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Oltre alle forme più tradizionali di cash pooling come lo Zero Balance e il Notional Pooling, esistono delle forme per così dire “ibride”, le quali cercano di superare i limiti degli schemi di base per adattarsi meglio ai vari casi aziendali e ridurre al massimo i costi connessi. Le soluzioni maggiormente utilizzate e diffuse a livello internazionale sono: il reverse pooling e il margin pooling chiamato anche interest

enhancement.

2.7.1 Reverse pooling

La forma del reverse pooling47 è un mix tra il notional e lo zero balance, in quanto

cerca di aggirare alcuni limiti presenti nelle due forme “tradizionali”. Nella pratica succede che:

 alla fine di ogni giornata contabile i saldi dei conti periferici vengono trasferiti sul conto master, così come avviene nella tecnica dello zero balance;

 successivamente, all’inizio della giornata contabile seguente, gli stessi saldi vengono ribaltati dal conto master ai conti periferici di origine.

L’effetto che provoca questo immediato passaggio del saldo dal conto periferico al conto master e poi nuovamente al conto periferico è quello che: i saldi rimangono praticamente sul conto periferico, mentre gli interessi vengono calcolati sul conto accentratore.

Se analizziamo i passaggi in cui si sviluppa il reverse pooling, possiamo associare questa tecnica al notional, con la differenza che, non rimanendo sui conti periferici alcun saldo a fine giornata, non è necessario chiedere alla banca e stipulare qualsiasi

47 Possiamo trovare questa tipologia di accentramento della tesoreria sotto il nome di target

contratto di finanziamento overnight per eventuali posizioni a debito; semmai, l’unico punto su cui porre attenzione e chiedere specifica trattazione alla banca è lo scoperto intraday, cioè, la misura di scoperto di conto infragiornaliero da concedere ai conti partecipant per gli eventuali saldi negativi che si possono venire a creare.

Il beneficio che si ottiene da questo modo di operare è, senza dubbio, una maggiore responsabilizzazione dei titolari dei conti periferici alla gestione del proprio equilibrio tra entrate e uscite. Infatti, nello schema zero balance, a ogni giornata contabile il saldo iniziale dei conti periferici risulta uguale a zero, e l’unico vincolo rimane il limite operativo giornaliero che definisce lo sbilancio massimo tra entrate e uscite della giornata. Con il reverse pooling, il responsabile della gestione del conto si trova ogni mattina il saldo progressivo.

L’utilizzo del reverse pooling da parte di un gruppo societario solleva alcuni dubbi di natura giuridica in relazione alla titolarità della liquidità e ai rischi associati alla stessa nei confronti dei soggetti finanziatori in quanto si ha una traslazione strumentale e di brevissima durata della “proprietà” dei saldi. Inoltre è opportuno da parte della tesoriera di gruppo predisporre e gestire un sistema di conti correnti non bancari, come avviene per la modalità zero balance, cosa che non è necessaria nel caso notional e che fa aumentare la complessità e il costo dello strumento.

Una nota negativa del reverse pooling sta nel fatto che la procedura con cui si applica fa aumentare le scritture di giro in modo esponenziale tale da renderlo contabilmente difficile da gestire, soprattutto in termini di riconciliazione dei movimenti tra conti bancari e conti infragruppo, e questo fa si che sia impensabile una sua applicazione a livello internazionale.

2.7.2 Il Margin pooling

Una ulteriore soluzione ai tradizionali schemi di cash pooling è rappresentata dal margin pooling. Questo strumento di gestione accentrata della tesoreria è utilizzato soprattutto in contesto internazionale e ad un primo approccio può sembrare una variante del notional pooling.

Questa tipologia di gestione accentrata della tesoreria è maggiormente utilizzata nei casi in cui il gruppo societario presenta le seguenti caratteristiche:

 si tratti di un gruppo internazionale, con società aventi sedi in paesi dell’area euro e CEE;

 il gruppo bancario di riferimento deve essere lo stesso e deve avere una banca di appoggio in ogni paese in cui si trova la società appartenente al gruppo;  gestione della tesoreria decentrata presso le diverse società partecipanti al

pool;

 linee di finanziamento, servizi e prezzi negoziati localmente;  conti correnti delle partecipant denominate in più divise;

 desiderio da parte della tesoriera del gruppo di migliorare la posizione di liquidità sia aggregata sia di ciascuna controllata.

Per le caratteristiche sopra elencate potremmo optare per una soluzione del tipo: notional cash pooling internazionale; ma la soluzione del sistema virtuale non sempre può essere applicata, in quanto, ci potrebbero essere delle restrizioni legali da parte della banca o anche delle limitazioni imposti dalla capogruppo circa l’autonomia delle subsidiary nella negoziazione dei prezzi con le proprie banche.

Il margin pooling è una tecnica molto complessa che allo stesso tempo permette di raggiungere un miglior equilibrio economico finanziario di breve periodo. Nella pratica funziona così: la host bank (la banca che gestisce i rapporti con la tesoriera) stipula uno specifico contratto con ognuna delle banche (account holding bank) a cui si appoggiano le diverse società che aderiscono al pool, e naturalmente anche con la tesoriera centrale. Allo stesso modo le account holding bank sottoscrivono contratti con le subsidiary in ciascun paese.

Nell’ambito degli accordi, la host bank raccoglie dagli altri istituti di credito, per ciascun singolo conto corrente, tutti i tassi attivi e passivi applicate alle controllate, il tasso di riferimento su cui è calcolato lo spread, un “bonus” in basic point in termini di

riduzione massima del tasso sui saldi creditori48; e in presenza di più monete di conto,

viene stabilita una divisa di conto comune cui tutte le altre vanno “virtualmente” convertite.

Ogni giorno la host bank riceve dalle account holding bank i movimenti e i saldi di ciascun conto, li converte nella divisa di conto comune e li archivia in evidenze separate a seconda che si tratti di posizioni a credito o a debito.

48 Il bonus viene riconosciuto a ogni singolo conto corrente in base al seguente criterio:

♦ il valore massimo si ha in corrispondenza di saldi mensili a debito uguali a quelli a credito;

♦ il valore decresce proporzionalmente allo sbilancio tra saldi a credito e a debito; ♦ se lo sbilancio supera una determinata soglia, il bonus viene portato a zero.

Alla fine di ogni periodo di liquidazione degli interessi, la host bank deve effettuare il calcolo del bonus da riconoscere a ogni singolo conto, e una volta determinato il bonus da assegnare, applica i tassi attivi e passivi risultanti dai saldi archiviati, calcolando così il valore assoluto.

Infine, come ultimo passaggio, il bonus in valore assoluto viene convertito nella divisa originaria del conto e viene realizzata un’informazione strutturata in formato elettronico per le account holding bank, che provvedono ad accreditare il conto della subsidiary e a produrre un’adeguata informativa per il proprio cliente.

Analizzando la procedura di svolgimento del margin pooling possiamo notare che non può essere assimilabile né al notional, né all’effective, perché non si verificano né movimenti fisici di stock finanziari né nessun tipo di compensazione dei saldi. Il pooling riguarda solo le informazioni sui conti, cosa che, in caso di restrizioni legali e/o fiscali rappresenta un elemento di notevole importanza.

Inoltre, il gruppo ottiene un beneficio economico sotto forma di “correzione” agli oneri e ai proventi finanziari generati dai classici conteggi effettuati sui conti correnti, ottenuti dall’applicazione dei tassi che ciascuna account holding bank ha in precedenza negoziato con le partecipant; e anche in questo caso non sono presenti alcune forme di compensazione di interessi o saldi.

Un aspetto molto importante da sottolineare per quanto riguarda il margin pooling è la sua capacità di gestire molteplici divise di conto e di operare con la logica cross-

currency49 attraverso meccanismi di conversione virtuale.