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Una breve descrizione del campione: la trama

Il disegno della ricerca 3.1 Il contesto della ricerca

3.6 Una breve descrizione del campione: la trama

All’interno di questo paragrafo verrà fatta una breve descrizione, seguendo l’ordine temporale, dei 14 teen drama che saranno poi analizzati in maniera più approfondita, relativamente alla rappresentazione della sessualità. Ognuna di queste serie tv è da considerarsi come estremamente rilevante in quanto caratterizzata da un particolare che la differenzia dalle altre.

Come è stato accennato precedentemente il primo esempio compiuto di teen drama, è Beverly Hills, 90210, puro, andato in onda in America dal 1990 al 2000 (e in Italia dal 1992 al 2000), con 10 stagioni, ovvero 304 episodi da 42 minuti l’uno. La serie è incentrata sulle vicende di un gruppo di adolescenti della classe alta di Los Angeles, sulla loro realtà e sui loro problemi. I due gemelli Brandon e Brenda, cresciuti in una famiglia semplice e dai sani principi, a causa del lavoro del padre si trovano catapultati in un mondo totalmente diverso da quello a cui erano abituati ma sono sostenuti ed aiutati dalla famiglia, sempre presente, a non perdersi. Il gruppo dei pari è il protagonista assoluto e si imbatte nell’amore, nell’amicizia e nelle problematiche varie dell’età di riferimento. Oltre a essere la prima serie televisiva ad affrontare in maniera estremamente diretta tematiche delicate come sessualità, alcolismo, disturbi del comportamento alimentare e disturbi psicologici, in associazione alla fase dell’adolescenza, è palese dalla visione degli episodi l’intento pedagogico con cui ciò viene eseguito. L’obiettivo, infatti, è quello di aiutare i ragazzi a risolvere i problemi, di guidarli nelle situazioni difficili e di insegnare loro l’importanza del dialogo: dialogo fra pari, dialogo con gli adulti, dialogo nella coppia oppure con gli operatori del numero verde. Inoltre, per aiutare l’efficacia del messaggio, emerge in maniera chiara che chi non agisce da persona responsabile deve accettarne le conseguenze. Chi non si preoccupa di affrontare la sessualità in maniera responsabile e coscienziosa deve fare i conti con la gravidanza indesiderata, con l’HIV, oppure con le conseguenze psicologiche altrettanto difficili da sopportare. Chi abusa di sostanze stupefacenti oppure di alcool si imbatte in incidenti in macchina, con il surf, e soprattutto nel giudizio negativo e nella delusione dei propri cari: famiglia, ma anche amici.

Un risvolto fondamentale del successo della serie è il senso di comunità che si viene a creare nel pubblico: la trama è parte essenziale dell’esperienza della visione, in quanto rinforza sia la sensazione di contatto con gli amici, sia quella con i personaggi. Tra questi ultimi e gli spettatori si instaura un rapporto quasi affettivo, si crea un forte legame di empatia, nonostante ovviamente sia sempre presente la consapevolezza che si tratta di una rappresentazione della realtà e non della realtà stessa. La costruzione di una comunità con i personaggi offre agli spettatori un modo di formare la propria identità e di condividere esperienze comuni importanti per la crescita (Tocchio, 2012, pp. 247-248).

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Molti spettatori hanno percepito in maniera ironica sia il consumismo americano inteso come ideale desiderabile, sia la morale politicamente corretta che emergono chiaramente in quanto all’interno di Beverly Hills 90210 tutto è detto, ridetto, narrato e mostrato. L’ironia potrebbe essere un effetto di alcuni indicatori riflessivi come la finzione nella finzione (Klitgaard Povlsen, 1996).

A questo punto è necessario citare le parole di Jean Marie Floch (1993), quando parla di pubblicità, e definisce quattro tipi di discorso pubblicitario: pubblicità referenziale, obliqua, mitica e sostanziale. La pubblicità referenziale è conforme alla realtà poiché si basa sulla ricerca dei discorsi quotidiani attraverso narrativa, figurativa e non astratta, che sono descrittivi e non rilevanti. La chiave di questa formula è il fatto di utilizzare continuamente le presentazioni di un prima e di un dopo, informazioni precise o attraenti, messaggi aneddotici senza aggettivi e anche senza slogan. Lo spettatore è partecipe di una vicenda che lo conquista emotivamente, poiché inconsapevolmente viene coinvolto dalle azioni del suo eroe, compartecipa al suo agire, quasi lo consiglia e vorrebbe aiutarlo nelle sue imprese.

La seconda serie televisiva che verrà analizzata è Buffy l’ammazza vampiri, andata in onda dal 1997 al 2003 in America (in Italia dal 2000 al 2005), composto da 7 stagioni di 144 episodi da 45 minuti l’uno, è importante prima di tutto in quanto è il primo teen drama che va considerato ibrido. Con ibrido in questo caso si intende la fusione con il genere horror. Lo stile è estremamente dark, ricorrono spesso elementi gotici e forze oscure, gli ambienti rappresentati sono tetri e per la maggior parte gli episodi si svolgono di notte.

Un’altra caratteristica fondamentale è il suo onnipresente humor ironico, malgrado la serietà degli argomenti; i protagonisti, oltre a scontrarsi con problemi adolescenziali tipici dell’età, devono affrontare anche situazioni pericolose in cui rischiano di morire ogni volta (Di Stefano, 2008) .

La protagonista, che sembra rappresentare il classico modello di bella e bionda e superficiale ex cheerleader è in realtà una cacciatrice di vampiri, dotata di una forza sovraumana, quindi è l’esatto opposto di ciò che emerge dalla sua stereotipata bellezza. Dopo essere stata trasferita in una nuova scuola a causa di un incendio da lei causato nella palestra di quella precedente (per uccidere un gruppo di vampiri), con i suoi nuovi amici dà la caccia a vampiri e demoni, cercando di liberare dal male la cittadina di Sunnydale, bocca dell’inferno. Le tematiche tipiche dell’adolescenza sono affrontate attraverso diverse modalità, sia con metafore, sia in maniera diretta sia con ironici doppi sensi. In Buffy l’ammazza vampiri, infatti, si trovano metafore che, in realtà, vanno effettivamente prese alla lettera. Per fare qualche esempio recuperato dall’interessante articolo di Di Stefano (2008). Nel secondo episodio della prima stagione (La riunione/The harvest) mentre Buffy si sta preparando per uscire, in modo da impedire la fine del mondo, sua madre entra in camera glielo

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proibisce e, quando viene implorata in quanto si tratta di una cosa davvero importante, la madre le risponde ironicamente: «Lo so, se non uscirai sarà la fine del mondo. È tutta questione di vita o di morte a sedici anni». Lei crede che la figlia sia una normale sedicenne e non può pensare che si tratti davvero della fine del mondo. Le metafore vengono utilizzate per rappresentare le paure più comuni degli adolescenti, descrivendo in maniera chiara emozioni che, altrimenti, non potrebbero essere comprese pienamente.

Indubbia è la grande importanza che detiene il gruppo di amici, che le resta sempre vicino, l’amore con il vampiro tenebroso e l’affetto paterno con il bibliotecario Giles. Senza di loro non sarebbe in grado di sconfiggere il male e di superare gli ostacoli.

È nel 1998 che nasce quello che va considerato il diretto erede di Beverly Hills: Dawson’s Creek. È un teen drama puro e va in onda in America dal 1998 al 2003 e in Italia dal 2000 al 2003, è composto da 6 stagioni di 225 episodi di 40 minuti circa ciascuno. Ci sono però alcune differenze rispetto al precedente. Prima di tutto ha una struttura narrativa diversa, in quanto è meno visibile lo svolgimento di ogni episodio intorno a un tema specifico. Inoltre in questo caso, i protagonisti sono adolescenti normali, con vite normali, che fanno cose normali (Rios, 2015) e che devono fare sacrifici per avere ciò che desiderano, in cui ognuno può identificarsi.

L’autoriflessività è l’emblema di questa serie che scaturisce dalla tendenza di quegli anni di mettere in scena il tipico modo di operare degli adolescenti, in cui si parla e si analizza molto, ma si agisce poco. Il rischio è che l’eccessiva coscienza nei protagonisti della loro condizione di adolescenti li faccia sembrare, non tanto dei teenager, quanto degli adulti che rivivono e raccontano la loro passata esperienza. Questo fatto, citando le parole di Grasso (2007, p. 174.) «permette di riflettere sulla natura artificiale del teen drama, che è sempre la messa in scena della gioventù vista però con gli occhi degli adulti». In effetti una critica estremamente diffusa è la non veridicità dei dialoghi dei personaggi, decisamente filosofici e cervellotici, dotati di note psicanalitiche che sembrano appartenere di più ad un gruppo di adulti che di adolescenti. In realtà questi dialoghi hanno la volontà di analizzare le caratteristiche dell’adolescenza e far capire agli spettatori che queste erano del tutto normali spiegandole dettagliatamente. Comunque, Dawson può essere considerato il nuovo Brandon, ragazzo corretto e giusto che cerca di vivere la propria adolescenza con estrema razionalità. All’inizio della sua programmazione ha fatto scalpore la schiettezza con cui dal primo episodio vengono affrontati argomenti delicati come ad esempio la masturbazione. Inoltre è il primo teen drama in cui viene data una grande importanza all’omosessualità maschile. Jack, uno dei personaggi principali, si trova a dover affrontare tutte le problematiche che derivano da un coming out in un paesino di provincia.

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Precedentemente già era stata trattata l’omosessualità femminile in Buffy l’ammazza vampiri ma bisogna sottolineare, in quanto estremamente importante, questo non accadeva all’interno delle prime due stagioni e quindi non era collegato alla fase adolescenziale ma al college.

La televisione riscopre il potere di seduzione dei comics, come ad esempio nella serie ispirata a Superman come Smallville (Brancato, 2007, p. 39). Smallville è di genere ibrido e narra le vicende dell’adolescente Clark Kent alle prese con la crescita e con la scoperta dei propri poteri. La serie racconta l’adolescenza del supereroe e la sua lunga e complessa educazione alla giustizia. Adottato da una coppia, il giovane affronta la sua adolescenza studiando, innamorandosi, soffrendo di solitudine e subendo le angherie che di solito subiscono i timidi. Sospeso tra Buffy l’ammazza vampiri e Dawson’s Creek, sorretto da un’ottima colonna sonora, ben scritto, delinea, sotto forma di telefilm di formazione, l’eterna lotta tra il Bene e il Male, regalando non pochi momenti di grande emozione (Grasso, 2007, p. 155).

È una serie televisiva andata in onda dal 2001 al 2011 in America e dal 2002 al 2011 in Italia, con 10 stagioni e 218 episodi di 42 minuti l’uno. L’ibridazione è dovuta al mondo del fantasy e nello specifico al mondo del fumetto. Come nel predecessore, le problematiche tipiche adolescenziali vengono affrontate in maniera metaforica oppure diretta. Analogamente a Buffy l’ammazza vampiri, si nota in generale una grande presenza di metafore e riguardanti la sessualità nello specifico, sessualità che, appartiene maggiormente ai personaggi secondari. Molti adolescenti, a causa del potere dei meteoriti, diventano la rappresentazione di una serie di problematiche adolescenziali tipiche: i disturbi dell’alimentazione, le relazioni affettive e sessuali superficiali, l’utilizzo di sostanze stupefacenti (spesso è il meteorite stesso che fa le veci della droga). Clark Kent si può dire essere l’evoluzione di Brandon e poi di Dawson; ragazzo con una spiccata moralità che fa sempre la cosa giusta. È decisamente interessante che sebbene la sessualità sia rappresentata molto meno che negli altri teen drama, ha dato spunto a numerose ricerche che ne sostengono un sottotesto omoerotico, nello specifico rileggendo le vicende sotto la luce del grande amore fra il protagonista e l’amico (futuro acerrimo nemico) Lex Luthor (Meyer, 2013; Battis, 2006).

In generale le vite dei supereroi condividono importanti parallelismi con la cultura gay. La sua personalità rigidamente biforcata tra un normale volto pubblico e un'identità segreta tenuta nascosta ad ogni costo, l'inclinazione di Superman a cambiare i vestiti in piccoli spazi chiusi (cabine telefoniche, armadi) mentre il cambio di persona potrebbe metaforicamente assomigliare alla chiusura dell'identità sessuale (Kustritz, 2005).

Anche se Smallville sembra ruotare attorno a un grande segreto, ovvero la vera identità dell’adolescente come alieno dal pianeta Krypton, ciò dipende in realtà da un insieme di segreti

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molto più complicato, una rete di atti linguistici in competizione che trasformano e allargano il super-armadio di Clark in una serie di silenzi che in realtà vengono a definire per lui un'intera costellazione di identità. Kryptonite, è una parte intima dello stato di chiusura di Clark: è il lato opposto del suo segreto extraterrestre, il segreto della sua unica debolezza che deve oscurare a tutti i costi. È difficile, allora, se non impossibile, separarlo dai suoi segreti, o determinare le linee invisibili che dividono l'adolescente dall'alieno. Ma il personaggio che più spesso tenta di invocare questo atto di separazione, che spesso e talvolta tenta violentemente di strappargli i segreti dal regno privato, è il suo più caro amico, Lex Luthor. La relazione tra i due può essere vista come ricca di possibilità (sia erotiche, sia ideologiche). Questa è stata riscritta da Smallville e trasformata dal tradizionale antagonismo tra eroe e cattivo che gli amanti dei fumetti di Superman riconoscono, ad un’amicizia ambigua tra due uomini altamente riservati e vulnerabili (Battis, 2006).

Fra il 2003 ed il 2007 in America e dal 2004 al 2007 in Italia, va in onda The O.C, teen drama puro, composto da 4 stagioni, 92 episodi, di 42 minuti ciascuno. In questo caso si assiste all’incontro (o lo scontro) di due realtà: quella del ragazzo che deve sopportare e supportare il peso di una vita difficile e il mondo dei giovani ricchi di Orange County. Ryan è figlio di un’alcolizzata e di un galeotto; il fratello lo coinvolge in un furto d’auto e l’avvocato che lo ha in carico, prendendo a cuore il suo caso, lo porta a casa con sé. Ryan prima di questo incontro, non aveva nulla, un nulla che va oltre al benessere economico; non aveva una famiglia su cui contare, non aveva una guida. Trova tutto questo nella famiglia Cohen, riconoscendo come fratello il coetaneo Seth Cohen, ragazzo magrolino e sarcastico che, di contro, non si sente affatto a suo agio in quel mondo e riesce a sentirsi a casa solamente grazie a Ryan. Relativamente alla riflessione di Grasso (2007), sulla natura artificiale di questo genere di serie televisiva, che comunque bisogna ricordare essere la messa in scena della gioventù vista però con gli occhi degli adulti è solamente con The O.C. che i principi già saldi del genere verranno rimessi in discussione in quanto come viene definito sempre da Grasso (2007, p. 174) è il «teen drama che sa di esserlo, e se ne vanta». Un’importante innovazione della serie è il fatto che qui gli adulti non fanno da sfondo alle vicende burrascose del gruppo dei pari, sempre protagonista, bensì raccontano anche i loro vissuti problematici: la linfa vitale è quella dell’esistenza reale, in cui non sono soltanto i ragazzi a confrontarsi con incertezze e paure. Inoltre, la serie si caratterizza per il massiccio utilizzo del tono ironico che emerge all’interno del racconto: il linguaggio «mescola ai toni prevalentemente melodrammatici tipici della soap opera quelli esilaranti e briosi della commedia» (D’Onofrio, 2002).

Uno degli aspetti più seducenti di The O.C. è la continua contaminazione fra le parti: il mondo degli adolescenti (così carico di problemi “insormontabili”) si intreccia con quello degli adulti (così

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carico di problemi “sormontabili”, dove la maturità si manifesta in questa capacità di saper superare le difficoltà); il mondo della famiglia riuscita (i Cohen) con quello delle famiglie non riuscite (tutte le altre) (Grasso, 2007, p. 215).

Inoltre, la terminologia utilizzata effettivamente attinge molto al vocabolario giovanile rendendo la serie più credibile e veritiera anche per il frequente ricorso ad espressioni gergali, realmente in uso tra i ragazzi (questo è un merito del giovanissimo creatore, Josh Schwartz). L’amore, che è considerato vitale per un adolescente, che si trova a dover fare i conti con questo nuovo sentimento senza avere dalla sua parte esperienze precedentemente maturate, gioca un ruolo centrale nell’intreccio: le linee narrative orizzontali principali riguardano le vicende sentimentali dei protagonisti, costruite sulla forza drammaturgica insita nello stereotipo classico del triangolo sentimentale. I giovani spettatori sono consapevoli che le innumerevoli peripezie affrontate dai loro personaggi preferiti non potrebbero verificarsi davvero nella quotidianità, ciononostante le vivono come realistiche: siamo di fronte ad un altro dei punti cardine su cui è imperniato il melodrammatico, il falso realismo. Da qui deriva la totale immedesimazione dello spettatore con il mondo all’interno del piccolo schermo, che tuttavia è fondamentale per un’opera ben riuscita (Tocchio, 2012).

E se in questo caso vengono narrate le vicende di due ragazzi che non sono fratelli ma hanno un forte legame, nello stesso periodo nasce un altro teen drama che segue la vita di due fratelli che, invece, si percepiscono come due perfetti estranei.

Dal 2003 al 2012 in America e dal 2005 al 2012 in Italia, va in onda One Tree Hill, con 9 stagioni e 187 episodi complessivi di circa 40 minuti ognuno. Al centro della serie c’è, anche se indirettamente, la gravidanza indesiderata e seguono le vite di due fratellastri, Lucas Scott e Nathan Scott. Il comune padre, Dan Scott, ex quasi stella di basket, da adolescente lasciò la sua fidanzata incinta da sola, la madre di Lucas per seguire il suo sogno, poi incontrò un’altra ragazza, all’inizio del college, ovvero la madre di Nathan, che mise incinta ma questa volta la sposò e creò una famiglia. Sia come padre assente che come padre presente, Dan ha una forte influenza sulla vita dei figli, troppo pressante da un verso e inesistente dall’altro. Il rapporto dei due ragazzi, estremamente diversi tra loro, uno ricco e popolare (ma in realtà estremamente solo) e l’altro solitario e dai sani principi (circondato dagli affetti) evolve nell’arco delle stagioni. Quasi tutti gli episodi si aprono o si chiudono con una riflessione di Lucas, che spesso cita le parole di scrittori e poeti per descrivere il fil rouge dell’episodio.

Dal 2007 al 2012 va in onda in America, e dal 2008 al 2013 in Italia, Gossip Girl con 6 stagioni di 120 episodi di 40 minuti ognuno e si basa sugli omonimi romanzi di Cecily von Ziegesar. È una

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fotografia delle vite dei giovani ricchi e viziati dell’Upper Side di Manhattan quindi per certi versi ricorda Beverly Hills 90210. Tutto inizia dal ritorno di Serena van der Woodsen nell'Upper East Side dal collegio per il quale era partita improvvisamente l'anno prima senza dare spiegazioni a nessuno. Nello specifico, è Gossip Girl che riporta le notizie, persona anonima, nascosta dietro ad un blog di pettegolezzi che aggiorna seguendo continuamente i protagonisti, inviando messaggi ai cellulari di tutta la scuola. Una caratteristica che rende unica questa serie televisiva è l’onnipresenza dei cellulari nella vita di tutti i giorni dei ragazzi.

Dal 2008 al 2013 sia in America che in Italia, va in onda La vita segreta di una teenager americana, con 121 episodi complessivi composti da 40 minuti ciascuno. È necessaria una precisazione sul numero delle stagioni. La serie è stata trasmessa con un certo ordine, caratterizzato da 5 stagioni, ma in realtà è stata prodotta e diffusa in alcuni Paesi in 8 stagioni. In Italia, alcune delle cinque stagioni sono state trasmesse in due parti separate e sempre in Italia, la serie è stata suddivisa in 8 stagioni su alcuni servizi, tra cui Netflix.

Per l’analisi che verrà fatta successivamente è stato preso in considerazione l’ordine impartito dalla produzione, in quanto era quello ipotizzato alla nascita della serie. Prendendo in considerazione esclusivamente la trama è un teen drama estremamente interessante e a modo suo innovativo in quanto inizia proprio dalla cattiva gestione della sessualità e quindi da una gravidanza indesiderata. Amy Juergens è una ragazza di quindici anni che rimane incinta dopo aver avuto un solo rapporto sessuale con Ricky Underwood, un ragazzo molto problematico, che cambia in continuazione partner sessuali e utilizza la sessualità compulsivamente per cercare di colmare un grande vuoto dovuto agli abusi sessuali del padre. Amy è una ragazza qualsiasi, una ragazza in cui si può riconoscere qualunque giovane spettatrice appartenente ad ogni zona del mondo, che è rimasta incinta a causa di superficialità, timidezza e disinformazione. Questo futuro bambino porterà scompiglio, non solo nelle vite dei due futuri genitori ma in tutte quelle delle persone che gli ruotano intorno.

Dal 2008 al 2013 in America e dal 2009 al 2013 in Italia va in onda 90210, con 5 stagioni e 114 episodi complessivi, di 41 minuti l’uno. La serie si svolge attorno alla famiglia Wilson, trasposizione della famiglia Walsh, famiglia normale che si trasferisce a Beverly Hills. Il padre, Harry Wilson, torna dal Kansas a Beverly Hills, nella sua casa d'infanzia. I due figli adolescenti Annie e Dixon provano a farsi una nuova vita conoscendo amici e seguendo i consigli dei genitori. La trama ricorda molto Beverly Hills 90210, e in comune con esso ha alcuni personaggi che, ormai adulti, hanno un ruolo all’interno della serie. La consulente scolastica ad esempio è Kelly Taylor