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Hortus conclusus

Nell’età medievale, cara erizzata dalla sensibilità verso la natura in rapporto all’arte ed all’idea di Paradiso Terrestre o allegoria della Chiesa o ancora materializzazione del Can co dei Can ci, ha origine questa conformazione 21 ad or chiusi su pianta quadrata o re angolare, per la difesa delle col vazioni pregiate, spesso commes bili.

È de o pomario se con ene alberi da fru o, viridario se ospita specie sempreverdi ed herbarium se con ene  ori, può avere un orto medicinale (comunemente de o orto dei semplici, che in seguito evolverà nella do a raccolta di piante rare dell’orto botanico). Essendo le dimensioni rido e, le col vazioni sono disposte in modo ordinato e razionale ed al centro c’è sempre una fontana o pozzo per irrigare.

È comunemente annesso ad un monastero e dall’esterno appare solo l’alto muro di cinta che trasme e un senso di in mità e protezione, nato dalle esigenze religiose e culturali dell’uomo medievale: luogo per trovare risposte ai grandi quesi

esistenziali, me e in relazione sé stessi, la natura e Dio, celebrando la prodigalità della natura a raverso il lavoro dell’uomo. Incarnando il “chiostro chiuso, immagine edenica, luogo di pace e di rifugio dai pericoli esterni, il giardino  nisce per ri e ere il conce o dell’uomo ‘misura di tu e le cose’” 22. Nel monastero, solitamente uno dei recin è des nato anche alle inumazioni dei monaci, che condividono lo spazio con le piantagioni. È celebre il cimitero pomario dell’Abbazia di San Gallo. Perdendo man mano il signi cato simbolico a favore di quello funzionale di orto con verdure e alberi da fru o o di giardino, diventa sinonimo del conce o di recinto racchiudente uno spazio privato, che in seguito si ingrandisce  no a comprendere il terreno an stante la casa.

All’italiana

La codi cazione del giardino all’italiana 23 ha origine nella Firenze rinascimentale tra il XV e il XVI secolo quando, ispirato al platonismo, il paesaggio è goduto come natura ‘in piccolo’ e perfezionata dalla mano dell’uomo. Il giardino con ene la natura conce ualizzata, senza sen re il bisogno di espandersi per appropriarsene: il  nito con ene l’in nito. L’ordine geometrico a schemi rigidi, anche nei terrazzamen e nelle potature, e la veduta prospe ca informano indi erentemente la composizione dei giardini di delizia, dei verzieri e dei fru e . Elemen archite onici e scultorei classici sono colloca nei pun focali. Cara eris ci anche le fontane e le acque specchian , le specie arboree u lizzate con intento archite onico, l’uso predominante del sempreverde simbolo della volontà di fermare il tempo. Elemen  pici sono il parterre, il labirinto, il giardino segreto e quello medicinale. Man mano la parte vegetale prende il sopravvento

sull’edi cato, anche se rimane l’idea di un paesaggio ar  ciale, ricostruito mediante elemen naturali quali l’acqua e la vegetazione. Nel Seicento invece le stesse forme de nite in modo quasi ‘archite onico’ sono u lizzate come vere e proprie scenogra e.

Alla francese

Il giardino formale in Francia 24 riprende stre amente i cara eri dell’omonimo italiano, ma acquisisce una maggiore grandiosità grazie alla possibilità di dilatarsi nello spazio come ‘parco territoriale’, grazie alla morfologia pianeggiante del terreno.

I principali elemen innova vi sono le aiuole à broderie e i treillages che stru urano gallerie o padiglioni verdi per e e di marcata scenogra a. L’acqua è u lizzata per suggerire l’estensione, mentre   boschi in contrasto delimitano i con ni. La natura viene le a secondo la  loso a cartesiana con una marcata geometrizzazione: il gusto per la grandiosità viene espresso tramite un’accentuata profondità delle visuali fortemente direzionate e prospe ve ver ginose suggerite dalla stru urazione con assi radiali che tendono all’in nito. Sono materializza i conce di costruzione della visione  no alla realizzazione ‘concreta’ dell’in nito.

Nella rappresentazione della magni cenza reale, tocca punte supreme di enfasi e maestosità con il noto parco di Versailles, per poi decadere nel gusto privato in favore delle sistemazioni all’inglese, lasciando in eredità i suoi cara eri al giardino pubblico.

FIG. 2.17 Cours de la Reine, prima metà del XVIII secolo.

Tripar to, ospita il passeggio di pedoni e carrozze. Il parco pubblico nasce in Francia come estensione a tu a la popolazione del

‘piacere’ ricrea vo e culturale dello svago all’area aperta. Il parco è prima di tu o funzionale. [da PANZINI pag. 50]

Il parco pubblico

Se è noto che in Inghilterra la creazione dei parchi urbani 25 è avviata so o la spinta della situazione di degrado urbano e malessere sociale conseguen alla rivoluzione industriale ed è quindi di estrazione popolare, è ancor prima in Francia e innanzitu o a Parigi che si può trovare la genesi della passeggiata urbana. Concessione di un governo centralis co 26 che manifesta un cara eris co gusto per l’embellissement nel rigore geometrico di una natura dominata dall’uomo, già nel Seicento nobili e regnan

aprono parte delle loro proprietà alla frequentazione di un pubblico selezionato, che ama guardare e farsi guardare. In seguito il verde urbano è rives to di valori ideologici, morali e dida ci ed elevato al ruolo di a rezzatura urbana vera e propria, razionale e di usa, a disposizione di tu a la popolazione. Viene ancora impiegato lo s le formale, ma in modo sempre più asciu o e laconico, per la sistemazione dei parchi e delle passeggiate al  ne di dis nguere ques luoghi concepi come spazi funzionali che “non sono che luoghi pianta con alberi [...] dove i ci adini si recano, non per godere dello spe acolo della Natura, ma per prendere un esercizio momentaneo” 27 e “laddove si impone che l’u le sopravanzi il bello”. In seguito, con Alphand e Hirschfeld, anche nella composizione dei giardini pubblici sarà impiegato lo s le inglese, come nei grandi Bois de Boulogne, Bois de Vincennes e Bu es-Chaumont 28.

In ambito francese trovano applicazione compiuta dalla metà dell’O ocento anche gli squares 29 di derivazione inglese: isola ci adini sistema a verde chiama

anche ‘saloni di verdura’, di proprietà semipubblica, veri e propri salo verdi della ci à. Possono essere semplici re angoli di prato, piantuma in modo formale oppure riproduzioni in miniatura di giardini pi oreschi. Sono u lizza anche per so olineare l’importanza di un monumento ci adino, circondandolo, oppure per ingen lire i boulevards, conformandosi come sequenza di spazi o stanze verdi.

In Germania 30 il movimento per l’abbellimento ed il miglioramento del territorio, fondendo l’este ca inglese e l’utopia francese, pone da subito l’accento sull’ecologia (termine coniato) e l’ambiente urbano visto come organismo (classi cazioni, funzioni, teorie, a enzione complessiva per la costruzione della ci à con proge integra tra archite ura e verde). Il Volkspark o ‘parco del popolo’ guarda all’aspe o u litario più che a quello este co, coniugando igiene e socializzazione, pra che spor ve e passeggiate, cultura ed educazione. L’impostazione paesaggis ca viene piegata alle forme composi ve semplici ed alle par zioni che rispondono ad esigenze funzionali.

Si evidenzia l’insistenza sulla cultura popolare di massa e sui valori di un nazionalismo naturalis co ed interclassista,  no a sfociare nel mito della razza e della terra na a, che avranno ripercussioni anche sull’impostazione dei cimiteri.

FIG. 2.18 Giardino di Villa Medici a Roma, 1683.

Richiama ancora la conformazione ad or chiusi. [da PANZINI pag. 26]

FIG. 2.19 Giardino delle Tuileries, 1690.

Nella distesa centrale non ci sono alberi, ma complica

parterres, le persone guardano e si fanno guardare. [da PANZINI pag. 30]

FIG. 2.20 Planimetria di Nimes, seconda metà XVIII secolo.

L’impianto acquisisce una dimensione territoriale. [da PANZINI pag. 59]

Negli Sta Uni il primo landscape architect è Frederick Law Olmsted 31, che si forma in un lungo viaggio in Europa e proge a il Central Park di New York, confronto obbligato per tu gli interven successivi. Realizzato in forme pi oresche ma con grande a enzione agli elemen funzionali, in specie la circolazione, il parco urbano è elemento ordinatore e strumento di sviluppo della ci à, e si ar cola come parte di un sistema integrato: non aggiunto a posteriori, è elemento focale che condiziona il tessuto urbano. È aperto e accessibile a tu i ci adini nell’o ca di uguaglianza profondamente radicata negli Sta Uni .

L’apporto della cultura italiana 32 in questo diba to è de citario e discon nuo, anche a causa dell’arretratezza di gusto condizionata dall’esperienza rinascimentale.

Se a inizio O ocento il roman co è consolidato nelle classi colte, lo s le paesaggis co non trova piena accoglienza presso l’opinione pubblica. La permanenza della tradizione formale in Italia è forte, anche perché la complessa geometria degli impian è tesa a so olineare la monumentalità delle nuove a rezzature imposte dalla dominazione francese (e poi volute dalla nazione riunita) e la loro funzionalità, mentre la tortuosità dei viali e dei bosche è ricusata anche per ragioni di decenza e visibilità. Non si apre un vero e proprio diba to sul verde e sono rari gli esempi pregevoli di sistemazioni urbane non esporta dalla cultura francese. Le vicissitudini legate all’unità nazionale e ai successivi spostamen della capitale acuiranno la speculazione dei suoli e allontaneranno ogni proposito culturale. Si vorrebbe rispondere ai problemi lega

all’inurbamento imitando i tagli nel tessuto urbano opera da Haussmann ma, mancando i fondi, vi si rinuncia senza elaborare alterna ve.

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