, in ∆[X],
f (X) = an
n
Y
i=1
(X − xi) = anXn− ans1Xn−1+ ans2Xn−2+ · · · + (−1)nansn Fra i coefficienti di f e le funzioni simmetriche elementari delle sue radici si hanno perci`o i seguenti legami (formule di Vi`ete) :
ans1 = −an−1, . . . , ansn= (−1)na0
Poich´e ogni si `e un polinomio omogeneo di grado i, si ha, per ogni i = 1, . . . , n, si(anx1, . . . , anxn) = ainsi(x1, . . . , xn) ∈ k
E interessante osservare che ogni polinomio simmetrico pu`` o essere espresso come polinomio nei polinomi simmetrici elementari.
Facciamo qualche esempio e quindi, prima di dimostrare il teorema, introduciamo l’utile concetto di grado lessicografico di un polinomio f ∈ k(X1, . . . , Xn). Tale grado `e la n-upla degli esponenti delle variabili del monomio massimo nell’ordinamento lessicografico di Nn. Esempi 3.7.10
a) X12+ X22= (X1+ X2)2− 2X1X2 = s21− 2s2
b) X12X2X3+ X1X22X3+ X1X2X32 = X1X2X3(X1+ X2+ X3) = s1s3
c) X12X22+X12X32+X22X32 = (X1X2+X1X3+X2X3)2−2(X12X2X3+X1X22X3+X1X2X32) =
= s22− 2s1s3
Osservazione 3.7.11 Ogni polinomio f ∈ k[X1, . . . , Xn] pu`o essere scritto nella forma X
(r1,...,rn)∈Nn
a(r1,...,rn)X1r1. . . Xnrn
dove i coefficienti a(r1,...,rn)∈ Nn sono tutti nulli tranne, al pi`u, un numero finito.
Se consideriamo in Nn l’ordinamento lessicografico
(r1, . . . , rn) < (s1, . . . , sn) ⇔ esiste j ∈ {1, . . . , n} con rj < sj e ri = si per ogni i < j e ordiniamo con esso i termini X1r1· · · Xnrn di un polinomio f , possiamo definire il grado lessicografico di f come la n-pla massima (t1, . . . , tn) relativa a monomi di f .
Ad esempio
- il polinomio X12X2X37+ X325 ha grado lessicografico (2, 1, 7)
- il polinomio simmetrico X1+ X2+ X3+ X12X2X3+ X1X22X3+ X1X2X32 ha grado lessicografico (2, 1, 1)
e cos`ı via.
Teorema 3.7.12 Siano k un campo, X1, . . . , Xnindeterminate su k, s1, . . . , sni polinomi simmetrici elementari in X1, . . . , Xn. Allora
a) Se f ∈ k(X1, . . . , Xn) `e una funzione razionale simmetrica, f ∈ k(s1, . . . , sn) b) Se f ∈ k[X1, . . . , Xn] `e un polinomio simmetrico, f ∈ k[s1, . . . , sn]
Dimostrazione
a) Se f (X) =Qni=1(X − Xi) = Xn− s1Xn−1+ · · · + (−1)nsn, si ha ∆f = k(X1, . . . , Xn)
`e un campo delle radici di f su k, ed f `e un polinomio a radici semplici.
Ora, ogni k-automorfismo σ di ∆f permuta fra loro le radici X1, . . . , Xndi f , quindi σ(f ) = f , perch´e f `e un polinomio simmetrico. E allora
f ∈ {x ∈ ∆f | σ(x) = x per ogni k-automorfismo σ di ∆f} e l’ultimo insieme coincide con K per il Coroll. 3.7.7.
b) Siano f ∈ k[X1, . . . , Xn] un polinomio simmetrico ed r = (r1, . . . , rn) il suo grado lessicografico.
Per la simmetria, si ha allora r1 ≥ · · · ≥ rn.
Il polinomio nelle funzioni simmetriche elementari s1, . . . , sn f1= a(r1,...,rn)sr11−r2sr22−r3· · · srnn ∈ k[s1, . . . , sn]
ha lo stesso termine di grado lessicografico massimo di f e quindi f − f1 ha grado lessicografico strettamente inferiore a quello di f .
Possiamo allora iterare il procedimento e determinare polinomi f2, f3, · · · ∈ k[s1, . . . , sn].
E poich´e la successione dei gradi lessicografici di f, f −f1, f −f1−f2, ... `e strettamente decrescente, il procedimento termina con il polinomio nullo, e ci`o prova il teorema.