informative? Barbara Gili Fivela
4 Sfumature di significato, codifica di più informazioni, ed „area di esistenza‟ degli eventi tonali
Molti dei significati e delle funzioni espresse dall‘intonazione sono di tipo linguistico, ad esempio si riferiscono alla modalità della frase, così come al focus e al phrasing. L‘intonazione sembra offrire informazioni sul messaggio che possono essere parallele rispetto a quelle offerte da altri elementi del sistema linguistico. Tuttavia, come i test percettivi hanno mostrato, il ruolo delle modificazioni intonative non è omogeneo perché da un lato può rappresentare l‘unico correlato per una interpretazione completa e corretta dell‘enunciato (cfr. affermazioni vs domande polari), dall‘altro può ―solo‖ aggiungere informazioni rispetto a quelle codificate grazie agli altri livelli della grammatica. Inoltre, il parlante sembra poter esprimere le varie funzioni e i vari significati con diversi gradi di intensità, o arricchendole di diverse sfumature, sia modificando la composizione tonale del pattern intonativo, sia modificando la sua implementazione (le istruzioni possono essere più o meno assertive e perentorie, una richiesta di conferma può derivare da diversi gradi di sicurezza circa il presupposto di conoscenza o, per fare un ulteriore esempio, la focalizzazione può essere realizzata in modo più o meno enfatico). Quindi i significati e le funzioni sembrano essere caratterizzati da un ‗nucleo‘ - un significato o una funzione primaria, prototipica - e da possibili differenziazioni che ne rappresentano delle sfumature. Coerentemente, spesso non si osserva una relazione biunivoca tra
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significato o funzione ed evento tonale o pattern melodico (cfr. tab. 1). In ogni caso, in base ai risultati dell‘analisi dei dati di produzione e di percezione, così come in base ai lavori descritti in letteratura, gli eventi tonali che compongono i diversi pattern melodici risultano dotati di un loro significato ampio e di proprietà che partecipano alla codifica delle diverse funzioni. Nell‘analisi del pisano (Gili Fivela, 2008), il significato degli eventi tonali è stato delineato facendo riferimento alla struttura dell‘informazione – introduzione, selezione di un elemento e sua opposizione ad altri elementi nel discorso – ed è stato caratterizzato nei termini di un insieme di componenti, identificate come tratti/proprietà condivise dai pattern in cui un evento tonale è stato individuato (cfr. tab.2).
Inoltre, considerando le componenti tonali degli eventi intonativi ‗primitivi‘, sono state individuate alcune caratteristiche coerenti con le grammaticalizzazioni proposte in relazione all‘esistenza di codici biologici (Gussenhoven, 2002; 2004; cfr. Gili Fivela, 2008, §3.4). Si veda la figura 1 per una rappresentazione schematica dei significati associati agli eventi tonali nell‘italiano di Pisa e delle direzioni di variazione in base alle loro componenti tonali. In sintesi, è stato proposto che i significati e le funzioni degli eventi tonali siano corrispondenti a componenti che sono anche coerenti con le caratteristiche fonetiche della composizione tonale degli eventi stessi, in termini di specificazioni tonali alte e basse. Seguendo la proposta di Gussenhoven (2002; 2004), ad esempio, sono state prese in esame le componenti di ‗finalità‘ o ‗sicurezza‘ in relazione alla presenza di specificazioni tonali basse, corrispondenti a valori bassi o discendenti; analogamente, le componenti di ‗continuità‘ o ‗incertezza‘ sono state correlate alla presenza di specificazioni tonali alte, corrispondenti a valori alti o ascendenti di frequenza fondamentale (coerentemente con i codici di frequenza e di produzione elaborati da Gussenhoven ibidem).
Le differenze osservate nei pattern tonali, sia nei termini di scelta degli eventi tonali che di loro realizzazione, possono quindi essere viste come correlate a cambiamenti legati alle componenti di significato e, di conseguenza, al significato che gli eventi tonali veicolano. Modificando i correlati (o uno dei correlati) di un evento tonale si può ottenere uno slittamento del significato associato nella direzione di un significato corrispondente ad una forma fonetica simile a quella dell‘evento tonale realizzato (e modificato). Infatti la
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variazione in allineamento e scaling ha spesso svolto un ruolo importante, nei dati analizzati, nel codificare diverse sfumature di significato, facendo slittare i significati dei pattern verso significati veicolati principalmente da altri eventi tonali, e facendo acquisire loro le relative componenti di significato (si pensi ai risultati dei test percettivi per gli accenti tonali). Quindi la realizzazione degli eventi tonali, così come la percezione dei significati da loro veicolati, potrebbe avere luogo in una sorta di ‗area di esistenza‘ nella quale le differenze siano informative rispetto al messaggio. La situazione relativa all‘italiano di Pisa può essere rappresentata schematicamente come nella figura 1, dove sono mostrate anche le possibili intersezioni tra le componenti8.
Figura 1: Rappresentazione schematica dei significati e dell‘intersezione delle componenti tonali nell‘italiano di Pisa; nello schema è anche indicata la direzione di variazione in base alla variazione di frequenza (da Gili Fivela, 2008).
Ad esempio, realizzando un accento tipo H*+L piuttosto che un H+L* il parlante sceglie di veicolare chiaramente il significato di ‗opposing‘
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In questa fase, l‘interazione con durata ed intensità non è esplicitamente considerata. Tuttavia, sulla base dei dati disponibili per il pisano, almeno per quanto riguarda gli accenti con componente bassa/discendente, si potrebbe ipotizzare un incremento dei valori di durata in relazione allo slittamento da un picco anticipato ad uno ritardato (ossia da H+L* a H*+L). Continuing same/other speaker Continue uncertainty Ending global /partial Finality self-confidence Selecting Orientingattention (re)introducing Begin-continue importance Selecting opposing Finality self-confidence Introducing Finality self-confidence H+L* H*+L H* peak early late high peak low high low L- L% H- H%
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piuttosto che quello di ‗introducing an element‘; peraltro, producendo un accento come H+L* con un leading tone alto realizzato a frequenze particolarmente elevate, il parlante mantiene la funzione di introduzione dell‘elemento, ma fa slittare l‘interpretazione verso quella dell‘accento H*+L (caratterizzato da un picco ritardato e in molti casi più elevato in termini di frequenza, cfr. Gussenhoven, 2004): H+L* assume parte dell‘interpretazione di H*+L nei termini di ‗selecting-opposing‘, pur mantenendo le (condivise) componenti di ‗finality‘ e ‗high confidence‘. Per fare un altro esempio, spostando in avanti ed innalzando il valore del picco di frequenza di un accento come H*+L si indebolisce la componente di ‗finality‘ e ‗self-confidence‘ per incrementare quella di ‗continuity‘, ‗importance‘ e ‗uncertainty‘ (coerentemente, ad esempio, un ritardo nell‘allineamento del picco si osserva nelle mosse object - cfr. tab. 1). In modo analogo, quando l‘accento H*+L è seguito da una specificazione tonale low-high, piuttosto che dalla usuale marca tonale bassa riscontrata nei contorni contrastivi, il pattern vede inibita la sua componente di ‗finality‘ e ‗self-confidence‘ per acquisire, in questo caso in veri e propri termini composizionali, le componenti di ‗continuing‘ e ‗uncertainty‘, veicolate dalla presenza della specificazione alta di confine. Non è quindi un caso che questo sia il pattern utilizzato per chiedere informazioni da parte degli information giver, che giocano un ruolo dominante nella conversazione: se usassero un normale pattern contrastivo, come invece fanno gli information follower (cfr. Gili Fivela, 2008), sembrerebbero certi di ciò che affermano e le loro produzioni non verrebbero interpretate come delle richieste di conferma, ma come delle affermazioni.