3.5 L’attività svolta dall’Agenzia delle Entrate
3.5.1 Strategie di contrasto all’evasione differenziate per macro categorie di contribuent
Per quanto riguarda le strategie di contrasto ai fenomeni evasivi, l’Agenzia delle Entrate attua i propri piani d’azione in modo differenziato per ogni macro categorie di contribuenti: grandi contribuenti, imprese di medie dimensioni, imprese di minori dimensioni e lavoratori autonomi, enti non commerciali, Onlus e altri soggetti, persone fisiche (MEF (2013), pag 63-67 e Agenzia delle Entrate (2014))
GRANDI CONTRIBUENTI
Con riferimento alle attività riguardanti i Grandi Contribuenti si deve agire sotto il profilo dell’azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, ma anche incremento il livello di adempimento spontaneo.
Per ciascun grande contribuente, deve essere consolidata l’attività di analisi della posizione fiscale in modo da assicurare una maggiore efficacia nell’espressione del giudizio circa la maggiore o minore rischiosità dei soggetti.
Per attribuire il livello di rischio si darà importanza ai comportamenti che permetteranno una collaborazione con l’Amministrazione finanziaria fondato sulla trasparenza e sulla fiducia e per tale motivo l’Agenzia delle entrate, nel mese di giugno 2013, ha attuato il progetto pilota “Regime di adempimento collaborativo” rivolto ai grandi contribuenti. Questo piano permette di attuare con l’interlocutore un dialogo basato sulla trasparenza e fiducia reciproca, analizzando inoltre in collaborazione con il mondo delle imprese i sistemi di controllo interno del rischio fiscale (cd. Tax Control Framework).
Le imprese con elevata attitudine all’adempimento fiscale, basano la propria attività prevedendo specifici presidi fiscali nell’ambito del sistema di controllo interno. La presenza di un framework di controllo consente di valutare il rischio fiscale ed è in grado di contribuire ad eliminare le incertezze legate alla gestione della variabile fiscale. Attraverso un controllo interno, l’ Amministrazione finanziaria ottiene adeguati documenti di supporto nella fase di analisi preventiva. Questa operazione favorisce, perciò, i contribuenti gravandoli di minori adempienti, riducendo eventuali sanzioni. Al termine di questo processo, alle Direzioni Regionali verranno forniti i risultati ottenuti dopo questa prima fase di analisi. Questo permetterà loro, nella fase di accertamento di concentrare l’attenzione nei confronti di quei contribuenti che potrebbero rappresentare un maggior rischio di evasione.
Gli OCSE e altri organismi sovranazionali, hanno avviato il progetto “Base Erosion and Profit Shifting” (B.E.P.S.) che permetta di realizzare importanti risultati nella lotta al contrasto dei fenomeni di erosione delle basi imponibili nazionali. In tal modo si cerca di spostare le basi imponibili verso giurisdizioni che favoriscano un migliore trattamento fiscale sia per quanto riguarda le aliquote d’imposta sia le regole per determinare la base imponibile.
Il progetto che era nato per garantire un’efficace contrasto dei fenomeni evasivi, necessita di azioni coordinate tra le Amministrazioni fiscali nazionali, e deve essere supportato da metodologie e dati che permettano una più corretta valutazione dei fenomeni. Tutto questo consentirà di individuare i comportamenti leciti rispetto a quelli fiscalmente più aggressivi.
IMPRESE DI MEDIE DIMENSIONI
L’agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale delle imprese di medie dimensioni deve continuamente aggiornare la loro classificazione distinguendole per ambito territoriale e individuando specifiche analisi del rischio. Per favorire questo, si utilizzano sistemi informatici che permettano un valido confronto dei dati per poterne verificare la loro correttezza. Si devono inoltre individuare nuovi metodi e strumenti di controllo che siano in grado di contrastare tutti i fenomeni di evasione, aumentando così l’adempimento.
Molta attenzione nell’analisi del rischio deve essere riservata a quelle imprese che modificano le proprie dimensione, passando da grandi a medie imprese. Per queste ultime si deve migliorare la collaborazione con gli altri organi dell’Amministrazione finanziaria, facendo ricorso a nuovi metodi di controllo come il tutoraggio.
IMPRESE DI MINORI DIMENSIONI E LAVORATORI AUTONOMI
Per contrastare l’evasione delle imprese di medie dimensioni e dei lavoratori autonomi si deve dare attenzione sia a quelle anomalie che si individuano in fase di dichiarazione sia a quelle dovute all’omissione della dichiarazione dei redditi.
Sulla base di quanto affermato dagli OCSE, per combattere il rischio l’Amministrazione Finanziaria deve poter disporre di tutti i dati informativi forniti da altri organi e deve cercare di ridurre gli adempimenti a carico del contribuente. Per ottenere un miglior adempimento, per tutti i contribuenti che applicano gli studi di settore, è necessario elaborare nuovi indicatori che permettano di eliminare gli errori avvenuti in fase di dichiarazione dei redditi.
Tali correttivi dovranno essere sottoposti a delle revisioni per garantire:
la continua evoluzione degli studi di settore per migliorare l’adempimento; rendere più semplice le procedure di adempimento.
I nuovi Studi di settore sono un utile strumento per favorire la crescita e la corretta gestione delle imprese, questi servono per individuare i contribuenti da porre sotto controllo.
Per i contribuenti di più piccole dimensioni, i regimi esistenti saranno sostituiti dal nuovo regime forfettario che prevede una semplificazione dell’adempimento fiscale.
ENTI NON COMMERCIALI, ONLUS E ALTRI SOGGETTI CHE FRUISCONO DI REGIMI AGEVOLATIVI
Con riguardo al comparto degli enti non commerciali si ha la necessità che le Direzioni Provinciali concentrino la loro attività nei confronti dei soggetti che apparentemente si presentano come non profit, ma che in realtà svolgono vere e proprie attività commerciali, evitando di perseguire situazioni di minima rilevanza, che nonostante le ridotte dimensioni assumono evidente rilievo sociale in relazione al contesto in cui operano gli enti.
L’attività di controllo nei confronti delle ONLUS deve essere indirizzata a verificare che le attività esercitate siano effettivamente inserite tra quelle ritenute meritevoli dalla normativa di settore, evitando rilievi e contestazioni di carattere meramente formale che impattano negativamente sulle organizzazioni che meritoriamente operano nel mondo del volontariato.
Per gli ONLUS, nell’analisi del rischio si terrà conto principalmente degli elementi che eventualmente dovessero emergere nel corso del controllo preventivo effettuato dalle Direzioni Regionali.
Per quanto riguarda le organizzazioni di volontariato, che devono risultare iscritte negli specifici registri tenuti dalle Regioni o dalle Province, le Direzioni Regionali promuoveranno la stipula di specifici accordi o protocolli d’intesa con gli enti territoriali di competenza, diretti all’acquisizione dei dati e delle informazioni riguardanti questi soggetti, al fine di migliorare la conoscenza di tale settore e conseguentemente l’efficacia dell’azione di contrasto.
Il regime agevolato previsto per le società cooperative, la selezione degli Uffici deve indirizzarsi verso soggetti che si qualificano come cooperative, ma non risultano iscritti nel relativo Albo, nonché nei confronti di quelli per i quali vengono rilevati specifici indicatori di rischio, costituiti, tra gli altri, da crediti IVA di importo elevato non giustificati in base al settore di attività o al volume d’affari, da perdite di esercizio sistematiche che denotano situazioni apparentemente anti economiche, da brevi periodi di attività, da evidenti incoerenze degli indicatori gestionali o dall’omessa dichiarazione degli elementi rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore.
Richiedono un’attenzione specifica le posizioni dei soggetti che si qualificano come esercenti attività agricola e nel contempo svolgono vere e proprie imprese commerciali di ristorazione e/o alberghiere dissimulate sotto forma di agriturismo.
PERSONE FISICHE
Nell’ambito dell’attività di controllo nei confronti delle persone fisiche, nel 2014 è stata data attuazione alla normativa prevista dall’art. 38, il cosiddetto Redditometro. E’ stato predisposto il nuovo applicativo informatico “VE.R.DI.”, destinato alle attività di analisi del rischio sulle persone fisiche e di ausilio alla determinazione sintetica del reddito.
Si tratta di uno strumento innovativo ed è oggetto di implementazioni e miglioramenti, nel corso dell’anno dovrà essere utilizzato da tutte le Direzioni Provinciali al fine di individuare anche eventuali aspetti suscettibili di miglioramento.
Nella fase preliminare della selezione dei soggetti a rischio si dovrà attivare il procedimento di accertamento solo nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata.
Nel procedimento di controllo basato sul redditometro si dovrà dare attenta valutazione alle prove addotte dai contribuenti nella fase di contraddittorio, al fine di raggiungere ad una accurata ricostruzione presuntiva del reddito complessivo si dovranno curate le modalità di verbalizzazione dei momenti di confronto con il contribuente.
3.6 L’attività svolta dalle Dogane e dai Monopoli
L’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli serve a prevenire e contrastare le frodi e i traffici illeciti, per assicurare il maggior recupero del gettito. E’ necessario quindi una favorevole cooperazione con altri organismi non solo nazionali ma anche esteri.
In particolare l’Agenzia delle Dogane si è soffermata sul problema della sottofatturazione, associato alla presentazione di documenti falsi.
I controlli effettuati a partire dal 2005 hanno portato risultati positivi, e tra questi il più importante risultato è stato l’innalzamento dei valori medi dichiarati all’importazione per kg di merce, i Paesi a più alto rischio di frode sono appunto i prodotti tradizionali del made in Italy. Il grafico sottostante illustra (prendendo il solo dato dell’import di abbigliamento dalla Cina) il valore medio per Kg dal 2003 al 2013; questo valore è aumentato da circa 5,3 euro a circa 21,52 euro, nel commercio Cina–Italia.
Questo ha portato maggiori entrate per dazi ed IVA nel periodo 2005-2013, nei settori dell’abbigliamento, calzature e borse importate dalla Cina, per circa 5,3 miliardi di euro.
Importazioni di origine cinese dei principali paesi UE – Indumenti ed accessori di abbigliamento – Valore medio (euro/kg) – Anni 2003-2013
Fonte:MEF (2013) Rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, sui risultati conseguiti nel 2013 e nell’anno in corso, fig 2.2.1.