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Marco Zanuso, Napoli sotterranea

eno. La natura come prodotto progettato; la natura come esito della artificializzazione spinta dell’ambiente; la intracciabilità del confine tra natura ed artificio come risul- tato del processo tecnologico avanzato; la macchina e la fabbrica come produttori di qualità ambientale; la naturalità come qual- ità progettuabile del prodotto industriale. Questi sono i temi al centro della logica di questo progetto. Le grotte del Vallone San Rocco a Napoli costituiscono un ambiente eccezionalmente favorevole alla realizzazi- one di un fitotrone di grandi dimensioni, progettato pergenerare, su scala industriale, prodotti vegetali di elevata qualità organica. Il principio funzionale del fitotrone consiste nella determinazione del microambiente ottimale per la crescita di una pianta: tem- peratura, umidità dell’aria, illuminamento, fotoperiodismo, alimentazione, eliminando tutti i fattori negativi legati all’ambiente na- turale: variazioni climatiche, precipitazioni, durata del giorno solare, oltre che, natural- mente,

l’inquinamento dell’atmosfera e dell’acqua e la presenza di specie vegetali infestanti. Nelle condizioni create all’interno di un fitotrone, una pianta cresce con ritmi ac- celerabili in assoluta assenza delle sostanze inquinanti oramai largamente presenti nelle piante coltivate “naturalmente”, diserbanti, insetticidi, pesticidi, piogge acide, depositi di smog, concimi chimici.

Il fitotrone progettato nelle grotte di San Rocco prevede un ciclo completo di pro- uesto progetto vuole trasfor-

mare la cavità del Vallone S. Rocco, un ettaro e mezzo di stanze sotterranee immerse nel tufo vulcanico, in una “fabbrica della natura”, luogo di produzione di fiori e di piante, spazio coltivato, luogo non solo produttivo ma anche architettonico, strut- tura di una seconda natura.

Un’architettura fatta di tralicci, cristalli e impianti aggrappati alle pareti della caverna, gioco di luci, brusio delle macchine, pas- saggi scavati, colture in crescita dal seme al fiore, movimenti di mezzi silenziosi e di uomini in camice bianco.

Nella penombra delle cavità che hanno un’altezza variabile tra i 15 e i 32 metri, le nuove strutture architettoniche percorrono sinuosamente il sottosuolo: all’interno di questo treillage di cavi metallici e cristalli, inedito giardino pensile, crescono e fior- iscono lilium, iris, giacinti, narcisi, gladioli, rose, strelitzie, begonie, margherite giganti e fiori prestigiosi come i lopgiflori, le amaril- lidi.

Affrontando il tema delle grotte di Napoli è stata colta l’occasione per elaborare un progetto che pone il tema della “natura” come esito di un processo produttivo o di alta sofisticazione tecnologica: la macchina produce natura, fiori o vegetali commes- tibili, ed è alimentata da energia in parte prodotta da accumulatori solari, mentre i residui di produzione sono fibre vegetali e aria pura fortemente arricchita di ossig-

“Abbiamo colto l’inconsueta suggestione del luogo e la complessa realtà napoletana per elaborare un progetto che non fosse inteso esclusivamente ad autocelebrare so- fisticate e già dimostrate capacità di elab- orazione linguistica, ma che fosse invece capace, proprio per la sua evidente pro- vocatorietà, di comunicare un’idea di ar- chitettura che si propone come esito di convergenti competenze disciplinari gestite a livello cibernetico. Un’idea di architettura in cui la gestione della complessità appare invece capace, proprio per la sua evidente provocatorietà, di comunicare un’idea di architettura che si propone come esito di convergenti competenze disciplinari gestite a livello cibernetico. Un’idea di architettura in cui la gestione della complessità appare come condizione della innovatività del pro- getto. Progettare l’innovazione, come occa- sione per innovare la progettazione. Così come il principio provocatorio del pro- getto consiste nel proporre una riflessione sul ruolo e sul contenuto della tecnologia, nella dialettica contrapposizione tra natu- rale e artificiale, l’immagine elaborata pone la questione della figuratività architettonica della macchina in un luogo dove la struttura naturale dello spazio consente di rovesciare le leggi della statica.

Abbiamo disegnato un’architettura che si propone come elemento ordinatore e o ganizzatore dello spazio artificiale. Il nostro interesse al progetto è poi certamente sol- lecitato dalla curiosità di intervenire in un dialogo tra ambientalisti e tecnocrati, rimi- surando il potenziale “ 1

duzione di fiori, piante di piccole dimen- sioni o vegetali commestibili.

In un laboratorio sterile, posto all’ingresso del sistema, si procede alla clonazione e micropropagazione delle essenze vegetali. Le pianticelle vengono poste per un de- terminato periodo di tempo in camere di crescita, fino al raggiungimento di una di- mensione economica per il loro trapianto su vassoi che, dotati di forature di diametro e distanza adatti alla morfologia delle sin- gole piante, e a volte attrezzati con speciali strutture di sostegno per la pianta in fase di crescita, ne costituiscono il supporto de- finitivo, fino alla completa maturazione che avverrà all’interno del fitotrone.

Lo sviluppo longitudinale delle gallerie ha suggerito la forma e la struttura delle mac- chine: queste consistono sostanzialmente in tunnel larghi un metro e ottanta e lunghi circa cento metri; I vassoi vengono portati all’imboccatura del tunnel da un sistema automatico di trasporto verticale e inseriti nel piano di crescita fino al suo riempimen- to. Da questo momento inizia lo sviluppo della pianta.

L’illuminazione ottimale sarà garantita da lampade fluorescenti di appropriato spettro luminoso.

Quando le piante sono giunte a matura- zione, vengono portate a terra con il pro- cedimento inverso a quello di carico; qui, con intervento manuale, sono raccolti i frutti o i fiori, e le piante riportate al piano o alle camere di crescita, o eliminate; i fiori e i frutti, caricati su carrelli elettrici, vengo- no portati al magazzino frigorifero, pronti per la spedizione e la vendita.

Pianta sezione e prospetto, della fabbrica dei fiori Dettaglio delle camere di crescita, piano di coltivazione

IL VERDE VERTICALE