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La familiarità del teen drama attraverso sequel o prequel

Il Teen Drama: punti di forza e punti di debolezza con specifico riferimento alla rappresentazione della sessualità

2.6 La familiarità del teen drama attraverso sequel o prequel

In questo paragrafo verrà fatto qualche esempio che, anche se non ha avuto un grande successo con pubblico, è significativo in quanto è parte di alcuni progetti più grandi e conosciuti, in quanto spin-off, sequel o prequel di altre serie televisive più note, oppure trasposizione di film cinematografici già esistenti.

Questa caratteristica gli dà comunque un’attrattiva diversa agli occhi del consumatore di serie televisive, in quanto affezionato ai personaggi e alla serie originaria.

Si faranno tre esempi che appartengono a questo tipo:

1)Degrassi (The kids of Degrassi School; Degrassi Junior High; Degrassi: The Next Generation Degrassi: Next Class)

3)The Carrie Diaries 4)Scream-serie televisiva

Degrassi: The Next Generation è una serie televisiva canadese, prodotta dal 2001 al 2015 ed è composta da un totale di 14 stagioni e 385 episodi. Si inserisce all’interno di questo paragrafo, in quanto va considerata molto significativa per diversi motivi. Prima di tutto è decisamente consistente sia se considerata singolarmente, sia in quanto facente parte di un progetto estremamente ampio. È il sequel di Degrassi Junior High; questa è una serie tv che va in onda dal 1987 al 1989, composta da tre stagioni e 42 episodi che a sua volta è successiva a The kids of Degrassi School in onda dal 1979 al 1986. Inoltre attualmente, la più recente serie Degrassi: Next Class è in onda su Netflix dal 2016 con 4 stagioni, 40 episodi di 25 minuti l’uno.

C’è chi (Tocchio, 2012, pp. 247-248) sostiene che Degrassi Junior High fissi gran parte della struttura definitiva e prepari il terreno per il teen drama vero e proprio, il cui primo esempio compiuto è Beverly Hills 90210 che risale al 1990.

Un altro motivo per cui è rilevante è il tipo di tematiche che vengono trattate (sessualità, alcool e droga) e la modalità diretta e schietta con cui ciò accade.

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Alcune ricerche (Keegan, 2013; Sandercock, 2015) accomunano Degrassi e Glee in quanto entrambi sono importanti a causa della diversità nelle rappresentazioni riguardanti il genere e la sessualità. In effetti sebbene essi siano caratterizzati da alcune diversità in quanto differiscono in termini di attori, contenuto, stile e linguaggio, hanno in comune la capacità di formare ed informare circa argomenti importanti come razza, classe, genere, sessualità e disabilità. Nello specifico entrambi sono noti per le rispettive rappresentazioni di un adolescente transgender portando tale questione alla ribalta. Entrambi, inoltre, sono fondati sul concetto del corpo in movimento e su percorsi di crescita e trasformazione sia fisici, sia emotivi. Quindi, sebbene come visto, abbia alcune caratteristiche attinenti, questa serie non è stata inserita all’interno del campione ristretto, in quanto la sua struttura è differente rispetto a quella degli altri teen drama considerati; si ricorda pertanto che è canadese e ciò porta a qualche diversità. L’unica modalità, coerente con l’intento del lavoro di ricerca di inserimento all’interno del campione poteva essere, considerando la serie televisiva, nel suo complesso e quindi la somma delle 4 serie (The kids of Degrassi School; Degrassi Junior High; Degrassi: The Next Generation; Degrassi: Next Class) come prodotto unico. Ciò però, non è stato possibile soprattutto a causa delle differenze che emergono all’interno delle prime due serie. Inoltre basti ricordare a conferma di ciò che la prima è precedente a Beverly Hills, primo teen drama. Inoltre i ragazzi protagonisti, non appartengono alla fascia d’età di interesse in quanto più giovani. L’ultimo dei 4 è il più attinente ma il numero totale di episodi è molto basso.

Ha una certa rilevanza all’interno di questo discorso anche The Carrrie Diaries, teen drama andato in onda tra il 2013 ed il 2014. Questo è composto da due stagioni e da 26 episodi in totale e narra degli avvenimenti di una giovane Carrie Bradshaw. Come recita l’introduzione agli episodi:

«Prima del sesso, prima di New York, prima di 'Sex and the City', c'ero solo io: Carrie Bradshaw».

Sebbene i produttori abbiano specificato che non si tratta di un prequel diretto di “Sex and the City”, ma un adattamento del romanzo di Candace Bushnell, sicuramente non se ne può negare il collegamento e non si deve sminuire l’importanza di Sex and the City, in quanto rappresenta una vera e propria rivoluzione nella rappresentazione della sessualità femminile. La serie si svolge negli anni Ottanta e narra le vicende dell’adolescente Carrie Bradshaw, aspirante scrittrice che, orfana di madre, vive con il padre e la sorella minore. Inoltre, è importante notare come la sessualità sia rappresentata all’interno degli anni Ottanta. Questo è vero per ogni sfaccettatura della sessualità, come ad esempio l’omosessualità del migliore amico della protagonista, che, pur essendone consapevole da sempre, non vuole ammetterlo a se stesso e soprattutto non vuole farlo sapere agli altri. Ovviamente anche gli anni Ottanta avevano le loro disinibite eccezioni, come ad esempio

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Samantha, la storica amica di Carrie, vero e proprio emblema della sessualità libera in Sex and the City.

Scream-serie televisiva, (composta da 2 stagioni e 24 episodi complessivi di 42 minuti l’uno) invece deriva dal cinema infatti prende ovviamente spunto dai film, seguendo alcune linee guida; è quindi un teen drama ibrido, in quanto vira sul genere thriller/horror.

Tutto inizia con l’omicidio una ragazza di nome Nina, che viene brutalmente assassinata insieme al suo ragazzo. La polizia, che inizialmente rinviene solo il suo cadavere, pensa a un delitto passionale, ma si ricrederà quando anche altri coetanei della giovane iniziano ad essere vittime prima di stalking e poi di omicidio.

Il primo episodio della prima stagione inizia con una scena abbastanza esplicita riguardante due ragazze che nel parcheggio della scuola si baciano con passione, una delle due inoltre è conosciuta a scuola in quanto molto religiosa. Lo spettatore si accorge subito di non essere l’unico osservatore della scena; infatti, è proprio Nina, la prima vittima della serie di omicidi, che, nascosta in macchina, registra con il proprio cellulare e carica immediatamente sul web il video, che intitola “le leccate di Audrey” e lo fa solamente per il gusto di umiliare la ragazza in questione. È molto interessante quindi l’approccio alla sessualità, in quanto è particolarmente diretto, cosa che effettivamente rappresenta una caratteristica tipica del genere horror.

Può anche accadere il contrario, ovvero che da una serie televisiva nasca un film; questo è ciò che è successo, ad esempio con Veronica Mars, teen drama ibrido appartenente al genere giallo e noir, composto da 3 stagioni di 64 episodi in totale.

Dopo le tre stagioni della serie è stato prodotto un film (importante per quanto riguarda il discorso attinente al fandom), che rappresenta la giovane detective 10 anni dopo.

Spesso investire su un adattamento cinematografico di una serie televisiva di successo è un’operazione con buoni margini di profitto e di successo, considerando il rapporto di fidelizzazione che questo tipo di narrazione seriale riesce a suscitare in una porzione di consumatori tutt’altro che disprezzabile. Esiste già un profilo di pubblico che consumerà quell’estensione cinematografica, senza rischiare troppo problematici salti nel buio, secondo una filosofia che anima anche la contigua serie di traduzioni intermediali di supereroi degli universi fumettistici Marvel e Dc, che sono pure in crescita (Moccagatta, in Grasso, Scaglioni, 2009, p. 100).

Per quanto riguarda il pubblico fedele e appassionato, se si parla di fumetti, il discorso è particolarmente vero.

Non si può non citare Smallville, serie televisiva di 10 stagioni, andata in onda dal 2001 al 2011, che narra le avventure di un giovane Clark Kent e che quindi, rappresentando la rivisitazione di una

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realtà già esistente, consiste nell’arricchimento di dettagli all’interno di questo mondo che ha già un suo fandom consistente, ma che virando verso il genere teen drama aspira ad ampliarlo.

Gli ambienti sono popolati non soltanto dai personaggi principali ma riempiti da figure di sfondo, da accessori animati e inanimati, da dettagli forse minori ma essenziali per rendere la narrazione verosimile e coinvolgente, o per comunicare tracce di senso. La serialità americana contemporanea quindi costruisce mondi che vengono identificati grazie ad elementi riconoscibili (sigla, tono del racconto, strutture narrative ricorrenti, genere), a omogeneità formali (fotografia, grana dell’immagine, montaggio), a tratti che non variano e fanno da collante tra le puntate, tra le diverse stagioni e con gli eventuali spin-off (Grasso, Scaglioni, 2009, p. 7).