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Per 114 ufficiali è stato possibile ricavare l’informazione relativa all’anno di nascita, la “classe”; fissando come data convenzionale di nascita il 1° luglio dell’ anno stesso, è stato ricavata, con qualche approssimazione, l’età al momento della cattura, evento di cui si ha invece la data certa:

Questa è la suddivisione per classi di età:

Classi di età 18-20 21-25 26-30 31-35 36 oltre

Intero campione 24% 44% 18% 10% 4% 100%

48° fanteria 14% 46% 20% 6% 14% 100%

8° bersaglieri 38% 41% 13% 9% -- 100%

7° alpini 22% 43% 22% 13% -- 100%

Si può notare la forte presenza fra i bersaglieri di ufficiali molto giovani, il 38% con meno di 21 anni, comunque per tutti e tre i reggimenti gli ufficiali con meno di 26 anni rappresentano bel oltre il 60%. Nel 48° fanteria fanno parte del campione anche due maggiori ultraquarantenni che non facevano parte direttamente del reggimento, ma erano stati aggregati al comando della 62° divisione su indicazione del comandante di divisione Gen. Francesco Rocca, che precedentemente era stato al comando della brigata Ferrara, comprendente appunto il 48° reggimento.

Per i tre reparti è possibile ricavare due utili indicazioni, l’età media e l’età mediana corrispondente all’età che divide in due il campione :

Età media Età Mediana

Intero campione 25,11 23,97

48° fanteria 27,05 24,14

8° bersaglieri 23,42 21,68

7° alpini 24,90 24,44

Quando l’età mediana è inferiore all’età media significa che la distribuzione è concentrata sulle età più giovani, mentre vi sono poi classi anziane meno numerose ma che alzano la media del campione; comunque l’età mediana è inferiore ai 25 anni per tutti e tre i reggimenti, poco meno di 22 anni per gli ufficiali dei bersaglieri.

Il più giovane del campione è l’ aspirante Manlio Buffoni classe 1899 del 7° alpini, Battaglione Belluno catturato ancora diciannovenne vicino a Caporetto nell’autunno del 1917; era passato velocemente dai banchi della terza ragioneria a quelli di una scuola di addestramento ufficiali a Caserta, infine a una compagnia di addestramento (di marcia) addetta al traino di cannoni per la valle dell’Isonzo.

Due ufficiali superiori rappresentano la classe più anziana del campione, il 1869: oltre al colonnello Pedemonti, anche il maggiore Pietro Penaglia, sempre del 48° fanteria (n. 10.679); quest’ultimo era industriale del marmo a Carrara e facendo parte della milizia territoriale era arrivato sino al comando di un battaglione, il massimo grado raggiungibile per un ufficiale non di carriera; fu catturato il 28 ottobre 1917, vicino a Cividale del Friuli.

Può essere interessante anche esaminare la distribuzione dell’età suddivisa per grado militare :

Età media Età Mediana

Aspiranti 22,47 20,16

Sottotenenti 23,79 22,74

Tenenti 25,87 24,17

Capitani 27,03 25,38

Magg.e Col. 43,03 44,36

L’età mediana degli aspiranti, poco più di vent’anni, riflette l’estrema carenza di ufficiali che si era venuta a creare nelle durissime battaglia del 1916; questo fatto è evidenziato sia in studi specifici sull’organizzazione dell’esercito nella prima guerra mondiale sia in testi letterari e memoriali.

Per il primo caso è possibile riportare una citazione da uno studio che ha cambiato in maniera significativa l’approccio con cui negli ultimi anni è stata presentata la prima guerra mondiale:

Le necessità (di ufficiali) erano enormemente superiori alle previsioni, quindi divenne indispensabile creare un gran numero di nuovi ufficiali …; quando nel 1917 i volontari cominciarono a scarseggiare, le spalline da sottotenente furono rese obbligatorie per chi aveva compiuto le scuole superiori. Anche questi ufficiali ricevevano un addestramento sommario, due o tre mesi di corso, portati a quattro nell’ultima fase del conflitto36.

Per i testi letterari e i memoriali si riportano due citazioni che si riferiscono ai primi mesi del 1917 quando il Comando supremo aveva allora fatto ammettere ai corsi per ufficiali anche soldati e graduati purché avessero superato almeno due anni di scuola superiore. Lo ricorda lo scrittore Giovanni Comisso nel suo “Giorni di guerra”; nel capitolo relativo al 1917

racconta “In una di quelle mattine arrivò una circolare del Comando Supremo che obbligava tutti i militari con titoli di studio a fare un corso per allievi ufficiali”37.

Anche un altro scrittore trevigiano, Tito A. Spagnol da Vittorio Veneto, già compagno di liceo dello stesso Comisso, racconta di un pesantissimo rimbrotto ricevuto nientemeno che dal Colonnello Cavallero capo della segreteria del Comando Supremo “Tu hai titoli di studio no? Bene, il tuo capitano m’ha detto che sta per iniziare un corso d’allievi ufficiali del genio zappatori. Ci Vorresti andare?”…”Ma certo signor colonnello”… Non ignoravo che la domanda di ammissione doveva essere accompagnata da un rapporto del mio capitano sulle mie attitudini e la mia condotta.”; in questo caso si trattava di lasciare un posto di centralinista al Comando Supremo per andare a comandare un plotone di zappatori e costruire trincee e postazioni, anche in prima linea38. 39

Non mancano tuttavia esempi di aspiranti ufficiali e di sottotenenti ultra trentenni: l’impiegato di banca ragioniere Giovanni Visentini (n.3.852), da Rovigo, classe 1886, dalle trincee davanti a Monfalcone e dai militari del 77° reggimento di fanteria fu inviato a un corso ufficiali a Modena, nel periodo da metà giugno a fine agosto del 1917; entrò quindi a far parte del 7° alpini, Compagnia complementare del Battaglione Monte Pavione. Durante la ritirata dal Trentino fu catturato a Cima Campo nei pressi di Feltre il 12 novembre 1917. Analogamente un richiamato del 1886, l’avvocato mantovano Guerrino Tamassia ( n. 5.590) era appena un aspirante quando nel dicembre del 1917 comandava un plotone della compagnia complementare del Battaglione alpino Marmolada. Aveva invece “fatto carriera” l’avvocato napoletano Giuseppe Giudicepietro classe 1880 (n. 11.846) che a 37 anni, da sottotenente del 48° reggimento era stato aggregato temporaneamente presso il comando della Brigata Ferrara; venne catturato dai tedeschi il 28 ottobre 1917.

Un tenente di soli 20/21 anni lo si ritrova fra i bersaglieri, lo studente della 4° ragioneria Rodolfo Salvagiani da Ravenna, classe 1897: dopo sei mesi di corso a Modena, fra il novembre 1916 e aprile 1917, si era guadagnato una medaglia d’argento al valore nella

37 in Giovanni Comisso – Opere; Giorni di Guerra Milano Arnoldo Mondadori 2002 pag. 374 38 in Tito A. Spagnol Memoriette marziali e Veneree Mario Spagnol Editore Milano 1970 pag. 89 39 Comisso divenne Aspirante e a fine ottobre 1917 riuscì avventurosamente a ritirarsi dal Monte Rombon, mentre Spagnol si fece bocciare al corso ufficiali, e restò centralinista ma presso il campo di aviazione di Santa Caterina – Udine, nella ritirata passò il Tagliamento abbarbicato a un tronco.

battaglia del Monte Ortigara, giugno 1917, e poi un’altra di bronzo a Gorizia nell’agosto seguente; era un ufficiale “rimarchevole per tenacia e slancio” secondo il giudizio dell’interrogatore. A vent’anni era a capo di un reparto d’assalto “i miei arditi” e non aveva trascurato di “infiammarli al santo amore di Patria e di instillare in loro il sentimenti di odio e della vendetta per nemico”.