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Gli attori realmente esistiti nella Francia dell’epoca

À LA RECHERCHE DU TEMPS PERDU

3. IL TEATRO E I SUOI PROTAGONISTI: GLI ATTORI IN

3.3. Gli attori in À la recherche du temps perdu, tra realtà e finzione

3.3.1. Gli attori realmente esistiti nella Francia dell’epoca

All’interno della Recherche, non mancano rimandi agli attori della tradizione, appartenenti alla sfolgorante realtà teatrale del Secondo Impero francese; tra questi spicca certamente il nome di Frédéric Lemaître (1800-1876), interprete dei maggiori drammi romantici del periodo e figura associata da Proust, per genialità ed estro creativo, al più giovane Henri Irving (1838-1905).

Il narratore, infatti, rievoca tali figure per riferire della teatralità spesso palesata dalla domestica Françoise:

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Elle excellait à régler ces mises en scène destinées à instruire si bien le spectateur, Françoise absente, qu’il savait déjà qu’elle savait tout quand ensuite elle faisait son entrée. Elle avait, pour faire parler ainsi un objet

inanimé, l’art à la fois génial et patient d’Irving et de Frédéric Lemaître.305

Inoltre, da ricordare, è anche l’attrice tragica ed italiana di nascita Adelaide Ristori (1822-1906), divenuta una vera celebrità internazionale, nel corso di una tournée svoltasi a Parigi nel 1855.

Famosa per aver interpretato magistralmente numerosi ruoli del repertorio classico (Fedra di Racine, Mirra di Alfieri, Maria Stuarda di Schiller,…) e per aver saputo comunicare col pubblico attraverso: “la gestualità, l’intensità mimica, i suoi movimenti, la potenza della voce, la musica della sua voce, ma anche attraverso il costume, punto di appoggio e leva che consente di entrare nella psicologia del personaggio”,306 la Ristori fu letteralmente contesa dai più rinomati teatri e salotti mondani della Parigi di fine Ottocento.

In particolare, nella Recherche, è il narratore a sottolineare la smania degli aristocratici, pronti a tutto, pur di ottenere la presenza della Grande Attrice italiana in casa propria:

305

C. G., p. 349.

306

AA.VV., Breve storia del teatro per immagini, Carocci Editore, Roma 2009, pp. 217-218. Fig. 59 André Gill, Caricatura di Frédéric Lemaître,

disegno, 1867.

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Gill-Lemaitre.jpg

Fig. 60 Anonimo, Fotografia di Henry Irving, 1875 circa. http://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Irving#mediaviewer/File:Henry

149

Fig. 61 Anonimo, Adelaide

Ristori nella parte di Mirra,

litografia, 1855.

http://www.grosvenorprints.com/stock_

Car la vieille dame avait eu la veille Mme Ristori qui avait dit des vers, et avait eu soin que Mme de Villeparisis à qui elle avait chipé l’artiste italienne ignorât l’événement avant qu’il fût accompli. Pour que celle-ci ne l’apprît pas par les journaux et ne s’en trouvât pas froissée, elle venait le lui raconter,

comme ne se sentant pas coupable.307

Addirittura, l’ambita Ristori diviene anche vero e proprio motivo di scontro e di accesa rivalità tra

alcune protagoniste dell’élite parigina, quali

Madame de Villeparisis e l’attempata aristocratica Madame Alix, che afferma:

« Madame Ristori est venue hier chez moi; si j’avais su que vous n’aviez votre soirée prise par personne, je vous aurais envoyé chercher; Mme Ristori, qui est venue à l’improviste, a dit devant l’auteur des vers de la reine Carmen Sylva, c’était d’une beauté! ».

« Quelle perfidie! pensa Mme de Villeparisis. […] – J’étais libre, mais je ne serais pas venue, répondit-elle. J’ai entendu Mme Ristori dans son beau temps, ce n’est plus qu’une ruine. Et puis je déteste les vers de Carmen Sylva. La Ristori est venue ici une fois, amenée par la duchesse d’Aoste, dire un chant de L’Enfer, de Dante. Voilà où elle est incomparable. »308

Oltre a ciò, una lunga carrellata di nomi dei più rinomati attori francesi, vissuti tra la fine del 1800 ed i primi anni del 1900, si trova nel primo capitolo dell'opera proustiana; è il narratore bambino a rievocare, tra i banchi di scuola, i maggiori interpreti dell’epoca, al fine di stilare con i compagni delle vere e proprie classifiche, in base alle capacità riconosciute ai loro beniamini.

Marcel cita in successione attori del calibro di Edmond Got (1822-1901) interprete di grandi ruoli comici, Louis Delaunay (1854-1937) specializzato nel repertorio classico e Alexandre Frédéric Febvre (1835-1916) protagonista dei drammi più moderni.

307

C. G., p. 189.

308

150

Fig. 62 Nadar, Edmond Got, fotografia, 1875.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Edmond_Got.jpg Fig. 63 J.P. Lopez, Louis Delaunay, fotografia, 1890 circa.

http://www.lombardiabeniculturali.it/foto

Fig. 64 J.P. Lopez, Frédéric Febvre, fotografia, 1855.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Fr _Febvre

Fig. 65 J.P. Lopez, Joseph

Thiron, fotografia, 1875.

http://fr.wikipedia.org/wiki/ Charles_Thiron

Fig. 66 Anonimo, Constant Coquelin, fotografia, 1870.

http://it.wikipedia.org/wiki/B.C._Coquelin

In aggiunta, appaiono anche i nomi di Joseph Thiron (1830-1891) spesso impegnato ad interpretare i ruoli dei personaggi più anziani delle opere a lui contemporanee e Constant Coquelin (1841-1909) capocomico, interprete memorabile del Misanthrope

molieriano, ideatore del

personaggio di Cyrano de Bergerac e definito nel 1899 dalla guida Paris-Parisien: « une notoriété de la vie parisienne et un comique irrésistible ».

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Fig. 67 J.P. Lopez, H.P. Maubant, fotografia, 1880 circa.

http://it.wikipedia.org/wiki/H.P._Maubant

A dimostrazione di ciò, si consideri il passaggio sotto riportato:

Plus tard, quand je fus au collège, chaque fois que pendant les classes je correspondais, aussitôt que le professeur avait la tête tournée, avec un nouvel ami, ma première question était toujours pour lui demander s’il était déjà allé au théâtre et s’il trouvait que le plus grand acteur était bien Got, le second Delaunay, etc. Et si, à son avis, Febvre ne venait qu’après Thiron, ou Delaunay qu’après Coquelin, la soudaine motilité que Coquelin, perdant la rigidité de la pierre, contractait dans mon esprit pour y passer au deuxième rang, et l’agilité miraculeuse, la féconde animation dont se voyait doué Delaunay pour reculer au quatrième, rendait la sensation du fleurissement et de la vie à mon cerveau assoupli et fertilisé.309

Successivamente, la schiera di attori nominati dal narratore non si esaurisce, ma continua ad infoltirsi, ricordando Henri-Polydore Maubant (1821-1902) attore prima dell’Odéon e poi della Comédie-Française, specializzato nel ruolo del padre nobile; tale personaggio suscita nel piccolo Marcel un turbamento profondo, simile all’emozione scaturita dalla vista di qualsiasi figura appartenente al fantasmagorico mondo teatrale:

Mais si les acteurs me préoccupaient ainsi, si la vue de Maubant sortant un après-midi du Théâtre-Français m’avait causé le saisissement et les souffrances de l’amour, combien le nom d’une étoile flamboyant à la porte d’un théâtre, combien, à la glace d’un coupé qui passait dans la rue avec ses chevaux fleuris de roses au frontail, la vue du visage d’une femme que je pensais être peut-être une actrice laissait en moi un

trouble plus prolongé, un effort

impuissant et douloureux pour me

représenter sa vie.310 309 Sw., p. 137. 310 Ivi, p. 138.

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In seguito, a suscitare il vivo interesse del narratore, è la realtà attoriale al femminile, evocata attraverso i nomi delle più sfavillanti stelle del teatro francese dell’epoca; si tratta di Julia Bartet (1854-1941) indimenticabile nei ruoli raciniani di Bérénice ed Andromaque, Madeleine Brohan (1833-1900) rinomata interprete molieriana ed infine Jeanne Samary (1857-1890) nipote di Mademoiselle Brohan e celebre soubrette della Comédie-Française, teatro in cui debuttò nel 1875, nel ruolo di Dorine nella commedia Tartuffe di Molière.

Rispetto a tali donne leggendarie, il giovane Marcel afferma: « Je classais par ordre de talent les plus illustres: Bartet, Madeleine Brohan, Jeanne Samary, mais toutes

m’intéressaient ».311

Inoltre, la passione del narratore nei confronti degli attori si rinnova nel quarto capitolo della Recherche, in cui il personaggio di Monsieur de Chevregny, presenta a

311

Sw., p. 138.

Fig. 68 Nadar, Ritratto di Julia Bartet, fotografia, 1890 circa.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Julia_Bartet

Fig. 69 Étienne Carjat, Madeleine

Brohan, fotografia, 1864.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Madeleine_ Brohan_Carjat_BNF_Gallica

Fig. 70 P.A. Renoir, Jeanne Samary, 1877. Olio su tela, 56x47 cm, Mosca, Museo Puškin.

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Fig. 73 Henri de Toulouse-Lautrec, Yvette

Guilbert chantant "Linger, Longer, Loo”,

1894. Pastello su cartoncino, 58x44 cm,

San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage.

http://www.histoire-image.org/

Marcel una lunga serie di interpreti, protagonisti assoluti della scena del Théâtre Gymnase; vengono citati attori, oggi quasi sconosciuti, come Marie Magnier (1848-1913) che debuttò al Gymnase nel 1867 e Louis Baron (1870-1939) figlio d’arte e primo premio dell’Accademia del Conservatoire nel 1893.

L’unico nome ancora oggi celebre risulta quello della cantante Yvette Guilbert (1865-1944) protagonista assoluta del genere del café-concert e musa dell’artista Henri de Toulouse-Lautrec.

Monsieur de Chevregny afferma:

« Au Gymnase, nous y sommes retournés deux fois; ne manquez pas d’y aller, cela mérite d’être vu; et puis c’est joué à ravir; vous avez Marie Magnier, Baron fils ». Il me citait même des noms d’acteurs que je n’avais jamais entendu prononcer, et sans les faire précéder de Monsieur, Madame ou Mademoiselle, comme eût fait le duc de Guermantes, lequel parlait du même ton cérémonieusement méprisant des chansons d’ Yvette Guilbert […].312

312

S. G., pp. 472-473.

Fig. 71 J.P. Lopez, Marie Magnier, fotografia 1882.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Marie_Magnier.jpg

Fig. 72 Anonimo, Louis Baron, fotografia 1880.

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In questa numerosissima folla di interpreti, un ruolo di eccezionalità è pero riservato ai protagonisti assoluti dei più importanti palcoscenici della capitale; si tratta in primis dello straordinario attore francese Jean Mounet-Sully (1841-1916), prototipo della tipologia del Grande Attore, deciso ad interpretare, a proprio modo, anche i ruoli più tradizionali e canonizzati.

Ad esempio il narratore sottolinea:

Et même si les ordres donnés par le chef s’opposent à telles ou telles conceptions, il restera toujours aux critiques le moyen de dire, comme Mounet-Sully à Coquelin qui l’assurait que Le Misanthrope n’était pas la pièce triste, dramatique qu’il voulait jouer (car Molière, au témoignage des contemporains, en donnait une interprétation comique et y faisait rire): « Eh bien, c’est que

Molière se trompait ».313

Egli fu, a tutti gli effetti, un attore dalla personalità forte e magnetica, capace di attirare folle di spettatori grazie alla sua particolare sensibilità artistica, basata su una dizione originalissima, vicina al canto e lontana dalla declamazione più tradizionale.

Inoltre, Mounet-Sully si impose nella storia della recitazione francese come interprete magistrale di Edipo, protagonista della tragedia classica di Sofocle e ruolo che, come ricordato da Maria Grazia Porcelli: “impressionava le platee, con particolare successo nella scena finale, quando, gli occhi trafitti e sanguinanti, le mani tese, appariva quasi in trance, e tutta la sala tremava di terrore”.314

313 T. R., p. 287.

314

Maria Grazia Porcelli, op. cit., p. 74.

Fig. 74 Anonimo, Jean Mounet-Sully in

Edipo re, fotografia, 1894.

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Fig. 75 Nadar, Sarah Bernhardt in

Phèdre, fotografia, 1893.

Immagine scannerizzata dall’opera di Roberto Peregalli, Proust: Frammenti di

immagini, Bompiani, Milano 2013, p. 315.

Il Grande Attore riuscì a mantenere tale parte per circa trentacinque anni, tanto che, stando alle affermazioni dell’esperta Porcelli: “il pubblico non diceva più andiamo a

vedere Edipo Re, ma andiamo a vedere Mounet-Sully nell’Edipo”.315

Vera celebrità dell’epoca, Mounet-Sully fu spesso associato all’assoluta stella del palcoscenico parigino del periodo, ovvero Sarah Bernhardt, con la quale egli condivise la scena in occasione di una rappresentazione della tragedia raciniana Phèdre, nel 1874.

La figura dell’attrice Sarah Bernhardt (1844-1923) ricorre più volte all’interno dei sette volumi della Recherche, avendo ricoperto per decenni il ruolo di protagonista assoluta della scena teatrale francese tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del nuovo secolo. Superba nel ruolo della Phèdre raciniana e nell’interpretazione di Marguerite Gautier,

protagonista de La Dame aux Camélias scritta da Dumas fils, l’attrice suscitò l’entusiasmo e l’ammirazione di Victor Hugo (1802-1885).

Il drammaturgo, dopo averla vista recitare nel proprio dramma Hernani nel 1877, estasiato, le regalò un prezioso braccialetto con un diamante a forma di goccia, accompagnato da un biglietto recante la scritta:

Madame,

vous avez été grande et charmante; vous m'avez ému, moi le vieux combattant, et à un certain moment, pendant que le public attendri et enchanté par vous applaudissait, j'ai pleuré. Cette larme que vous avez fait

couler est à vous, et je me mets à vos pieds.316

Fu sempre Hugo a riconoscere la sublime attrice come « la voix d’or » del teatro francese, epiteto che si diffuse rapidamente e che venne poi costantemente impiegato per indicare la celebre donna.

315 Maria Grazia Porcelli, op. cit., p. 74.

316

Sarah Bernhardt, Ma double vie: mémoires de Sarah Bernhardt, Phébus, coll. Libretto, Paris 2002, p. 98.

156

Fig. 76 Anonimo, Sarah Bernhardt nel ruolo di

Marguerite Gautier, fotografia, 1881.

http://it.wikipedia.org/wiki/Sarah_Bernhardt#mediaviewer/File:SarahBer nhardt_alsKameliendame1881.jpg

In particolare, lo stile recitativo della Bernhard può essere riassunto nella triade: « la voix, le geste, la prononciation », titolo di un’opera redatta dalla stessa attrice per riferire della sua particolarissima arte, definita: “una recitazione a spirale, con un avvitarsi in onde serpentine, con il corpo sottile, sempre coperto di gioielli, come lucide squame”.317

In aggiunta, fondamentale secondo il pensiero dell’artista è il ruolo giocato dalla memoria: « l’artiste dramatique doit avoir de la mémoire, sinon il ânonne ou attend le souffleur, ce qui est odieux! »,318 ma anche dalla volontà personale: « la volonté est une condition fondamentale du succès; pour le comédien, elle est une condition à

laquelle toutes les autres, se subordonnent ».319

Inoltre, riportando quanto scritto da Maria Grazia Porcelli: “celebri le sue morti in scena, studiatissime, cesellate come cammei, dettagliate al ralenti, come la più famosa, la morte in piedi di Marguerite Gautier, che scivola dalle braccia di Alfredo

lungo la spirale di un prezioso arabesco”.320

317

Maria Grazia Porcelli, op. cit., p. 75.

318 Sarah Bernhardt, L’Art du Théâtre: la voix, le geste, la prononciation, L’Harmattan, coll. Les Introuvables, Paris 1993, p. 31.

319

Ivi, p. 91.

320

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Sarah Bernhardt, quindi, sin dalle prime apparizioni, mostrò una genialità assoluta e si impose ben presto come una professionista di livello ed un’interprete elegante, osannata da un pubblico appartenente ai più disparati ceti sociali.

Ella, infatti, riuscì a parlare al cuore ed alla sensibilità non solo dei maggiori uomini di spirito e di cultura della propria epoca, ma seppe conquistare anche le classi popolari, colpite dalla passione con cui l’attrice svolgeva la propria professione, considerata da lei stessa una vera e propria missione, che la portò a calcare le scene anche da sessantenne ormai affaticata ed amputata ad una gamba.

A dimostrazione del successo di tale donna di teatro, è possibile fare riferimento ad un numero della rivista francese Les Annales, pubblicato l’8 marzo 1914, ed interamente dedicato alla celebrazione di Sarah Bernhardt, insignita lo stesso anno del massimo riconoscimento francese, l’ambita Légion d’honneur.

Nella rivista sopraccitata, da sottolineare, è l’intervento di Monsieur René Viviani, Primo Ministro nel 1914, il quale non solo ricorda la principale motivazione per aver onorato l’attrice di un tale tributo: « Madame Sarah Bernhardt a répandu la langue

française dans le monde entier »,321ma afferma con decisione:

D’ailleurs, si, comme une souveraine qui se promène sans ses Etats, vous vous êtes promenée à travers le monde, ce n’est pas uniquement parce qu’il a frissonné aux accents de votre voix. Vous avez représenté les plus grands personnages de la littérature et de l’histoire, pour cela vous les avez haussés jusqu’à vous. […]

Vous avez conquis l’élite et vous avez conquis la foule, cette foule qui, tous les soirs, madame, vous regarde avec des larmes dans les yeux; cette foule pour

laquelle une fiction de théâtre est la récompense d’une semaine de labeur.322

Ecco una chiara manifestazione della stima profonda che la grande attrice ebbe da tutto il popolo francese, nel corso di una sfolgorante e lunga carriera, che affascinò di certo anche Marcel Proust.

Quest’ultimo, poté conoscere Sarah Bernhardt, soprattutto attraverso i resoconti dell’amato Reynaldo Hahn, il quale collaborò con l’acclamata artista in numerose

321 AA.VV., L’hommage des Poètes et des Artistes à Sarah Bernhardt, in « Les Annales », (n° 25), Paris 08-03-1914, pp. 211-215.

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occasioni, componendo anche svariate musiche per le rappresentazioni da lei curate. Così, col passare del tempo, Hahn divenne un caro amico della Bernhardt e poté conoscerla così profondamente, da divenire l’autore di ben due biografie dedicate alla

stella del teatro parigino, definita « la grande Sarah ».323

Perciò, all’interno della Recherche proustiana, il nome dell’attrice non può mancare e compare una prima volta nell’esordio Du côté de chez Swann; in questo caso sono la snob Madame Verdurin e l’amico medico Cottard ad assistere ad una rappresentazione della Bernhardt:

« Vous êtes trop aimable d’être venu, Docteur, d’autant plus que je suis sûre que vous avez déjà souvent entendu Sarah Bernhardt, et puis nous sommes peut-être trop près de la scène », le docteur Cottard qui était entré dans la loge avec un sourire qui attendait pour se préciser ou pour disparaître que quelqu’un d’autorisé le renseignât sur la valeur du spectacle, lui répondait: « En effet on est beaucoup trop près et on commence à être fatigué de Sarah Bernhardt. Mais vous m’avez exprimé le désir que je vienne. Pour moi vos désirs sont des ordres. Je suis trop heureux de vous rendre ce petit service. Que ne ferait-on pas pour vous être agréable, vous êtes si bonne! Et il ajoutait: « Sarah Bernhardt, c’est bien la Voix d’Or, n’est-ce pas? On écrit souvent aussi qu’elle brûle les planches. C’est une expression bizarre, n’est-ce pas? » dans

l’espoir de commentaires qui ne venaient point.324

In aggiunta, l’importanza rivestita da tale interprete non solo nell’ambito teatrale, ma anche nella realtà sociale e politica della Francia del tempo, in cui la voce della Bernhard influenzò questioni di enorme rilievo, viene evidenziata nell’ultimo volume della Recherche; è Jupien, amante del barone di Charlus ad affermare in merito alla guerra mondiale in cui il Paese è coinvolto: « Vous n’avez pas vu que Sarah Bernhardt l’a dit sur les journaux, “La France, elle ira jusqu’au bout. Les Français, ils se feront tuer

plutôt jusqu’au dernier”».325

Di fronte a tale asserzione, Charlus risponde deciso:

« Je ne doute pas un seul instant que les Français ne se fassent bravement tuer jusqu’au dernier », dit M. de Charlus comme si c’était la chose la plus simple du

323 Reynaldo Hahn, La Grande Sarah, Hachette, Paris 1930, p. III.

324

Sw., p. 295.

325

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Fig. 77 Marcel Proust, Portrait de

Réjane par Manet, disegno a penna,

1906. Immagine scannerizzata dall’opera di Philippe

Sollers, L’œil de Proust: les dessins de Marcel

Proust, Éditions Stock, Paris 1999, p. 51.

monde […] « Je n’en doute pas, mais je me demande jusqu’à quel point

Madame Sarah Bernhardt est qualifiée pour parler au nom de la France ».326

Nonostante i dubbi palesati dall’aristocratico in merito al legittimo coinvolgimento dell’attrice nelle questioni più delicate della storia francese dell’epoca, è bene sottolineare come nell’ideologia della Bernhardt, il teatro dovesse necessariamente svolgere un ruolo sociale ed educativo: « Le théâtre de ces dernières années n’a pas toujours été clair, net, enseignant – et théâtral. Mais il s’est épuré, et de grandes figures et de grandes œuvres ont surgi qui répondaient aux nécessités de l’éducation intellectuelle de la masse ».327

A questo punto, è chiaro come Sarah Bernhardt non fu mai una semplice attrice, interessata esclusivamente a divertire il proprio pubblico; al contrario ella fu una donna impegnata ed attiva nella società della Francia a lei contemporanea, che credeva di poter lei stessa migliorare, attraverso la sua arte sublime, definita e vista

come un vero « apostolat ».328

Infine, da citare è la figura di Gabrielle Réju, nota come Réjane (1856-1920), già presentata nel capitolo precedente e conosciuta personalmente da Marcel Proust, suo inquilino nell’estate del 1919 e suo ritrattista in alcuni disegni realizzati a penna dall’autore, ritrovati tra le disordinate paperoles della Recherche.

L’attrice, ritenuta da molti critici la vera rivale di Sarah Bernhardt, a cui contese il titolo di stella assoluta del teatro francese della belle époque, si