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FATTORE UMANO SOCIALE

Si legge nel libro di Arndt l’esperienza degli anni sessanta aveva dimostrato, però, che anche in presenza di una rigida rapida crescita economica non necessariamente si ottiene un ridimensionamento della disoccupazione, della disuguaglianza e della

102“Il millenovecento” Rivista mensile anno II n. 8

povertà e che anzi, la situazione può addirittura peggiorare.

“I tassi di disoccupazione e di disuguaglianza sostiene Seers, sono cresciuti a grandi passi. Secondo Morse la disoccupazione era cresciuta” anche in quei paesi in via di sviluppo che hanno raggiunto tassi di crescita del tutto ragionevole. Secondo Mc Manara gli aumenti del reddito nazionale «non hanno raggiunto i poveri, entro limiti significativi nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo. Centinaia di milioni di individui disperatamente poveri in tutto il mondo, sono stati danneggiati, anziché aiutati, dallo sviluppo economico104.

Dusley Seers, dell’istituto di studi sullo sviluppo dell’università di Sussex, ammise che era stato un errore confondere lo sviluppo economico con la crescita economica, in quanto la crescita economica non sia in grado di dare una risposta ai problemi sociali e politici ma, anzi, che determinati tipi di crescita possono causare tali problemi.

E sul finire degli anni sessanta che si cominciò a parlare non solo di crescita ma anche di sviluppo quindi più attenzione a temi quali la salute, l’istruzione, l’alimentazione. Il concetto chiave deve essere quindi il miglioramento della qualità della vita. Era un ritorno allo spirito vero della costituzione dell’ONU e del Consiglio Economico e sociale ECOSOC.

“Pietra angolare”105 della moderna economia di sviluppo fu nel corso di questa prima fase il concetto di formazione del capitale e “una carenza di capitale è quasi per definizione caratteristica delle aree sottosviluppate” ma H. W. Singer, parlando a una conferenza ad Addis Abeba disse che:

«Si era verificato uno spostamento di tutto il nostro pensiero a proposito del problema della crescita e dello sviluppo, del capitale fisico a quello umano. “Il problema fondamentale non è più considerato quello della creazione di ricchezze, ma piuttosto quelle capacità di creare ricchezza. Tale capacità risiede nella popolazione

104H.W Arndt – op cit, p. 148

di un paese”, esso consiste nel potere celebrare106».

Abramo Witl ebbe ad affermare, nel 1951, «che è probabilmente corretto dire che solo la scoperta e lo sfruttamento di nuove conoscenze può rivaleggiare con la produzione di capitale per il ruolo di causa primaria del progresso economico107».

Il fattore residuale, che tende ad essere identificato con il progresso tecnico, cioè con conoscenze tecniche e quindi con l’istruzione e la spiegazione del fenomeno della crescita economica.

Si sintetizza in quegli anni l’interesse sul capitale umano in quanto fattore di crescita economica.

Il divario di crescita economica tra i paesi sviluppati e quelli PVS è dovuto proprio dal modesto livello tecnologico di questi ultimi, differenza che cresce sempre di più.

“Fu già il PUNTO QUATTRO del programma elettorale nel 1948, del presidente Truman, ha mettere in evidenza questo problema108:”

L’errore delle applicazioni di questa politica di aiuto tecnico fu che non ci fu una identificazione del tipo di tecnologia utile, ed il suo adeguamento ai sistemi di lavoro umano esistente.

Necessita, invece, un tipo diverso di assistenza, per aiutare i paesi sottosviluppati a fare il proprio tipo di investimento in capitale umano in ricerca e nello sviluppo.

Allora, introduciamo delle nuove tematiche, come l’investimento nell’istruzione, la pianificazione delle risorse, il “drenaggio di cervelli” nell’ambito della letteratura sullo sviluppo.

La fuga di cervelli dai paesi sottosviluppati, in particolare dall’Africa, riteniamo

106H.W Arndt – op cit, p. 88

107H.W Arndt – op cit, p.121

che si possa considerare la nuova trappola. L’economista camerunese Daniel Etounga-Manguelle, che formatosi a Parigi e Harward, mostra di conoscere bene questo principio quando scrive:

Per le società africane non vi è possibilità di vita fino a quando gli africani si comporteranno come spettatori piuttosto come attori e continueranno ad attendere d’essere invitati in un mondo che considerano come un ristorante, ma che in realtà è un pic-nic a scala planetaria, dove ciascuna porta non solo il suo coperto, ma in ugual misura i suoi alimenti109.

Infatti, uno dei problemi dell’Africa, sembra essere che la mancanza della classe borghese intellettuale, che in ogni nazione nel bene o nel male è la spina dorsale della società. I paesi africani sono ancora legati a un blocco culturale che non permette all’uomo africano di affrontare le sfide poste dalla modernità.

L’economista camerunese Ancora Etounga-Manguelle nel citato libro dice che vi è come un bloccarsi dei sistemi di pensiero per dei valori retrogradi, per pigrizia intellettuale o per oscurantismo volontario. Egli parla di un programma “di aggiustamento culturale ben cosciente che nei limiti della cultura africana non vi è spazio per l’iniziativa personale". Questo dipende, appunto dalla fuga dei migliori, lasciando la modernizzazione dell’Africa ad aspetti nocivi come la sottomissione totale di tradizioni e costumi, cui si ammette un carattere divino; il rifiuto delle leggi del tempo, la indivisibilità tra potere e autorità, l'annulamento dell'individuo, nei confronti del gruppo, la convivialità eccessiva, il rifiuto epidermico del conflitto aperto, l’incapacità di comprensione dell’homo aeconomicus, espansione sproporzionale dell’irrazionale, società cannibale e totalitarie. La sua conclusione è impietosa, come quello di Cheikh Amidoukane, l’autore di Le avventure ambigue che Grasso riporta nel suo libro scrivendo

“Strano fascino del nulla su coloro che non hanno niente. Il loro nulla lo chiamano

l’assoluto. Essi girano le spalle alla luce e guardano fissamente l’ombra110”.

In Africa, il conflitto tra i giovani e la tradizione è ormai diventato un conflitto di potere. Dall’indipendenza a oggi lo stato si è costruito come una famiglia estesa e unita da legami di sangue. L’autorità e l’ideologia del più anziano, a cui i giovani devono ubbidienza e rispetto, viene rispecchiata nel Capo della Nazione. Il Partito Unico, è venduto con l’espressione massima di democrazia, perché il capo che è visto come padre di famiglia, si assume la responsabilità di manifestare il bene comune e come nella famiglia, in cui l’autorità del padre non soffre limitazioni e di alcuna legittima contestazione così avviene per lo stato. Sono i valori ancestrali delle tradizioni e dei costumi che oggi opprimono questi giovani e li impongono in maniera conflittuale di fronte ad essi e alle istituzioni che li incarnano111.

Questa distorta cultura è la minaccia dell’Africa che fa si che questo continente non si avvii in misura democratica verso lo sviluppo sociale; gli africani cittadini del nostro tempo non possono proseguire verso una via distorta del passato, ma devono preoccuparsi del presente, cercando di realizzare un modello di sviluppo sociale che deve guardare al passato, cercando in esso le vere radici delle proprie culture, ma adeguandole alle necessità e realtà del luogo; e dal momento dello sviluppo sociale, che significa si, lotta alla povertà, alle istituzioni, per la salute, per l’acqua potabile, per gli adeguamenti tecnologici ma principalmente più democrazia, più libertà e la possibilità di occuparsi di se stessi e organizzarsi liberamente con gli altri. Riassumendo un aggiustamento culturale che vada verso la proclamazione del “Consiglio Economico e Sociale” delle Nazioni Unite cioè verso uno sviluppo equilibrato e mirato al lungo periodo che non include solo gli aspetti economici, ma anche gli aspetti sociali, scientifici, sanitari, dell’istruzione e culturali riguardanti la vita della comunità. Non il desiderio della modernità materiale dello sviluppo economico occidentale, ma come affermò Myrdal:

“L’obiettivo è molto più elevato di quello di un aumento degli standard materiali

110 E.Grasso - op cit, p. 66

di vita, e l’uomo nuovo, uomo moderno112”.

L’uomo nuovo, moderno che si sia liberato dalla sorcelleries che è lo spettro vero della povertà e la spiegazione cui gli africani ricorrono per spiegare le cause dei loro malanni.

Il cittadino dell’Africa deve abbandonare questa mentalità affinché l’integrazione internazionale sia un elemento utile alla crescita del reddito dei PVS perché la politica di liberalizzazione aperta dia buoni frutti,, deve ciò essere indirizzate a supplire alla mancanza di quelle infrastrutture tecniche, economiche, sociali, che possono far avanzare questi paesi nella via del progresso. La tecnologia, specialmente nel campo industriale, determina profitti per chi la introduce aumenta la produttività e riduce; prezzi dei beni, ma riduce i profitti e i salari dei paesi che producono la medesima merce con vecchia tecnologia.

La globalizzazione, nel suo intento, doveva far avanzare i paesi più poveri anche nel settore dei mezzi di commercializzazione, di sviluppo, nei sistemi giuridici e bancari locali ecc, ecc… in modo da favorire un’integrazione, di essi, non solo nel campo economico, ma avviarli verso un’eguaglianza strutturale più consona alle esigenze della modernità; cioè dare alla crescita economica un’anima.

CAPITOLO V

LE SOLUZIONI ADOTTATE PER CONTRASTARE LA POVERTÀ NEGLI ANNI PASSATI

“La costituzione umana essenziale è la possibilità per gli uomini di inchinarsi davanti a qualcosa di infinitivamente grande se gli uomini vengono privati di questo infinitivamente grande non potranno continuare a vivere e moriranno di disperazione