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Heinrich Wolgast, la Jugendschriftenbewegung e la Buchkunstbewegung La tendenziosità di molti scritti diffusi destinati al giovane pubblico con una

2. La letteratura per ragazzi in ambito tedesco nel periodo della Jahrhundertwende

2.2. Heinrich Wolgast, la Jugendschriftenbewegung e la Buchkunstbewegung La tendenziosità di molti scritti diffusi destinati al giovane pubblico con una

distribuzione di massa viene fortemente attaccata dall’esponente centrale nella Jugenschriftenbewegung, Heinrich Wolgast (1860-1920), che nella sua lotta contro le letture di massa arriva a definire le operazioni del mercato editoriale uno sfruttamento della naturale inclinazione della gioventù alla lettura, del loro bisogno di intrattenimento e di godimento appunto attraverso la lettura. Con il suo pamphlet Das Elend unserer Jugendliteratur. Ein Beitrag zur künstlerischen Erziehung der Jugend (1896), Wolgast ha dato inizio a una discussione che in ambito tedesco si è protratta per decenni e ha interessato diversi campi di produzione culturale. Al centro di tale discussione vi è la necessità di vedere affermato il valore artistico ed estetico della letteratura per ragazzi: anche le opere di letteratura per ragazzi sono opere d’arte e la loro bontà deve essere giudicata secondo criteri estetici. In un contesto in cui erano ben altri i metri di giudizio (ideologici, politici, religiosi) per definire quali testi fossero adeguati per l’educazione dei bambini e dei ragazzi, Wolgast è il primo a rifiutare apertamente qualsiasi altra valutazione della letteratura per ragazzi che non segua i criteri estetici. In questo modo il suo programma culturale si va a incrociare con i nascenti movimenti artistici dell’epoca moderna, che comprendono anche l’educazione all’arte.

Non si tratta però soltanto di una generica questione di qualità. Al centro del pensiero di Wolgast vi è il postulato dell’arte come mezzo di educazione estetica; ed educazione estetica significa per Wolgast al contempo educazione sociale: l’educazione all’arte va dunque di pari passo con la lotta alla faziosità della letteratura di massa per ragazzi. In tale faziosità Wolgast critica in particolare il militarismo patriottico: «Gegenwärtig sind es, den politischen Zeitverhältnissen entsprechsend, mehr der Patriotismus und die Religion, die das Gewand der dichterischen Form für

63 G. Wilkending, Kritik der Jugendlektüre. Von der Mitte des 19. Jahrhunderts bis zur Herausbildung der Hamburger Jugendschriftenbewegung, in Kinder- und Jugendliteraturforschung, 1996/97, pp. 38-68, qui pp. 39-40.

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ihre Zwecke mißbrauchen»64. Ecco dunque che il campo letterario specifico della

letteratura per ragazzi cerca in questo periodo di affermarsi nella sua autonomia dal campo del potere: «Die Erzieher wehren sich gegen die vom Markt inszenierte und vom Staat sanktionierte Beeinflussung des Bewußtseins zugunsten eines imperialistischen Nationalismus»65.

Quello finora descritto è un movimento che prende piede analogamente anche in altri campi dell’arte. La Jugendschriftenbewegung si sviluppa infatti in parallelo con la cosiddetta Kunsterziehungsbewegung, il movimento per l’educazione artistica: anzi, i due movimenti con la loro concezione dell’arte si completano l’un l’altro. Con il termine Kunsterziehungsbewegung s’intende appunto quel movimento culturale che – diffuso in tutta Europa, ma con una particolare intensità proprio nella Germania degli anni Ottanta dell’Ottocento e da lì fino alla capitale Vienna – afferma l’importanza di un’educazione estetica (non soltanto della gioventù) al fine di un rinnovamento della cultura e della società. Il principio ideologico alla base di questi movimenti era basato sulla convinzione che la comprensione del valore estetico di un’opera potesse portare alla crescita e al miglioramento non solo del singolo individuo, ma della società e dell’umanità.

Sotto il comune orientamento ideologico della Kunsterziehungsbewegung si sviluppa dunque – in parallelo con la Jugendschriftenbewegung da una parte e lo Jugendstil dall’altra – anche la Buchkunstbewegung, il movimento del libro d’arte, che trova una sua particolare manifestazione proprio nei libri illustrati per l’infanzia e la gioventù. Anche in questo caso le motivazioni che spingono all’interesse per il libro d’arte sono rintracciabili in una rete di relazioni sociali e politiche tipiche dell’epoca moderna. Il ricco volume di Friedrich Heller, Die bunte Welt, offre un’interessante analisi del libro d’arte e dei libri illustrati per l’infanzia nel periodo della Jahrhundertwende viennese. La ricerca di Heller ha il pregio di colmare una lacuna all’interno degli studi sulla letteratura per ragazzi (in particolar modo austriaca), offrendo un’ampia panoramica – fornita anche di schede dettagliate su testi e illustratori – su uno degli aspetti “collaterali” a tale disciplina, che tanto più aggiunge elementi e prove importanti a conferma di un fermento culturale che si concretizza proprio nella produzione di libri per ragazzi. Come scrive l’autore del volume:

64 H. Wolgast, Teilabdruck aus dem Werk Das Elend unserer Jugendliteratur, Österreichischer Buchklub der

Jugend, Wien 1959, p. 22.

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Diese moderne Buchkunst hing begreiflicherweise mit anderen Modernitätsbewegungen des ausgehenden Jahrhunderts zusammen. In ihnen alle manifestierte sich die Unruhe des Bürgertums, das sich (vor allem in Deutschland und Österreich) vom politischen Entscheidungsprozeß weitgehend ausgeschlossen fühlen musste und eine herbeigesehnte bessere, freiere, gerechtere, schönere, überschaubare Welt vom neuen Jahrhundert erhoffte und sie in verschiedenen Reformbewegungen herbeizuführen trachtete. Auch die in Deutschland so genannte Buchkunstbewegung ist eine komplexe Reform-Ideologie. Vordergründig war das Ziel aller daran beteiligten Künstler (Architekten, Maler, Zeichner), Autoren, Verleger, Drucker und Bibliophilen sicherlich, den Problemen, die sich aus den zunehmend industriellen Verfertigung von Büchern ergeben hatten, mit einer neuen künstlerisch-handwerklichen Gesinnung zu begegnen. Das individuell gestaltete Buch sollte den Massenprodukt gegenüberstehen. Aber dahinter stand natürlich noch mehr: die grundsätzliche Überlegung, dass der bewusste Umgang mit ästhetischen Werten, die Auseinandersetzung mit Schönheit unabdingbar zur Erziehung zu einem neuen Menschentum gehöre66.

Pur senza dedicare troppo spazio all’argomento, che esula dagli obiettivi del presente lavoro, ci sembra importante fornire ancora qualche accenno alla Buchkunstbewegung per mettere in evidenza come l’interesse dell’epoca attorno al libro per l’infanzia e per ragazzi proveniva anche da parte delle più moderne forme di espressione artistica, in contrasto con le posizioni più tradizionali o addirittura reazionarie rappresentate dagli organi ufficiali statali. Una sensibilizzazione al problema delle illustrazioni dei libri per ragazzi è peraltro fondamentale per l’analisi delle traduzioni di A Pál utcai fiúk. È importante acquisire l’idea che anche la presentazione grafica del prodotto allora come oggi poteva suggerire un approccio al testo che va confrontato con le scelte traduttive.

Nella Buchkunstbewegung furono coinvolte figure centrali dei movimenti artistici dell’epoca. Molti giovani artisti orientati verso le tendenze più innovative dell’epoca iniziarono la loro carriera proprio con questa “arte per i bambini” (ad esempio Koloman Moser), e molte figure chiave della scena culturale dell’epoca, tra cui ad esempio Hermann Bahr, commentarono e salutarono con favore le nuove tendenze. Vienna era il centro di questo fermento, e accoglieva impulsi soprattutto dall’arte inglese di Walter Crane, le cui opere furono esposte sin dalla prima mostra della Wiener Secession del 1898, e poi anche nella famosa esposizione del 1900. Nel 1900 l’opera di Crane fu esposta inoltre anche al Museum für Kunst und Industrie di Vienna e arrivò anche a Budapest 67. Gustav Klimt fu naturalmente figura

fondamentale per la ricezione di tali tendenze.

66 F. Heller, Die bunte Welt. Handbuch zum künstlerisch illustrierten Kinderbuch in Wien 1890-1938, Wien,

Brandstätter Verlag 2008, p. 12.

67 Il 1900 è un anno importante per la discussione sul libro per ragazzi anche per un altro motivo: è

l’anno di pubblicazione del libro della svedese Ellen Key (1849-1926), Barbets århundrade in cui il nuovo secolo viene salutato, come dice il titolo come il secolo del bambino. Il volume fu tradotto in tedesco nel 1902 e riscosse un enorme successo, tanto che già nel 1926 si contavano 36 edizioni.

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Erano gli stessi esponenti della Jugendschriftenbewegung a incoraggiare gli illustratori alla produzione di libri per bambini che mirassero all’educazione estetica del bambino attraverso disegni chiari e semplici, dai contorni ben definiti, perché il bambino doveva, secondo la loro idea, imparare a guardare in maniera precisa. Al contrario, immagini poco chiare avrebbero potuto condurre il bambino a un’osservazione soltanto superficiale e dovevano dunque essere evitate. La fiducia in una funzione educatrice dell’arte per tutta la società, non solo per la gioventù, è dimostrata da un vero e proprio “culto della gioventù”: la Jugend-Kunst non è solo arte per i bambini, ma anche arte dei bambini. L’attività di Franz Cizek, l’importanza che fu data alla sua Jugendkunstklasse all’interno della Kunstgewerbeschule di Vienna, trovarono una diretta ripercussione sulla discussione estetica e sul programma dello Jugendstil.

Nemmeno nel caso del libro illustrato, comunque, le nuove tendenze artistiche furono sempre salutate con entusiasmo dalla società austriaca. Soprattutto le istanze preposte all’educazione dei bambini mantenevano un atteggiamento conservatore. Aspre discussioni e polemiche furono condotte sulla stampa, anche da quella parte di insegnanti che, più vicini alla Chiesa, temeva la diffusione di idee rivoluzionarie. L’educazione all’arte voleva infatti mirare a formare l’individuo nella sua autonomia, quindi implicitamente contro ogni autoritarismo e ogni istanza educatrice esterna. La Chiesa vedeva dunque minacciato il proprio ruolo di autorità morale e ideologica. Basti citare a questo proposito la prefazione al Wegweiser durch die Jugendschriften- Literatur di Josef Hofer, pubblicato a Vienna nel 1906 dal Katholischer Lehrerverbund:

Aber die Ästhetik allein als oberste Richtschnur für die Beurteilung von Jugendschriften aufzustellen – so wie es unsere Modernen machen – ist unbedingt zu weit gegangen. Wenn wir an eine Jugendschrift sonst gar keine Anforderung stellen dürfen, als dass sie literarisch wertvoll und künstlerisch durchgebildet ist, dann müssen wir eine Reihe von Büchern aufnehmen, die wir sonst vom religiösen, sittlichen und patriotischen Standpunkte ablehnen. Wir arbeiten aber dann unbewusst selbst mit an der Niederreißung unseres Glaubens und Vaterlandes. Auf diesem Wege können wir also den Modernen nicht folgen68.

È da notare come i concetti di fede e patria sono presentati insieme a formare l’idea di una corretta educazione morale, mentre dall’altro lato il movimento della Jugendschriftenbewegung arrivava a negare la necessità di libri prodotti appositamente per

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i giovani lettori e a eleggere la “vera letteratura”, la vera arte, a strumento sufficiente per l’educazione morale e per il rinnovamento spirituale della società69.