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Capitolo II – La propaganda a favore della diserzione

2. Propaganda tedesca

2.1 Propaganda tedesca nei confronti del movimento partigiano

La tematica della diserzione emerge anche nella propaganda tedesca, che si rivolgeva in larga misura non solo ai combattenti partigiani153 e ai soldati alleati ma anche alla popolazione italiana. È possibile individuare, anche nella propaganda di matrice tedesca, degli elementi ricorrenti e che vennero utilizzati in situazioni diverse. Come la propaganda partigiana puntava a dividere le forma-zioni tedesche sfruttandone le differenze nazionali, culturali e religiose, così la propaganda tedesca mirava a indebolire lo schieramento partigiano, cercando di rivolgergli contro quelli che erano i suoi principali alleati, ovvero la popolazione civile e l'esercito anglo americano.

Un nodo cruciale nei costrutti propagandistici è rappresentato dagli affetti familiari: solo cessando la lotta il combattente partigiano avrebbe avuto la possibilità di tornare a casa, salvando la vita sua e quella dei suoi cari, nonché di riprendere le consuete attività lavorative. È quanto si scriveva ad esempio in un volantino, che invitava i partigiani a presentarsi, possibilmente con le armi, presso il comando germanico:

“Ribelli pensateci sopra! Ascoltate la voce del vostro cuore! Che cosa vi dice? Il vostro cuore dice: Io voglio lavorare vantaggiosamente e vivere in seno alla mia famiglia, che sempre pensa con molta pena a me! Se po -tessi farlo ancora! Tu, o ribello, lo puoi, se lo vuoi! Ritorna quindi; presentati volontariamente presso un co-mando germanico e se è possibile porta le tue armi. Non sono i Tedeschi, ma la voce della Patria, della tua famiglia che ti chiama. Già molti hanno ascoltato questa voce”.

Il volantino si concludeva con una domanda d'impatto rivolta ai partigiani: “E tu quando vieni?”154. Per quanto riguarda il giudizio sull'esercito alleato invece veniva detto ai partigiani:

“Dovete comprendere che siete stati vergognosamente ingannati dai vostri capi assoldati dall'Inghilterra e dall'America. Se non abbandonate questa lotta senza senso, invece di tornare presto alle vostre famiglie, per-derete la vostra vita, come i vostri fratelli nell'Italia meridionale, che ora sono cacciati dagli americani e che devono stare a vedere come gli Alleati abbandonano alla miseria la popolazione italiana[...]Lo sapete che il I° battaglione mandato al fronte da Bonomi è stato sottoposto alla 97° divisione Negro-Americana come batta-glione del lavoro? Questa è la libertà che vi è stata promessa dai vostri capi senza coscienza. Voi, quali ap-partenenti a uno dei popoli culturalmente più elevati, non diventerete eroi del vostro popolo, bensì schiavi dei negro-americani. Abbandonate la lotta, presentatevi ai comandi germanici”155.

Non si mancava di sottolineare così anche il pericolo che l'esercito alleato poteva rappresentare per l'onore e l'identità della stirpe italica: i soldati americani di colore venivano rappresentati come una minaccia per le donne italiane, oggetto delle loro mire sessuali.

153 Riguardo il tema della propaganda dei servizi segreti tedeschi nei confronti del movimento partigiano si veda anche Carlo Gentile, Intelligence e repressione politica, cit., pp. 27 - 32.

154 Volantino in lingua italiana a firma Comando germanico, s.d., ARECBs, fondo Morelli Dario, busta 22, fascicolo 3 Propaganda tedesca.

La propaganda tedesca sfruttò anche il tema dei bombardamenti anglo - americani sulle città italiane, presentando foto di città, monumenti e edifici distrutti, tutte azioni che stavano a dimo-strare la ferocia della guerra condotta dagli alleati contro i civili. Da parte loro, gli alleati utilizze-ranno invece le immagini delle città tedesche colpite dai bombardamenti per impressionare i soldati del Reich.

Gli sforzi tedeschi erano rivolti anche a intaccare il sostegno che la Resistenza riceveva dalla popo-lazione; si accusava così il movimento partigiano di rappresentare un pericolo nei confronti dei contadini e degli allevatori, costretti in molti casi con la violenza a consegnare i loro prodotti alle bande partigiane. In altre circostanze si intendeva diffondere la convinzione che fosse proprio la presenza dei partigiani a provocare, nei territori su cui essi agivano, episodi di violenza, che non si sarebbero altrimenti verificati. Si metteva inoltre in luce il pericolo politico che le formazioni di ispirazione comunista rappresentavano qualora queste avessero vinto la guerra.

Alcuni volantini, come nel caso di quelli distribuiti nel Friuli Venezia Giulia e firmati col nome del Gauleiter Rainer, commissario supremo per il Litorale adriatico, venivano presentati come “lascia-passare”, con i quali si cercava di far sì che i partigiani si presentassero alle autorità tedesche o fasciste, in cambio della garanzia di un lavoro o dell'impiego nella lotta contro le formazioni titine. A coloro che si fossero presentati ai tedeschi, portando nella migliore delle ipotesi con sé anche altri compagni e le armi, sarebbe stato assicurato il rispetto della vita156.

Oggetto frequente della propaganda tedesca erano anche le difficili condizioni nelle quali i parti-giani si trovavano a vivere. Fattori atmosferici (sui quali particolarmente si insistette nell'autunno - inverno del '44), fattori materiali ( mancanza di vestiti, cibo, armi e munizioni) fattori umani (non solo la lontananza dalle famiglie, ma anche il fatto che i partigiani rappresentavano in Italia una minoranza, isolata rispetto al resto dei combattenti).

Il tema della diserzione compare esplicitamente in un paragrafo del giornalino a stampa, pensato per i partigiani italiani, dal titolo “La via giusta- Consigliere per gli uomini sui monti e nei boschi”157,

nel quale viene presentata la domanda: “Che cosa fanno i Germanici con i disertori?”. Nella risposta che seguiva si sosteneva che fosse una menzogna che tutti disertori venissero fucilati dai tedeschi: “I soldati Germanici non sono boia bolscevici. Con queste menzogne si vuole soltanto

impedirvi di prendere la via giusta e di ritornare dai vostri cari”. Si assicurava così che coloro che

avessero abbandonato le formazioni partigiane, a patto di non aver commesso gravi crimini, sareb-bero potuti tornare indisturbati alle proprie famiglie e riprendere il lavoro.

156 Si vedano i numerosi esempi di questo tipo conservati presso l'archivio dell' IFSML, fondo Fornasir Ardito, busta 1. 157 Giornalino dal titolo “La via giusta- Consigliere per gli uomini sui monti e nei boschi”, IFSML fondo Fornasir

Non sempre c'era omogeneità di vedute e men che meno coordinamento fra le autorità tedesche e quelle repubblichine nella gestione della propaganda e delle sue conseguenze. Ad esempio, a marzo del 1945 nella provincia di Cuneo i tedeschi diffusero dei volantini, indirizzati alla popolazione, nei quali si leggeva che nessuno sarebbe stato arruolato se non volontario.

Si presentarono così alle autorità italiane - riferiva il capo della segreteria militare dell'armata Liguria, generale Sorrentino - diversi familiari di soldati che prestavano servizio militare, chiedendo che i loro cari fossero rimandati a casa, in quanto non volontari. Il generale annotò, auspicando una maggior collaborazione tra gli organi di propaganda tedeschi e quelli militari italiani:

“È chiaro che dette persone sono in malafede e cercano di pescare nel torbido in quanto il volantino è diretto ai partigiani e non ai militari alle armi. Ma detto volantino rappresenta tuttavia un pericolo: quello di invo -gliare dei soldati a diventar partigiani, consegnare le loro armi e andarsene a casa in quanto che (e questo è il punto) il volantino non precisa che per i disertori c'è la fucilazione”158.

2.2 Propaganda tedesca nei confronti dell'esercito alleato

Chiaramente, nella propaganda tedesca rivolta ai militari alleati159 i tedeschi erano privi di un argo-mento capitale, quello riguardante l'esito della guerra e ciò indeboliva strutturalmente la loro azione; pertanto a venir di prevalenza sottolineato era il rischio che i soldati dell'esercito anglo-americano correvano in Italia di perdere la propria vita160.

Ad essere largamente utilizzato era anche il tema della prigionia, allo scopo di convincere i soldati alleati a porre fine alle sofferenze della guerra consegnandosi come prigionieri. I parenti - veniva assicurato - sarebbero stati immediatamente informati a riguardo e veniva sostenuto che finire in prigionia dei tedeschi fosse per i soldati un'eventualità fortunata, perché significava la cessazione dei combattimenti e delle fatiche. La seconda guerra mondiale veniva paragonata alla prima: ai soldati veniva detto che combattevano per la libertà dei popoli, ma in realtà dovevano rendersi conto che erano mandati a morire per l'interesse della politica161.

Accanto all'uso di tematiche sentimentali, che sottolineavano la distanza dei soldati dalle proprie moglie e fidanzate, venivano anche utilizzati stratagemmi più “sofisticati”: in un volantino si invita-vano i soldati alleati a fingersi malati, assumendo una dose di lassativo e indicando i dettagli che

158 Armata Liguria- Segreteria Militare, oggetto: presentazione disertori sbandati o renitenti, 28/03/1945, ACS, Archi-vi degli organi e delle istituzioni del regime fascista, Rsi-Miscellanea, Ministero forze armate-carte del gabinetto, busta 2 fascicolo 66.

159 Si veda sull'argomento anche Anthony Rhodes, Propaganda. The art of persuasion: World War II. An allied and axis visual record, 1933 - 1945, The Wellfreet Press, Secaucus, NJ, 1987, che presenta diverse riproduzioni di mate-riale propagandistico di provenienza tedesca e alleata e la serie di volumi curati da Klaus Kirchner, Flugblattpropa-ganda in 2.Weltkrieg, Verlag D+C, Erlangen, 1974- 1979.

160 Giuseppe Masetti, Enzo Casadio, Granate di carta sul fronte del Senio in Adolfo Mignemi (a cura di), Propaganda, politica e mezzi di comunicazione di massa. Tra fascismo e democrazia, Edizioni gruppo Abele, 1995, p. 353. 161 Volantino in lingua inglese dal titolo “Hello, Mother! Hello, Dad!”, BA-MA, RH 20-10/187.

avrebbero dovuto riportare al dottore durante la visita medica: “If you're clever, you can keep up the

game for weeks and months”162.

Un altro volantino, indirizzato in particolare ai soldati canadesi e che poteva servire anche come salvacondotto per quei soldati che intendevano consegnarsi ai tedeschi, affermava che il segreto della combattività delle truppe germaniche stava nel fatto che i soldati tedeschi erano in costante contatto con le famiglie, e potevano trascorrere tre settimane di licenza a casa, con mogli e figli. I soldati canadesi invece - si affermava - non usufruivano di alcuna licenza da almeno 4 anni; per uscire da quella situazione e rivedere finalmente la patria e le famiglie, non si poteva far altro che consegnarsi nelle mani dei tedeschi che avrebbero accolto favorevolmente i soldati arresisi163. Anche le differenze etniche potevano servire per inserire un cuneo nella compattezza delle truppe alleate:

“Fomentare il risentimento di neozelandesi, polacchi, indiani ecc. nei confronti del comando inglese che li usava come carne da cannone non era difficile. Incrinare il senso del dovere di truppe provenienti da altri continenti era un esercizio piuttosto collaudato per la propaganda tedesca”164.