2 +√
3 ∈ R `e algebrico su Q, essendo radice del polinomio X4−10X2+ 1 (es. 3.1.2 e)); poich´e tale polinomio `e irriducibile, come si verifica facilmente, esso
`e il suo polinomio minimo.
Esercizi 3.1.13 a) Determinare il grado su Q dei numeri complessi i +√ 2, i√3
2, i(√
2 +√ 3).
b) Determinare un numero complesso non reale avente grado 3 su Q.
c) Dimostrare che Q(√3
2) = Q(√3 4).
d) Sia x ∈ K un elemento algebrico di grado 3 su k ⊆ K. Dimostrare che k(x) = k(x2).
e) Dimostrare che non tutte le radici complesse del polinomio X6− 1 hanno lo stesso grado su Q.
f ) Provare che Q(√
2 + i) = Q(√ 2, i).
g) Provare che Qq23= Q(√ 6).
h) Dimostrare che per ogni q ∈ Q+ esiste n ∈ N con Q(√
q) = Q(√ n).
i) Dimostrare che per ogni q ∈ Q+ e ogni m ≥ 1 esiste n ∈ N con Q(m√
q) = Q(m√ n).
3.2 Generalit` a sulle estensioni algebriche
Molte delle considerazioni riguardanti una estensione algebrica k ⊆ K possono essere ricavate semplicamente considerando in K la struttura di spazio vettoriale su k. Fra queste, quelle tese a dimostrare che gli elementi di K che sono algebrici su k costituiscono un campo o quelle che dimostrano che aggiungendo a un campo elementi algebrici si ottengono estensioni algebriche.
Proposizione 3.2.1 Se x ∈ K `e un elemento algebrico di grado n su k, gli elementi 1, x, . . . , xn−1 costituiscono una base del k-spazio vettoriale k[x].
In particolare, k[x] = k(x) `e un k-spazio vettoriale di dimensione n.
Dimostrazione Se fx= a0+ a1X + · · · + Xn`e il polinomio minimo di x su k si ha xn= −a0− a1x − · · · − an−1xn−1
il che permette di esprimere tutte le potenze di x di grado ≥ n come combinazione lineare degli elementi {1, x, . . . , xn−1}, che quindi generano l’intero k[x].
Se poi esistesse una combinazione lineare nulla del tipo b0+ b1x + · · · + bn−1xn−1= 0, con i coefficienti non tutti nulli, n non sarebbe il grado minimo dei polinomi che si annullano in x; quindi 1, x, . . . , xn−1 sono anche indipendenti.
Esempi 3.2.2 a) Q(√
2) `e un Q-spazio vettoriale di dimensione 2; una base `e S = {1,√
2}.
b) Se p ∈ N `e un numero primo, Q(√n
p) `e un Q-spazio vettoriale di dimensione n;
infatti il polinomio minimo di Q(√n
p) su Q `e Xn− p (Teor. 2.6.7); una base Q(√n p) su Q `e S = {1,√n
p,pnp2, . . . ,pnpn−1}.
Definizione 3.2.3 Se K `e una estensione di k, la dimensione di K come k-spazio vet-toriale si indica con [K : k]; se [K : k] = ∞ si dice che l’estensione `e infinita; nel caso contrario diciamo che l’estensione `e una estensione finita.
Se x ∈ K `e un elemento algebrico su k ⊆ K, si ha [k(x) : k] = δk(x) (Prop. 3.2.1).
Per questa ragione, se K `e una estensione finita di k, il numero [K : k] si dice il grado dell’estensione.
Proposizione 3.2.4 Ogni estensione finita `e algebrica.
Dimostrazione Se K contenesse un elemento x trascendente su k, gli elementi 1, x, . . . , xn, . . . sarebbero linearmente indipendenti su k, perch´e da una relazione di dipendenza lineare, a0+ a1x + · · · + anxn= 0 con gli ai ∈ k non tutti nulli, si dedurrebbe che x `e radice del polinomio non nullo a0+ a1X + · · · + anXn∈ k[X] e quindi x `e algebrico su k. Osservazione 3.2.5 Una estensione finitamente generata pu`o non essere algebrica e quindi nemmeno finita.
Basta considerare l’esempio K = k(X), con X indeterminata su k; K `e allora una esten-sione semplice e quindi finitamente generata di k, ma l’elemento X non `e algebrico (e gli elementi 1, X, X2, . . . sono linearmente indipendenti) su k.
Proposizione 3.2.6 Siano k, K e L tre campi tali che k ⊆ K ⊆ L.
Se {xi}i∈I `e una base di K su k ed {yj}j∈J `e una base di L su K, allora {xiyj}(i,j)∈I×J `e una base di L su k.
Dimostrazione Se z ∈ L, possiamo scrivere z = Pj∈J ajyj e, per ciascun j ∈ J , aj = Pi∈I bijxi; quindi z = Pj∈JPi∈I bijxiyj e ci`o prova che gli elementi xiyj gen-erano L su k.
Inoltre, da una relazione del tipo X
j∈J
X
i∈I
bijxiyj = 0
con i bij ∈ k tutti nulli, tranne un numero finito, per l’indipendenza lineare degli elementi yj su K, si deducono le relazioni
X
i∈I
bijxi = 0
e dall’indipendenza lineare degli elementi xi su k si deduce che tutti i bij sono nulli. Corollario 3.2.7 Se K `e una estensione finita di k ed L `e una estensione finita di K, allora L `e una estensione finita di k e si ha
[L : k] = [L : K][K : k]
3.2. GENERALIT `A SULLE ESTENSIONI ALGEBRICHE 69 Corollario 3.2.8 Siano k ⊆ K una estensione di campi ed x1, . . . , xn∈ K tali che x1 `e algebrico di grado r1 su k, x2 `e algebrico di grado r2 su k(x1), . . . , xn `e algebrico di grado rn su k(x1, . . . , xn−1). Allora k(x1, . . . , xn) `e un’estensione finita, e quindi algebrica, di grado r1r2. . . rn, di k.
In particolare, se x1, . . . , xn sono algebrici su k, l’estensione k(x1, . . . , xn) di k `e algebrica.
Dimostrazione Se x1 ha grado r1 su k, x2 ha grado r2 su k(x1), . . . , xn ha grado rn su k(x1, . . . , xn−1), si ha [k(x1, . . . , xn) : k] = r1r2. . . rn e quindi l’estensione
k ⊆ k(x1, . . . , xn) `e finita.
Proposizione 3.2.9 a) Ogni estensione finita `e finitamente generata.
b) Ogni estensione algebrica finitamente generata `e finita.
Dimostrazione Se k 6= K, consideriamo x1 ∈ K \ k; allora [k(x1) : k] ≥ 2.
Se k(x1) 6= K, consideriamo x2∈ K \ k(x1); allora
[k(x1, x2) : k] = [k(x1, x2) : k(x1)][k(x1) : k] ≥ 4 Se k(x1, x2) 6= K, consideriamo x3 ∈ K \ k(x1, x2) ...
Poich´e K `e una estensione finita di k, il procedimento ha necessariamente termine dopo un numero finito di passi, e quindi K `e finitamente generato su k.
La seconda affermazione `e una conseguenza immediata del corollario 3.2.8. Proposizione 3.2.10 Siano K `e una estensione di k ed L `e una estensione di K.
a) Se le estensioni k ⊆ K e K ⊆ L sono finitamente generate, anche l’estensione k ⊆ L
`e finitamente generata.
b) Se le estensioni k ⊆ K e K ⊆ L sono finite, anche l’estensione k ⊆ L `e finita.
c) Se le estensioni k ⊆ K e K ⊆ L sono algebriche, anche l’estensione k ⊆ L `e algebrica.
d) Se l’estensione k ⊆ L `e finita, le estensioni k ⊆ K e K ⊆ L sono finite.
e) Se l’estensione k ⊆ L `e algebrica, le estensioni k ⊆ K e K ⊆ L sono algebriche.
Dimostrazione
a) Se K = k(x1, . . . , xn) ed L = K(y1, . . . , ym), si ha chiaramente L = k(x1, . . . , xn, y1, . . . , ym) b) Segue dal Coroll. 3.2.7.
c) Se x ∈ L ed fx,K = a0+ a1X + · · · + Xn `e il polinomio minimo di x su K, allora x ∈ k(a0, . . . , an−1, x) e la conclusione segue dal Coroll. 3.2.8.
d) K non pu`o contenere infiniti elementi linearmente indipendenti su k, perch´e questi sarebbero anche elementi di L linearmente indipendenti su k; e se esistessero in L infiniti elementi linearmente indipendenti su K essi sarebbero anche indipendenti su k, e anche questo `e impossibile.
e) Se ogni elemento di L `e radice di un polinomio a coefficienti in k, `e ovvio che lo sia anche ogni elemento di K, ed `e anche ovvio che ogni elemento di L sia radice di un polinomio a coefficienti in K.
Proposizione 3.2.11 Se K `e una estensione di k, l’insieme degli elementi di K che sono algebrici su k `e un campo.
Dimostrazione Se x, y ∈ K sono algebrici su k, k(x, y) `e una estensione algebrica di k ed x ± y, xy ∈ k(x, y), e se y 6= 0 anche xy−1 ∈ k(x, y). Osservazione 3.2.12 Si osservi che la dimostrazione precedente non `e costruttiva, cio`e non insegna a determinare, a partire dai polinomi minimi di x ed y, polinomi di cui siano radici x + y, x − y, xy, xy−1; Questa determinazione `e, in generale, tutt’altro che facile.
Ma la Prop. 3.2.11 consente di concludere che certi numeri sono algebrici anche senza determinare esplicitamente polinomi di cui siano radici, semplicemente perch´e essi sono ottenuti da numeri algebrici mediante le quattro operazioni ed estrazioni di radici.
Ad esempio, sono certamente algebrici i numeri
√3
2 +√5 3
√7
2(i + 1) i√4
3
√3
15(√6 2 − i√
7) ...
Definizione 3.2.13 Il campo dei numeri complessi che sono algebrici su Q si dice campo dei numeri algebrici.
Osservazione 3.2.14 Il campo dei numeri algebrici coincide con l’insieme delle radici di polinomi a coefficienti interi (Osserv. 3.1.3) e costituisce un esempio di estensione algebrica non finita (e quindi non finitamente generata).
Infatti, per ogni n ∈ N∗, il polinomio Xn− 2 `e irriducibile (Prop. 2.6.7), quindi per ogni n ∈ N∗ esistono numeri algebrici di grado n.
Osservazione 3.2.15 Segue dal Coroll. 3.2.7 che se k ⊆ K `e una estensione algebrica di grado n il grado di ogni elemento x ∈ K su k `e un divisore di n.
Infatti, se x ∈ K, si ha k ⊆ k(x) ⊆ K e quindi
n = [K : k] = [K : k(x)][k(x) : k]
In particolare, se [K : k] `e primo, l’estensione k ⊆ K `e semplice, generata da un qualsiasi elemento x ∈ K \ k.
Esempi 3.2.16 a) √
2 ∈ Q(√4
2), perch´e √
2 = (√4
2)2 e si ha [Q(√4
2) : Q] = 4 e δQ(√
2) = 2.
3.2. GENERALIT `A SULLE ESTENSIONI ALGEBRICHE 71 b) In Q(√
2, i) non esistono elementi di grado 3 su Q.
c) Se p e q sono due numeri primi, ogni elemento di Q(√p
q) ha grado p o ha grado 1, cio`e appartiene a Q. Infatti il polinomio minimo di √p
q su Q `e Xp− q (Prop. 2.6.7).
Osservazione 3.2.17 Siano k, K ed L tre campi tali che k ⊆ K ⊆ L e sia x ∈ L un elemento algebrico su k. Allora x `e algebrico anche su K e si possono considerare i polinomi minimi di x fx,k ed fx,K. Ebbene, in K[X] fx,K `e un divisore di fx,k.
Infatti, fx,k `e un polinomio di K[X] avente x come radice, e quindi appartiene all’ideale di K[X] costituito da tutti i polinomi di K[X] che si annullano in x, e questo ideale `e principale e generato da fx,K.
Esempio 3.2.18 Il polinomio minimo di √4
2 su Q `e X4− 2; il polinomio minimo dello
Osservazione 3.2.19 Si considerino le estensioni finite k ⊆ K e K ⊆ L. Allora a) se L ha lo stesso grado su k e su K, si ha k = K;
b) se L e K hanno lo stesso grado su k, si ha K = L;
In particolare, se esiste in L un elemento x tale che k ⊆ K ⊆ k(x) algebrico dello stesso grado su k e su K, allora K = k.
Esercizi 3.2.20 a) `E vero che il numero reale √7 9 + 17√
9 `e algebrico su Q ? Pu`o avere grado 50 ?
b) Mostrare con esempi che la somma di due elementi algebrici di grado n pu`o avere grado minore, uguale o maggiore di n.
c) Dimostrare che se k ⊆ K `e una estensione algebrica ed A `e un anello tale che k ⊆ A ⊆ K allora A `e un campo. radici in C, i campi Q(αi) siano tutti isomorfi fra loro e un polinomio per cui ci`o non accada.
j) Dimostrare che ogni campo finito di caratteristica p ha pn elementi, per qualche n ∈ N∗.
k) Determinare due campi K e K0 tali che C ⊂ K ⊂ K0.
l) `E vero che se K e L sono due estensioni di k tali che [K : k] = 2 e [L : k] = 4 si ha necessariamente K ⊂ L ?
m) Determinare tre estensioni distinte di Q nessuna delle quali sia contenuta nell’altra.
n) Determinare in Q(√6
2, i) elementi il cui grado su Q sia 2, 3, 4, 6.
o) Dimostrare che non esistono campi propriamente compresi fra Q e Q(√5
2), fra Q(√ 2) e Q(√4
2), fra Q(√3
2) e Q(15√ 2).
p) Determinare, se esiste, un elemento α che Q(√4
2) ∩ Q(√6
2) = Q(α).
q) Dimostrare che Q(√4
2) ∩ Q(√9
2) = Q.
r) `E vero che Q(√
2) ∩ Q(√
3) = Q ?
s) Siano K e K0 due estensioni di k tali che [K : k] e [K0 : k] siano primi fra loro.
Dimostrare che K ∩ K0= k.
t) Sia K una estensione semplice del campo k. Dimostrare che l’estensione `e algebrica se e solo se fra k e K ci sono solo un numero finito di campi.
u) Sia K una estensione algebrica finitamente generata del campo k. Dimostrare che fra k e K ci sono solo un numero finito di campi.
v) Siano X ed Y due indeterminate sul campo k. Dimostrare che k(X, Y ) non `e un’estensione semplice di k.
w) Dimostrare che fra un qualsiasi campo k e una sua qualsiasi estensione trascendente esistono sempre infiniti campi distinti.
x) Determinare tutti gli elementi di Q(√ 2,√
3) aventi grado 2 su Q.
y) Dimostrare che il polinomio X30− 2 ∈ Q[X] non ha radici in Q(36√ 2, i).
z) Siano K una estensione algebrica di k, α, β ∈ K due elementi aventi rispettivamente grado n e grado m. Dimostrare che [k(α, β) : k] `e un multiplo del minimo comune multiplo fra n ed m e pu`o non coincidere con esso.