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Gli standard per particolari categorie di detenuti

LA TORTURA NEGLI STANDARD DEL COMITATO EUROPEO PER LA PREVENZIONE DELLA TORTURA

7. Gli standard per particolari categorie di detenuti

Gli standard descritti nel paragrafo 6 sono applicabili a tutti coloro che si trovano in vinculis, indipendentemente dalla loro condizione personale o legale. Ci sono poi certe categorie di detenuti che sono portatori di particolari esigenze e, per questo, sono state oggetto di alcuni commenti del Comitato, che vanno ad aggiungersi e sovrapporsi agli standard generali già visti. Le raccomandazioni generali e quelle pensate per particolari categorie di detenuti non sono mutualmente esclusive: le seconde – quando pongono norme ad hoc e tendenzialmente più favorevoli – assumono un carattere speciale e sostituiscono le prime. Per tutto quanto non è specificato, restano invece applicabili gli standard propri di tutte le circostanze di detenzione.

7.1. Detenuti soggetti a misure disciplinari o di alta sicurezza.

I detenuti possono essere soggetti a regimi speciali all’interno degli istituti di pena per diversi motivi, di solito legati a sanzioni disciplinari interne o al particolare tipo di reato che ha portato alla loro condanna.

L’impiego di celle speciali come misura disciplinare o di controllo rientra nel concetto di “uso della forza” contro i detenuti e deve quindi essere registrato per iscritto199.

Perché possa venire imposta una misura disciplinare ad un detenuto, il sistema carcerario deve essere dotato di chiare procedure, che comprendano il diritto dei prigionieri “to be heard on the subject of the offences it is alleged they have

committed, and to appeal to a higher authority against any sanctions imposed”200.

197

CPT/Inf (96) 28 (Austria), § 93; CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 101.

198

CPT/Inf (97) 1 (Bulgaria), § 175; CPT/Inf (98) 5 (Romania), § 143; CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 101.

199

V. supra, paragrafi 6.2.2. e 6.3; 2nd General Report, CPT/Inf (92) 3, § 53. V., ad es., CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 39.

200

2nd General Report, CPT/Inf (92) 3, § 55; CPT/Inf (94) 9 (Portogallo), § 135; CPT/Inf (99) 9 (Finlandia), § 98; CPT/Inf (2000) 1 (Regno Unito), § 157; CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 19; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 116.

Inoltre, il CPT raccomanda che il detenuto possa presentare testimoni a suo favore ed esaminare e confutare le prove contro di lui201 e promuove la possibilità di avvalersi di una difesa tecnica202.

Il Comitato ha avuto occasione di commentare sfavorevolmente alcuni specifici illeciti disciplinari203 e alcune sanzioni204 previste nei sistemi penitenziari europei. Riguardo l’imposizione dell’isolamento, è fortemente raccomandato che il punto di vista del detenuto sia sentito prima della scelta sull’applicazione o proroga della misura e che la decisione sia sottoposta a revisione periodica completa ogni tre mesi al massimo205. Entrando maggiormente nel dettaglio, il CPT ha statuito che i prigionieri segregati non devono essere tenuti nudi206; devono poter avere un materasso su cui dormire207 e la possibilità di esercitarsi all’aria aperta ogni giorno208; deve essere loro consentito di leggere209. Per garantire la sicurezza dei detenuti, le unità di segregazione devono essere dotate di sistemi di chiamata e almeno un membro dello staff carcerario deve sempre essere presente210.

Come già evidenziato a proposito della custodia cautelare211, l’isolamento può essere molto dannoso per la socialità e la salute del detenuto. Per questo, deve essere disposto per il minor tempo possibile212 e deve essere circondato da una serie di cautele. In particolare, il Comitato vuole che le privazioni derivanti dalle misure della segregazione e del regime di alta sicurezza siano in qualche modo compensate da privilegi che riducano la portata nociva dell’isolamento: i prigionieri nelle unità di alta sicurezza “should, within the confines of their special

detention unit, enjoy a relatively relaxed regime (able to mix freely with the small

201

CPT/Inf (99) 15 (Irlanda), § 81.

202

CPT/Inf (95) 14 (Irlanda), § 148; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 116.

203

Ad es. l’illecito di “allegazioni false e maliziose” è pericoloso, in quanto trattiene i detenuti dal denunciare i maltrattamenti subiti: CPT/Inf (2000) 1 (Regno Unito), § 151. Gli atti di autolesionismo non devono devono costituire illeciti discipinari: CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 95.

204

Come la segregazione cellulare fino a 56 giorni: CPT/Inf (2000) 1 (Regno Unito), § 153; o le punizioni corporali (anche se nel caso di specie il CPT credeva solo per errore che fossero previste): CPT/Inf (2000) 1 (Regno Untio), § 154. V. anche CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 94.

205

CPT/Inf (93) 8 (Finlandia), § 74; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 82.

206 CPT/Inf (96) 28 (Austria), § 147. 207 CPT/Inf (96) 5 (Ungheria), §§ 132-133. 208 CPT/Inf (97) 9 (Germania), § 159. 209

CPT/Inf (97) 1 (Bulgaria), §§ 162-166; CPT/Inf (97) 9 (Germania), § 160.

210

CPT/Inf (94) 20 (Grecia), § 140.

211

V. supra, paragrafo 4.

212

number of fellow prisoners in the unit; allowed to move without restriction within what is likely [...] to be a relatively small physical space; granted a good deal of choice about activities, etc.) by way of compensation for their severe custodial situation”213.

Anche il personale addetto alle unità di segregazione e di alta sicurezza deve essere selezionato in base alle specifiche competenze che la circostanza richiede: “Success

in this area requires that the staff assigned to work in such units be very carefully chosen. They should be appropriately trained, possess highly developed communication skills and have a genuine commitment to the exercise of their skills

in a more than usually challenging environment”214.

A proposito delle attività lavorative e ricreative che vanno offerte ai detenuti, il CPT comprende che ai prigionieri considerati pericolosi siano preclusi alcuni impieghi ad alto rischio, ma “this should not mean that only work of a tedious

nature is provided”215, dovendosi fare uno sforzo in più per proporre attività non

pericolose, ma varie e stimolanti216.

Infine, il Comitato ha ricordato come il suo mandato non sia limitato alla prevenzione dei maltrattamenti perpetrati dagli agenti, ma si estenda anche all’obbligo delle autorità di proteggere i soggetti sottoposti alla loro custodia, prevenendo tra l’altro episodi di violenza tra i prigionieri217. Una categoria particolarmente vulnerabile in questo senso è costituita dai condannati per delitti sessuali, che devono essere protetti dagli attacchi degli altri detenuti, attraverso la separazione o altri efficaci metodi protettivi218.

213

CPT/Inf (93) 15 (Paesi Bassi), § 90; CPT/Inf (96) 11 (Regno Unito), § 330. Simili CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 62; CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 18; CPT/Inf (2010) 33 (Grecia), § 149.

214

CPT/Inf (96) 11 (Regno Unito), § 330; CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 63; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 75.

215

CPT/Inf (98) 15 (Paesi Bassi), § 61.

216

CPT/Inf (99) 15 (Irlanda), § 89, che richiama la Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa n. 17 (1982), la quale contiene una serie di esempi di attività adatte al caso.

217

R.MORGAN –M.EVANS, Combating torture in Europe, cit., p. 120. V., ad es., CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 53; CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 14; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 59; CPT/Inf (2010) 33 (Grecia), § 96.

218

7.2. Donne private della libertà.

Il Comitato, nel suo decimo rapporto annuale generale219 si è dedicato a stabilire gli standard che dovrebbero caratterizzare la situazione della donna in

vinculis. La necessità di dettare criteri appositi deriva dal fatto che, essendo le

donne un’esigua minoranza tra i prigionieri, non in tutti gli istituti esistono sezioni a loro dedicate. Questo comporta alcuni svantaggi, tra cui: la possibilità di essere detenute solo in poche carceri sul territorio nazionale (quindi l’alta probabilità di trovarsi lontane dalla famiglia); e spesso, l’incarcerazione in strutture e ambienti che erano stati inizialmente predisposti per l’alloggio di prigionieri maschi220. Le detenute dovrebbero essere perquisite solo da personale femminile, così come ogni controllo che richiede che la detenuta si spogli dovrebbe essere condotto lontano dagli sguardi del personale di sesso maschile221.

È di fondamentale importanza, per evitare maltrattamenti e aggressioni (solitamente a carattere sessuale) che le donne siano custodite “in accomodation

which is phisically separate from that occupied by any men held at the same

establishment”222. Il Comitato in una particolare circostanza deroga a questo

principio generale, guardando con favore alle sistemazioni in cui i partner, entrambi privati della libertà personale, hanno la possibilità di alloggiare insieme. Tale soluzione comporta benefici per i detenuti, purché questi prestino il loro consenso a partecipare all’alloggiamento misto e siano accuratamente selezionati e adeguatamente supervisionati223.

Sul tema delle attività, il Comitato ha dovuto specificare che alle donne devono essere offerti lavori, allenamenti, educazione e sport di quantità e qualità uguali a quelle proposte ai detenuti uomini (anche se può non trattarsi esattamente delle stesse attività224). Troppo spesso alle prigioniere sono offerte “activities which

have been deemed ‘appropriate’ for them (such as sewing or handicrafts), while

219

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13.

220 Ivi, § 21. 221 Ivi, § 23. 222 Ivi, § 24. 223 Ibidem. 224

male prisoners are offered training of a far more vocational nature”225; “denying

women equal access to regime activities could be qualified as degrading treatment”226.

Anche ad altri propositi il CPT ha dovuto chiedere la rimozione di discriminazioni nei confronti delle detenute donne, che in alcuni casi venivano ammassate in condizioni di estremo sovraffollamento per lasciare più spazio agli uomini227, oppure erano escluse dall’accesso ad alcuni benefici228, o ancora subivano l’applicazione di sanzioni disciplinari più frequentemente dei compagni maschi229230.

Un aspetto della vita in cui le donne presentano necessità significativamente diverse da quelle degli uomini è quello dell’igiene e della salute231. La difficoltà di accesso ai servizi igienici, come la mancata fornitura di assorbenti igienici e tamponi, “can amount, in itself, to degrading treatment”232. Il personale medico e infermieristico che si occupa della salute delle detenute dovrebbe avere una formazione specifica sulle problematiche mediche delle donne, inclusa la ginecologia233, e dovrebbe eseguire all’interno del carcere i programmi di screening e la distribuzione di farmaci (anche abortivi) normalmente previsti nello stesso Stato per le donne in libertà234.

Il Comitato, infine, ha prestato le dovute attenzioni al grande problema della maternità delle detenute e del loro rapporto con i bambini. Innanzitutto, ha lodato la pratica di trasferire le gestanti in ospedali esterni per evitare che i bambini nascano in carcere235. Questa accortezza permette alla madre di godere di un’assistenza medica più specializzata, e al figlio di non presentare sul certificato di nascita il

225

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 25; v. un esempio concreto in CPT/Inf (97) 5 (Cipro), § 87.

226

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 25.

227 CPT/Inf (94) 20 (Grecia), §§ 111, 113. 228 CPT/Inf (91) 12 (Danimarca), § 86. 229 CPT/Inf (96) 9 (Spagna), § 196. 230

Inoltre, il CPT ha fortemente criticato la pratica di condurre ispezioni vaginali routinarie e di costringere le donne detenute ad assumere lassativi, come punizione per aver rifiutato di sottoporsi ad un’ispezione vaginale: CPT/Inf (2010) 33 (Grecia), §§ 92-93.

231

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 30.

232

Ivi, § 31. Una situazione di questo tipo è stata riscontrata, ad es., in CPT/Inf (98) 5 (Romania), § 71.

233

R.MORGAN –M.EVANS, Combating torture in Europe, cit., p. 122.

234

Ivi, p. 123; 10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 32.

235

nome di un luogo di detenzione236. Il CPT ha dovuto aggiungere che, ovunque la nascita abbia luogo, è assolutamente inaccettabile che le donne siano legate al letto durante le visite ginecologiche o durante il parto237.

Il tema del rapporto tra madri e neonati o bambini è molto delicato e non presenta soluzioni facili, poiché “on the one hand, prisons clearly do not provide an

appropriate environment for babies and young children while, on the other hand,

the forcible separation of mothers and infants is highly undesirable”238. Sicuro è

che “mother and child must have the opportunity to stay together for a certain

period of time”239 e non possono quindi essere separati immediatamente alla

nascita. Viceversa, tenere un bimbo in prigione oltre l’età di due o tre anni può essere dannoso per la sua crescita240. Nella fascia intermedia, che va dalla fine del puerperio ai tre anni di età del piccolo, non è opportuno prestabilire rigidamente e in modo generale il momento in cui i bambini devono essere separati dalle mamme detenute: il tema va affrontato e deciso caso per caso, nell’esclusivo interesse del piccolo241.

Nel periodo in cui il bambino cresce in carcere, deve avere accesso a servizi post-natali di assistenza e cura equivalenti a quelli disponibili al di fuori242; esperti di servizi sociali e sviluppo infantile devono occuparsi di creare un ambiente libero dai segni dell’incarcerazione, in cui il piccolo possa sviluppare normalmente le proprie capacità motorie e cognitive, anche lasciando ogni tanto la struttura, così da “experience ordinary life outside its walls”243.

7.3. Minori privati della libertà.

Il nono rapporto annuale del Comitato europeo per la prevenzione della tortura contiene gli standard relativi alla particolare condizioni dei detenuti minori,

236

R.MORGAN –M.EVANS, Combating torture in Europe, cit., p. 123.

237

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 27.

238 Ivi, § 28. 239 CPT/Inf (93) 19 (Lussemburgo), § 44. 240 CPT/Inf (96) 9 (Spagna), § 136. 241

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 29; CPT/Inf (94) 15 (Belgio), § 153; CPT/Inf (93) 2 (Francia), § 120.

242

10th General Report, CPT/Inf (2000) 13, § 29; CPT/Inf (94) 20 (Grecia), § 115; CPT/Inf (96) 1 (Antille Olandesi), § 152.

243

ossia di età inferiore a 18 anni244. In considerazione della forte vulnerabilità di soggetti la cui personalità è ancora in formazione, sono richieste misure preventive estremamente forti, che assicurino il benessere psico-fisico dei giovani privati della libertà personale245.

Durante la custodia della polizia, gli agenti devono avere l’obbligo espresso “to

ensure that an appropriate person is notified of the fact that a juvenile has been

detained (regardless of whether the juvenile requests that this be done)”246. Inoltre,

il CPT invita gli Stati a considerare la possibilità di inserire un divieto di interrogare il minore finché non sia assistito da un adulto di fiducia247.

Per proteggere al meglio i giovani detenuti, questi devono essere sempre tenuti separati dai prigionieri adulti248; a meno che il contrario sia più opportuno alla luce del benessere del minore (ad esempio, quando sia detenuto anche un genitore, un parente o altro adulto di riferimento)249.

Lo staff deputato alla custodia dei minori d’età deve essere selezionato con cura e tra coloro che presentano le maggiori capacità di lavorare con gli adolescenti e di guidarli e spronarli nei loro compiti250. I membri del personale, nel loro difficile compito, dovrebbero essere supportati da una seria preparazione tecnica e affiancati da consulenze e supervisioni da parte di esperti esterni251. La presenza mista di uomini e donne nel personale carcerario, che è sempre favorevole alla instaurazione di un’atmosfera più rilassata, è particolarmente utile nelle unità riservate ai minori, dove aiuta a conferire alla vita quotidiana una parvenza di normalità252. Infine, insegnanti, allenatori e psicologi dovrebbero essere inseriti nel corpo organico del

244

9th General Report, CPT/Inf (99) 12, §§ 20-41.

245 Ivi, § 20. 246 Ivi, § 23. 247 Ibidem. 248

Ivi, § 25. La separazione va attuata anche quando si tratta di minori ristretti in base alle leggi sull’immigrazioni: CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 46; CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 26.

249

CPT/Inf (96) 18 (Slovenia), § 76.

250

9th General Report, CPT/Inf (99) 12, § 33.

251

Ivi, § 33.

252

carcere minorile, così da poter affrontare al meglio le particolari esigenze dell’età adolescenziale253.

Gli adolescenti dovrebbero poter rimanere fissi in un luogo, circondati da oggetti personali e in gruppi che favoriscano la socializzazione. Il regime che va loro applicato dovrebbe basarsi su intensi programmi di attività, inclusi incontri socio-educativi, sport, istruzione, formazione professionale e uscite scortate254, la cui presenza assume un’importanza ancora più incisiva che nei gruppi di detenuti adulti255.

Il CPT non si è espresso sulla valenza socio-educativa di quei sistemi penitenziari che attribuiscono ai minori incentivi (sotto forma di benefici) proporzionati alla correttezza dei loro comportamenti. Ma due diversi aspetti di questi meccanismi hanno preoccupato il Comitato: che il livello base (senza alcun incentivo) sia comunque adeguato, e che lo staff non sia messo nella posizione di attribuire o meno i benefici premiali in modo totalmente arbitrario256.

Ai minori dovrebbero essere concessi con particolare generosità ampi contatti con il mondo esterno, considerato il fatto che la mancanza di socialità rischia di sfociare in problemi comportamentali257. I contatti con l’esterno non vanno mai esclusi per motivi disciplinari e possono essere limitati solo per serie ragioni di sicurezza258.

L’applicazione della segregazione in solitudine come sanzione disciplinare è in grado di causare nei giovani danni fisici e psichici particolarmente marcati. Per questo il ricorso alla misura dovrebbe essere “highly exceptional. If juveniles are

held separately from others, this should be for the shortest possible period of time and, in all cases, they should be guaranteed appropriate human contact, granted access to reading material and offered at least one hour of outdoor exercise every day”259.

253

9th General Report, CPT/Inf (99) 12, § 28. V., ad es., CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 26.

254

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 67.

255

9th General Report, CPT/Inf (99) 12, § 31.

256 Ivi, § 32. 257 Ivi, § 34. 258 Ibidem. 259 Ivi, § 35.

Tra le sanzioni disciplinari non possono assolutamente essere comprese, né formalmente né praticamente, punizioni corporali, dalle più gravi a quelle lievi260. “In a number of other establishments visited, CPT delegations have been told that

it was not uncommon for staff to administer the occasional ‘pedagogic slap’ to juveniles who misbehaved. The Committee considers that, in the interests of the prevention of ill-treatment, all forms of physical chastisement must be both formally prohibited and avoided in practice. Inmates who misbehave should be

dealt with only in accordance with prescribed disciplinary procedures”261.

7.4. Detenuti con problemi medici o psichiatrici.

Fin dal terzo rapporto generale, il CPT si è addentrato in una serie di considerazioni sugli standard relativi all’assistenza medica dei prigionieri. Il Comitato applica il principio della «normalizzazione»262, ossia ritiene che all’interno del carcere il livello delle cure sanitarie dovrebbe essere paragonabile a quello di cui godono i cittadini liberi nello stesso territorio263. Un problema di applicazione di questo criterio sorge quando un servizio medico non è gratuitamente disponibile per i cittadini della comunità esterna. Il CPT ritiene che in carcere il servizio dovrebbe comunque essere garantito, almeno al suo livello essenziale, in considerazione di due circostanze: innanzitutto, lo Stato ha un particolare obbligo di diligenza nei confronti delle persone che custodisce e, in secondo luogo, i soggetti liberi possono, lavorando, ottenere più facilmente prestazioni a pagamento264.

Tutti i detenuti, al momento del loro primo accesso in carcere, devono essere visitati da un medico265. Inoltre, dovrebbero poter consultare un medico in

260

CPT/Inf (96) 31 (Portogallo), § 153; CPT/Inf (97) 12 (Italia), §§ 159-160; CPT/Inf (97) 2 (Repubblica Slovacca), § 153.

261

9th General Report, CPT/Inf (99) 12, § 24.

262

R.MORGAN –M.EVANS, Combating torture in Europe, cit., p. 127.

263

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 38. V., ad es., CPT/Inf (2010) 12 (Italia), §§ 157-158.

264

CPT/Inf (94) 16 (Islanda), R1, p. 8: il governo risponde che lo standard raccomandato dal CPT non è disponibile nemmeno per i cittadini liberi; CPT/Inf (95) 14 (Irlanda), §§ 125-127.

265

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 33; CPT/Inf (97) 1 (Bulgaria), §§ 146, 189; CPT/Inf (98) 5 (Romania), § 39; CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 86; CPT/Inf (2009) 6 (Albania), § CPT/Inf (2009) 6 (Albania), § 35. Ciò vale anche per gli stranieri ristretti in base alle leggi sull’immigrazione: CPT/Inf (2010) 33 (Grecia), §§ 47, 134.

condizioni di riservatezza, lontano dal controllo auditivo e visivo del personale penitenziario, in qualunque momento durante tutta la durata della detenzione266. Per ogni detenuto dovrebbe essere compilata una cartella clinica standardizzata, che segua il paziente negli eventuali trasferimenti. Le norme dello Stato sulla riservatezza e sul segreto professionale relativo ai dati sulla salute vanno ovviamente applicate in carcere come al suo esterno267.

Il Comitato raccomanda che sia sempre rispettato il diritto dei detenuti a non essere sottoposti a trattamento medico senza il libero consenso: “[a]ny derogation from

this fundamental principle should be based upon law and only relate to clearly and strictly defined exceptional circumstances which are applicable to the population

as a whole”268.

Il Comitato non ha mai determinato in modo espresso un rapporto numerico tra i detenuti e i membri dello staff medico che devono occuparsi della loro salute. Tuttavia, in più occasioni, ha dovuto raccomandare alle autorità degli Stati di provvedere ad un miglioramento della quantità o della qualità del personale medico e infermieristico negli istituti di pena269. Inoltre, il CPT ha stabilito che deve sempre essere presente, in ogni struttura detentiva, almeno un professionista competente in materia di primo soccorso, preferibilmente dotato di una formale qualificazione infermieristica270.

È bene che le informazioni necessarie a contenere la diffusione di malattie trasmissibili siano frequentemente fatte circolare tra il personale carcerario e tra i detenuti271. I membri dello staff dovrebbero inoltre essere adeguatamente formati in materia di prevenzione delle infezioni, riservatezza sui dati di salute e non

266

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 34; CPT/Inf (99) 7 (Repubblica Ceca), § 59; CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 87; CPT/Inf (2009) 6 (Albania), § 35; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), §§ 17, 111.

267

Ad es. CPT/Inf (97) 2 (Repubblica Slovacca), § 120; CPT/Inf (2009) 6 (Albania), § 35; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), §§ 104, 111.

268

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 47; un tipico caso in cui l’obbligatorietà del trattamento medico è posta in alcuni Stati e non in altri è quello dello sciopero della fame. V., per es., CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 55; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 158.

269

CPT/Inf (95) 14 (Irlanda), § 117; CPT/Inf (98) 11 (Belgio), §§ 135-160; CPT/Inf (96) 28 (Austria), §§ 80-87; CPT/Inf (97) 1 (Bulgaria), §§ 136-141; CPT/Inf (99) 15 (Irlanda), § 63; CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 83; CPT/Inf (2009) 6 (Albania), § 31; CPT/Inf (2010) 10 (Bosnia Erzegovina), § 47; CPT/Inf (2010) 12 (Italia), §§ 96, 103, 106, 136, 145; CPT/Inf (2010) 33 (Grecia), §§ 46, 125, 128

270

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 35. V., ad es., CPT/Inf (2008) 29 (Croazia), § 83.

271

3rd General Report, CPT/Inf (93) 12, § 54. V. anche, ad es., CPT/Inf (2010) 12 (Italia), § 98; CPT/Inf (2010) 33 (Grecia), § 135.

discriminazione degli ammalati cronici272. Quando le condizioni sono tanto pericolose da richiederlo, dovrebbero essere condotti controlli e limitazioni nei contatti tra detenuti273.

Il delicato discorso dei problemi psichiatrici è stato affrontato dal Comitato sulla base della distinzione tra i meri “ailments” e i veri e propri “disorders”. Mentre i primi (come depressione o stato reattivo) si sviluppano facilmente nell’ambiente carcerario e devono trovare un’efficace prevenzione e terapia al suo interno274, i secondi vengono forse meglio trattati in strutture specializzate275. In ogni caso, data la diffusione di fatto sia di meri disagi psicologici sia di veri e propri disturbi psichiatrici nelle carceri, è importante che ogni struttura abbia uno psichiatra di riferimento e personale infermieristico con competenze psichiatriche276.

Infine, va notato come molti rapporti del Comitato trattano della prevenzione dei suicidi, tristemente diffusi nei sistemi carcerari di tutto il continente. I detenuti per i quali viene rilevato un rischio di suicidio dovrebbero essere soggetti a stretta supervisione, per tutto il tempo necessario, e non dovrebbero avere accesso a oggetti che potrebbero facilmente utilizzare per togliersi la vita (come vetri, lacci,