1.2 Una sperimentazione comunicativa
1.2.1 Fulvia e la decimazione dei soldat
Il primo contatto di Fulvia con l’ambiente militare avvenne nel 44 a.C. a Brindisi quando Antonio dovette fronteggiare l’ammutinamento della legione Marzia e della legione IV, che aveva fatto arrivare appositamente dalla Macedonia per mandarle a combattere a Modena contro Giunio Bruto, che voleva mantenere il controllo della Gallia Cisalpina.
“Quanto ad Antonio, i soldati lo accolsero a Brindisi con entusiasmo, sperando di ricevere da lui una somma di denaro superiore a quella offerta da Ottaviano, poiché credevano che egli possedesse maggiori ricchezze del suo avversario. Ma Antonio promise che avrebbe dato a
99 Dio 48, 54, 3: “Prima della partenza, i due litigarono in un primo momento per mezzo degli amici,
poi direttamente; ma non avendo tempo di farsi la guerra, si tennero in qualche modo in buoni rapporti, soprattutto per l’intervento di Ottavia”. (πρὶν δὲ ἢ ἀποπλεῖν αὐτὸν ᾐτιάσαντο ἀλλήλους, πρότερον μ ὲν διὰ τῶν ἑταίρων, ἔπειτα δ ὲ καὶ δι’ ἑαυτῶν· καὶ οὐ γάρ πω σχολὴν πολεμῆσαί σφισιν ἦγον, συνηλλάγησαν τρόπον τινά, τῆς Ὀκταουίας ὅτι μάλιστα τοῦτο πρασσούσης).
100 Appian. civ. V, 94; Plut. Ant. 35, 4-8.
ciascuno di loro solo cento denari: allora insorsero e non si calmarono prima che egli facesse uccidere, proprio davanti ai suoi occhi e a quelli di sua moglie, un certo numero di soldati e centurioni102”.
Antonio aveva dichiarato la propria indisponibilità a offrire una cifra superiore a quella proposta da Ottaviano, che non ricopriva ancora alcun incarico istituzionale e che dunque agiva in qualità di privato cittadino. Di fronte a questo atteggiamento, le truppe si ammutinarono: Antonio chiese ai tribuni i nomi dei più facinorosi secondo i registri della legione, scelse a sorte un soldato ogni dieci tra quelli indicati e lo giustiziò, dimostrando particolare durezza nei confronti della legione Marzia.
La decimazione dei soldati cui aveva assistito rappresenta una nuova occasione di evoluzione del personaggio di Fulvia, che si inserisce nel contesto precluso per eccellenza alla componente femminile della società e completamente nuovo rispetto alle sue esperienze precedenti, quello militare103
:
“Antonio, invece, già prima di acquistare qualche potere, ha fatto uccidere nella sua stessa patria trecento soldati e alcuni centurioni per nulla colpevoli, alla presenza e sotto gli occhi
della propria moglie, tanto che anche lei fu imbrattata di sangue104”.
L’episodio è tramandato da Cicerone e da Cassio Dione, i quali lo utilizzarono come espediente per sottolineare ancora una volta i comportamenti extra
mores che caratterizzavano la condotta della moglie di Antonio, concentrandosi
soprattutto sui particolari macabri:
Perché Antonio era lui che a Brindisi aveva fatto sgozzare in casa di chi l’ospitava dei valorosi soldati e dei bravi cittadini, dal cui sangue, mentre esalavano ai suoi piedi l’ultimo respiro, era stato spruzzato-era notorio-il viso di sua moglie105.
102 Dio XLV 13, 1-2: καὶ ὁ μὲν ταῦτ’ ἔπραττεν, Ἀντώνιον δ ὲ τὴν μ ὲν ἀρχὴν φιλοφρόνως ο ἱ στρατιῶται ἐν τ ῷ Βρεντεσίῳ ἐδέξαντο, προσδοκήσαντες πλείω παρ’ α ὐτοῦ τῶν προτεινομένων σφίσιν ὑπὸ τοῦ Καίσαρος λήψεσθαι, ἐπειδὴ καὶ πολλῷ πλείω κεκτῆσθαι αὐτὸν ἐκείνου ἐνόμιζον· ὡς μέντοι ἑκατόν τε ἑκάστῳ δραχμὰς δώσειν ὑπέσχετο, κα ὶ αὐτῶν ἐπὶ τούτῳ θορυβησάντων σφαγῆναι ἄλλους τέ τινας καὶ ἑκατοντάρχους ἔν τε τοῖς αὑτοῦ καὶ ἐν τοῖς τῆς γυναικὸς ὀφθαλμοῖς ἐκέλευσε.
103 Sull’episodio della decimazione cfr. VIRLOUVET 1994, pp. 82-83; ROHR VIO 2013, pp. 77-88. 104 Dio XLV 35, 3: ὁ μὲν ἐν τοῖς πολέμοις κρατήσας πολλῶν ἐφείσατο, ο ὗτος δέ, πρὶν καὶ
δυνηθῆναί τι, τριακοσίους στρατιώτας, καὶ ἐν α ὐτοῖς καὶ ἑκατοντάρχους τινάς, μηδ ὲν ἀδικήσαντας, οἴκοι παρ’ ἑαυτῷ, παρούσης τῆς γυναικὸς καὶ βλεπούσης, ἐφόνευσεν, ὥστε καὶ τοῦ αἵματος αὐτὴν ἀναπλῆσαι.
105 Cic. Phil. III, 2, 4: Quippe qui in hospitis tectis Brundisi fortissimos viros optimosque civis iugulari
iusserit; quorum ante pedes eius morientium sanguine os uxoris respersum esse constabat. Cfr. Cic. Phil. XIII, 8, 18.
È interessante notare che il sangue sia un elemento ricorrente nelle azioni di Fulvia: dal funerale di Clodio, il cui corpo era stato esposto con le ferite ancora sanguinanti, alla crudeltà dimostrata durante le proscrizioni, in particolar modo nei confronti del cadavere di Cicerone, suo acerrimo nemico, al quale lei stessa volle mozzare le orecchie e la lingua106
; e infine alla decimazione dei soldati, il cui sangue addirittura arrivò a sporcarle il volto. Indulgere nei particolari macabri e truculenti rientrava nella strategia di delegittimazione messa in atto dalle fonti ostili ad Antonio107
, accusato di essere incapace di separare la vita privata dal suo ruolo pubblico, e di riflesso anche a Fulvia, la cui figura venne caricata con i tratti di donna crudele e sanguinaria, sfruttando il forte impatto visivo ed emotivo che la vista del sangue era in grado di suscitare.
Come si intuisce dal racconto di Cicerone, l’azione si svolse nella domus in cui erano ospitati i due coniugi a Brindisi108
. Fulvia era stata testimone di un fatto pubblico, anche se questo si era esplicato in un ambiente privato, tuttavia proprio la contestualizzazione domestica dell’episodio costituisce l’elemento di giustificazione e legittimazione della presenza della matrona. Questo particolare, che l’autore voleva usare come elemento delegittimante, riconduce involontariamente il comportamento della matrona nel solco della tradizione che ubicava le donne entro il perimetro domestico; inoltre non era così raro che le donne dell’élite accompagnassero i propri uomini nelle missioni diplomatiche nelle province, qualora fossero governatori, o nelle campagne militari.
L’ambientazione dell’episodio risulta particolarmente significativa perché permette di individuare una sorta di corrispondenza tra l’evoluzione dei comportamenti di Fulvia e il cambiamento dei mezzi comunicativi e degli spazi fisici da lei utilizzati: nelle sue azioni precedenti la matrona si era spostata dalla domus al foro e al tribunale, attraverso una progressiva appropriazione degli spazi pubblici
106 La caratterizzazione di Fulvia come donna sanguinaria si ritrova anche nel ruolo da lei svolto
durante le proscrizioni in particolare per la crudeltà dimostrata nei confronti del cadavere di Cicerone e di Publio Cesezio Rufo. Cfr. Dio XLVII 8, 1-5; Appian. Civ. IV, 24; Val. Max. IX 5, 4. Sulle proscrizioni di età triumvirale cfr. CANFORA 1980, pp. 425-437.
107 In Appiano, che si rifaceva ad una tradizione più vicina ad Antonio, il particolare del sangue che
avrebbe macchiato il viso di Fulvia viene taciuto.
tradizionali. Anche per quanto riguarda il contesto militare è possibile rilevare uno spostamento fisico e ideologico della donna dalle mura domestiche, dove rimane spettatrice silenziosa di un’azione militare, al campo di battaglia vero e proprio durante la guerra di Perugia, in occasione della quale Fulvia si approprierà dei simboli del comandante militare e per la prima volta farà uso della parola nella sua forma più completa, il discorso. In ogni intervento di Fulvia, infatti, l’elemento visivo e quello orale sono compresenti e complementari.