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Nel segno della croce, l’inserimento nel paesaggio

Nel medioevo il cimitero non ha una collocazione autonoma, anzi per cer

versi non esiste, perché il suo spazio è celato all’interno di quello della Chiesa, nell’edi cio stesso o nelle sue per nenze, o in terreni appartenen a confraternite o stru ure ospedaliere. Dalla metà del Se ecento dapprima ques spazi sono cinta

e delimita , ed in seguito estromessi dalla ci à. Il recinto funerario recupera uno spazio individuato e delimitato, ma non si tra a di un ritorno all’an chità romana:

è un modo della cultura occidentale di porre ordine e razionalizzare il mondo dei mor . Per controllarlo e padroneggiare l’inquietudine che da esso proviene 8, vi si impongono dei con ni: “La capacità e i modi di trasformare e possedere un territorio da parte dell’uomo derivano dall’imposizione di con ni: con la de nizione di un limite si stabiliscono delle di erenze, degli ambi che, a raverso una linea visibile o immaginata, separano il paesaggio” 9.

La scelta di impiantare un recinto funerario sul territorio investe scelte urbanis che, in relazione alla posizione rispe o alla ci à, e simboliche, in relazione all’a o fonda vo, all’orientamento rispe o ai pun cardinali ed alla simbologia delle  gure geometriche ado ate o della loro aggregazione. Si pone poi il problema del rapporto/raccordo con l’esterno che può essere naturale o urbano, a seconda della collocazione. La proge azione può in ne essere a rontata in due modi contrappos : mediante l’integrazione per mime smo del cimitero nell’ambiente, oppure enfa zzando la diversità dello spazio sacro in un’opposizione più o meno contrastata, che faccia emergere il suo cara ere originale (è il cimitero che crea il sito). A metà strada si colloca la ricerca di una armonia che congiunga il rispe o del sito con un certo cara ere personale: adesione, an nomia, equilibrio sono le tre possibili formule di rapporto tra l’opera e il contesto 10. Tu ques condizionamen - che è di cile riuscire a soddisfare in pieno - si sommano nella volontà di costruire un luogo dignitoso, decoroso e rappresenta vo della ci à e della società.

L’inserimento nel paesaggio si compie a raverso i ri di fondazione, con l’individuazione di una matrice formale conveniente, che spesso combacia con una forma geometrica semplice suddivisa dall’assialità principale originata dall’ingresso e intorno alla quale si dispone l’intero impianto. L’assialità secondaria ortogonale, direzionata dalle dire rici e percorrenze interne funzionali, suddivide lo spazio in maglie geometriche minori, matrici di organizzazione del tessuto di sepolture e scansione planimetrica del suolo. Al centro, il fulcro simbolico della composizione,

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mundus segnalato da spazi aper o edi ci rilevan : “la razionalità si esplica nell’uso di uso e comune a diverse aree geogra che e culturali, di alcuni costan elemen

composi vi mutua dalla contemporanea stru ura urbana” 11.

Gli elemen vegetali che esplicitano queste cara eris che sono i man erbosi che ricoprono gli spazi aper ed i campi di inumazione che, almeno all’inizio, lasciano leggibile la geometria, e gli elemen ver cali che accompagnano i viali, i quali segnano assi e direzioni e si connotano come pun focali della composizione al pari delle archite ure emergen . La composizione paesaggis ca, pur u lizzando i medesimi elemen , li associa in maniera molto più libera.

Forme e geometrie

L’edi o di Saint Cloud  ssa per i nuovi recin extraurbani la distanza dall’abitato, l’altezza del muro di cinta, la divisione in se ori con ingressi e recinzioni separate per le diverse confessioni religiose, le dimensioni e distanze reciproche delle fosse individuali e delle concessioni perpetue per i monumen dis n . Come si è già ricordato, esso non fornisce alcuna indicazione riguardo alla con gurazione archite onica dei nuovi impian , riportando solo la dicitura generica di ‘Terrains spécialement consacrés à l’inhuma ons des morts’. Ciononostante, nella maggioranza dei casi la planimetria del recinto funebre assume, almeno in una sua parte (in Italia è poco di usa la seduzione del picturesque landscape de nito dal proto po del Père-Lachaise), forme geometriche altamente simboliche che richiamano il senso della memoria colle va 12.

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È preferito il quadrato, simbolo della terra e quindi dell’orientamento nello spazio, dell’ordine, dell’umanità.

la matrice claustrale che la ci à ideale quadripar ta. Forme re angolari derivano dalla deformazione di questa, ma mantengono gli stessi signi ca : lo schema quadrangolare è la forma  pica del giardino già nell’an chità, ripresa dall’hortus conclusus e dal giardino all’italiana.

Decisamente più raro è l’o agono, complesso e ra nato sia regolare che a la

diseguali. Figura intermedia tra quadrato e cerchio, racchiude in sé la dualità terra/

cielo, rappresenta i ri di passaggio e il ciclo vita/morte, la rigenerazione e la resurrezione (forma  pica dei fon

ba esimali).

Le forme circolari sono limitate a causa della complessità di realizzazione, e però a ascinano a causa dell’accentuato simbolismo che riproduce la forma perfe a del cielo, dell’enfa zzazione delle gerarchie sociali a seconda della distanza dal mundus, della totale assenza di angoli mor decantata dalle teorie igieniste.

La croce si sovrappone alla quasi totalità di  gure, a disegnare i percorsi principali e ra orzare la  gura arche pica che “corrisponde all’idea cosmogonica dell’universo suddiviso in quadran da qua ro  umi (Genesi) e si relaziona allo schema an co del tracciamento delle ci à - gli assi fondamentali orienta secondo i pun cardinali - e la divisione in quar eri.

FIG. 6.2 Cimitero di Pan n,

Nord-Est di Parigi:

“la monotone découpe orthogonale des nécropoles suburbaines a dépoe sé les champs des morts”. [da AUZELLE pag. 98]

FIG. 6.3 Proge o per

un cimitero, 1782, Jean Didier Antoine.

Il grandioso impianto combina diverse  gure geometriche, so olineate dagli allineamen

degli alberi. [da BERTOLACCINI pag. 31]

FIG. 6.4 Planimetria del

Monumentale di Milano, 1863, Maciachini. [da MOZZONI SANTINI pag. 376]

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All’incrocio degli assi si trova il luogo sacro dell’origine, per il quale passa, in ver cale, l’asse del mondo” 13.

L’orientamento preferito segue il percorso del sole e l’ingresso è rivolto a levante, con la prospe va del viale principale che guarda verso il tramonto, eventualmente ruotato in asse con la centuriazione. Altre volte prevalgono però ragioni di rapporto con la ci à o la rete viaria.

La combinazione di più  gure porta alla realizzazione di forme mis linee che perme ono di sommare il richiamo alle matrici geometriche primi ve oltre che di rispondere in modo più adeguato a diverse necessità funzionali, mentre il neoclassicismo è il riferimento s lis co principale per il cara ere di monumentalità, ma non è “l’opzione s lis ca a suggerire il  po cimiteriale, poiché se è vero che il neoclassico può dare risposte ragionevoli ed e cien ai problemi organizza vi e costru vi di una grande necropoli, è anche vero che il sistema della reiterazione modulare dei por ci potrà in seguito, altre anto convenientemente, sos tuire ai colonna an chi il modello del chiostro, a ngendo quindi ai modi  gura vi e costru vi di altre epoche ad altri s li” 14.

L’ar colazione dello spazio interno deriva dall’arche po medievale pisano: un campo adibito a sepoltura comune, delimitato da una teoria di por ci che individuano la misura dell’intero luogo e conferiscono dignità archite onica ed ar s ca al recinto, contenendo le opere d’arte: l’ordinamento monumentale è dedo o dall’ordinamento planimetrico. In seguito, tranne alcune eccezioni (ad esempio il Van niano di Brescia, realizzato in fasi successive ma secondo un proge o unitario stabilito dall’inizio), il susseguirsi nel tempo degli ampliamen ha comportato negli impian maggiori una perdita di unitarietà archite onica, rendendo di cile leggere (se non dall’alto) la con gurazione planimetrica originaria sia dall’esterno, per l’assommarsi delle geometrie, che dall’interno, per la saturazione degli spazi aper 15.

I ri di fondazione

La scelta del luogo in cui collocare la dimora dei mor è sempre stata altamente simbolica, anche se nell’O ocento in mol casi la decisione è a re ata dall’imperversare delle epidemie che rendono urgente il tracciamento di un impianto extraurbano 16. Questo non è tu avia il solo mo vo del riada amento dei complessi conventuali con sca fuori dalle mura per accogliere i cimiteri moderni: infa

l’opinione pubblica propende per queste stru ure che già contenevano sepolture nel verde dei giardini e dei chiostri e che presentano un aspe o più vicino alla consuetudine, mantenendo una certa aurea di sacralità dovuta all’archite ura ed

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alla funzione del luogo. I complessi conventuali extra-muros sono stru ure piu osto ar colate che includono numerosi spazi aper conforma come chiostri, giardini ed or . In ques spazi iniziano ad essere collocate le sepolture sia nei campi che so o le arcate perimetrali. Finché la saturazione non ne modi cherà in seguito l’aspe o, manterranno un aspe o ‘monas co’ e tu ora l’immagine è sugges va: Bologna e Ferrara sono esempi di questo  po 17.

Complicazioni ulteriori, che però possono essere di s molo al proge o, sono la collocazione su un pendio o un’altura, ed eventualmente la preesistenza di una sistemazione a parco o giardino ar colata. Il modello immediato è il Père-Lachaise, e San Miniato al Monte per l’Italia. In questo caso, la componente scenogra ca delle vedute sulla ci à entra di diri o nelle cara eris che dell’impianto.

FIG. 6.5 Panorama della Certosa di Ferrara, 1851. Si notano gli or del convento, adibi a sepoltura, che si ricollegano alla vegetazione fuori dalle mura.

[da LATINI pag. 91]

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In altri casi si prediligono aree demaniali od or , per ques oni di costo. Delicate discussioni riguardano il condizionamento dello sviluppo futuro della ci à e la necessità di rispe are i regolamen che richiedono terreni sciol ada alla mineralizzazione dei res , sopraeleva (la minore pressione atmosferica favorisce il disperdersi dei gas) ed espos a Nord ai ven freschi che velocizzano la decomposizione 18. In questo caso, solitamente l’aspe o iniziale è quello di grandi recin por ca in forme regolari che racchiudono i campi di inumazione, talvolta albera in modo rado, con una conformazione molto semplice e spoglia. Sarà piu osto la presenza dei monumen

priva ad arricchire l’e e o complessivo.

Altra variante formale è la scelta di piani care un unico complesso per tu a la ci à, che possa diventarne un monumento condiviso di memoria civica, oppure piccoli recin disloca in periferia, che presentano il vantaggio della vicinanza alle parrocchie e di una più semplice ges one dello spazio.

L’impianto generale lega tra loro le varie par e funzioni, assegna i ruoli e determina il cara ere simbolico: il disegno planimetrico della ci à dei mor , a par re dalla matrice elementare dello spazio recintato con percorsi ortogonali simbolici origina dal castrum romano, segue logiche di direzionamento, gerarchizzazione, specializzazione a raverso la disposizione di percorsi, par costruite e spazi aper 19. Il perimetro è sempre segnalato in modo molto ne o dalla presenza di mura o recinzioni, fossa o spal . Il viale è l’elemento ordinatore della composizione ma anche il luogo del rituale dell’accompagnamento e del commiato, l’incrocio al centro ha un doppio signi cato simbolico e funzionale 20. A volte  ancheggiato da via crucis o lapidi commemora ve, la presenza di alberature, alte quali i cipressi, scandite da un passo costante segnala in modo inequivocabile la presenza del luogo delle sepolture.

La scelta tra un territorio sgombro e pianeggiante, o reso tale da movimen di terra, ed uno orogra camente movimentato e boschivo è all’origine della di erenziazione tra il cimitero mediterraneo e le  pologie d’oltralpe, che rielaborano gli elemen già analizza in forme organiche e sinuose. Per assecondare l’andamento del terreno, il recinto si modella in forme curvilinee e viene mascherato dalla vegetazione. A loro volta, i viali assumono andamen radiali ed ar cola , senza linee re e. Spazi aper

e bosca si alternano a scandire la composizione e creare una varietà di paesaggi e vedute, mentre le archite ure di servizio sono collocate in posizione de lata.

Dall’esterno, solo l’ingresso segnala il passaggio verso lo spazio sacro.

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FIG. 6.6 Design for Laying Out and Plan ng a Cemetery in Hilly Ground, Loudon.

Curve sinuose, ma piantumazione funzionale. [da CURL pag. 257]

FIG. 6.7 Proge o per il cimitero di Aiguillon. La predominanza visiva del viale alberato so olinea l’importanza del percorso che conduce alla sala delle cerimonie.

[da AUZELLE pag.

378]

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Il rapporto con la ci à

Se l’epoca dei Lumi ha sancito l’allontanamento dei deposi funerari dalla ci à, la ci à borghese o ocentesca rivaluta le nuove a rezzature pubbliche come par

integran del programma urbanis co, seppure in posizione decentrata, ed elemen

quali can dell’immagine della ci à dal punto di vista funzionale, este co, ar s co, morale e simbolico 21. È sen ta la necessità di rendere facilmente raggiungibile il camposanto, ed il percorso stradale di collegamento è ogge o di proge di sistemazione per renderlo adeguato al nuovo ruolo di rappresentanza, commisurato all’importanza del cimitero, considerato vero e proprio monumento di iden tà civica: come la “superba allea  ancheggiata di cipressi e a tra di statue, che guiderebbe al cimitero, perme endo dal centro di Milano la vista del suo maggiore monumento”. Il collegamento tra ci à e cimitero rientra a pieno  tolo nelle ques oni di disegno urbano, in quanto la scelta della collocazione dell’impianto funerario va a cos tuire un punto focale nella periferia, accentrando la maglia viaria e le dire rici di espansione 22. Cos tuendo spesso la prosecuzione di importan assi viari urbani, è ampliato ed alberato assumendo anche la funzione di pubblico passeggio extra-muros, mentre l’ingresso monumentale o la conformazione archite onica del muro di con ne diventano la scena terminale di un percorso simbolico che si origina dal cuore della ci à, mediante un’opportuna sistemazione di vegetazione ed arredi.

Esempio calzante è l’accesso al Van niano di Brescia, in cui il viale,  ancheggiato

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di cipressi i e cippi funerari che ricordano le vie consolari romane, è estensione nel paesaggio suburbano del mondo racchiuso nel nuovo recinto e dei suoi signi ca e si conclude con una piazza semicircolare circondata da cipressi che incornicia la veduta del camposanto: “qual passeggio [...] più opportuno del campo santo per chi ama abbandonarsi ad una dolce ed a e uosa malinconia?”.

Il richiamo alle vie funerarie è ideologico oltre che formale: nell’an chità, per entrare in una ci à era necessario passare a raverso il territorio dei suoi mor , per iniziare a conoscerne la storia e la cultura; allo stesso modo, il viale introduce la visita alla ci à speculare dell’O ocento.

Nelle ci à in cui la stru ura è collocata in posizione sopraelevata, come Napoli e Firenze, la percezione del panorama ci adino dal percorso di accesso esalta la dimensione paesaggis ca e carica di ulteriori signi ca este ci e simbolici la visita ai defun : la vista del territorio circostante entra a far parte della connotazione del recinto. Sono “luoghi dalla doppia scenogra a, una racchiusa tu a verso l’interno, un’altra aperta verso il paesaggio circostante. [...] Macchine scenogra che simboliche, rivolte verso il loro interno e nello stesso tempo ra nate camere o che, aperte verso l’orizzonte esterno da cui si inquadrano di volta in volta scorci di paesaggi” 23.

FIG. 6.8 Veduta del cimitero di Verona, 1850 circa. Si notano la forte simmetria del complesso e la solennità del viale.

. [da MOZZONI SANTINI pag. 374]

FIG. 6.9 Vista del viale

alberato che porta al cimitero di Brescia: la promenade extraurbana. [da LATINI pag. 95]

FIG. 6.10 Il Famedio del Monumentale di Milano traguardato dal viale d’accesso, inizio ‘900: il monumento ci adino. [da MOZZONI SANTINI pag. 376]

FIG. 6.11 Il cimitero di Staglieno nella valle del Bisagno a Genova,  ne

‘800: la posizione scenogra ca. [da MOZZONI SANTINI pag. 374]

FIG. 6.12 La salita a San Miniato al Monte, Firenze, 1845: la terrazza sulla ci à.

[da LATINI pag.

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