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Evoluzione della lotta all’evasione

Le tappe fondamentali dell’evoluzione della lotta all’evasioni dagli anni ’70 fino ad oggi, hanno portato considerevoli mutamenti negli strumenti e nelle metodologie che caratterizzano il rapporto tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria.

Negli anni ’70 ha avuto luogo una importante riforma che ha modificato in modo significativo l’aspetto dell’erario italiano. Questa riforma ha previsto l’obbligatorietà

della dichiarazione dei redditi per tutti i contribuenti e si è cercato di realizzare un sistema che consentisse di determinare i redditi attraverso l’uso di basi analitiche e certe, in modo da determinare per ciascun contribuente l’effettiva capacità contributiva. Al fine inoltre di determinare in modo induttivo i redditi extracontabili, si sono andati a definire nuovamente i poteri di accertamento. Tuttavia già negli anni ’80 ci si è resi conto dell’inefficacia della riforma, in quanto si sono registrati elevati livelli di evasione; si è compreso l’inadeguatezza del procedimento fondato esclusivamente sul metodo della ricostruzione analitica del reddito, in quanto una contabilità formalmente in ordine non è necessariamente espressiva di una correttezza sostanziale.

Con il decreto legge n. 853 del 1984 convertito, si sono introdotte numerose misure di contrasto dell’evasione, con riferimento ai contribuenti di dimensioni minori si è reso impossibile attuare una diffusa e puntuale verifica della contabilità.

Si è messo così in discussione la riforma degli anni ’70, con la successiva emanazione del decreto Legge 2 marzo 1989, n. 6949, per i soggetti ai quali si applica il regime di contabilità semplificata sono state previste metodologie di accertamento, attraverso l’utilizzo di coefficienti di congruità e dei coefficienti presuntivi di reddito. Si è inoltre cercato di ampliare la partecipazione del contribuente anche nella fase che va a precedente l’atto di accertamento.

Mediante la Legge 30 dicembre 1991, n. 413 si è cercato di migliorare l’attività accertamento. Questa legge è stata introdotta allo scopo di ampliare le fonti da cui le informazioni sono ricavate; a tal fine non sono più utilizzate soltanto informazioni derivanti dalle imposte dirette, ma si fa ricorso anche alle segnalazioni trasmesse dalla Guardia di Finanza, dalle amministrazioni pubbliche oppure quelle provenienti dall’anagrafe tributaria. In questo modo l’Amministrazione finanziaria ha la possibilità di eseguire le indagini bancarie, rendendo di fatto inefficace il segreto bancario.

Altro importante passo nel contrasto all’evasione si ha nel 1993 con il Decreto Legge n. 331, in cui si prevede l’elaborazione degli “studi di settore”, i quali sono strumenti basati su elaborazioni statistiche e sono degli strumenti molto complessi.

Il Governo con la Legge n. 662 del 1996, ha ottenuto la delega per andare a riformare la disciplina delle sanzioni tributarie non penali. Il Governo inoltre ha cercato di semplificare gli oneri dei contribuenti in fase di adempimento, procedendo anche alla riorganizzazione dell’Amministrazione finanziaria.

Al fini di migliorare gli strumenti impiegati per contrastare l’evasione fiscale, nel 1997 e 1998 sono stati innovati i principali istituti definitori della pretesa tributaria, costituiti dall’accertamento con adesione e dalla conciliazione giudiziale, e sono stati introdotti elementi di rinnovamento nel sistema sanzionatorio amministrativo tributario.

Il decreto legislativo n. 218 del 1997 ha previsto per tutti i contribuenti l’estensione dell’istituto, inoltre si è cercato di semplificare le procedure di adesione. In questo modo, si è cercato di favorire la riscossione coinvolgendo sempre di più il contribuente nel processo di accertamento, risolvendo i problemi interpretativi ed operativi che potevano sorgere.

Il decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, ha introdotto innovazioni che hanno richiesto un mutamento nel comportamento dell’Amministrazione finanziaria in relazione alle modalità di applicazione delle sanzioni, compresa l’adozione del procedimento unitario inerente alla loro irrogazione, questo è volto ad assicurare: la possibilità di effettiva difesa del contribuente e la sollecita esecuzione del provvedimento quindi, la concreta efficacia del sistema sanzionatorio.

Negli anni successivi si è cercato di attuare delle semplificazioni per i contribuenti, semplificando gli adempimenti dell’obbligazione tributaria, ossia nella presentazione e nel versamento dell’imposta. Non solo, è stato introdotto il processo di unificazione dei modelli delle dichiarazione delle imposte sui redditi e il sistema dei versamenti unificati.

Alla fine degli anni ’90, la struttura e il funzionamento dell’Amministrazione finanziaria sono state notevolmente modificate, mediante il decreto legislativo n. 300 del 1999 sono state istituite le Agenzie fiscali. A seguito delle modifiche, al Ministero vengono attribuite le responsabilità di indirizzo politico, mentre le Agenzie sono responsabili in materia gestionale e operativa. Le Agenzie hanno un maggior livello di autonomia e sono hanno responsabilità su obiettivi più precisi, che vengono verificati ex post.

La necessità di creare delle Agenzie autonomia deriva da due fondamentali: garantire che la politica e amministrazione della fiscalità siano separate ed assicurare l’autonomia operativa.

L’azione di prevenzione e contrasto dell’evasione è prevista a seguito dell’attuazione di ciò che è riportato nell’Atto del Ministro dell'Economia e delle Finanze per il

conseguimento degli obiettivi di politica fiscale. Questo atto è volto ad individuare gli aspetti generali e gli obiettivi della gestione tributaria.

Questo modello ha permesso di andare a diversificare gli uffici a livello centrale e periferico, portando numerosi vantaggi all’azione di contrasto dell’evasione migliorando inoltre il rapporto con il contribuente stesso.(MEF (2013), pag 80-86).

Per quanto concerne gli interventi più recenti, al fine di garantire una maggiore efficienza dell’Amministrazione finanziaria e di minore invasività degli interventi ispettivi, sono state introdotte misure di coordinamento volte ad evitare la ripetizione degli accessi per effettuare i controlli necessari; decreto Legge 13 maggio 2011, n. 70. Con il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, diventato poi Legge 22 dicembre 2011, n. 214, sono state inserite alcune disposizioni per favorire la trasparenza e l’emersione di base imponibile.

Sono previsti benefici fiscali e amministrativi a favore dei contribuenti che adempiano a determinati obblighi di trasparenza, quali: semplificazione degli adempimenti, maggiore assistenza da parte dell'Amministrazione, accelerazione di rimborsi o compensazioni. Inoltre, per le imprese e professionisti soggetti all’accertamento mediante gli studi di settore, si sono previste delle agevolazioni applicabili solo se il contribuente ha assoluto tutti gli obblighi di comunicazione dei dati e dall’applicazione dello studio di settore emerga una coerenza con gli indicatori calcolati per lo specifico studio di settore.

L’art. 9 della Legge 6 agosto 2013, n. 97 (“Legge europea 2013”) ha modificato la disciplina del monitoraggio fiscale, quanto previsto ha lo scopo di semplificare gli adempimenti per quei contribuenti che possiedono investimenti all’estero.(MEF (2013), pag 101-103).