Capitolo III – Aspetti quantitativi del fenomeno
2. Cifre sulla diserzione dei soldati dell'esercito tedesco in Italia
2.2 Gennaio - aprile 1944: “Il crimine meno onorevole e più ingiurioso che ci fosse”
Verso la metà di gennaio del 1944 il comandante supremo del teatro di guerra del sudovest, segnalando che negli ultimi tempi si erano verificati alcuni casi di passaggio alle formazioni nemiche da parte di soldati tedeschi, affermava come questo comportamento fosse per il soldato tedesco “il crimine meno onorevole e più ingiurioso che ci fosse”. Ogni responsabile sarebbe stato giudicato dopo la fine della guerra, e la condanna sarebbe stata la pena di morte. Sarebbero stati inoltre presi provvedimenti anche contro i suoi parenti247.
In gennaio ad essere messo particolarmente in risalto fu il numero dei casi di diserzione che avevano interessato il Gebirgs-Jäger-Regiment 85 (5ª Gebirgs-Division), che risultava particolar-mente alto; si sarebbe così proceduto per una settimana al controllo della posta del reggimento in entrata e in uscita248.
246 Oberkommando des Heeres- General z.b.V. beim OKH, Betr: Massnahmen gegen Fahnenflucht und unerlaubte Entfernung, 21/08/1943, BA-MA, RH 13/15. Il 12 dicembre del 1944 il generale di artiglieria, Eugen Müller, che era a capo del z.b.V. presso il comando supremo dell'esercito inviava una nuova circolare, con poche modifiche rispetto a quella dell'anno precedente. Si metteva anche in guardia dall'offrire passaggi su mezzi militari a soldati non appartenenti alla formazione, senza averne prima attentamente verificato i documenti (Oberkommando des Heeres- General z.b.V. beim OKH, Betr: Massnahmen gegen Fahnenflucht und unerlaubte Entfernung, 12/12/1944, BA-MA, RH 13/15.
247 OB. Südwest, Maßnahmen gegen Überläufer, 13/1/1944, BA-MA, RH 27-26/27.
È proprio a partire da questo mese che è possibile disporre di cifre più dettagliate: nella relazione compilata dall'Abteilung Ic/AO erano stati segnalati 257 casi di diserzione e allontanamento non autorizzato, di cui 123 si riferivano a personale Reichsdeutsche, 66 Volksdeutsche, 44 della
Deutsche Volksliste III e 24 sovietici; sul totale dei casi, 6 erano sottufficiali, mentre in più della
metà dei casi (142) si notava il passaggio alle formazioni nemiche249.
Ma ancora una volta, costante questa dei rapporti del settore Ic/AO, i casi che erano stati segnalati in gennaio si erano effettivamente verificati in un periodo più ampio di tempo: 15 nei mesi che avevano preceduto novembre, 25 in novembre, 135 in dicembre e 81 in gennaio 1944250.
Le divisioni maggiormente colpite erano la 5ª Gebirgs-Division251, con 74 casi, la 29ª Panzer-Grena-dier -Division (37), la 44ª ReichsgrenaPanzer-Grena-dier-Division Hoch- und Deutschmeister (35).Erano queste divisioni che avevano combattuto sul fronte russo e che, sopratutto nel caso della 5ª Gebirgs-Division, erano arrivate da pochi mesi in Italia. Altre due divisioni provenienti dalla Francia (la 26ª Panzer-Division e la 334ª Infanterie-Division) e arrivate in Italia tra l'estate e l'autunno del 1943 segnalavano cifre significative. Inoltre si nota come queste divisioni subiranno episodi relativa-mente frequenti di diserzione anche nei mesi successivi, a febbraio e marzo. Per la 3ª Panzer-Grenadier-Division, invece, anch'essa impiegata in precedenza sul fronte russo, non si segnalavano numerosi episodi di diserzione (tre casi), così come per la 65ª Infanterie-Division, la 90ª Panzer- Grenadier-Division; cifre relativamente alte erano segnalate per la 305ªInfanterie-Division, che aveva combattuto in Unione Sovietica prima di essere riorganizzata in Francia252.
In febbraio vennero segnalati 189 casi di diserzione, di cui 92 con passaggio nelle formazioni nemiche, a fronte di nove casi di ritorni o di ricattura. I casi si erano verificati rispettivamente in febbraio (71), gennaio (88), dicembre (28) e due nei mesi ancora precedenti. Per i mesi di gennaio e dicembre del 1944 le cifre erano invece superiori: 257 casi in gennaio, con 142 Überläufer, e 212 in dicembre, di cui 98 Überläufer.
249 Armee-Oberkommando 10, Abt.Ic/AO, Anlage 2 zum Tätigkeitsbericht des AO. Vom Januar 1944, Betr.: Im Januar gemeldete Fälle unerlaubter Entfernung/Fahnenflucht, Rückkehr u. Festnahme, 09/02/1944, BA-MA, RH 20-10/187.
250 Nel rapporto che interesserà il mese di marzo, tra i 238 casi di diserzione segnalati, 40 erano quelli avvenuti nel mese di gennaio, che quindi vanno sommati agli 81 segnalati a gennaio.
251 Alcuni processi a carico di soldati della 5ª Gebirgs-Division sono stati analizzati da Manfred Messerschmidt in Die Wehrmachtjustiz 1933–1945, cit., pp. 188- 190. Nel 1943 e 1944 la divisione era organizzata in parte sotto la 10ª armata, in parte sotto la 18ª. Uno studio sulla presenza di questa divisione in Piemonte, nel quale vengono analiz-zate anche alcuni casi di diserzione che la colpiscono è offerto da Shelley Stock Volpi, Analisi di un giornale di truppa tedesco, cit., pp. 69-139 (si veda in particolare alla pp. 110- 115 per quanto riguarda gli episodi di diser-zione). Un anno dopo uscì il saggio di Alberto Turinetti di Priero dal titolo Note su una divisione tedesca in Piemonte. La «5. Gebirgsjäger-Division» agosto 1944-maggio 1945, in Notiziario dell'istituto storico della Resi-stenza in Cuneo e provincia, n°36, dicembre 1989, pp. 181-211. Viene ripercorsa la storia della formazione e vengono anche qui sottolineati alcuni episodi di diserzione che avvennero in Piemonte.
252 Armee-Oberkommando 10, Abt. Ic/AO, Betr: Unerlaubte Entfernung/Fahnenflucht, Rückkehr/Festnahme, 31.3.1944, BA-MA, RH 20-10/191.
Le formazioni che più erano state colpite dalla diserzione in febbraio erano la 44ª Infanterie-Division Hoch-und Deutschmeister (50 casi), la 5ª Gebirgs-Infanterie-Division (47 casi), la 29ª Panzer-Grenadier-Division (25 casi). I soldati Reichsdeutche erano stati responsabili in 123 casi, i Volk-sdeutsche in 23 casi, quelli della Deutsche Volksliste III in 35 casi mentre in otto erano stati soldati russi a disertare253.
La censura postale della 10ª armata aveva controllato nel mese di febbraio 37.046 lettere inviate dal fronte in Germania e viceversa. Solamente nello 0.46 % dei casi (46 lettere) erano state infrante le regole della censura in maniera grave, il che significava l'aver rivelato informazioni riservate, essersi espressi in maniera disfattista, essere andati contro le norme della disciplina o l'aver fornito informazioni a fini di spionaggio o sabotaggio. Nel 7.53 % dei casi invece (2790 lettere) erano state commesse infrazioni minori, come l'aver dato notizia riguardanti il proprio reparto (posizione, perdite), l'essersi espressi negativamente nei confronti della guerra, l'aver utilizzato espressioni di insoddisfazione254.
Veniva portata ad esempio, tra le altre, la lettera che un caporale scriveva alla moglie in Germania. Dipingeva una situazione che, a detta sua, era peggiore di quella che aveva incontrato in Russia:
“Da tre giorni non mi lavo e non mi sono fatto la barba, non ho mangiato un boccone caldo, niente da fuma -re. L'ultimo pasto 36 ore fa, ghiacciato all'una di notte[...]Questa mattina durante il combattimento è caduto il mio comandante, a 50 metri da me[...]Mi stupisco solo di essere ancora vivo. Oggi i miei nervi sono così a terra come non mai[...]La guerra in Italia è una guerra peggio che in Russia. I miei compagni che erano o provenivano dal fronte est, avevano raramente visto un combattimento simile[...]La guerra prende simili for -me, che uno non potrebbe mai immaginarsi. Qui non ci può aiutare nessuno. Che il destino sia buono con noi poveri soldati. Chi esce vivo da questa guerra può considerarsi più ricco di un re[...].In ogni caso oggi ho avuto una pessima giornata, mi tremano ancora adesso le ossa. Uno ha paura già del giorno dopo. Siamo qui, seduti nella nostra postazione, pieno di sporco e di vestiti luridi. Tutti i giorni catturo pidocchi, che 2 mesi fa non conoscevo ancora. O aiuto, cara Patria, cosa abbiamo commesso, che stiamo cosi male”255.
Nello stesso mese di febbraio l'ufficiale del servizio informazioni del LI Gebirgs-Armeekorps segnalava che si erano verificati 27 casi di allontanamento non autorizzato; in cinque casi soldati della Deutsche Volksliste III e in un caso da un Hilfswilliger russo. In sei casi si si sospettava del passaggio dei soldati al nemico, e soldati che avevano tentato la fuga erano stati uccisi. Questi episodi, si affermava, erano da riportare sia all'alta percentuale di soldati della Deutsche Volksliste III che erano impiegati nelle formazioni, sia alla propaganda nemica, sia al blocco delle licenze (Urlaubsperre), che infine al fatto che una grossa parte dei soldati aveva una limitata esperienza di
253 Armee-Oberkommando 10 -Abt. Ic/AO (Abw), Betr: Im Februar gemeldete Fälle unerlaubter Entfernung/Fahnen-flucht, Rückkehr u. Festnahme, 06/03/1944, BA-MA, RH 20-10/189.
254 Feldpostprüfstelle beim Armeeoberkommando 10, Tätigkeitsbericht der Feldpostprufstelle für die Zeit vom 1. bis einschl. 29.Februar 1944, 01/03/1944, BA-MA, RH 20-10/189.
255 Estratto di una lettera del Gefreiter Gg. Wiesbeier del 14/02/1944 in Feldpostprüfstelle beim Armeeoberkommando 10, Tätigkeitsbericht der Feldpostprufstelle für die Zeit vom 1. bis einschl. 29. Februar 1944. 01/03/1944, BA-MA, RH 20-10/189.
combattimenti al fronte, ed era messa a dura prova dal fuoco d'artiglieria nemico e dalle avverse condizioni climatiche256.
Nel mese successivo di marzo a colpire è la diserzione di soldati dalle formazioni dell'est; in trenta si erano allontanati dal II.(Ost)/ Grenadier Regiment. 274, sei di questi erano però stati ricatturati e due condannati a morte257.
Complessivamente venivano segnalati 238 casi di diserzione; dieci erano sottufficiali mentre in 78 casi (32 %) si riteneva che i fuggitivi si fossero uniti alle formazioni nemiche.
Le persone di origine Reichsdeutsche risultavano responsabili del maggior numero di casi (154), seguite da militari russi (38), da soldati della Deutsche Volksliste III (30) e Volksdeutsche (16). La 5ª Gebirgs-Division con 30 casi, la 71ª Infanterie-Division con 29 e la 44ª Infanterie-Division con 27 casi risultavano essere le formazioni maggiormente colpite dai casi di diserzione e allontana-mento non autorizzato. Non compaiono però dati relativi al mese di marzo per quanto riguarda la 26ª Panzer-Division e per la 3ª Panzer-Grenadier-Division. Nel gennaio del 1944 infatti i tribunali della 65ª Infanterie-Division, quello della 3ª Grenadier-Division e quello della 26ª Panzer-Division si staccarono dal tribunale della 10ª armata. Allo stesso modo non sono riportate le segna-lazioni per il mese di gennaio per la 71ª Infanterie-Division, in quanto entrò solamente a partire da quel mese a far parte del tribunale della 10ª armata.
Le percentuali invece di quanti venivano ricatturati o tornavano all'interno delle propri formazioni erano differenti. Si andava dal 18 % circa in marzo (43 arresti/ricongiungimenti) al 4,7 % circa di febbraio (9), all'8.5 % circa di gennaio (22)258.
Proprio nel marzo del 1944 venne promossa un'azione di cattura per contrastare il fenomeno dei disertori e di quanti si allontanavano dalle proprie formazioni: in particolare l'Oberquartiermeister del comando della 14ª armata firmò una circolare che prevedeva una vasta azione repressiva lungo le due principali vie di comunicazione che da Firenze portavano a Roma (la prima interessava i paesi di Siena, Viterbo, Vetralla e Ronciglione; la seconda si snodava attraverso Arezzo, Orvieto, Narni, Civita Castellana, Terni e Passo Corese) in quanto erano stati segnalati diversi soldati che con vari stratagemmi tentavano di non seguire la marcia verso nord dell'esercito tedesco. Si trattava in buona parte di autisti di mezzi e di soldati da essi trasportati, che sfruttavano gli eventuali problemi dei veicoli per protrarre il più possibile le riparazioni e tenersi lontani dalle truppe. La 2ª compagnia della Feldgendarmerie – Abteilung (mot.) 692 veniva incaricata di condurre l'azione di
256 LI. Geb.A.K.- Abt. Ic., Tätigkeitsbericht der Abt. Ic vom 1. - 29.2.1944, BA-MA, RH 24-51/122.
257 Abt IC/AO (Abw.), Tätigkeitsbericht des AO beim A.O.K. 10 für Monat März 1944, 10/04/1944, BA-MA, RH 20-10/191.
258 Armee-Oberkommando 10 - Abt. Ic/AO (Abw.), Betr: Unerlaubte Entfernung/Fahnenflucht, Rückkehr/Festnahme, 31/03/1944, BA-MA, RH 20-10/191. Solo una parte dei casi però era riconducibile al mese di marzo (52), gli altri casi si erano verificati a febbraio (127) e gennaio (40); 19 prima di gennaio.
controllo su entrambe le vie di comunicazione, formando così due gruppi incaricati dell'azione. Ogni gruppo era composto da un comandante che doveva guidare 6 gendarmi e due meccanici. L'azione sarebbe dovuta iniziare il 12 marzo, da sud risalendo verso nord, e si sarebbero dovuti controllare i camion e i soldati che avevano un comportamento sospetto, intrattenendosi lontano dalle principali vie di comunicazione senza un reale motivo; da controllare erano anche le officine di riparazione. Prima dell'azione repressiva dovevano essere informate le Militärkommandanturen, che grazie al loro contatto col territorio avrebbero potuto fornire utili consigli.
Dopo accurati controlli volti ad assicurare che la marcia di trasferimento riprendesse al più presto, si comandava che nei casi più chiari di renitenza i soldati dovevano essere arrestati e portati alle
Mili-tärkommandanturen o Platzkommandanturen responsabili. Le indicazioni su soldati e mezzi
incon-trati durante l'azione di controllo dovevano essere inviate al comando del corpo d'armata, con la segnalazione particolare degli accusati, o sospetti, di intrattenersi lontano dalle proprie forma-zioni259.
Pochi giorni dopo, il 20 marzo, il comandante della Feldgendarmeria presso la 10ª armata lamentò una situazione di forte carenza di uomini. Fino al termine dell'anno precedente la 10ª armata poteva contare sulle truppe motorizzate di Feldgendarmeria 498, 631 e 999, a cui nella metà di dicembre si era unita la 692. Con l'anno nuovo era però rimasta a disposizione della 10ª armata solamente il gruppo 692. La prima compagnia di questa era inoltre stata messa a disposizione degli ordini del
Bevollmächtiger General der Deutschen Wehrmacht in Italien, mentre la seconda compagnia era a
disposizione della 14ª armata, che come abbiamo appena visto era stata incaricata dell'azione di controllo del territorio da Firenze a Roma nel marzo del '44.
Rimaneva cosi unicamente la 3ª compagnia, con una forza massima di 85 persone tra ufficiali e truppa. Una parte notevole di questi (26) però era impiegata in compiti organizzativi, mentre altro personale (12 uomini) era impiegato in compiti d'ufficio o come autisti.
Alla rimanenti forze di cui la 3ª compagnia poteva disporre era assegnata una serie molto ampia di compiti: il controllo delle vie di comunicazione nelle retrovie dell'armata, con una zona dall'ampiezza di circa 700 km, ma sopratutto il controllo sugli appartenenti alla Wehrmacht e sui civili, la ricerca di elementi partigiani, di prigionieri di guerra evasi, di disertori e di altri autori di reati.
Ancora rientravano affidati alla compagnia la repressione del mercato nero, il sequestro di beni alimentari, l'aiuto nelle operazioni di evacuazione.
Le forze disponibili non erano di conseguenza disponibili allo svolgimento di altre incombenze quali le richieste dei tribunali militari, il trasporto dei prigionieri, il controllo dei veicoli circolanti.
La situazione era maggiormente complicata anche dal fatto che non era presente nella zona dell'armata alcun Wehrmachtsstreifendienst, cosicché tutti i compiti di gestione dell'ordine erano di responsabilità della Feldgendarmerie. Senza il ritorno delle due altre compagnie, questo il giudizio del comandante della Feldgendarmerie presso la 10ª armata, la zona delle retrovie sarebbe stata a rischio di insicurezza e disordine260.
Nell'ordine del giorno n.23 del Generale plenipotenziario della Wehrmacht in Italia, diramato il 10 marzo del 1944, si faceva infine notare che l'Obergrenadier Kurt Heering, della 9ª compagnia del Grenadier-Regiment 145 era stato condannato a morte per diserzione e assenza dalla truppa. Secondo la segnalazione del tribunale della 65ª Infanterie-Division Heering era stato visto in gennaio a Montefiascone (Viterbo) e trovava rifugio e vitto presso civili italiani, presentandosi col falso nome di caporale Adolf Lohse, nome che utilizzava anche come mittente per inviare delle lettere. Portava probabilmente anche il grado di caporale. Heering veniva definito molto pericoloso e come una persona che non avrebbe esitato a sparare se ve ne fosse stato bisogno261.
La sezione Ic del LXXV gruppo d'armate segnalava che dall'inizio dell'anno si erano verificati fino ad inizio marzo nove casi di allontanamento non autorizzato, che salivano a 278 per quanto riguar-dava i soldati italiani262.
Anche nelle diverse azioni antipartigiane compiute dal LXXV Armeekorps di cui si dava notizia nei primi mesi del 1944 si verificava l'arresto di disertori tedeschi; uno venne catturato insieme ad altri tre prigionieri il 31 gennaio263, altri due, di cui uno in abiti civili, furono catturati ad inizio aprile del 1944 durante un'azione nella zona del Monte Gottero, che aveva portato alla cattura e alla fucila-zione, davanti alla popolazione di Chiusola, del comandante partigiano Piero Borrotzu264.
Alcuni giorni dopo, il 18 aprile, si dava notizia dei rastrellamenti sul monte Falterona, che avevano portato fino a quel momento alla cattura di 112 persone, tra cui un soldato tedesco265. Ma disertori tedeschi, almeno 10-15, venivano segnalati dal LXXV Armeekorps anche durante l'azione contro le bande svolta dal 13 al 17 aprile 1944 sul monte Falterona e che avrebbe poi portato alla strage di Vallucciole266.
260 Kommandeur der Feldgendarmerie bei AOK 10, Betr: Unzureichende Kräfte der Feldgendarmerie, 20/03/1944, BA-MA, RH 20-10/256.
261 Bevollmächtiger General der Deutschen Wehrmacht in Italien-Abt. IIa, Tagesbefehl Nr.23, 10/03/1944, BA-MA, RH 31-VI/7.
262 Generalkommando LXXV. A.K.-Abt. Ic., Betr: Stimmungbericht, 4/03/1944, BA-MA, RH 24-75/20. 263 Abt.Ic-Tagesmeldung vom 31.1.44, BA-MA, RH 24-75/19.
264 Abt. Ic-Tagesmeldung vom 5.4.1944, BA-MA, RH 24-75/19. Si veda anche la scheda riguardante l'episodio sull'Atlante delle stragi nazi fasciste in Italia. .
265 Ic-Tagesmeldung vom 18. April 1944, BA-MA, RH 24-75/19.
266 Generalkommando LXXV. A.K.-Abt. Ic, Betr: bericht über Bandenlage, 23/4/1944, BA-MA, RH 24-75/20. Sulla strage di Vallucciole Carlo Gentile, I crimini di guerra, cit., pp.358-364.
Un altro problema che emerse in questo periodo è relativo alla necessità di adottare maggiori misure di sicurezza nel trasporto degli arrestati appartenenti alla Wehrmacht267. In aprile del 1944 l'ufficiale del servizio informazioni dell'esercito (Ic/AO) del comando supremo del gruppo d'armate C scrisse al comandante supremo Kesselring per informarlo che durante gli spostamenti in direzione dei luoghi di di detenzione si erano verificate, a causa dello scarso controllo, diverse fughe di soldati, tra cui molti condannati a morte o a lunghe pene detentive. La possibilità di ricatturare questi fuggi-tivi, si affermava, era particolarmente ridotta, anche perché c'era il sospetto che potessero passare alle fila alleate oppure aggregarsi alle formazioni partigiane, combattendo così contro l'esercito tedesco. Venne quindi ordinato un maggior controllo durante questi spostamenti; non si dovevano mai perder di vista i detenuti, a cui andavano anche requisite eventuali oggetti dalle tasche, nonché bretelle e cinturoni. I soldati condannati a lunghe pene detentive o a morte, o per i quali era prevedi-bile che si sarebbe giunti a un tale verdetto, dovevano essere trasportati ammanettati; ci si preoccu-pava inoltre perché essi non venissero riconosciuti dalla popolazione come soldati della Wehrmacht. Si comandava poi che le celle di detenzione, una volta conclusosi il trasporto, fossero messe in sicu-rezza, in modo da rendere impossibile un'eventuale fuga e che i soldati rimanessero ammanettati anche all'interno delle celle. Eventuali tentativi di fuga andavano subito repressi ricorrendo all'uso delle armi.
Riguardo l'utilizzo di formazioni dell'est in Italia l'ufficiale addetto alle informazioni e sicurezza del LI Gebirgs - Armeekorps nel rapporto mensile di aprile riportò che l'Ost-Battaillon 412 non si era dimostrato utilizzabile nei combattimenti, in quanto già nel primo giorno del suo impiego si erano verificati diversi casi di passaggio al nemico; il battaglione era stato di conseguenza sciolto268.
Alcuni mesi dopo, nel luglio del 1944, la 71ª Infanterie-Division scriveva al comando generale del LI Gebirgs - Armeekorps, per informare di come l'utilizzo di reparti dell'est sul fronte italiano fosse inopportuno. A questi soldati, che combattevano su un terreno straniero, mancava un chiaro obiet-tivo politico che fungesse da incenobiet-tivo alla loro combattività. La maggior parte dei volontari che si erano uniti all'esercito tedesco erano disertori, non avevano volontà di combattere, aspiravano sola-mente a sopravvivere alla guerra. Continuare a impiegare reparti dell'est in funzione di combatti-mento era uno “spreco” di risorse e di uomini, perché questi reparti dovevano essere istruiti, e si proponeva così che essi prendessero la forma di Bau- Battaillon, adibiti a compiti di costruzione, senza escludere però che potessero essere impiegati per compiti di lotta alle bande. Non mancava
267 Der Oberbefehlshaber Südwest (Oberkommando Heeresgruppe C) - Ic/AO, Betr: Bewachung festgenommener Personen, 06/04/1944, BA-MA RH 20-10/241.
infatti loro in tal senso l'addestramento, ed era da aspettarsi “dalla durezza propria dei russi” che le formazioni partigiane italiane non sarebbero state all'altezza del loro modo di combattere269.
Se si considerano dunque esclusivamente i casi di diserzione e allontanamento segnalati dalla 10ª armata per questi primi quattro mesi del 1944270, la cifra totale è di 819 casi. Per i mesi da gennaio a marzo (684 casi) in quasi la metà di questi (312) si segnalava il passaggio alle formazioni nemiche, mentre in 74 casi la fuga si era conclusa con l'arresto o il ritorno del soldato all'interno dell'esercito tedesco. Non si dispone di dati attendibili per quanto riguarda la 14ª armata in questo periodo. I