Capitolo II – La propaganda a favore della diserzione
3. Propaganda alleata
3.1 Propaganda nei confronti delle truppe tedesche
Un tipico esempio di propaganda alleata è costituito dal giornalino “Luftpost”, prodotto dagli ameri-cani e indirizzato esplicitamente come riportava il sottotitolo ai soldati tedeschi. L'edizione per il fronte del Sud veniva distribuita in Italia e, scritta in tedesco, presentava le principali notizie militari dello scenario internazionale, mettendo in risalto l'avanzata e le conquiste territoriali di anglo-americani e sovietici. Le prefetture di numerose città italiane165 segnalavano alla direzione affari generali e riservati della polizia e alla direzione polizia politica della prefettura il lancio da parte di aerei alleati di questi e altri fogli di propaganda, come “Italia combatte” o di volantini di propa-ganda. Ancora si notava la diffusione di “salvacondotti”, piccoli fogli rettangolari scritti in diverse lingue sui quali era riportato:
“Il soldato che porta con se questo salvacondotto lo usa per dimostrare la sua sincera volontà di arrendersi. Bisogna disarmarlo, aver cura di lui, dargli da mangiare e prestargli, se necessario, assistenza medica. Al più
162 Volantino in lingua inglese dal titolo Tough going, Soldier, consultato all'indirizzo psywar.org e conservato presso l'Imperial War Museum di Londra, fondo NA- VIII° Armata, riprodotto in Adolfo Mignemi ( a cura di), Propagan-da politica, cit., p. 354.
163 Volantino in lingua inglese dal titolo “Canadians”, BA-MA, RH 20-10/187. 164 Giuseppe Masetti, Enzo Casadio, Granate di carta, cit., p. 353.
165 Le denunce sono conservate presso l'ACS, Archivi degli organi di governo e amministrativi dello Stato, Ministero dell'interno. Direzione Generale Pubblica Sicurezza-Divisone affari generali e riservati, RSI (1943-1945), busta 23.
presto possibile, egli deve essere allontanato dalla zona delle operazioni militari”166.
Altro giornalino pubblicato dagli alleati era il “Frontpost”:
“This news - sheet for the German front line soldier will be delivered weekly, weather permitting, by shell and by aircraft. Its object is to give news from all sources - Axis, Allied and neutral - wich will enable the German soldier to form his own point of view”167.
“Frontpost” diffondeva notizie di carattere militare dirette a mettere in luce il volgere della guerra favorevole agli alleati, l'avanzata russa, la conquista delle città tedesche e le distruzioni compiute sulla Germania dall'aviazione alleata168. L'ufficio della censura postale (Feldpostprüfstelle) della 10ª armata rilevava, nel marzo del'44, che sopratutto le informazioni riguardanti i bombardamenti sulle città tedesche catturavano particolarmente l'attenzione e colpivano il morale dei soldati, che si preoccupavano per la sorte dei propri familiari. Si segnalavano anche tre casi in cui alle lettere indi-rizzate in Germania era stato allegata una copia di “Frontpost”169.
Il giornalino si rivolgeva anche direttamente ai soldati, in funzione propagandistica, quando in un articolo si affermava che non sarebbero stati resi noti per radio i nomi dei soldati che si presenta-vano agli alleati, così come invece affermapresenta-vano gli ufficiali tedeschi, ma che eventuali disertori o prigionieri sarebbero stati trattati in accordo con la convenzione di Ginevra, e il loro nome, grado e numero di matricola sarebbe stato comunicato esclusivamente alla Croce Rossa170.
Dell'efficacia di questo tipo di propaganda parlò il prigioniero tedesco Haas Erwin, reporter fotogra-fico presso l'XI Fliegerkorps. Haas, interrogato dagli alleati, affermò che la maggior parte delle notizie che venivano riportate apparivano credibili, e perciò era portato a credere ad informazioni delle quali non poteva controllare la veridicità. Espresse inoltre la convinzione che quel tipo di propaganda avesse particolare successo tra le truppe austriache. La mancanza di esagerazioni e di storie atroci rappresentava dunque un punto di forza della propaganda alleata171.
Oltre a indirizzarsi a specifiche componenti etniche o specifiche unità dell'esercito tedesco172, si ritrovano anche nella propaganda alleata alcune tematiche ricorrenti.
166 Prefettura repubblicana di Vicenza, oggetto: Segnalazione, 28/3/1945, ivi. Gia nell'ottobre del 1943 l'ufficiale del servizio informazioni della 10ª armata segnalava nella relazione mensile il rinvenimento di detti salvacondotti, lan-ciati dagli alleati a scopo di propaganda. Armee-Oberkommando 10, Abt. Ic/AO, Tätigkeitsbericht des Ic/AO für die Zeit vom 21.-31.10.1943, 06/11/1943, BA-MA, RH 20-10/64.
167 Frontpost No.1, 4/11/1943, ACS, fondo Comando alleato, busta unica.
168 Per quanto riguarda i bombardamenti alleati e l'impatto sull'opinione pubblica in Germania si veda il capitolo dal ti-tolo Allierter Bombenkrieg und deutsche Opposition, in Klaus-Jürgen Müller, David N. Dilks (Hrsg.) Großbritan-nien und der deutsche Widerstand 1933-1944, Ferdinand Schöning, Paderborn, 1994.
169 Feldpostprüfstelle des Armeeoberkommandos 10, Tätigkeitsbericht der Feldpostprüfstelle für die Zeit vom 1. bis einschl. 31. März 1944, 01/04/1944, BA-MA, RH 20-10/191.
170 Articolo dal titolo Ueberlaeufer werden nicht genaannt, Frontpost-Ausgabe Süd, Nummer 115, 13/03/1945, copia conservata presso l' IFSML, fondo Stampa Clandestina, fascicolo 84 Stampa alleata- Frontpost.
171 C.S.D.I.C./C.M.F., First detailed interogation of Haas, Erwin, 25/06/1944, US NARA, Record Group 407, Entry 427, Box 2222.
Si cercava di colpire la fiducia dei soldati nei confronti dell' “arma segreta”, dimostrando come essa fosse un' invenzione del regime, oppure si sottolineava che la Germania del dopoguerra avrebbe avuto bisogno dei suoi uomini per la ricostruzione, e proprio per questo era ancora più “sensato” arrendersi e farsi catturare dagli alleati, perché finire in prigionia avrebbe significato la certezza di aver salva la vita. Interrogato riguardo all' “arma segreta”, un soldato tedesco che aveva in prece-denza disertato aveva affermato che essa era ridicolizzata dagli austriaci, che la ritenevano non essere altro che un bastone di bamboo con una bandiera bianca attaccata in cima. Riferiva inoltre del fatto che, ex ufficiali delle forze armate nemiche erano stati chiamati alle armi nelle Waffen-SS. Ciò veniva fatto in modo da renderli impopolari e per prevenire la loro diserzione. Era il caso ad esempio degli ex ufficiali alsaziani dell'esercito francese, inseriti secondo il disertore tedesco nelle Waffen-SS173.
A ciò si collegava un altro degli argomenti preferiti dalla propaganda alleata, ovvero la constata-zione che la Germania veniva, giorno dopo giorno, distrutta sempre più dagli attacchi aerei. Si intendeva così opporre all'illusione dei soldati tedeschi di poter, finita la guerra, tornare alla vita “normale” nel proprio Paese, fatta di ambiente familiare e lavorativo, la realtà delle devastazioni subite dalle città e dalla strutture produttive tedesche.
Poteva capitare così che un soldato della 16ª Panzer-Division e i suoi camerati in prigionia alleata venissero definiti “il futuro della Germania”, solamente perché, essendosi arresi agli alleati, al termine del conflitto avrebbero avuto la possibilità di tornare in Germania174.
Anche la propaganda alleata utilizzava stratagemmi volti a dissimulare la provenienza e le reali intenzioni del materiale diffuso.
Ai soldati tedeschi, ad esempio, venivano impartite istruzioni su quali fossero le modalità migliori secondo le quali comportarsi una volta caduti in prigionia, cosicché tra di essi si potesse diffondere la certezza che avrebbero avuta salva la vita anche se si fossero consegnati ai partigiani o agli alleati.
172 Ne è un esempio il volantino indirizzato ai soldati austriaci della 5ª Gebirgs Divison o quello indirizzato a quelli della divisione Hoch und Deutschmeister, entrambi conservati presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma, fondo Comando alleato. Ancora, si sottolineava nel confronto dei soldati austriaci che il destino dell'Austria sarebbe stato lo stesso di quello della Germania, se essi non si fossero ribellati. Li si spronava a raccogliere tutte le armi e le mu -nizioni che potevano e a fuggire sulle montagne per unirsi in gruppi o come singoli ai combattenti per la libertà, op-pure ad unirsi alle forze militari alleate, qualora si trovassero nelle vicinanze del fronte. Volantino in lingua tedesca a firma R.A.F.-U.S.A.A.F. ISBREC, Fondo Resistenza, Serie Stampa e Propaganda, busta 28.
173 Headquarters Fifth Army, G-2 Section, Interrogation Centre, Report 610#IPW, 08/06/1944, US NARA, Record Group 407, Entry 427, Box 2222.
Sul ruolo delle “armi segrete” nella Germania nazista Ralf Schabel, Die Illusion der Wunderwaffen. Die Rolle der Düsenflugzeuge und Flugabwehrraketen in der Rüstungspolitik des Dritten Reiches, Herausgegeben von Militärge-schichtlichen Forschungsamt (Band 35), R. Oldenbourg Verlag, München, 1994.
In tal senso i volantini, scritti in tedesco, utilizzavano uno stile che induceva a credere che fossero stati scritti dagli stessi soldati tedeschi, già caduti in prigionia, di modo che chi ne riceveva una copia non dubitasse della fonte e fosse portato a seguirne i consigli, che riguardavano il modo migliore su come consegnarsi prigionieri: eliminare i gradi militari, riferire di essersi consegnati per motivazioni politiche, riferire che tra i soldati tedeschi nessuno credeva più alla vittoria, ecc.175. Questo alternarsi di informazioni veritiere e di altre invece false aumentava l'efficacia della propa-ganda, instillando nei soldati il dubbio che quella descritta fosse la situazione reale e che per davvero gran parte dei soldati non credessero più alla guerra nazista. Un altro volantino, a firma “Bund Deutscher Granadier” simulava l'esistenza di un movimento clandestino tedesco, e si scagliava contro lo sviluppo della guerra, affermando che la nuova Volksgrenadierdivision era stata formata semplicemente fornendo a operai e contadini un'arma, mandandoli poi a combattere. Ciò avrebbe significato ancora meno munizioni per il resto dei soldati e meno “pane” in Patria. I militari della Wehrmacht dovevano così schierarsi contro “i maiali delle SS”, che ancora sostenevano il governo nazista e la sua disperata strategia della guerra fino all'ultimo uomo176.
I propagandisti alleati cercavano anche di dividere il fronte nazifascista facendo leva su altri due elementi.
Il primo erano le formazioni dell'esercito repubblichino che combatterono a fianco dell'esercito tedesco; appelli a disertare erano rivolti ad esempio ai soldati fascisti della divisone Littorio, nei quali si affermava che fosse loro dovere allontanarsi dalle fila nazi-fasciste. L'appello puntava ad assicurare a chi disertava che la propria sorte sarebbe stata differente da quella dei criminali tede-schi e fascisti:
“Agite subito! Disertando avrete il merito di aver contribuito al disfacimento delle unità militari fasciste: in caso contrario sarete bollati come nemici delle vittoriose Nazioni Unite e traditori della causa della liberazio -ne della vostra Patria”177.
Il comando della 2ª divisione Littorio in marzo del 1945 valutò il problema della propaganda rivolta ai soldati per spingerli a disertare notando che gli anglo-americani credevano di avere la meglio sugli italiani non tanto grazie alla loro superiorità militare quanto grazie alla propaganda. Occorreva così rispondere a questi appelli, ribadendo che la diserzione era un gesto infamante e che metteva in
175 Volantino in lingua tedesca dal titolo “Kleine Winke für kameraden die in Kriegsgefangenschaft geraten”, INSMLI, fondo Corpo Volontari della Libertà, busta 157 fascicolo 480 “Propaganda alleata”.
176 Volantino in lingua tedesca, senza titolo, ivi. La “Lega dei granatieri tedeschi” viene citata anche in Jürgen Heide-king, Christof Mauch (Hg.), Usa und deutscher Widerstand. Analysen und Operationen des Amerikanischen Gehei-mdienstes im zweitem Weltkrieg, Francke Verlag, Tübingen und Basel, 1993, p. 259.
177 Volantino in lingua italiana a firma Generale Alleato Comandante Settore Alpe Marittime, Messaggio ai soldati del-la divisione Littorio, ISTORETO, fondo Conti Agostino, busta B MAT/ac 15, fascicolo 90 Misceldel-lanea. Propaganda alleata.
pericolo la vita di chi la compiva, così come quella dei rispettivi familiari. Inutile era illudersi sul trattamento che il nemico avrebbe riservato ai disertori:
“prima la prigionia, che umilia e degrada (gli anziani raccontino) poi il lavoro forzato nelle miniere nelle fab-briche in Africa, in Siberia, nella stessa Inghilterra. Anni di esilio, fame, miseria, vergogna”178.
Il secondo destinatario era la popolazione italiana. Così come la propaganda tedesca, anche la propaganda anglo americana lanciava appelli nei confronti della popolazione italiana che dovevano servire a sensibilizzare e a portare dalla propria parte l'opinione pubblica. Gli abitanti della Toscana venivano “richiamati” sull'importanza strategica della regione
“La vostra regione è il centro della rete di trasporti a sud degli Appennini. Il triangolo La Spezia- Firenze-Livorno è di enorme importanza nei piani tedeschi e per la speranza che essi nutrono di mantenere il loro giogo sull'Italia”
e venivano invitati a ostacolare i tedeschi, “rifiutando in tutti i modi di cooperare con loro”179. Molteplici erano gli inviti a compiere atti di sabotaggio più o meno organizzati, volti ad ostacolare la ritirata tedesca; i tedeschi venivano sistematicamente presentati come un nemico feroce, parago-nato ai Vandali che saccheggiarono Roma, le loro azioni erano definite “le ultime convulsioni della
barbarie hitleriana”, e si invitavano le diverse categorie di lavoratori (operai delle fabbriche,
portuali, ferrovieri) a dare ognuna il proprio contributo di lotta180. Riferendosi ai tedeschi si leggeva in un volantino indirizzato agli abitanti della Toscana:
“I Vandali moderni si ritirano verso il Nord dopo la loro breve permanenza in Africa e nell'Italia meridionale. Essi hanno saccheggiato. Essi hanno distrutto ciò che non potevano portare con sé. Essi si ritireranno presto dalla vostra terra, così incomparabilmente ricca di opere d'arte”181.
Un ultimo genere di volantini che vengono qui segnalati riportava alcuni stralci di discorsi o dichia-razioni fatte dagli stessi soldati tedeschi182. Ricorrente era la questione relativa alla superiorità alleata dal punto di vista degli armamenti; un sergente della 91ª Infanterie-Division riferiva invece di come la sua compagnia si fosse arresa agli inglesi, alzando cioè una bandiera bianca, fatta con un asciugamano o un paio di pantaloni. Gli inglesi avevano smesso subito di sparare e dopo poco erano arrivati per dare conforto medico ai feriti. A un caporale della 29ª Panzer-Grenadier-Division veni-vano attribuite le seguenti parole:
“ Il nostro capitano fin da quando eravamo in Sicilia ci ha sempre promesso rinforzi, ma rimangono appunto la, dove c'è l'aviazione. È inutile opporre ancora resistenza qui, mentre a noi si svaligiano le case all'est. Du
-178 Comando 2ª divisione Littorio, oggetto: direttive per l'azione di contro-propaganda, 10/03/1945, ISTORETO, fondi originali, busta c 64, fascicolo a.
179 Volantino in lingua italiana dal titolo “Toscani!”, ACS, fondo Comando alleato. 180 Volantino in lingua italiana dal titolo “Lavoratori d'Italia”, ivi.
181 Volantino in lingua italiana dal titolo “I vandali”, ivi.
rante l'ultima ritirata sono rimasto semplicemente disteso, e mi sono lasciato catturare dagli inglesi”183.
Queste informazioni erano prese spesso in prestito da quanto i soldati tedeschi fatti prigionieri rive-lavano negli interrogatori compiuti dagli alleati, argomento del prossimo paragrafo.