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Un’altra presenza importante nei romanzi di Grazia Deledda è quella del servo, che possiamo considerare come un’altra figura patriarcale. Nelle novelle delle raccolte

Chiaroscuro e Il fanciullo nascosto i servi sono meno presenti rispetto ai romanzi, o

perlomeno il loro ruolo è secondario rispetto a quello prospettato in molti romanzi dell’autrice (si pensi per esempio all’importanza rivestita da un personaggio come Efix in Canne al vento); non sono dunque presenti novelle in cui i servi siano i protagonisti. In realtà abbiamo già parlato di alcuni servi nelle novelle analizzate precedentemente, ma in nessun caso possiamo ravvisare in loro il ruolo di aiutante o fido consigliere dei protagonisti; l’unico che in parte si avvicina a questa visione è Juannì in La scomunica poiché è l’uomo amato dalla protagonista, ma è anche quello che verrà da lei allontanato poiché tra i due non c’è fiducia e rispetto reciproco. Juannì infatti non sopporta la propria padrona, mentre i servi nei romanzi della Deledda hanno spesso un rapporto di dipendenza e di amore sincero nei confronti dei propri padroni; la realtà dunque descritta in questi racconti brevi è differente rispetto ai romanzi. L’unica novella in cui si ripresenta in parte la stessa dinamica dei romanzi è Padrona e servi nella raccolta

Chiaroscuro, che già dal titolo denota perfettamente quale sia il tema su cui si concentra

la narrazione, ovvero il differente rapporto che due servi hanno nei confronti della stessa padrona, e viceversa. La padrona in questione è zia Austina Zatrillas, una ricca proprietaria terriera sposata con Daniele, anche lui proprietario terriero, anche se marito e moglie gestiscono le loro ricchezze in maniera separata. Un giovane servo di casa è solito parlare male della padrona, soprattutto ad un altro servo più anziano, che invece nutre per lei profondo rispetto; il servo vecchio dunque decide di avvisare la padrona di tutte le cattiverie che l’altro dice su di lei, ma li trova insieme in atteggiamenti intimi, mentre il servo giovane dice alla donna di amarla. Il servo vecchio decide dunque di intervenire e di svelare le bugie del giovane, il quale, vistosi scoperto, lo accoltella a morte e scappa.

69 La contrapposizione tra le figure dei due servi è fondamentale in questa novella: da una parte troviamo il servo anziano, fedele servitore nella casa di Austina Zatrillas e del marito Daniele da più di trent’anni, affezionato alla famiglia (in particolar modo ad Austina) e alla casa; dall’altra invece c’è Sadurru, il servo giovane, arrivato nella casa solo da qualche settimana, per cui meno legato alla famiglia e desideroso solo di arricchirsi. I due rappresentano anche due generazioni differenti: il vecchio servo prova un forte sentimento di lealtà e di dipendenza nei confronti dei padroni, e di ammirazione per la padrona, donna che lui aveva sinceramente amato in gioventù; Sadurru invece testimonia i cambiamenti in atto nelle nuove generazioni, che cercano di scardinare le regole alla base del mondo pastorale sardo, per cui anche i servi sono colpiti dal fremito della libertà, e questo «squarcia la rigidità dell’etica pastorale producendo effetti e conseguenze che non si saldano con l’austerità e la severità di costumi antichi»121. È proprio questa mancanza di rispetto nei confronti dell’austerità e delle regole ancestrali che il servo vecchio mal sopporta nei confronti del giovane, pretendendo da lui maggiore riconoscenza nei confronti dei padroni per i quali lavora, e ai quali il vecchio ha dedicato gran parte della vita. Queste critiche verso Sadurru derivano anche dal fatto che il servo vecchio è legato ad Austina da un forte attaccamento sentimentale, che dall’amore giovanile si è trasformato ora in un sentimento di estremo rispetto per lei, per cui mal tollera che qualcuno possa rivolgere alla donna parole malevole, mettendo per esempio in dubbio la sua moralità o la sua fedeltà nei confronti del marito, cosa che invece Sadurru fa continuamente. In particolare il servo anziano teme per le intenzioni di Sadurru, sa che non si può fidare di lui poiché presume che questo abbia delle mire arrivistiche verso la padrona, che ricordiamo è proprietaria di un’enorme fortuna. Il servo giovane infatti svela maliziosamente il suo piano quando dice al vecchio: «Forse la donna è stata forte finché è stata giovane; ma adesso che declina come il sole non vi pare che come il sole debba perdere la sua forza?»122; l’anziano uomo dunque comprende che l’intenzione del giovane è quella di iniziare una relazione con la padrona, nella speranza di poterci guadagnare economicamente, consapevole che la donna sta perdendo la sua proverbiale forza e fierezza a causa dell’età che avanza. Per questo il vecchio decide di tornare a casa in piena notte per avvertire la padrona, preoccupato all’idea che lei possa essere raggirata, spinto da un sentimento di lealtà ma

121 Mario Massaiu, p. 135.

70 anche di amore mai sopito verso di lei. Quando arriva li sorprende in atteggiamenti intimi, mentre si dedicano parole d’amore, e Sadurru in particolare svela alla donna di essere innamorato di lei, di voler essere il suo sposo, di pensare sempre a lei anche quando ne parla male perché «ho piacere di sentirvi lodare dagli altri».123 Il servo anziano però prova anche gelosia nel vedere come la donna sembri ricambiare i sentimenti di Sadurru, mentre questo non era successo quando lui stesso si era dichiarato:

Anche a me, anche a me ha parlato così […] Egli era lì, al posto del servo giovane; ma ella non era mai scesa dalla sua scranna e parlandogli non aveva mai abbandonato il suo fuso, come una regina non lascia mai il suo scettro… altri tempi, altri uomini. Egli, per esempio, non si era mai azzardato di porre il suo sgabello accanto a quello della padrona, come faceva adesso quello sfacciato… e lei… lei non si era mai lasciata prendere la mano così, come gliela prendeva quel maledetto servo straniero.124

A questo punto il servo vecchio decide di intervenire, comprendendo come Sadurru avesse ben percepito la debolezza di Austina, ma per lui la situazione precipita poiché il giovane, vistosi scoperto, lo pugnala a morte prima di scappare; il desiderio di salvare la padrona porta il vecchio a sacrificare la sua stessa vita.

Il “triangolo amoroso” tra Austina e i due servi non è l’unico che compare in questa novella, poiché se ne presenta un altro con caratteristiche simili, ovvero quello tra la donna, il marito Daniele e Diecu Delitala, l’antico pretendente; anche in questa seconda situazione ci troviamo di fronte ad amori corrisposti e non. Diecu Delitala e Austina erano innamorati da ragazzi, ma Daniele Zatrillas era riuscito a “rapirgli” la donna, per cui Deicu aveva fatto fare da un sacerdote un incantesimo in seguito al quale lo sposo cessò di essere innamorato della sposa, finendo per innamorarsi di tutte le donne fuorché di sua moglie. Questa almeno sono le voci che girano in paese, e che sembrano però essere veritiere dato che Deicu si ritrova a pensare «a che gli è servito l’incantesimo? Egli [Daniele] è stato ugualmente felice e adesso riposa sul suo letto come un vecchio re giusto e potente».125 L’amore di Deicu per Austina era vero e corrisposto, ma viene meno per la presenza di Daniele, che riesce a sposare la donna; lo

123 Grazia Deledda, Padrona e servi in Chiaroscuro, p. 74.

124 Grazia Deledda, Padrona e servi in Chiaroscuro, p. 75.

71 stesso Daniele era innamorato di Austina, ma questo sentimento poi viene a decadere a causa dell’incantesimo, e porterà Daniele a tradire ripetutamente la moglie con altre donne. Ancora una volta ci troviamo di fronte a degli amori impossibili, in questo caso sono due: il marito che non riesce più ad amare la moglie, e il vecchio innamorato che non riesce a dimenticarla e che rimane anzi sempre legato a lei. In tutto questo Austina rimane sempre fedele al marito (l’unico che mette in pericolo questa fedeltà coniugale è appunto Sadurru, poiché ormai la donna è meno forte e integerrima di un tempo), nonostante «tutti gli uomini che l’hanno conosciuta si sono innamorati di lei e l’hanno desiderata e tentata».126 In molte opere della Deledda le storie d’amore sono bloccate o rese impossibili da eventi esterni o da fatti contingenti, per esempio il fatto che uno dei due innamorati sia sposato con un’altra persona, per cui spesso le manifestazioni erotiche non rientrano nelle regole del matrimonio. In Padrona e servi non siamo in presenza di relazioni d’amore complete, poiché anche la relazione extraconiugale intrapresa da Austina non ha in realtà portato a nessun tradimento fisico della donna nei confronti del marito, probabilmente grazie all’intervento del servo anziano. Si configurano però diversi sentimenti d’amore non corrisposti, per esempio quello tra Austina e il servo anziano, reso impossibile dal fatto che i due appartengono a due classi sociali diverse, e quello tra Deicu Delitala e Austina, che dopo la fase giovanile è venuto meno, reso impossibile dal matrimonio della donna con un altro uomo. Deicu reagisce a questo attraverso l’utilizzo del paranormale, ovvero grazie ad un incantesimo fatto da un sacerdote e quindi impossibile da cancellare, con l’obiettivo di rovinare il matrimonio del rivale Daniele; i compaesani che parlano di questo incantesimo non mettono mai in dubbio la sua validità, segno che è opinione diffusa che tali pratiche possano effettivamente esistere. Lo stesso Daniele non si arrende facilmente al potere dell’incantesimo, ma lotta contro di esso per cercare di salvare il suo matrimonio, infatti «andava dietro le processioni, con lo stendardo e la croce, domandando ai santi di sciogliere l’incantesimo»;127 si arrende solo quando comprende che non c’è nulla che possa fare. Tra tutte queste presenze maschili, non dobbiamo dimenticare il personaggio più importante, la padrona dalla quale deriva il titolo, Austina Zatrillas. Dolores Turchi sostiene che l’essere lavoratrice e buona massaia sono le doti che pretendono nella

126 Grazia Deledda, Padrona e servi in Chiaroscuro, p. 72.

72 donna i giovani uomini sardi,128 e queste due caratteristiche si ritrovano pienamente in Austina: è lei che gestisce in piena autonomia i propri beni e la casa, e gestisce in parte anche quelli del marito, che è malato e quindi costretto a letto, anche se i beni rispettivi e il denaro vengono tenuti separati per non creare problemi; è lei dunque la vera padrona, che si fa totalmente rispettare dal marito. Per questi motivi Austina è molto stimata e rispettata da tutti, e questo ha fatto sì che molti uomini si innamorassero di lei. Non sappiamo però molto cosa pensi di lei riguardo a questi uomini che si sono dichiarati: il pubblico scopre, attraverso le parole del servo vecchio, che lei ha declinato il suo amore senza prestarci troppo interesse, mentre con il servo giovane la situazione è diversa; mentre Deicu rimane legato al ricordo della donna amata per tutta la vita non si può pensare lo stesso di lei, che pare invece aver dimenticato questa relazione giovanile. Le uniche informazioni che il lettore possiede sul rapporto tra Austina e Daniele provengono dalle parole dei due servi, i quali sembrano però avere due visioni opposte: mentre il servo anziano sostiene che lei «non ha mai guardato altr’uomo che suo marito»,129 il servo giovane sostiene che invece non fosse solo il marito ad avere relazioni extraconiugali. Ciò è particolarmente difficile da credere per il servo anziano, anche perché la donna sarda non tradisce il marito, subisce il suo tradimento e i maltrattamenti ma non sarà mai un’adultera. Sicuramente però tra i due non sembra esserci una particolare intesa intima, si trattano più con rispetto che non con affetto, e se i motivi di Daniele sono conosciuti, possiamo credere che anche lei non provi verso di lui un grande trasporto. La figura di Austina è importante perché con lei la Deledda ha voluto rappresentare le donne forti ed indipendenti che sanno gestire autonomamente le proprie vite, e per questo attraggono diversi uomini, che mantengono con loro un rapporto di dipendenza.

Anche Un po' a tutti, sempre in Chiaroscuro, ha come tema il rapporto tra i padroni e la servitù, in particolare una serva molto giovane. Essa è ambientata a casa della sennòra Rughitta e del marito Costantino Fadda, coppia molto ricca grazie all’eredità di lei; la coppia ha un figlio molto piccolo, Anastasio, a cui fa da balia la serva Barbara, giovane ragazza a cui tutti fanno la corte, compreso Costantino Fadda.

128 Dolores Turchi, p. 258.

73 Barbara quindi preferisce allontanarsi dalla casa dei Fadda dopo le avances di Costantino, ma sennòra Rughitta va a cercarla e dunque Barbara torna a lavorare lì. Questo racconto si differenzia molto dal precedente in termini strettamente narrativi, ma anche perché i rapporti tra i padroni e la servitù qui sono rappresentati attraverso la figura della giovane serva di casa Fadda; ci sono però vari punti in comune con

Padrona e servi. Innanzitutto abbiamo una coppia di padroni, marito e moglie, però

anche in questo caso la Deledda ha preferito soffermarsi sulla figura della moglie piuttosto che del marito: sennòra Rughitta è la vera padrona di casa, è lei la vera amministratrice della casa e della servitù, una donna forte che governa i beni di famiglia indipendentemente dal marito. Oltretutto è lei la ricca della coppia, come lo era Austina, essendo suoi i quattro quinti del patrimonio familiare; Rughitta e Costantino non sono nobili, anzi le loro origini sono piuttosto umili, ma si sono comunque arricchiti e ora gestiscono un importante patrimonio. Quello tra sennòra Rughitta e Costantino Fadda non può però essere considerato un matrimonio felice: lei è una donna autoritaria, anche in vista delle proprie ricchezze personali prende molte decisioni che interessano la famiglia, mentre il marito non sembra nutrire per lei particolare affetto, tanto che lo ricerca in altre donne, come nella serva Barbara. Ritorna anche qui il “rivale” di Costantino, ovvero l’uomo che Rughitta amava da giovane e che era intenzionata a sposare, salvo poi essere stata da lui abbandonata ed essere quindi stata costretta a sposare Costantino Fadda. Questa sorta di triangolo amoroso è però molto diverso rispetto a quello della precedente novella: qui le parti sono invertite, poiché è sennòra Rughitta ad essere ancora presa per il vecchio amante, mentre questo non sembra prestarle molte attenzioni, se non per la possibilità di guadagnare un pasto gratuito; Costantino non sembra considerare don Micheli un rivale pericoloso, anche se non gradisce la sua presenza in casa né il fatto che egli sia stato invitato dalla moglie, tant’è che quando lo scopre «balzò in piedi morsicandosi la nocca dell’indice e si volse minaccioso verso la casa, imprecando»130. Nel rapporto tra questi tre personaggi si ripresenta il tema economico-sociale, come capita in molte altre novelle: don Micheli è infatti un nobile, anche se povero perché di una nobiltà ormai decaduta, come lo sono tutti nelle novelle di Grazia Deledda, a rappresentare un mondo che ormai non esiste più; nonostante questa sua povertà, sennòra Rughitta avrebbe voluto in gioventù

74 sposarsi con lui, proprio per innalzare il proprio status sociale («ella parla così [negativamente] dei nobili perché è figlia di magnani»131, dice una serva). Non essendo stata possibile questa unione, la volontà di sennòra Rughitta ora è quella di dimostrare a tutti la propria ricchezza e dunque il proprio potere, anche attraverso la festa di Sant’Anastasio, durante la quale è ambientata la novella. Questa festa prevede che tutte le famiglie del villaggio, siano esse povere o ricche, apparecchino la tavola imbandendola di cibo e aprano le porte di casa per permettere a chi vuole di entrare a banchettare. Ovviamente sennòra Rughitta aveva fatto preparare un banchetto molto ricco poiché teneva molto a questa festa, che «le permetteva di mostrare al paese tutto il suo benestare e come non occorra essere nobili per non far calcolo del denaro»;132 era dunque suo interesse dimostrare a tutti la sua ricchezza, sia a don Micheli, come anche al resto del paese, arrivando anche a mettersi il fazzoletto di seta intorno al capo per muoversi all’interno del cortile di casa sua, «delle volte le vicine non la vedessero dalle finestre».133 Tale dimostrazione di potere è rivolta anche al marito, essendo lui la parte molto più debole economicamente della coppia, ed infatti Costantino mal sopporta questa festa, tanto che ogni anno si allontana da casa durante Sant’Anastasio per evitare litigi con la consorte.

In questo contesto si inserisce Barbara, una delle serve di casa Fadda, ragazza giovane e bella che fa da balia ad Anastasio. Il rapporto che i coniugi hanno nei suoi confronti è molto differente: la padrona di casa è gelosa di lei, poiché il bambino dimostra di essere molto più legato alla ragazza, che passa con lui tutte le giornate, che alla madre, che vede poco; inoltre la bellezza di Barbara attira molti uomini, compreso don Micheli, che durante il banchetto ha per lei delle attenzioni particolari che portano sennòra Rughitta ad allontanare la ragazza in malo modo, non contenta che il vecchio amato le riservi così tante attenzioni. Ma sennòra Rughitta non dovrebbe essere preoccupata solo delle attenzioni di don Micheli per la giovane, ma anche di quelle del marito, che infatti tenta un approccio con la ragazza, la quale però non gradisce. Le intenzioni di Costantino sono puramente di carattere fisico essendo attratto da questa giovane donna, e quindi tenta di soddisfare i suoi appetiti; l’uomo non è molto preoccupato nemmeno di quello che potrebbe pensare la moglie, tanto che dice alla giovane serva «se tu mi vuoi bene ed

131 Grazia Deledda, Un po' a tutti in Chiaroscuro, p. 148.

132 Grazia Deledda, Un po' a tutti in Chiaroscuro, p. 147.

75 hai paura di lei io la faccio murar viva». Per uscire da questa situazione Barbara decide di scappare a casa propria, senza avere nemmeno il coraggio di confidarsi con la madre. Ma sennòra Rughitta, venuta a conoscenza della sua fuga, si appresta ad andare a casa sua per convincerla a tornare, non sapendo delle avances del marito, ma anzi pensando di essere lei la responsabile di tale decisioni, avendo sgridato la ragazza. È in questo dialogo finale tra le due donne che si esplica il titolo che Grazia Deledda ha dato a questa novella, quando sennòra Rughitta sostiene che Dio ha distribuito «disgrazie e pazzia un po' a tutti, ricchi e poveri»134; grazie a queste parole Barbara decide di tornare a casa dei Fadda, senza aver avuto la possibilità di confidarsi con nessuno. La “disgrazia” che è capitata a Barbara è Costantino Fadda, e purtroppo le parole con cui la Deledda conclude la novella non fanno ben sperare, dato che la scrittrice spiega che, quando Barbara torna nella casa dei padroni, trova Costantino che «sedeva ancora, come in agguato, aspettando».135 La posizione di Barbara, in quanto serva, donna e di giovane età, è di totale subordinazione rispetto ai padroni, in particolare a Costantino, e questa sua posizione secondaria non le permette di rivolgersi a nessuno per chiedere aiuto. Mentre il servo vecchio nella novella precedente ha la possibilità di avere un dialogo con Austina, nel quale cerca di metterla in guardia sulle reali intenzioni del servo giovane, questa possibilità non è data a Barbara; i lettori comprendono che probabilmente per lei non ci sarà nessun modo di evitare le attenzioni indesiderate del padrone. In questa novella, più che in tante altre, appare la contrapposizione di potere