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POVERTÀ DA DISUGUAGLIANZA

“Da una recente pubblicazione della Nazioni Unite emerge come negli ultimi 40 anni ci sono state nel mondo ben 48 guerre civili, la gran parte delle quali ha avuto come causa scatenante l’aumento delle disuguaglianza di natura economica e sociale.69.

Si legge nello Sviluppo economico:

Nel 1972 Mc Nawara (presidenti della Banca Mondiale) nel discorso al consiglio dei governatori, sul tema equità sociale e crescita economica si chiedeva se il target di una crescita del 6%, adottato di recente dalle Nazioni Unite, per il loro secondo decennio dello sviluppo, avrebbe potuto garantire un significativo progresso per la qualità della vita alla maggior parte dei due miliardi di abitanti nei paesi meno progrediti; gli incrementi del reddito nazionale non sarebbero stati di beneficio per i poveri, nel caso in cui non li avessero potuti raggiungere.

I problemi della povertà sono profondamente radicati nella struttura istituzionale e in particolare nella distribuzione del potere economico e politico interno al sistema. Nonostante egli affermò che la crescita del terzo mondo avesse raggiunto un tasso del 5% negli anni sessanta “la distribuzione di questo aumento del prodotto interno lordo è stata totalmente minima da portare una reazione contro la crescita intesa come obiettivo primario di sviluppo. L’anno seguente, egli annunciò che il programma della banca pone l’enfasi principale non già nella distribuzione del reddito e della ricchezza, ma piuttosto sull’aumento di produttività del povero, formando pertanto la possibilità di una più equa partecipazione ai benefici della crescita70.

Il concetto di disuguaglianza è chiaramente espresso da Stiglitz riferendosi alla Russia: Non potevo negare che molte persone sono diventate abbastanza benestanti da provocare ingorghi stradali e creare una domanda di scarpe Gucci e altri articoli d’importazioni di lusso sufficienti a far prosperare certi negozi. In molte località di villeggiature europee, i russi facoltosi hanno sostituito i ricchi arabi di venti anni fa in alcune di esse, si vedono addirittura cartelli stradali in russo. Un ingorgo di Mercedes, in un paese con un reddito pro capite di 4730 dollari (1997)

69H. Warndt - op cit. p. 122

è un segno di malessere anziché di buona salute. Fa chiara dimostrazione che la società concentra la ricchezza tra poche persone anziché distribuirla fra tutti71.

La disuguaglianza non è solo intesa come una iniqua distribuzione del reddito, ma direi principalmente, un’ingiusta ridistribuzione di partecipazioni come soggetto attivo alla vita sociale del contesto in cui si vive.

“E questo scontento può concettualizzare in relazione di individui che stanno in relazione gli uni con gli altri in modo che sono definiti dai principi di reciprocità mutue obbligazioni, tale da parlare di un’economia morale dello scambio reciproco72”.

Questa equa distribuzione delle attività relazionali, l’autore la fa partire dalla famiglia, in quanto primo nucleo economico della società, non solo come produttrice di beni ma per lo svolgimento dei differenti compiti e delle distribuzioni delle sfere di vita e dei domini della pratica sociale. Questa sfera privata, che l’autore chiama

“House hold” sono economie politiche in miniatura, in cui gli esseri esclusi dalle

prime file del potere, trovano in esse il loro concetto di essere.

Mohammed Yunas quando istituì la Gramcen Bank fece del concetto di

empowerment il fondamento principale dell’attività dell’istituzione stessa. La

valutazione empirica dell’istituzionalità della banca fu basata proprio sulla capacità di raggiungere la fascia di povertà più profonda e quindi la capacità di influire sulle decisioni riguardo per i beneficiari del credito che la circonda. Il reddito ricavato dal prestito ricevuto, specialmente per le donne deve essere valutato in base all’acquisizione di maggiore stima e fiducia in se stessa. Il potere che le donne hanno di ridistribuire il reddito prodotto all’interno della propria famiglia e all’esterno73.

71 G. Stiglitz - op cit p. 117

72J. Friedman - op cit , p. 194

Un altro fattore di disuguaglianza è costituito dai processi di apprendimento di tecnologie che favoriscono la produzione. L’esclusione da queste conoscenze e la loro utilizzazione comporta ulteriori differenze economiche e culturali.

Accade così che mentre i paesi super qualificati vedono progressivamente aumentare la loro ricchezza quelli a rapida obsolescenza intellettuale vedono peggiorare le loro condizioni di vita.

L’aumento delle disuguaglianze tende a minacciare il mantenimento della pace, determinando un intensificarsi delle guerre civili e a diminuire l’importanza attribuita dai cittadini al valore della democrazia.

L’andamento della disuguaglianza internazionale e globale e di quella entro i paesi è molto diversa. Infatti c’è uno sviluppo relativo ai lavori più qualificati sia nei paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo, nel contempo però, la globalizzazione ha contribuito e contribuisce ad aumentare divari salariali tra lavoratori diversamente qualificati.

Chi versa in condizioni tragiche, oggi è il continente africano. Ciò è accaduto perché è rimasto tagliato fuori dal processo di globalizzazione non essendo stato aiutato nell’essere inserito in questo.

“Semmai protestano perché a certi paesi viene impedito di accedere ai benefici economici che dalla stessa scaturiscono74”.

La globalizzazione accresce la povertà in senso relativo, cioè la disuguaglianza tra i diversi gruppi sociali e ciò avviene non solamente tra il Nord e il Sud del mondo, ma anche all’interno degli stessi paesi avanzati. Le statistiche ci informano che in senso relativo ci sono più poveri oggi che non 30 o 50 anni fa75”.

La globalizzazione crea ricchezza ma non la spartisce in maniera equa fra tutti quelli che hanno partecipato alla sua creazione. Le ragioni sono varie gli aiuti sono

74“Globalizzazione – Comunicazione – Tradizione” - op cit, p. 77

distribuiti in maniera iniqua, non favorendo i paesi in via di sviluppo, e ignorando completamente i paesi più poveri.

Mentre subito dopo la rivoluzione francese si leggeva… nel manifesto degli Uguali, redatto da Sylvain Marechal.

“Popoli di Francia”

per quindici secoli sei vissuto in schiavitù e quindi infelice. Da sei anni respiri a fatica, nell’attesa dell’indipendenza, delle felicità e dell’uguaglianza. L’uguaglianza primo elemento di ogni associazione legittima. Ebbene, pretendiamo anche di vivere e di morire uguali come siamo nati: vogliamo l’uguaglianza effettiva o la morte. Ecco quel che ci occorre È giunto il momento di fondare la Repubblica degli Uguali, questo grande rifugio aperto a tutti gli uomini76.

Queste dichiarazioni forti che risale a dopo la rivoluzione Francese, da esattamente il valore dell’uguaglianza. Il capitalismo concede al capitale la facoltà di raccogliere tutti i profitti. Il capitalismo non è una persona ne una istituzione. Non vuole e non sceglie: È una logica che opera attraverso un modo di produzione cieca e ostinata logica di accumulazione, la globalizzazione, invece, dovrebbe essere un tavolo comune eretto dalle esigenze di ogni componente dell’umanità, alla cui mensa può accedere chiunque ne abbia necessità.