• Non ci sono risultati.

Definizione 2.2.1 Un elemento d di un dominio D si dice massimo comun divisore (abbreviato M CD) di due elementi x, y ∈ D se

a) d `e divisore di x e y,

b) ogni divisore di x e y `e divisore di d.

Osservazione 2.2.2 Segue dalla definizione che il M CD di due elementi x e y, se esiste,

`

e determinato a meno di fattori invertibili, quindi in generale non `e unico; anzi, se d `e M CD di x e y, ogni generatore dell’ideale (d) `e M CD di x e y. Non sarebbe quindi corretto dire che d `e “il” massimo comun divisore di x e y, a meno che non si stabiliscano criteri univoci di scelta di un preciso generatore dell’ideale (d).

Ci`o `e possibile in due casi importanti :

a) in Z, perch´e due diversi massimi comun divisori di una stessa coppia di numeri sono due numeri opposti e quindi basta convenire di scegliere sempre quello positivo;

b) negli anelli di polinomi k[X1, . . . , Xn], perch´e fra i massimi comun divisori di una coppia di elementi ce n’`e solo uno monico e basta convenire di considerare sempre quest’ultimo.

Useremo comunque la notazione d = M CD{x, y} per indicare che d `e un massimo comun divisore per la coppia x, y, ricordando per`o che le uguaglianze al riguardo sono valide solo a meno di un fattore invertibile.

Definizione 2.2.3 Un elemento m di un dominio D si dice minimo comune multiplo (abbreviato M CM ) di due elementi x, y ∈ D se

a) m `e multiplo di x e y,

b) ogni multiplo di x e y `e multiplo di m.

Osservazione 2.2.4 Anche per il M CM di due elementi valgono le considerazioni fatte nell’osserv. 2.2.2 e scriveremo m = M CM {x, y} per indicare che m `e un minimo comune multiplo per la coppia x, y.

Osservazione 2.2.5 Le definizioni precedenti possono essere estese a n elementi come segue

- un elemento d ∈ D si dice massimo comun divisore degli elementi x1, . . . , xn ∈ D (d = M CD{x1, . . . , xn}), se

a) d `e divisore di ciascun xi,

b) ogni divisore comune a tutti gli xi `e anche divisore di d;

2.2. MASSIMO COMUN DIVISORE E MINIMO COMUNE MULTIPLO 45 - un elemento m ∈ D si dice minimo comune multiplo degli elementi x1, . . . , xn ∈ D

(m = M CM {x1, . . . , xn}), se a) m `e multiplo di ciascun xi,

b) ogni multiplo comune a tutti gli xi `e anche multiplo di m.

Si dimostra allora facilmente per induzione che si ha

M CD{x1, . . . , xn} = M CD{M CD{x1, . . . , xn−1}, xn} M CM {x1, . . . , xn} = M CM {M CM {x1, . . . , xn−1}, xn}

e l’estensione al caso di un numero finito di elementi delle propriet`a del M CD e del M CM che noi dimostreremo per le coppie non offre difficolt`a.

Proposizione 2.2.6 Siano x ed y due elementi del dominio D. Allora a) se (x, y) = (d), si ha d = M CD{x, y};

b) se l’ideale (x, y) `e principale, vale anche il viceversa, cio`e se x ed y hanno massimo comun divisore d, d `e un generatore dell’ideale (x, y);

c) (x) ∩ (y) = (m) se e solo se m = M CM {x, y}.

Dimostrazione Se (x, y) = (d), d `e un divisore di x e y, perch´e x, y ∈ (d); inoltre, se c `e un divisore sia di x sia di y, si ha (d) = (x, y) ⊆ (c), e quindi c `e un divisore di d.

Se poi l’ideale (x, y) `e principale, generato da d0, e d = M CD{x, y}, si ha (d) = (d0).

Infatti si ha chiaramente (d0) = (x, y) ⊆ (d); ma d0`e anch’esso un divisore di x ed y, quindi lo `e di d, cio`e (d) ⊆ (d0).

Proviamo la c). Se (x) ∩ (y) = (m), m `e multiplo sia di x sia di y, e se n `e un altro multiplo di x e di y si ha n ∈ (x) ∩ (y) = (m) e quindi n `e multiplo di m.

Viceversa, se m = M CM {x, y}, `e ovvio che (m) ⊆ (x) ∩ (y) e del resto, se α ∈ (x) ∩ (y), α `e multiplo sia di x sia di y e quindi lo `e di m, quindi α ∈ (m).  Osservazione 2.2.7 a) Segue dalla Prop. 2.2.6 che in un dominio principale ogni

coppia di elementi ammette M CD e M CM .

b) L’implicazione della Prop. 2.2.6 a) non si inverte in generale; ad esempio, se D = k[X, Y ], si ha M CD{X, Y } = 1, ma (X, Y ) 6= (1).

Osservazione 2.2.8 Si consideri il dominio D = {m + in√

3 | m, n ∈ Z}.

In esso non esistono elementi di norme 2, 5, 6, 8, . . . ; inoltre, gli elementi di norma 1, e quindi gli elementi invertibili, sono solo ±1; quindi

- due elementi associati differiscono solo per il segno;

- se di due elementi di uguale norma uno divide l’altro essi sono associati.

Ebbene, in tale dominio a) M CD{2, 1 − i√

3} = 1;

infatti, un divisore comune degli elementi 2 e 1 − i√

3, che hanno entrambi norma 4 e non sono associati, non pu`o avere norma 4, e nemmeno norma 2, perch´e in D non esistono elementi di norma 2; allora ±1 sono gli unici divisori comuni;

b) l’ideale (2, 1 − i√

3) non `e principale;

infatti, se lo fosse, per la Prop. 2.2.6 dovrebbe essere (2, 1 − i√

3) = (1); invece

che non ha soluzioni intere (addizionando membro a membro si troverebbe 1 ∈ 2Z).

c) gli elementi 2 e 1 − i√

3 non hanno M CM (e quindi l’ideale (2) ∩ (1 − i√

3) non `e principale);

infatti, se m = M CM {2, 1 − i√

3}, N (m) deve essere, oltre che multiplo di 4 (e non 4), divisore di 16 = N (2(1 − i√

3)) e non pu`o essere 8 perch´e D non ha elementi di norma 8; poich´e (±1 ± i√

3)2 = 2(−1 ± i√

3), gli unici elementi di norma 16 di D sono ±4 e 2(±1 ± i√

3) e nessuno di essi pu`o essere M CM , perch´e ciascuno di essi, se lo fosse, sarebbe divisore non associato e con la stessa norma di qualcuno degli altri, il che non `e possibile;

d) gli elementi 2(1 + i√

3) e 4 = 2 · 2 = (1 − i√

3)(1 + i√

3) non hanno M CD;

infatti, i due elementi hanno la stessa norma 16 e non sono associati; quindi, se d = M CD{4, 2(1 + i√

3)}, N (d) deve essere un divisore di 16 e - non pu`o essere 1, perch`e 2 `e un divisore comune non invertibile,

- non pu`o essere 2 n´e 8, perch´e in D non esistono elementi con tali norme, - non pu`o essere 4, perch´e gli elementi di norma 4 sono solo ±2 e ±1 ± i√

3 e ciascuno di essi, se lo fosse, sarebbe divisore non associato e con la stessa norma di qualcuno degli altri, il che non `e possibile.

Definizione 2.2.9 Si dice che gli elementi x1, . . . , xnsono primi fra loro o che ciascuno

2.2. MASSIMO COMUN DIVISORE E MINIMO COMUNE MULTIPLO 47 b) Se x `e primo con y, per a) si ha d0= z · M CD{x, y} = z; se poi t divide x e yz, esso

divide xz e yz e quindi divide d0 = z; allora t divide x e z e quindi `e invertibile.

c) Se x `e primo con y, per a) si ha d0= z · M CD{x, y} = z; e allora x, che divide xz e yz, divide d0 = z.

 Osservazione 2.2.11 L’Osserv. 2.2.8 a) e d) mostra che se x e y hanno M CD, xz e yz possono non averlo, mentre la Prop. 2.2.10 a) mostra che se x e y non hanno M CD xz e yz non hanno M CD per ogni z.

Ci`o prova che in quel dominio D esistono infinite coppie prive di M CD.

Proposizione 2.2.12 In un dominio D sono fatti equivalenti a) ogni coppia di elementi ha M CD;

b) ogni coppia di elementi ha M CM .

Dimostrazione Se x, y ∈ D, siano d = M CD{x, y} ed m = xyd; allora, se dz = x e dt = y, da dm = xy si deduce dm = d2zt e quindi m = dzt, il che prova che m `e multiplo sia di x sia di y. Se poi n `e un multiplo di x e di y, n = αx = βy, si ha n = αdz = βdt, quindi αz = βt, cio`e z divide βt e M CD{z, t} = M CD{xd,yd} (Prop. 2.2.10 c) e quindi

M CD{m, n} = M CD{dzt, βdt} = dtM CD{z, d} = dtz = m il che prova che n `e multiplo di m.

Viceversa, se m = M CM {x, y}, sia d = xym; allora, se m = xr = ys, da dm = xy si deduce xdr = xy = ysd e quindi rd = y, sd = x, cio`e d `e un divisore comune a x e y. Se poi c

`

e un divisore di x e y, sia cα = x e cβ = y; allora d = M CD{x, y} = c · M CD{α, β} e

quindi c `e un divisore di d. 

Osservazione 2.2.13 Analizzando la seconda parte della dimostrazione di sopra, si pu`o osservare che `e stato in realt`a dimostrato il seguente fatto pi`u generale:

se x e y ammettono M CM , essi ammettono anche M CD

Il viceversa, senza l’ipotesi che ogni coppia di elementi ammetta M CD (utilizzata per dire che le coppie (βt, βz) ed (m, n) hanno M CD), pu`o non essere vero, come mostrato dall’Osserv. 2.2.8.

Osservazione 2.2.14 Segue dalla Prop. 2.2.6 che in un dominio principale D, se d = M CD{a, b}, d pu`o essere espresso nella forma λa + µb e l’equazione ax + by = c ha soluzioni in D2 se e solo se c `e un multiplo di d.

Questo `e un caso particolare del teorema seguente, che non dimostriamo.

Teorema 2.2.15 Sia D un dominio principale. Il sistema lineare a coefficienti in D

a11x1 + . . . + a1nxn = b1

. . . . . . . . am1x1 + . . . + amnxn = bm

ha soluzioni in Dn se e solo se la matrice incompleta e quella completa

hanno la stessa caratteristica ρ e se il M CD dei minori di ordine ρ della matrice incom-pleta `e uguale al M CD dei minori di ordine ρ della matrice completa.

Osservazione 2.2.16 Abbiamo visto che in un dominio principale D ogni coppia di ele-menti ammette M CD. Se il dominio D `e euclideo, il M CD di due elementi a0 e a1 pu`o essere calcolato utilizzando le propriet`a dell’applicazione δ : D→ N.

Si hanno infatti relazioni del tipo

a0 = a1q1+ a2 con a2 = 0 oppure δ(a2) < δ(a1) a1 = a2q2+ a3 con a3 = 0 oppure δ(a3) < δ(a1)

. . . . . . . . e dopo un numero finito di passaggi deve aversi resto nullo

. . . . as−2 = as−1qs−1+ as con as = 0 oppure δ(as) < δ(as−1) as−1 = asqs

perch´e altrimenti la successione δ(a1), δ(a2), δ(a3), . . . sarebbe una successione stretta-mente decrescente in N. Allora as= M CD{a0, a1}.

Infatti, as divide as−1 e quindi anche as−2, as−3, . . . , a1, a0 e del resto ogni divisore comune ad a0 e a1 divide anche a2 per la prima relazione, e allora anche a3 per la seconda, e cos`ı via fino ad as.

Il metodo per la determinazione del M CD di una coppia di elementi di un dominio euclideo descritto sopra viene detto algoritmo euclideo.

Esercizi 2.2.17 a) In Z, calcolare M CD{6711, 831} ed esprimerlo come combinazione lineare di 6711 e 831.

b) In D = {m + in | m, n ∈ Z} determinare tutti i divisori degli elementi 2, 3+3i, 1−5i, 4+6i, 3−9i e calcolare M CD{3+3i, 1+2i}, M CD{2, 1−5i} e M CD{4+6i, 3−9i}.

c) Si considerino in D = {m + in√

- se si motiplicano entrambi per 2+i√

5 si ottengono due elementi privi di M CD.

2.3. ANELLI NOETHERIANI 49