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Giovanni Battista, puer senex (HLc IV, IX, X)

Nel documento Lexis paidike. L'infanzia in Origene (pagine 173-175)

III. Pueritia mirabilis

III.3. Giovanni Battista, puer senex (HLc IV, IX, X)

«Giovanni si allenava e, come fosse nell’arena, nell’utero della madre per tre mesi si ungeva e si preparava affinché, una volta nato nel modo più straordinario, ancor più straordinariamente fosse allevato. E difatti, quanto alla sua crescita avvenuta fuori dal comune, il testo della scrittura non riporta in che modo fu allattato dal seno materno, in che modo fu messo in grembo alla balia, ma subito segue: e visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele (Lc 1,80)378.

Cercando, tra me e me, la ragione per cui (sc. Zaccaria) profetizzi non a proposito di Giovanni, ma rivolto a Giovanni, dicendo: E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo (Lc 1,76), e ciò che segue – giacché era superfluo parlare a chi non sentiva e rivolgersi ad un bambino piccolo, non ancora svezzato – ho ritenuto di poter individuare questa spiegazione: nello stesso modo straordinario in cui Giovanni nacque e venne al mondo, annunciato dall’angelo, e fu partorito durante il soggiorno di tre mesi di Maria a fianco di Elisabetta, allo stesso modo tutto ciò che è stato scritto di lui, si dice sia avvenuto in modo straordinario. E difatti, se dubiti che, appena partorito dal ventre della madre, possa sentire e comprendere le parole del padre, e cosa sia ciò che gli viene detto: E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo (Lc 1,76), considera che fu di gran lunga più straordinario ciò che precede: Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo (Lc 1,44)»379

Il ricco ritratto del Giovanni Battista embrione e neonato è offerto dalle omelie lucane, pervenuteci nella traduzione di Gerolamo.

378 HLc IX.2 (SC 87, 176) Exercebatur ergo et quodammodo in athletico scammate per tres menses unguebatur Ioannes et

praeparabatur in matris utero, ut mirabiliter natus mirabilius nutriretur. Quia enim extra consuetudinem nutritus est, non refertur scriptum, quomodo matris fuerit lactatus uberibus, quomodo in sinu gerulae constitutus, sed statim sequitur: et erat in desertis usque ad diem ostensionis suae ad Israhel.

379 HLc X.5 (SC 87, 184) Apud memet-ipsum quaerens rationem, quare non quasi de Ioanne, sed ad Ioannem ipsum dicens

prophetet: et tu, puer, propheta Excelsi vocaberis, et reliqua – superfluum enim fuit ad non audientem loqui et ad parvulum atque lactentem apostropham facere – hanc puto posse me reperire, quod quomodo mirabiliter Ioannes natus est et angelo praedicante venit in mundum et tribus mensibus Maria iuxta Elisabeth commorante fusus est in terram, sic etiam cuncta, quae super eo scripta sunt, mirabiliter facta referuntur. Quod si dubitas statim de utero matris effusum posse verba patris audire et scire, quid sit hoc, quod ad se dicitur: et tu, puer, propheta Excelsi vocaberis, considera multo fuisse mirabilius, quod praecessit: ecce ut facta est vox salutationis tuae in aures meas, exsultavit infans in gaudio utero meo.

Due precisazioni sono necessarie. Innanzitutto, Origene non è affatto il solo ad interessarsi al “caso”380

; al contrario, si può ragionevolmente sospettare che lo spazio concesso alla figura del Battista nella speculazione degli gnostici o nella teologia cristiana precedente all’Alessandrino gli abbiano fatto considerare opportuno, ove non necessario, un confronto con la tematica. Secondariamente, le omelie su Luca non sono l’unico testo dell’Alessandrino a confrontarsi con questo tema, che, al contrario, affiora spesso nelle maglie del discorso origeniano381

.

Nei testi riportati si è messo in evidenza il minimo comun denominatore, ossia l’alone di straordinarietà di cui Origene circonfonde l’immagine del Battista, espresso nella traduzione latina dalla famiglia di termini della radice legata all’aggettivo mirabilis. La “terminologia della meraviglia” si spreca. Giovanni esultante in grembo alla madre è mirabilis; egli viene concepito e nasce mirabiliter, e mirabilius avviene la sua formazione, che, come ha osservato Lupieri, lo conduce dalla nascita direttamente ad una vita di contemplazione monastica: lo studioso ha probabilmente ragione nel riconoscere in questa celebrazione della vita ascetica e monastica un tratto del calamo geronimiano, più che non una singolare anticipazione dei tempi da parte di Origene382

. In ogni caso, Giovanni non conosce la normale fase dell’esistenza contraddistinta da balie o allattamenti, ma accede prontamente alla vita adulta, e ad una vita di santità: è un puer senex. A proposito del cantico di Zaccaria Origene osserva in modo curioso nella traduzione di Gerolamo come ci sarebbe da stupirsi che l’uomo si rivolga ad un neonato, se non ci fosse, prima, ben altra dovizia di particolari di cui stupirsi: del fatto, ad esempio, che un feto esulti nel grembo della madre. Nulla di strano, dunque, che Giovanni non abbisogni delle normali fasi educative: maiori nutrimentum dignus apparuit (HLc X.7). Zaccaria stesso, poi, immaginando il destino del figlio e la sua precoce dipartita per il deserto, poteva avere premura di rivolgere al figlio la propria profezia sul suo destino glorioso.

A parte alcune brevi osservazioni, le omelie non illuminano le problematiche teologiche più spinose relative al caso esegetico di Giovanni. Al momento della sua nascita, i ministri nativitatis, gli angeli preposti alle nascite, si rallegrano, mentre si rattristano in occasione dell’ingresso nella vita terrena dell’ingiusto (HLc IV.1). Il mistero relativo a Giovanni Battista, cui Origene allude nella chiusa della quarta omelia, viene attualizzato: ogni volta che un

380 Per un’ampia trattazione del tema esegetico si veda E.L

UPIERI, Giovanni Battista fra storia e leggenda, Brescia 1988. Lupieri, come si vedrà, è autore di una serie importante di studi sulla figura del Battista. Tra queste è da segnalare, a proposito della trattazione gnostica di Giovanni Battista, “L’arconte dell’utero”, ASE 1 (1984) 165-199.

381 Sempre di LUPIERI, si vedano La nascita di un santo. La figura di Giovanni Battista fra l’esegesi di Origene e quella di

Gerolamo, ASE 3 (1986) 247-258; John the Gnostic: the Figure of the Baptist in Origen and Heterodox Gnosticism, StPatr XIX (1989) 322-327. Ancora, si vedano i contributi di M.SIMONETTI, Praecursor ad Inferos, Aug. 20 (1980) 367-382 e J.T.LIENHARD, Origen’s Speculation on John the Baptist, or: Was John the Baptist the Holy Spirit?, in Orig V 449-453.

382 L

credente si converte a Cristo, dapprima Giovanni entra nella sua vita e spiana le strade, preparandole all’arrivo di Cristo (HLc IV.6). Ma, si vedrà a breve, le questioni più intricate sono ben altre. Il genere omiletico impone evidentemente ad Origene una descrizione degli effetti dell’eccezionalità di Giovanni, più che non una speculazione sulla sua natura e sulla sua origine. Non bisogna poi dimenticare il medium costituito dal traduttore Gerolamo, ben attento a non accettare, come è noto, alcuna ipotesi o esegesi poco più che audace e, nel caso di queste omelie, forse più intraprendente nell’introdurre elementi personali estranei al pensiero origeniano383

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È nel Commento a Giovanni che si trovano alcune affermazioni più interessanti e problematiche da parte dell’Alessandrino.

Nel documento Lexis paidike. L'infanzia in Origene (pagine 173-175)