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4. GLI STUDI DI CASO SU ALCUNE ESPERIENZE DI SUCCESSO

4.4 Il GAL Molise verso il 2000. 6

4.4.1 L’area dell’intervento ed il soggetto gestore

Il Gruppo di Azione Locale (GAL) Molise verso il 2000, istituito nell’ambito del Programma di iniziativa comunitaria Leader II nell’anno 1994, ha previsto la realizzazione di 30 azioni, per una dotazione finanziaria di circa 9,5 Meuro.

L’area interessata dall’iniziativa comprende tutti i comuni della provincia di Campobasso, ad esclusione di quelli che si trovano nelle zone costiere, e due comuni facenti parte della provincia di Isernia. Il territorio coinvolto è prevalentemente montuoso o collinare, con la presenza di realtà economiche inserite sia in piccolissimi comuni di montagna con una popolazione non superiore ai 200 abitanti, che in comuni più grandi, a ridosso della fascia costiera e delle principali vie di comunicazione.

Più nello specifico, l’intero territorio può essere suddiviso in tre macroaree, ognuna avente delle caratteristiche specifiche di natura economica e demografica e richiedenti quindi tipologie ed un’intensità di intervento differenti. Nella prima di queste,

6 Intervista realizzata con il Dr Antonio Di Lallo, Presidente del GAL Molise verso il 2000

che raccoglie al proprio interno i comuni vicini al capoluogo regionale, nei quali si concentrano le imprese e la forza lavoro, si riscontra una situazione relativamente positiva in termini di sviluppo economico e crescita demografica. Le aree adiacenti alle montagne del Matese sono invece contraddistinte dalla presenza consolidata di piccole e medie imprese, operanti nei settori agro-alimentare, chimico e tessile. Peraltro, la contemporanea esistenza in quest’area del sito di interesse archeologico di Altilia-Sepino, che si caratterizza per la presenza di ruderi risalenti all’epoca romana, e dell’Oasi WWF di Guardiaregia, fa sì che il territorio in questione sia connotato da una forte vocazione turistica. Infine, la gran parte dei comuni facenti parte del GAL si localizzano nella fascia collinare del medio-Molise. Questi ultimi non hanno beneficiato, primariamente per motivi legati alla loro collocazione geografica, dello sviluppo economico che ha interessato le zone costiere e le principali aree industriali regionali. È proprio in queste aree che si è concentrata la maggior parte degli interventi posti in essere dal GAL, con l’obiettivo di individuare le risorse utilizzabili, in particolare ci si riferisce ad artigianato e turismo rurale, e cercando di trasformarle nei vettori di sviluppo di cui tale parte della regione necessita.

4.4.2 L’attuazione del Programma ed i suoi risultati

Il giudizio sull’attività svolta dal GAL è complessivamente positivo, dal momento che si sono ottenuti ottimi risultati in termini di conseguimento degli obiettivi di realizzazione fisica che il Programma si proponeva di ottenere, oltre ad essere stato raggiunto un target di spesa del 97%, che dimostra il quasi totale utilizzo delle significative risorse finanziarie a disposizione del Programma, il secondo per dotazione finanziaria sull’intero territorio nazionale. Peraltro, il dato relativo al target di spesa va letto in chiave ancor più positiva se confrontato con il dato relativo alla spesa realizzata sinora per l’attuazione degli interventi finanziati dal Programma Operativo Regionale, che si colloca sul 12,8% e denota le difficoltà di attuazione esistenti più in generale nel contesto molisano.

Gli interventi realizzati hanno avuto principalmente un carattere materiale, sostanziandosi in aiuti alle imprese per la loro nascita e strutturazione, oltre che per la realizzazione di investimenti, ma non è mancato il sostegno anche ad iniziative di carattere immateriale. Queste ultime hanno riguardato, in un primo momento, la promozione delle imprese molisane, e, successivamente, la concessione di sostegno alle stesse per favorirne la partecipazione ad eventi promozionali quali fiere o eventi. Si ritiene che tali interventi hanno avuto un effetto indotto destinato a protrarsi nel lungo periodo. La loro natura immateriale, infatti, ha fatto sì che – a giudizio dei responsabili del GAL – le imprese regionali si inserissero in circuiti che hanno favorito il loro coinvolgimento in eventi promozionali indipendentemente dagli aiuti prodotti a sostegno delle stesse da parte del Programma. Ciò ha determinato l’opportunità di far conoscere le imprese ed i prodotti tipici molisani in un contesto più ampio di quello regionale,

configurandosi questa come una concreta prospettiva di traino per lo sviluppo dell’intero tessuto produttivo regionale, destinato altrimenti alla esclusiva collocazione della propria produzione nell’ambito di un’esigua porzione di mercato.

Tra le azioni che hanno ottenuto i migliori risultati, anche riferibili a ricadute positive non attese, vi sono quelle volte a migliorare la microricettività dei piccoli centri urbani. Favorendo, infatti, la ristrutturazione di abitazioni in disuso è stato possibile ricavarne posti letto funzionali a porre le premesse per l’avvio di attività di ricezione turistica. L’azione ha prodotto il risultato ulteriore di essere inserita tra le Azioni previste dal POR 2000-06. In tal senso, inoltre, il GAL ha anche collaborato con la Facoltà di Economia dei Sistemi turistici dell’Università del Molise per studiare una migliore organizzazione della ricettività, in un’ottica di assoluta compatibilità con l’ambiente naturale, nelle zone dei laghi di Guardalfiera e Occhito. Tale collaborazione ha fatto sì, peraltro, che si giungesse alla stipulazione di un Protocollo d’Intesa, sottoscritto dal GAL, dall’Università e dal comune di Guardalfiera, che prevede la realizzazione di una Facoltà di Scienze Motorie con sede sul lago di Guardalfiera.

Vale sottolineare come la buona riuscita del Programma sia imputabile alla capillare azione di diffusione informativa delle peculiarità delle iniziative previste svolta dai responsabili sull’intero territorio, che ha prodotto un tasso di partecipazione ai bandi promulgati sempre maggiore rispetto alle concrete possibilità economiche di cui il GAL disponeva. Ciò è stato determinato anche dalla costante azione di sensibilizzazione che è stata svolta in ogni singolo comune affinché la popolazione fosse pienamente consapevole delle opportunità offerte dal Programma e delle concrete modalità di accesso alle stesse. Inoltre, una costante azione di monitoraggio del processo di attuazione dei progetti finanziati ha fatto sì che venissero alla luce problematiche legate allo stesso, e che si potesse porre rimedio a comportamenti, concretizzatisi sul territorio, che possono essere definiti distorsivi. Emblematico, in tal senso, è il caso dell’Azione del Programma che prevedeva il finanziamento alla realizzazione di ristrutturazioni di stabili per dar vita all’avvio di attività agrituristiche. Inizialmente il Programma prevedeva la concessione dei contributi esclusivamente a soggetti che detenevano il titolo di imprenditori agricoli, pregiudicando così la possibilità ai giovani di accedere ai finanziamenti, e facendo sì che la richiesta di contributo si traducesse a volte esclusivamente in un pretesto per ottenere la ristrutturazione di proprietà private degli agricoltori. Il controllo costante da parte del GAL ha fatto sì che si evidenziasse tale disfunzione e che si apportasse una modifica all’azione in questione in maniera da finanziare non più iniziative che portassero all’inizio di attività agrituristiche, bensì progetti volti alla creazione di attività di turismo rurale. Ciò ha determinato una modifica del Programma limitatamente all’azione in questione, sostanziatasi nell’eliminazione della richiesta del riconoscimento del titolo di imprenditore agricolo per i soggetti fruitori del contributo, che si è rivelata funzionale all’ottenimento di migliori risultati in termini di efficienza ed efficacia. Le azioni hanno agevolato la riqualificazione e costituzione di circa 60 aziende agrituristiche.

Va poi evidenziato come il programma sia stato costruito tenendo in forte considerazione gli effetti che ognuno degli interventi finanziati avrebbe determinato in primo luogo in termini occupazionali, prevedendo, peraltro, il sostegno di progetti volti alla valorizzazione del capitale umano e la crescita o il mantenimento dei livelli occupazionali nelle aree interessate dal Programma. In tal senso, si è anche operato affinché vi fosse una piena integrazione degli interventi di valorizzazione del capitale umano nella strategia di intervento andando ad operare una selezione dei progetti che tenesse in esplicita considerazione la rilevanza che ognuno di essi attribuiva alla valorizzazione del capitale umano.

Nel complesso, il Programma ha garantito il mantenimento di 138 posti di lavoro e ne ha prodotti 51 nuovi, il che appare un risultato non trascurabile anche se la sensazione dei responsabili è che si siano esplicate fino in fondo le potenzialità del programma. In effetti, l’accelerazione del processo attuativo cui tutti i GAL sono stati costretti per rispettare le scadenze comunitarie (completamento degli impegni entro la fine del 1999 e completamento delle spese entro la fine del 2001), a causa della ritardata partenza dei PSL, può aver influenzato negativamente il conseguimento di più ampi risultati sotto il profilo della valorizzazione del capitale umano, elemento poco apprezzabile nel breve periodo. In tal modo, si evidenzia come, soprattutto ai fini della determinazione di effetti tangibili significativi sul mercato del lavoro locale, i PSL richiedano un arco temporale più ampio rispetto a quello che l’esperienza recente ha effettivamente accordato alla loro attuazione.

Occorre d’altra parte rilevare come anche a livello locale vi sia consapevolezza della necessità di intervenire ulteriormente nell’ambito della valorizzazione del capitale umano, dal momento che il GAL mira a dare maggiore centralità al tema specifico nell’ambito del Programma Leader +, al quale si è candidato. Il Programma Leader II ha peraltro puntato in via prioritaria sul coinvolgimento delle Amministrazioni locali e si ritiene che, ampliando le opportunità offerte dal nuovo Programma alle realtà imprenditoriali, si possano ottenere risultati migliori anche dal punto di vista occupazionale e della riconfigurazione del mercato del lavoro locale.

D’altra parte, la performance non pienamente soddisfacente del Programma relativamente all’aspetto della valorizzazione del capitale umano è dipesa dal fatto che le 7 azioni formative previste hanno registrato, nel complesso, risultati peggiori rispetto alle altre iniziative poste in essere dal GAL. Lo scarso successo che le attività formative hanno prodotto appare imputabile alla peculiarità dei soggetti che avrebbero dovuto partecipare. L’esperienza ha dimostrato che non è possibile coinvolgere in un’attività formativa per un periodo continuativo troppo lungo categorie quali quelle degli agricoltori o degli artigiani. Considerando, infatti, che spesso si tratta di gestori di imprese individuali fondate sul lavoro del singolo imprenditore, si comprendono le difficoltà oggettive legate alla costante frequentazione dell’attività formativa. Lo scarso successo di tali azioni è dovuto principalmente, quindi, ad una caratteristica strutturale

propria di certi settori di attività, che rende necessario operare quasi esclusivamente tramite attività seminariali, che richiedono una disponibilità di tempo minore, oppure svolgendo l’attività formativa direttamente presso le aziende, in modo da evitare agli interessati le difficoltà legate allo spostamento. Il GAL ha operato proprio in tal senso, ottenendo risultati sicuramente migliori, ma dovendo allo stesso tempo prevedere un maggior dispendio di risorse. Comunque, a ulteriore conferma di quanto evidenziato si noti che si sono registrati ottimi risultati in merito all’attività formativa rivolta ai dipendenti della Pubblica Amministrazione locale e dei tecnici specialisti, tipologie di lavoratori più facilmente coinvolgibili in attività che prevedono un impegno temporale più consistente.

Lo scarso successo ottenuto da parte delle azioni che prevedevano attività di carattere formativo, peraltro, segnala la difficoltà di operare a scala micro-territoriale interventi efficaci e prospetta la necessità di una più stretta integrazione tra mondo della formazione e mondo dell’istruzione, ai fini dell’allargamento del campo di intervento delle possibili azioni. E’ evidente, infatti, che Programmi di Sviluppo Locale quali il Leader non possono produrre, da soli, effetti di rottura della struttura del mercato del lavoro locale (né è questo il loro obiettivo) e che deve per tale ragione realizzarsi una più stretta cooperazione in fase di programmazione e di attuazione anche dei soggetti deputati istituzionalmente a svolgere un ruolo di indirizzo e di gestione dell’istruzione, attraverso la quale definire azioni propedeutiche o pilota in grado di essere supportate più agevolmente con il contributo di altri Programmi.

4.4.3 Il ruolo del Partenariato e la valorizzazione del capitale umano

Il Partenariato è stato un elemento essenziale ai fini della determinazione dell’ottima performance ottenuta dal progetto. Sono stati coinvolti nel complesso 57 soggetti pubblici con una rappresentanza di tutte le Associazioni di Categoria (in particolare le organizzazioni agricole), ad esclusione solo delle forze sindacali. Il Partenariato ha visto la partecipazione di Camere di Commercio, Comunità Montane, della Provincia, dei Comuni ed anche di associazioni ambientaliste e che svolgono attività di volontariato.

Il loro coinvolgimento è stato previsto sin dalla fase di programmazione e progettazione delle attività, in modo che nascesse dapprima una compagine forte destinata a collaborare proficuamente e, solo successivamente, venisse approntato un Programma davvero funzionale alle esigenze del territorio. Tale aspetto ha fatto sì che la Programmazione nascesse tenendo conto di tutte le istanze e di tutte le necessità cui le popolazioni interessate chiedevano che si desse risposta, evitando aprioristicamente che venisse ideato un Programma destinato ad essere ritoccato successivamente in relazione alle necessità reali che sarebbero comunque emerse, altrimenti, nel corso del tempo.

È stato poi sottolineato come ai fini del conseguimento dei significativi risultati ottenuti sia stato fondamentale che la compagine partenariale sia rimasta quasi sempre

immutata nella partecipazione alle attività relative all’attuazione del Piano di Sviluppo Locale, ma anche che all’interno di tale struttura comune la singola componente abbia assunto in ogni situazione un peso differente a seconda delle specificità dell’iniziativa di sviluppo in questione, mettendo in tal modo al servizio della comunità le proprie competenze specifiche, e in modo da sfruttare al meglio le potenzialità di ognuno di essi, in un quadro strategico integrato, ai fini del complessivo sviluppo regionale.

Inoltre, il forte coinvolgimento dei partecipanti alla compagine partenariale ha fatto sì che venisse corrisposto il desiderio delle entità territoriali di “sentire proprio” il Programma, e di non considerarlo esclusivamente come una imposizione dall’alto.

Tale aspetto diviene cruciale in un contesto come quello del Molise in cui l’eccessivo centralismo regionale è stato considerato tradizionalmente – a livello locale – una delle maggiori cause di rallentamento del processo di sviluppo. In tale prospettiva, invece, il Programma Leader ha fatto sì che negli ultimi anni la popolazione acquisisse maggiore coscienza delle opportunità offerte dalla programmazione comunitaria e che si diffondesse in maniera sempre più capillare, soprattutto tra i giovani, una forte propensione all’avvio di nuove attività imprenditoriali. Ciò pur in presenza di una situazione demografica non favorevole (per la quota rilevante di anziani), nell’ambito della quale è stato cruciale riuscire a svolgere un’azione di sensibilizzazione nei confronti dei giovani, rispetto alle potenzialità di sviluppo del territorio regionale. In tale quadro, il ruolo svolto dai soggetti del Partenariato è stato strategico ai fini dell’identificazione di un percorso di sviluppo sostenibile, in quanto è stato svolto da istituzioni che hanno piena coscienza del territorio e delle sue caratteristiche, oltre che delle necessità e delle aspettative della popolazione che vive al suo interno.

La funzione svolta dal Partenariato nell’ambito del Piano di Sviluppo Locale Molise verso il 2000 va letta anche alla luce del fatto che l’azione della compagine partenariale non ha sortito – a detta dei testimoni privilegiati intervistati – gli stessi effetti positivi per tutti gli strumenti di Programmazione regionale. Il Partenariato, infatti, può essere una grande opportunità ai fini dell’attuazione del Programma, ma può anche, se non adeguatamente utilizzato, rivelarsi un motivo di rallentamento per il processo attuativo o, addirittura, divenire un alibi rispetto agli scarsi risultati ottenuti. E’ il caso, ad esempio, dei Progetti Integrati Territoriali, che non hanno finora realizzato delle performance positive. Tra le motivazioni individuate a livello locale per il ritardato avvio dei PIT è stato rintracciato anche il coinvolgimento meno diretto dei soggetti del Partenariato socio economico nella fase programmatica. Ciò ha fatto sì che i Progetti lasciassero insoddisfatte molte delle istanze espresse dal territorio e che ciò delineasse concrete difficoltà nel processo di attuazione degli stessi. Peraltro, va sottolineato come tale migliore sfruttamento della “risorsa” Partenariato sia solo in parte imputabile ad una particolare facilità di utilizzo delle potenzialità dello stesso dovuta alle caratteristiche del Programma Leader (maggiore vicinanza al territorio), ma vada ricondotta anche allo sforzo costante svolto dai responsabili del GAL Molise verso il 2000 per coinvolgere

continuativamente le entità territoriali nei meccanismi di definizione ed attuazione del Programma.

4.4.5 Le lezioni dell’esperienza

Come si è già avuto modo di sottolineare, è stato importante che la complessiva programmazione di sviluppo regionale abbia tenuto conto di tutti gli strumenti su cui è possibile far leva, utilizzando al meglio le caratteristiche di ognuno di essi all’interno di una strategia complessiva integrata e mirata a realizzare effetti sinergici tra i differenti strumenti esistenti. In tal senso, visti gli ottimi risultati conseguiti dal GAL, relativamente alle azioni finalizzate allo sviluppo della micro ricettività, sono state recuperate e divenute Misure del POR Molise e del Patto territoriale per l’Occupazione Matese, a dimostrazione dell’esistenza di una strategia regionale volta a dare continuità alle azioni intraprese a livello locale ed intenzionata a sfruttare, valorizzandole, le esperienze positive già acquisite sul territorio relativamente agli strumenti di sviluppo locale.

Si è compreso poi come la mancanza di una strategia programmatica che partisse dal territorio, e che coinvolgesse pienamente l’intera compagine partenariale nella fase programmatica, ha pregiudicato in una prima fase la determinazione di risultati soddisfacenti. A dimostrazione di ciò sta il fatto che, sebbene il Molise a livello nazionale abbia avuto una funzione estremamente rilevante per quel che riguarda la programmazione dello sviluppo locale, ottenendo delle performance positive in determinati ambiti, non tutte le iniziative hanno prodotto risultati soddisfacenti. Si è detto, ad esempio, degli scarsi risultati finora ottenuti con i Progetti Integrati Territoriali, su cui pure la Regione ha riposto grande fiducia, assegnando loro una notevole dotazione finanziaria. Tramite la progettazione territoriale, partita con molto ritardo, si è pensato infatti di poter ovviare alle difficoltà attuative del POR. In ogni caso, l’acquisizione della consapevolezza della necessità del coinvolgimento diretto del territorio nella definizione di Programmi di Siluppo Locale, maturata grazie alla positiva esperienza legata all’attuazione del Programma Leader II, lascia ben sperare in un efficiente recupero del ritardo accumulato.

Per quanto riguarda più nello specifico la programmazione Leader, vale sottolineare positivamente la volontà emersa da parte del GAL di andare a correggere, al momento della messa in opera delle iniziative legate al nuovo Programma Leader +, le inefficienze riscontrate nel processo di attuazione del Leader II, facendo tesoro dell’esperienza maturata nel corso della Programmazione precedente.

Si è già fatto riferimento alla necessità di studiare degli interventi che mirino maggiormente a favorire la valorizzazione del capitale umano. Questo aspetto, infatti, nell’ambito del Leader II, non ha ricevuto tutta l’attenzione che meritava vista l’importanza che riveste ai fini del pieno sviluppo economico regionale.

Vale poi sottolineare come il GAL ritenga che gli interventi del Leader + debbano configurarsi come una prosecuzione logica, ma più mirata, degli interventi di

“recupero e valorizzazione dei borghi” operati tramite il Programma Leader II, potendo far leva sugli effetti positivi già generati dalla precedente programmazione, e sull’esperienza acquisita. Quest’ultima ha già portato, ad esempio, alla progettazione di azioni di recupero di soggetti a rischio di esclusione sociale, tipologia di intervento che non era affatto prevista nell’ambito del Leader II e che va nella direzione di una maggiore integrazione e complementarietà con le politiche attive del lavoro attuate con altri Programmi.

L’aspetto maggiormente distintivo, comunque, secondo le intenzioni dei responsabili, riguarderà il più ampio coinvolgimento delle entità economiche, che sono state coinvolte solo in parte con il Programma Leader II. La precedente programmazione aveva privilegiato, infatti, iniziative rivolte ai soggetti istituzionali, lasciando meno spazio a progetti che coinvolgessero direttamente gli imprenditori. Obiettivo del nuovo Programma, quindi, sarà quello di raggiungere un maggiore livello di partecipazione da parte del mondo economico, in maniera anche da determinare effetti positivi più

L’aspetto maggiormente distintivo, comunque, secondo le intenzioni dei responsabili, riguarderà il più ampio coinvolgimento delle entità economiche, che sono state coinvolte solo in parte con il Programma Leader II. La precedente programmazione aveva privilegiato, infatti, iniziative rivolte ai soggetti istituzionali, lasciando meno spazio a progetti che coinvolgessero direttamente gli imprenditori. Obiettivo del nuovo Programma, quindi, sarà quello di raggiungere un maggiore livello di partecipazione da parte del mondo economico, in maniera anche da determinare effetti positivi più