informative? Barbara Gili Fivela
2.1 Gli eventi intonativi, le funzioni linguistiche e i significati
L‘analisi di materiale letto e semi-spontaneo, raccolto registrando parlanti della varietà pisana di italiano1, ha evidenziato l‘esistenza di
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Si tratta di frasi molto controllate dal punto di vista della composizione segmentale e dell‘interpretazione pragmatica e di
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andamenti melodici specifici in associazione a funzioni e significati di tipo linguistico. Diversi accenti tonali e toni di confine2 sono stati individuati in affermazioni, in domande polari e domande aperte, in contesti di focalizzazione e in corrispondenza di eventi di phrasing (cioè della segmentazione prosodica dell‘enunciato). L‘analisi dei materiali ha permesso di individuare elementi tonali caratterizzati da una forma fonetica specifica e facenti parte di andamenti nucleari (che riguardano le teste dei sintagmi prosodici) con funzione distintiva all‘interno del sistema linguistico.
L‘analisi dei materiali non ha portato alla luce una corrispondenza biunivoca tra pattern intonativi, ossia andamenti melodici, e funzioni o significati identificati grazie all‘analisi delle mosse conversazionali (individuate sulla base del modello del discorso esplicitamente proposto per i dialoghi Map-Task - Carletta et al. 1995; 1996). Ad esempio, un accento discendente seguito da toni di confine bassi si è rivelato importante per la descrizione in termini fonologici sia di un contorno affermativo sia di un contorno interrogativo corrispondente ad una domanda aperta (i due contorni sono invece differenziati da caratteristiche fonetiche). Nonostante questo, l‘identificazione di contesti specifici (di alcune funzioni e significati) associati con sequenze definite di eventi tonali ha permesso di prendere in considerazione questi eventi tonali come candidati per la definizione del sistema intonativo, come elementi costitutivi dei contorni intonativi associati a funzioni diverse nell‘uso della lingua. Gli andamenti tonali sono stati quindi associati a specifiche funzioni; nel caso in cui singoli eventi dalle caratteristiche fonetiche simili fossero poi individuati in contesti differenti, non è stato necessario postulare l‘esistenza di nuove unità costitutive: la differenziazione funzionale, dialoghi registrati con il metodo del Map-Task (Anderson et al. 1991). In particolare, il Map-Task – che consiste nel ricostruire un tracciato su una mappa, grazie allo scambio verbale di informazioni - permette un controllo abbastanza elevato circa la struttura segmentale e soprasegmentale di alcune parole bersaglio, in corrispondenza delle quali saranno studiati gli eventi tonali; inoltre permette un buon controllo della funzione linguistica svolta dagli enunciati in cui le parole bersaglio sono utilizzate.
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Gli accenti tonali sono associati a sillabe, mentre i toni di confine sono associati a confini prosodici e, solo secondariamente, a sillabe.
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ad esempio, è stata attribuita all‘andamento nel suo complesso. In ogni caso, le unità costitutive postulate sono di tipo fonologico, ma a differenza di unità di livello segmentale, sono state associate a significati molto ampi (come introduzione, selezione, selezione ed opposizione rispetto ad altri elementi, secondo quanto già proposto per altre lingue – Gussenhoven, 1984; Pierrehumbert and Hirschber 1990, Kohler, 1991; 2006 – cfr. tab. 2), proprio sulla base dell‘osservazione delle loro caratteristiche all‘interno dei contesti individuati.
Nell‘analisi dei dati di produzione, la situazione che più si è avvicinata all‘esistenza di una relazione biunivoca tra pattern e funzione (situazione ideale che, come già detto, non è stata riscontrata) è quella in cui un pattern si è rivelato come specifico per una funzione, indipendentemente dal fatto che altri pattern possano essere stati osservati in relazione alla stessa funzione. Questo è avvenuto, ad esempio, nel caso delle domande polari, sia quelle formulate per la richiesta di nuove informazioni sia quelle volte alla richiesta di conferma. In questi casi, infatti, un andamento melodico tra quelli osservati nelle domande polari per richiesta di nuove informazioni (corrispondente a un accento nucleare discendente, seguito da un tono di confine alto-basso - secondo il quadro autosegmentale-metrico, H+L* H-L%) non è stato riscontrato nelle mosse instruct, explain e replay - tra gli enunciati affermativi - o in altri tipi di domanda; in modo analogo, un andamento specifico (corrispondente a un innalzamento-abbassamento nucleare, seguito da un innalzamento al confine – analizzato come H*+L L-H%) è stato individuato nelle domande effettuate per richiesta di conferma e nelle mosse object3, ma non in altre mosse, ad esempio in affermazioni. In questi casi, quindi, si osserva la presenza di un pattern specifico che svolge una precisa funzione (ad es. H+L* H-L% per la richiesta di conferma), benché la stessa funzione possa essere svolta anche da altri andamenti melodici (ad es., [L+]H*+L L-L%). L‘esistenza di un andamento ‗dedicato‘ evidenzia quindi che domande polari, specifiche richieste di conferma
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Mosse conversazionali grazie alle quali il parlante manifesta incredulità rispetto alle informazioni fornitegli dall‘interlocutore che dovrebbe svolgere il ruolo dominante nello scambio comunicativo, ossia l‘instruction giver (poiché possiede le informazioni per alla ricostruzione del tracciato nel Map-Task).
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e object move possono essere differenziate da altre mosse grazie alla sola intonazione.
In generale, però, si osservano corrispondenze non biunivoche, per quanto riguarda sia la relazione tra pattern e funzione sia la relazione tra funzione e pattern – si veda lo schema nella tab. 1. Diverse lingue, o varietà, possono presentare caratteristiche differenti rispetto al numero di pattern che si realizzano in corrispondenza delle varie funzioni. In ogni caso, osservazioni circa la mancanza di una relazione biunivoca tra andamento melodico e funzione possono aver favorito la posizione di alcuni autori che sostengono che l‘intonazione non svolge un ruolo fonologico all‘interno del sistema linguistico (Marotta, 2003, in press). Al contrario, l‘estrema variabilità è qui intesa come correlata al fatto che, quando un enunciato è utilizzato per esprimere una certa funzione, veicola anche altri significati (Kohler, 2006; Xu, 2006), in misura variabile. Questo è un ruolo fondamentale della prosodia e dell‘intonazione, reso possibile dalla presenza di eventi tonali che rappresentano gli elementi costitutivi dei contorni intonativi - in termini di forma e funzione – e che, di per sé, sono dotati di significati abbastanza ampi (cfr. § 2.1). In questa sede si propone che i significati ampi possano rendere possibili produzioni nelle quali si realizzano diverse sfumature di significato e nelle quali, grazie ad un processo composizionale in cui sono coinvolti anche i significati di altri eventi tonali, sono incluse tutte le informazioni volute dal parlante e che saranno poi disponibili in percezione, comprese quelle strettamente linguistiche. Questa caratteristica viene qui considerata alla base della flessibilità dell‘intonazione e del suo essere funzionale a comunicare varie informazioni su un piano parallelo rispetto al livello lessicale, semantico, sintattico e pragmatico.
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Tabella 1: Funzioni dei principali andamenti nucleari (da Gili Fivela, 2008)
Le diverse funzioni dell‘intonazione (e della prosodia) possono influenzare il modo in cui gli eventi tonali (gli elementi costituenti della melodia, che potremmo definire ―primitivi‖, ma anche i pattern nel loro complesso) sono selezionati e realizzati: influenzano il modo in cui sono selezionati perché in alcuni contesti i parlanti possono scegliere diversi eventi o pattern per esprimere una funzione; influenzano il modo in cui sono implementati perché in alcuni contesti i parlanti possono modificare l‘implementazione fonetica di un evento tonale o di un pattern. Tra i fattori rilevanti nel modificare scelte e realizzazioni si riscontrano soprattutto gli aspetti paralinguistici, legati all‘atteggiamento del parlante ed alla struttura del‘informazione, sia a livello di frase che di discorso (tralasciando le emozioni - vedi Gili Fivela, 2008, in particolare § 1.2.3 e § 1.3.3). Ad esempio, i parlanti pisani chiamati a realizzare delle mosse instruct o delle domande
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Nelle tag question si riscontrano solo toni di confine H-H%. 5
L‘accento è spesso caratterizzato da allineamento ritardato e/o escursione tonale ampia, chiaramente visibile già dall‘inizio dell‘enunciato, etichettabile con %H.
Function /move type Nuclear Pattern Wh-questions/ query-w H+L*n L-L% yes/no-questions query-yn H+L*n H-(L%) [L+]H*n L- H+L* L-L% or L-H% Check&align
(H+)L*n H-(L%) (check, align, and tag) [L+]H*+Ln L-L% or L-H% (check) [L+]H*n L-L% or H-H% (align and tag4) Object [L+]H*+Ln
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L-H%
>[L+]H*+Ln L-H% or L-L% questions
(alternatives & elliptic)
[L+]H* (H+)L*n L-L% or H-H% (two alternat.) [L+]H*n L-L% (alternatives) [L+]H*n H-H% (elliptic) statements
instruct & explain & reply
H+L*n L-L% or H-H% [L+]H*n H-H% or L-L% Focus
H+L* H+L* H- (wh- and yes/no-quest) [L+]H* H+L* (statement: narrow)
[L+]H*+L (statement/check: narrow contrastive) Phrasing L- H-
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polari, selezionano diversi eventi tonali sulla base dei fattori appena menzionati: selezionano toni di confine alti o bassi per esprimere la continuazione, accenti ascendenti o discendenti per esprimere la focalizzazione ristretta, o diversi pattern per esprimere le domande polari. Peraltro nel caso di accenti discendenti, i parlanti incrementano i valori di frequenza fondamentale del tono alto in un accento discendente (H+L*) quando vogliono essere più assertivi, così come cambiano l‘intervallo di frequenza utilizzato per i sintagmi e l‘altezza dei toni di confine per ragioni collegate alla struttura informativa. D‘altro canto, diverse funzioni possono essere svolte dallo stesso pattern o dalla stessa sequenza di eventi tonali. Ad esempio, l‘andamento melodico riscontrato nelle domande aperte è caratterizzato dalla stessa sequenza di eventi tonali che si ritrova nelle mosse instruct, explain e reply, tra le affermazioni. La differenza tra le varie occorrenze può essere individuata nella realizzazione fonetica: i parlanti, infatti, possono realizzare diversamente elementi appartenenti alla stessa categoria, modificando il modo in cui esprimono una funzione, oppure possono realizzare diversamente gli elementi appartenenti alla stessa categoria per esprimere una funzione diversa. Ad esempio, possono aumentare il valore di frequenza fondamentale del leading tone alto in un accento come H+L*, per maggiore enfasi (si vedano anche i codici biologici di Gussenhoven, 2002; 2004), oppure possono modificare le caratteristiche fonetiche, ad esempio il pitch range, per differenziare affermazioni e domande; inoltre, come indicato da una serie di esperimenti percettivi, possono sfruttare le informazioni sullo scaling dei bersagli tonali per passare da un‘interpretazione contrastiva ad una broad focus degli stessi accenti – Gili Fivela, 2006).
Osservando con attenzione i casi nei quali lo stesso pattern viene usato in associazione a diverse funzioni, emergono aspetti corrispondenti tra le funzioni in questione, oppure emerge il fatto che una possibile disambiguazione delle funzioni può essere garantita da altre considerazioni oltre a quelle fonetiche appena menzionate - ad esempio, di tipo lessicale, sintattico e pragmatico. Per quanto riguarda l‘esistenza di una relazione tra le diverse funzioni espresse dallo stesso pattern, basti pensare all‘andamento tipico della continuazione, riscontrato, dal punto di vista fonologico, sia in affermazioni che in domande ellittiche: di fatto, comunicare che c‘è un elemento mancante che potrebbe seguire, può essere simile al formulare una domanda
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ellittica, che presuppone che l‘interlocutore, rispondendo, fornisca un‘informazione mancante. Per fare un altro esempio, si pensi all‘uso di un pattern ascendente-discendente-ascendente per le object move (cfr. nota 3 e tab. 1) e per le domande per richiesta di conferma prodotte dal parlante che svolge il ruolo dominante nella conversazione. In entrambi i casi, il contorno melodico è usato per opporsi al punto di vista dell‘interlocutore, da parte di chi pensa di avere tutte le informazioni necessarie a sostenere, appunto, una diversa opinione; tuttavia la mancanza di intonazione assertiva (prevalentemente discendente), indica in ogni caso l‘esigenza di una verifica. Per quanto riguarda i casi in cui una possibile disambiguazione circa la funzione ed il significato possa essere garantita da altri aspetti oltre a quelli fonetici, si pensi al fatto che la presenza vs assenza di un pronome interrogativo può rappresentare un‘indicazione abbastanza chiara circa la differenza tra domande aperte e affermazioni, indipendentemente dalla presenza della stessa sequenza tonale (oltre a possibili differenze di pitch range); per fare un altro esempio, le ‗formule‘ utilizzate nelle tag question (es., no?) sono un‘indicazione chiara circa l‘interpretazione da assegnare, benché la sequenza di toni che caratterizza queste domande possa essere analoga a quella individuabile in enunciati con funzione diversa, in cui non si riscontrerebbe rispetto allo stesso materiale lessicale (es., in mosse instruct, explain o reply).
Il quadro che emerge è di un insieme di entità tonali che solo in alcuni casi, in particolare in quelli in cui gli eventi codificano le sole informazioni disponibili per la corretta interpretazione della frase, appartengono ad andamenti che esprimono una sola funzione e corrispondono ad elementi realmente discreti (si veda l‘interpretazione affermativa o interrogativa, legata alla presenza di un tono di confine basso o alto, L- o H-, come è stato anche confermato dagli esperimenti di percezione categorica; cfr. § 3, Gili Fivela, 2008, in prep). Negli altri casi, le indicazioni fornite dall‘intonazione possono essere considerate come parallele rispetto a quelle provenienti da altri settori della grammatica. Pur essendo codificate in parallelo, però, rappresentano informazioni linguistiche oltre che paralinguistiche (ad es., indicazioni circa la focalizzazione, che può cambiare il valore di verità di un enunciato – Rooth, 1985, o circa il phrasing, che permette di disambiguare informazioni legate alla struttura sintattica – come nel caso dell‘attachment di sintagmi preposizionali). La possibilità di una
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codifica parallela fornisce probabilmente la libertà di scelta che permette ai parlanti di adattare al meglio la propria produzione al contesto specifico. Ad esempio, i pisani possono scegliere di usare sia H* che H*+L per esprimere un forma di contrasto (cfr. tab 1), a seconda che il contrasto sia sul piano sintagmatico o paradigmatico. Pensando ad un contesto in cui sia necessaria una correzione, i parlanti possono produrre un accento discendente (H+L*) piuttosto che un accento ascendente-discendente (H*+L), realizzando una correzione più neutra o meno enfatica. La presenza di ulteriori informazioni relative all‘interpretazione dell‘enunciato, oltre a quelle intonative, ad esempio può garantire la comprensione del messaggio di base: se un‘affermazione è preceduta da un chiaro segnale di dissenso, come ‗no‘, le informazioni intonative possono essere variate (e possono corrispondere, ad esempio sia ad un accento H+L* che ad uno H*+L) senza che possano esserci problemi in relazione al fine comunicativo. Questo non significa che l‘informazione fornita dall‘intonazione non sia di tipo linguistico o che sia sempre possibile individuare informazioni che rendano quelle prosodiche, in un certo senso, ridondanti. Piuttosto significa che, a parte i casi in cui l‘intonazione rappresenta l‘unico correlato per la disambiguazione del significato e della funzione (si veda l‘andamento discendente-ascendente-discendente che è stato trovato nelle domande e non nelle affermazioni), l‘intonazione può rappresentare un canale di informazione parallelo che, benché in una certa misura possa essere ridondante rispetto al significato di base, può invece essere primario per l‘interpretazione completa, e talvolta corretta, dell‘enunciato (influenzata anche dalla forza illocutiva e dalla struttura informativa dell‘enunciato, oltre che da aspetti sociolinguistici, come suggerito da Marotta e colleghi - Marotta et al. 2004; Marotta, 2005 e lavori successivi). Per una discussione dell‘influenza di questi fattori Gili Fivela (2008, soprattutto § 5.1.1); in questa sede è importante ricordare che si tratta, come già menzionato, di influenze sia circa la scelta degli eventi da realizzare (tra quelli presenti nell‘inventario fonologico), sia delle loro caratteristiche fonetiche.