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Risultati e discussione

Nel documento La comunicazione parlata 3 (pagine 85-94)

Il parlato dei mass media: analisi multilingue del parlato deitelegiornali

4 Risultati e discussione

Nella tabella I sono riportati i valori medi delle durate sillabiche, delle catene foniche e dei silenzi per ciascuna lingua analizzata e della lingua italiana di confronto.

I dati mostrano che la durata media delle catene foniche, negli telegiornali odierni, aumenta in maniera rilevante per l‘inglese (da 1,74 a 3,3 secondi) e per il giapponese (da 1,2 a 1,95 secondi). L‘incremento rilevato per l‘inglese è simile a quello dell‘italiano (da 1,76 a 3,80 secondi). Per quanto riguarda il giapponese, anche se il valore del 2008 è il più basso in assoluto, l‘incremento rispetto al 1978 è di circa il 60%. In sloveno e francese non vi sono differenze significative (in entrambe le lingue la durata media delle catene foniche, per i telegiornali antichi e moderni, è di circa 3 secondi. Se consideriamo che i telegiornali antichi dell‘italiano e dell‘inglese risalgono agli anni ‘60, e quelli dello sloveno e del francese agli anni ‘70, si può avanzare l‘ipotesi che, relativamente a questo parametro, gli anni ‘70 segnano l‘inizio dei cambiamenti ritmico-prosodici nella comunicazione del parlato telegiornalistico occidentale.

Anche la durata media dei silenzi sembra mostrare uno stesso andamento, unica eccezione il giapponese, dove la pausa silente aumenta, anche se di poco, rispetto al 1978. Per le altre lingue il confronto, sia all‘interno della stessa lingua sia con l‘italiano, mostra negli odierni telegiornali non solo una riduzione in durata intorno al 40%, ma anche un valore medio comune di circa 0,3 secondi. Tale dato, come è stato rilevato nei lavori già citati, indica che, contrariamente a quanto avveniva negli enunciati prodotti nei vecchi

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telegiornali in cui erano presenti due tipologie di pause (lunga e breve), negli odierni telegiornali le pause hanno tutte una durata breve.

Voci femminili Sloveno 1977 Sloveno 2009

Dur. sillabe 0,166 0,178

Dur. cat. fon. 3,3 3

Dur. silenzi 0,577 0,344

Voci maschili Inglese 1963 Inglese 2008

Dur. sillabe 0,222 0,210

Dur. cat. fon. 1,74 3,3

Dur. silenzi 0,554 0,331

Voci maschili Francese 1970 Francese 2008

Dur. sillabe 0,192 0,161

Dur. cat. fon. 2,71 2,61

Dur. silenzi 0,405 0,300

Voci maschili Giapponese

1978 Giapponese 2008

Dur. sillabe 0,125 0,126

Dur. cat. fon. 1,218 1,95

Dur. silenzi 0,460 0,508

Voci maschili Italiano 1966 Italiano 1997

Dur. sillabe 0,150 0,170

Dur. cat. fon. 1,760 3,80

Dur. silenzi 0,400 0,290

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In figura 2 vengono riportate le percentuali di silenzio nei telegiornali antichi e moderni. Come si vede i telegiornali recenti, in tutte le lingue analizzate, sono caratterizzati da una drastica diminuzione della percentuale di silenzio rispetto a quelli più antichi. Si tratta, quindi, di un parlato molto più produttivo, in quanto il tempo a disposizione viene utilizzato più efficacemente. La maggiore differenza si ha nelle notizie dei telegiornali inglesi in cui il tempo di pausa passa dal 24% nel 1963 al 5,4% nel 2008. È interessante notare che la tendenza al modello condiviso non azzera, comunque, le differenze socio-linguistiche e socio-culturali: la maggiore durata delle pause nel giapponese ne è un esempio. Come dice Herbig7, i giapponesi, al contrario degli americani, parlano poco e fanno pause più lunghe, usando un registro altamente formale. Le pause più lunghe degli speaker televisivi rilevate dal confronto confermano tale affermazione. 0 10 20 30 italia no 1 966 italia no 1 997 s love no 1 977 s love no 2 009 ingle se 1 963 ingle se 2 008 franc ese 1970 franc ese 2008 giapp ones e 19 78 giapp ones e 20 08

%paus a

Figura 2: Percentuale di silenzio nei telegiornali ―antichi‖ e ―moderni‖

La figura 3 mette a confronto i valori relativi alla VDA8 per tutti i telegiornali esaminati. Come si vede i valori di VDA variano in relazione al sistema della lingua: i valori più bassi intorno alle 4,5

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Herbig 2003

8 Quando la VDA aumenta, la durata media sillabica diminuisce, con conseguente riduzione del gesto articolatorio, causando un parlato affrettato e poco accurato, in cui spesso il target articolatorio non viene pienamente raggiunto.

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sillabe/s sono quelli relativi all‘inglese, i valori più alti, fino a 8 sillabe/s sono quelli relativi al giapponese. Tali oscillazioni dipendono dalla complessità della struttura sillabica, dovuta alla maggiore frequenza di occorrenza di sillabe aperte in giapponese e in italiano e di sillabe chiuse in inglese, sloveno e francese. Per quanto riguarda il confronto diacronico all‘interno di ciascuna lingua, si notano delle variazioni non significative (non rilevanti sul piano percettivo) l‘unico caso in cui vi è una accelerazione articolatoria rilevante è il caso del francese in cui vi è un incremento di 1 sillaba al secondo. Va detto che la relativa stabilità della VDA riflette la particolare tipologia di parlato, vale a dire un parlato letto prodotto da speaker professionisti. In altre parole un parlato trasmesso, accurato nel gesto articolatorio in quanto vengono raggiunti i target articolatori per ciascun segmento.

Figura 3: Confronto tra le velocità di articolazione

Anche la fluenza (figura 4), seppur in maniera diversa, presenta negli odierni telegiornali un incremento. Gli indici di fluenza che maggiormente si avvicinano a quelli rilevati per l‘italiano (circa 6 sillabe), si riferiscono all‘inglese (circa 8 sillabe) e al giapponese (circa 6 sillabe). L‘incremento di circa due sillabe si ha nello sloveno e nel francese. Ancora una volta, in base a quanto ipotizzato in precedenza per la durata media delle catene foniche, agli anni ‘70 si può far risalire l‘inizio dei cambiamenti dello stile del parlato dell‘informazione. Conseguenza della più alta fluenza è un parlato più

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produttivo: il tempo a disposizione è ridotto e va quindi sfruttato nella maniera migliore.

Figura 4: Indice di fluenza

Per quanto riguarda la VDE, le cui variazioni avvengono soprattutto in funzione del tempo di pausa (più frequenti e più lunghi sono i silenzi, più numerose sono le esitazioni, più basso è il suo valore), si nota uno stesso andamento (figura 5). Infatti in tutte le lingue esaminate la VDE aumenta in maniera costante, anche se in misura più o meno accentuata.

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In figura 6 si può notare come, indipendentemente dalla frequenza fondamentale propria di ciascun parlante, gli odierni telegiornali siano caratterizzati da un range tonale più ampio. Il valore massimo di f0

aumenta per ciascun range tonale, grazie all‘uso sintattico dell‘intonazione e dei ricorrenti picchi intonativi. Particolarmente evidente è il cambiamento diacronico per lo sloveno, dove il range aumenta di oltre un‘ottava.

Figura 6: Range tonale

5 Conclusioni

I risultati di questa ricerca sperimentale condotta sul parlato dell‘informazione televisiva per l‘inglese, il francese del Canada, lo sloveno e il giapponese, confrontati con l‘italiano, mostrano un sorprendente parallelismo dell‘evoluzione di tali lingue seppure con alcune eccezioni. Il confronto diacronico ha infatti evidenziato che i moderni telegiornali, in tutte le lingue esaminate, sono caratterizzati da:

 catene foniche più lunghe

 un più alto indice di fluenza

 una maggiore velocità di eloquio

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 una minore percentuale di silenzio

 una pressoché stabile velocità di articolazione

un più ampio range tonale

L‘ipotesi di un modello ritmico prosodico intonativo condiviso dal sistema globalizzato dell‘informazione televisiva viene dunque confermato dall‘analisi sperimentale. Sarebbe opportuno verificare, mediante ulteriori indagini, se tale modello sia limitato esclusivamente al mondo dell‘informazione oppure stia assestandosi anche in altri settori della comunicazione.

Riferimenti bibliografici

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Giannini, A. and M. Pettorino (1999) I cambiamenti dell‘italiano radiofonico negli ultimi 50 anni: aspetti ritmico-prosodici e segmentali, in R. Delmonte and A. Bristot (eds) “Aspetti computazionali in fonetica, linguistica e didattica delle lingue: modelli e algoritmi”, Atti delle 9e Giornate di Studio del GFS, vol. XXVI, Venezia, pp. 65-81.

Herbig P. A. (2003) Marketing interculturale, Apogeo, Milano, Pettorino, M. (2002) I cambiamenti della lingua italiana, in A. De

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– (2005/2006) Italian TV speech: a diachronic analysis, IX Simposio International de comunicación social, Santiago de Cuba 24-28 de

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enero de 2005, actas-II, Santiago de Cuba: Centro de Lingüística Aplicada, pp. 849-853 [ora in E. Miyares Bermúdez and L. Ruiz Miyares (eds) Linguistics in the Twenty First Century, Newcastle: Cambridge Scholars Press, pp. 103-111].

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Il ruolo dell'intonazione nell'interpretazione

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