• Non ci sono risultati.

2. La letteratura per ragazzi in ambito tedesco nel periodo della Jahrhundertwende

2.3. Specificità austriache

Le due posizioni ideologiche qui presentate in contrapposizione non furono, nella realtà austriaca, le uniche manifestazioni di un confronto critico con la letteratura per ragazzi. Se il forte influsso che ebbero gli scritti di Heinrich Wolgast si diffuse anche in territorio austriaco, occorre precisare che molto spesso i promotori di tale dibattito culturale in Austria assorbirono solo una parte delle critiche proposte dalla Jugendschriftenbewegung: da un lato infatti venne riconosciuta come legittima e necessaria la pretesa di qualità estetica nei testi per ragazzi, dall’altro fu tralasciata la componente di critica alle tendenze militariste e nazionalistiche di tale letteratura, che nella Jugendschriftenbewegung aveva una parte molto importante. Nel capitolo di storia della letteratura per ragazzi austriaca dedicato a quest’epoca, Wintersteiner sostiene che proprio questa parziale ricezione di Wolgast costituisce una caratteristica specifica della letteratura per ragazzi austriaca. In quest’area la pretesa di qualità letteraria da una parte e la rispondenza a stretti criteri pedagogici dall’altra si riuscivano a conciliare nel segno del primato riconosciuto all’educazione patriottica: «Kriegserziehung für die Jugend erfolgte keineswegs nur über Schundliteratur. Kriegsvorbereitung konnte durchaus als kultureller Akt verstanden werden»70.

Come abbiamo fatto nel caso dello sviluppo della letteratura per ragazzi tedesca attraverso l’opera di Campe, anche in questo caso possiamo esemplificare tale descrizione attraverso un interessante procedimento di traduzione in cui vengono a galla i condizionamenti ideologici che soggiacciono alle scelte editoriali e di promozione del libro. Mi riferisco alla versione austriaca di Cuore, un episodio di traduzione e ricezione assolutamente esemplare della condizione del campo letterario per l’infanzia nell’Austria-Ungheria di fine secolo.

La versione austriaca del romanzo Cuore di Edmondo De Amicis fu pubblicata nel 1907, sebbene il volume fosse stato già precedentemente tradotto in tedesco da Raimund Wülser anni addietro, nel 1889. Attenti al grande successo che il romanzo aveva già avuto in Italia, i rappresentanti della Commissione scolastica del libro per

69 Cfr. ivi., pp. 27 s.

70 W. Wintersteiner, Imperialismus mit Herz. Österreichische Jugendzeitschriften am Vorabend des 1. Weltkriegs,

in H.-H. Ewers/E. Seibert (a cura di), Geschichte der österreichischen Kinder- und Jugendliteratur vom 18.

- 39 -

ragazzi vi lessero non soltanto alte qualità letterarie, ma anche la capacità di istillare sentimenti patriottici nei giovani lettori così come negli adulti, ovvero la rispondenza completa, per linguaggio e per temi, ai modelli desiderati e auspicati dal sistema pedagogico ufficiale. Prima ancora della realizzazione di una specifica versione austriaca, già nel 1900, nel volume Die deutsch-österreichische Jugendliteratur71, gli autori

Konrad Moißl e Ferdinand Krautstengl avevano presentato il romanzo di De Amicis come «das großartigste patriotische Schrift»72, e lo consigliavano caldamente anche

per un pubblico non italiano: «So mächtig und unmittelbar vermag dieses Buch zu wirken, dass auch die Jugend außerhalb Italiens beim Lesen derselben ein heiliger Sturm von patriotischen Edelgefühlen erfaßt und das patriotische Wollen sich entfaltet»73.

L’istillare sentimenti patriottici, e ancor di più il dispiegarsi degli stessi in volontà d’azione, appaiono ai recensori austriaci come i più alti e nobili propositi del volume. Dello stesso parere doveva essere evidentemente, ancora anni dopo, la Jugendschriften- Kommission des k.k. Bezirksschulrates der Stadt Wien, che consigliò la nuova edizione austriaca del 1907 a tutte le biblioteche scolastiche. L’edizione contiene una prefazione dello scrittore Hans Fraungruber, membro della Jugendschriften- Prüfungskommission e della Klassenlektürekommission des Schulbuchverlages, figura centrale nell’ambito dell’editoria per ragazzi, scolastica e non. La sua prefazione rappresenta una testimonianza diretta degli orientamenti scolastici ufficiali:

Der ungewöhnliche Erfolg von Edmondo De Amicis “Herz”, dieses unerreichten Meisterwerkes des Jugendschrifttums, brachte den Gedanken nahe, eine auf österreichische Verhältnisse aufgebaute Bearbeitung zu schaffen.

Leider ist dieser Plan durch die Rücksicht auf die patriotischen Intentionen des Autors undurchführbar. Es blieb nur die Möglichkeit, die von Raimund Wülser dankenswert besorgte Übertragung ins Deutsche durchzugehen und, wo es die Pietät erlaubte, allzu fremd herrührende Eigentümlichkeiten des Originals zu feilen. Da hiedurch vielseitig geäußerten Wünschen einsichtsvoller Schulmänner entsprochen wurde, ist wohl die Hoffnung berechtigt, dass das “goldene Buch” der Jugendliteratur auch in der vorliegende Form die Unterstützung der Erzieher und Unterrichtsbehörden und hiedurch die weiteste Verbreitung in Österreich finden werde.

Es gibt in der Tat kein Werk eines echten Dichters, das gleich diesem aus dem Alltagsleben schöpft und so unfehlbar die innigen Beziehungen zwischen Staatsleben und Haus, Eltern und Kind, Lehrer und Schüler zu beleben imstande ist.

An dem Patriotismus der Jugend De Amicis’ entzündet sich die Vaterlandsliebe deutscher Kinder und die Schilderung von Heroen seines Landes dient als Maß für die Größe unserer verdienstvollen Männer.

71 K.Moißl/F. Krautstengl, Die deutsch-österreichische Jugendliteratur, vol. 1, Grohmann Verlag, Aussig

1900.

72 Cit. in W. Wintersteiner, op. cit., p. 76. 73 Ibid.

- 40 -

Die edlen Gefühle der Freundschaft und Kinderliebe, des Mitleids und der Dankbarkeit aber sind international, weil sie, gottlob, allgemein menschlich sind.

So möge “Herz” auch fernerhin bei jung und alt dem Weg zu tausenden von Herzen finden74.

L’intenzione originaria era dunque quella di creare un rifacimento del testo italiano secondo le esigenze del pubblico austriaco, piano reso complesso dalle intenzioni patriottiche dell’autore. Si può supporre infatti che la difficoltà sia nata proprio dal fatto che tali “intenzioni patriottiche” si sviluppassero troppo esplicitamente contro l’austriaco invasore. Quelle «allzu fremd herrührende Eigentümlichkeiten des Originals», che vengono cancellate nella revisione della già esistente traduzione tedesca, corrispondono infatti a tutti quei passaggi in cui i protagonisti italiani esplicitano il loro sentimento patriottico, il loro desiderio di indipendenza, come sentimenti contro il nemico austriaco. Il testo così epurato risponde perfettamente ai desideri di tanti «uomini di scuola», che evidentemente sentivano l’esigenza di un libro per ragazzi che sapesse esaltare in maniera per loro così congeniale i valori di amor di patria ed eroismo come valori fondanti del rapporto tra il cittadino e il suo stato. In Cuore i rapporti tra privato e pubblico, tra genitori e figli e tra insegnanti e alunni sono presentati in maniera esemplare, priva di conflitti: i giovani si formano seguendo il modello rappresentato dagli adulti. Le lodi per questo «capolavoro», per questo «libro d’oro», divenuto immediatamente un classico della letteratura per ragazzi, si ritrovano in tantissimi giornali dell’epoca e i singoli racconti contenuti nel romanzo (i famosi racconti del mese, come quello della Vedetta Lombarda), ma anche singoli episodi tratti dal diario del protagonista, vengono pubblicati in diverse antologie per ragazzi. Ne rende conto in maniera esauriente la tesi di laurea di Vera Brandstetter75, che ha appunto il merito di ricostruire la ricezione del romanzo in

lingua tedesca, e che dedica un breve paragrafo anche alle particolarità e modifiche all’originale contenute nell’edizione austriaca76. Queste riguardano, come già detto, i

punti in cui De Amicis presenta le battaglie risorgimentali degli Italiani contro gli Austriaci. La famosa vedetta lombarda diventa in tedesco già nel titolo del racconto Die kleine Spähwache, perdendo quindi la caratterizzazione della sua provenienza, che in quel contesto tanto avrebbe detto sul sentimento antiasburgico del piccolo eroe. Nell’edizione austriaca mancano conseguentemente anche le informazioni storiche

74 E. De Amicis, Herz. Ein Buch für die Jugend. Ausgabe für Österreich, Verlag der Basler Buch- und

Antiquariatshandlung, Basel 1907, p. VII.

75 V. Brandstetter, Edmondo De Amicis’ Roman Herz. Die zeitgenössische Rezeption in Österreich im Zusammenhang mit Franz Molnars Roman Die Jungen der Paulstraße, tesi di laurea, Vienna 2007, n.p. 76 Ivi, pp. 86-89.

- 41 -

relative alla battaglia di Solferino, combattuta per la liberazione della Lombardia. Qui, come in tutto il testo, gli “Austriaci” vengono rimpiazzati dal più generico “Feinde”, e l’aggettivo “austriaco” viene sostituito con “feindlich”. La decontestualizzazione storica avviene anche quando si tratta dei tedeschi, che nella versione per le scuole di Vienna diventano semplicemente “die anderen”.

Si riscontrano inoltre omissioni importanti quando si parla dei grandi eroi dell’Unità d’Italia. Nella lettera che il padre di Enrico scrive al figlio, intitolata Il conte Cavour, la descrizione dei meriti politici di Camillo Benso («è lui che fece calare dalle Alpi centocinquantamila Francesi a cacciar gli Austriaci dalla Lombardia») viene semplicemente cancellata. Ancora più ampio è il taglio che la revisione effettua quando compare la figura di Garibaldi. Manca infatti l’intera lettera – datata 3 giugno – in cui il padre di Enrico racconta al figlio delle imprese dell’eroe, con toni evidentemente poco edificanti per la gioventù austriaca:

Egli combatté dieci anni in America per la libertà di un popolo straniero, combatté in tre guerre contro gli Austriaci per la liberazione della Lombardia e del Trentino, difese Roma dai Francesi nel 1849, liberò Palermo e Napoli nel 1860, ricombatté per Roma nel 1867, lottò nel 1870 contro i Tedeschi in difesa della Francia77.

Il trattamento della figura di Garibaldi, che «odiava tutti gli oppressori», ivi compresi gli Austriaci, è molto delicato e torneremo a occuparcene più ampiamente nell’analisi delle traduzioni del romanzo di Molnár.

Come certi schemi educativi e di linguaggio abbiano potuto condizionare la scrittura del romanzo di De Amicis, come gli elementi che lo rendono un romanzo tanto apprezzabile da parte delle figure ufficialmente preposte all’educazione dei ragazzi siano in realtà il frutto di un’infuenza da parte di questi stessi ambienti, lo dimostra uno scambio di corrispondenza che lo scrittore italiano ebbe con la contessa austriaca Bertha von Suttner, una delle più attive e importanti rappresentanti del movimento pacifista dell’epoca, scrittrice anche lei e redattrice della rivista pacifista Die Waffen nieder!, che prendeva il titolo dal suo romanzo più famoso, nonché motto di una vita votata all’educazione antimilitarista e pacifista.

Dopo la pubblicazione di Cuore, e dopo l’uscita di Die Waffen nieder!, De Amicis era entrato a far parte del movimento pacifista italiano. Era il 1891. La notizia raggiunse Bertha von Suttner insieme alla voce secondo cui lo scrittore italiano avrebbe ritirato dal commercio il proprio romanzo perché scritto con spirito militarista. Suttner

- 42 -

contatta quindi De Amicis chiedendo un contributo per la propria rivista in cui spiegasse la sua decisione ai lettori austriaci. Nella lettera di risposta, pubblicata sulla rivista il 26 aprile 1891, De Amicis smentisce così la notizia:

Es ist nicht wahr, dass ich mein Buch für Knabenschulen dem Handel entzogen habe, denn in demselben predige ich durchaus nicht den Krieg. Im Gegentheil: ich spreche zwar von ihm in der konventionellen Art und so wie ich jetzt nicht mehr davon sprechen würde, aber ohne ihn herbeizuwünschen, ohne ihn für notwendig zu erklären, ohne ein Wort mehr als die gewohnten rhetorischen Phrasen zu sagen, welche sich – nur zu sehr! – in allen

patriotischen Büchern finden78.

Con queste parole De Amicis prende le distanze da un sistema letterario che riconosce esser costituito da codici linguistici ben definiti e orientati ideologicamente. La sua è un’ammissione non di poco conto, che dimostra quanto complesso fosse all’epoca individuare il confine tra militarismo esplicito e attivismo ideologico, da un lato, e un più passivo adeguamento a quanto allora richiesto dal mercato editoriale, dall’altro. Egli in fondo non rinnega il suo orientamento patriottico, ma lamenta nella sua lettera, a posteriori, la predominanza di una retorica evidentemente rischiosa, perché facilmente in grado di sfociare in incitamento alla guerra.

Tale retorica era stata smascherata di recente proprio dall’opera di Bertha von Suttner, sia in forma saggistica che – per raggiungere le grandi masse – in forma di romanzo. Proprio questa duplice prospettiva, quella teorico-saggistica e quella più prettamente letteraia, offre una testimoninza estremamente chiara di quali fossero i meccanismi che condizionavano la produzione di letteratura per ragazzi.

Il romanzo Die Waffen nieder!, pubblicato da Bertha von Suttner nel 188979, fu la prima

opera letteraria in lingua tedesca ad aver diffuso tra il vasto pubblico di lettori la prospettiva dell’antimilitarismo, rappresenta un caso importante anche per l’analisi dello sviluppo della letteratura per ragazzi austriaca, assieme del resto a tutta l’opera di Bertha von Suttner. Del romanzo fu realizzato un riadattamento per ragazzi, Marthas Tagebuch (1897)80, di nuovo per mano di una donna, la contessa Hedwig von

Pötting, amica di Bertha von Suttner e a sua volta convinta pacifista. Ad arricchire il volume vi erano le illustrazioni della sorella di Hedwig, Adrienne. Ci si trova apparentemente di fronte a un tipico prodotto di quella che è stata definita «die

78 Die Waffen nieder!, Heft 6, 1892, p. 25; consultabile online in URL: http://anno.onb.ac.at/cgi-

content/anno-plus?aid=dwn&datum=1892&page=229&size=45 (i corsivi sono miei).

79 B. von Suttner, Die Waffen nieder, Eine Lebensgeschichte, Verlag der Nation, Husum 2006. 80 H. von Pötting, Marthas Tagebuch, Pierson Verlag, Dresden & Leizig 1897.

- 43 -

Hochzeit der Mädchenliteratur»81, l’epoca d’oro della letteratura per ragazze. In realtà

è proprio seguendo tali tendenze letterarie che le protagoniste rompono gli schemi di una letteratura di consumo che percepivano fortemente assecondare il sistema educativo militarista e patriottico ufficialmente accettato.

Bertha von Suttner seppe infatti analizzare le strutture e gli sviluppi del mercato letterario del tempo, le trame e il linguaggio, e sfruttarli a proprio vantaggio all’interno di un preciso programma ideologico ed educativo. Anche se la riduzione per ragazzi non avrà la stessa risonanza editoriale della versione originale del romanzo – al contrario di quest’ultimo, conobbe soltanto una prima edizione – la sua analisi offre spunti interessanti per comprendere quanto la componente pedagogica fosse importante nell’elaborazione del pensiero pacifista, che si declinava come educazione alla pace ed educazione alla nobiltà d’animo82.

La critica di Bertha von Suttner al sistema educativo dell’epoca – in particolare per quanto riguarda le ragazze – deriva da un’esperienza diretta anche delle più futili passioni giovanili, e dal riconoscimento di quanto queste fossero influenzate socialmente. La contessa Bertha Sophia Felicita Kinsky von Chinic und Tettau era nata nel 1843 a Praga, città allora appartenente alla corona asburgica. Suo padre, conte Franz Joseph Kinsky, era un esponente della nobiltà militare boema, feldmaresciallo asburgico, che morì pochi giorni prima della sua nascita. La madre, la contessa Sophie von Kinsky, nata von Körner, non poteva vantare invece i sedici gradi nobiliari con i quali avrebbe potuto essere ammessa alla corte viennese. Questa “macchia” nella discendenza fu causa dell’isolamento dal ramo nobiliare della famiglia del marito, nonché della difficile situazione economica in cui si trovò la vedova von Kinsky, situazione aggravata peraltro dai fallimentari tentativi di trovare la fortuna nei casinò di Wiesbaden. Le difficoltà economiche, la speranza disattesa di trovare, come tutte le ragazze del suo ceto sociale, “il buon partito”, trasformarono la vita di Bertha von Suttner, che si andava via via allontanando dagli ideali che la società del tempo riservava per le giovani nobildonne. Sin dall’infanzia aveva imparato francese, inglese e italiano e si era costruita da sola il proprio percorso educativo leggendo opere in originale – diversamente da quanto si offriva tradizionalmente con le tipiche letture “da contessa”, testi sacri e opere classiche

81 G. Wilkending, Einleitung, in Ead. (a cura di), Kinder- und Jugendliteratur. Mädchenliteratur. Vom 18. Jahrhundert bis zum Zweiten Weltkrieg. Eine Textsammlung, Reclam, Stuttgart 1994, pp. 7-70, qui p. 43. 82 Mi sono occupata più approfonditamente del rapporto tra il romanzo e la sua riduzione per ragazzi

nel segno dell’educazione al pacifismo nel saggio Letteratura per ragazzi e pacifismo: Die Waffen nieder! di

Bertha von Suttner e il suo adattamento per ragazzi Marthas Tagebuch, in A. Cagnolati (a cura di), Tessere trame, narrare storie. Le donne e la scrittura per l’infanzia, Aracne, Roma 2013, pp. 71-90.

- 44 -

epurate di tutti i passaggi più sconvenienti per una ragazza. Aveva così raggiunto un’autonomia di pensiero che la portò poi, nel 1873, a sfruttare la propria formazione per raggiungere l’indipendenza economica, a dispetto delle convenzioni sociali che l’avrebbero voluta, ormai trentenne non maritata, al fianco dell’anziana madre. Si impiegò dunque come insegnante e tutrice delle figlie del barone Carl von Suttner, e si innamorò, corrisposta, del figlio più giovane Arthur. Tre anni durò l’idillio segreto, poi Bertha si vide costretta ad allontanarsi per evitare scandali. Rispose quindi a un altro annuncio di lavoro, che questa volta la portò a Parigi.

La tappa parigina segnò l’avvio all’impegno nella causa pacifista. L’annuncio di lavoro come segretaria era stato pubblicato da Alfred Nobel, allora già famoso per esser stato l’inventore della dinamite. Tra lo schivo e misantropo Alfred Nobel e la più giovane Bertha si instaurò una profondissima amicizia, che ebbe come base proprio il confronto sul tema della pace. Il soggiorno a Parigi durò solo otto giorni, ma l’amicizia con Nobel rimase sempre solida. Tornata a Vienna per sposare segretamente Arthur von Suttner, Bertha si trasferì con lui nel principato di Migrelien, approfittando della vecchia amicizia con la principessa Ekaterina Dadiani. I nove anni in Caucaso furono difficili e segnati da ristrettezze economiche. Nella scrittura la giovane coppia trovò una fonte sicura di guadagno: lui inviava a Vienna reportage di viaggio (ad esempio per la «Neue Freie Presse»), lei iniziò a scrivere articoli per il feuilleton e racconti che venivano pubblicati su varie riviste e collane al femminile: Neue Illustrierte Zeitung, Über Land und Meer, Die Gartenlaube, Berliner Tageblatt, Deutsche Romanbibliothek, Deutsches Montagsblatt, Salon, etc. Quando finalmente rientrarono a Vienna nel 1885, i due speravano di trovare un terreno florido per la carriera di scrittori avviata, ma si trovarono nuovamente isolati, questa volta nel confronto ideologico con la loro cerchia di frequentazioni, primi tra tutti i familiari. Fu in parte a causa di tale insoddisfazione che Bertha maturò l’idea di un impegno diretto nella vita sociale e culturale del paese. Durante un soggiorno a Parigi tra il 1887 e il 1888 la scrittrice ebbe modo di confrontarsi con una vita intellettuale più vivace e moderna, e fu proprio nella capitale francese che apprese dell’esistenza di un movimento internazionale per la pace. Crebbe così il suo interesse per la causa pacifista, ma fu solo con la pubblicazione del romanzo nel 1889 che Bertha von Suttner suggellò il passaggio all’impegno attivo. Nel 1891 fondò infatti la «Österreichische Friedensgesellschaft», la società austriaca per la pace, diventando l’interlocutore per parte austriaca di un movimento che già si andava costituendo in leghe e società nella maggior parte dei paesi europei.

- 45 -

Nei suoi interventi Bertha von Suttner si ispirava alla Lega londinese per la pace: proponeva il disarmo totale di tutte le nazioni e l’istituzione di una corte d’arbitrato che risolvesse i conflitti internazionali facendo ricorso al diritto e non alla violenza. Questa soluzione fu da molti ritenuta utopistica, e i detrattori di Bertha von Suttner la accusarono di eccessivo ottimismo e ingenuità83. In campo letterario, la sua

conoscenza delle tendenze e dei gusti del pubblico si rivelò però tutt’altro che ingenua. Il grande successo di Die Waffen nieder! dimostrò quanto i suoi calcoli fossero oculati. Il romanzo era stato inizialmente rifiutato da numerosi editori, fino a che l’editore Edgar Pierson di Dresda acconsentì a pubblicare l’opera in soli 1000 esemplari. Ma un inaspettato successo portò a numerose riedizioni: nel 1896 uscì perfino un’edizione “popolare” al costo di un marco. L’opera, tradotta in molte lingue, raggiunse una diffusione internazionale e il conferimento del premio Nobel per la pace all’autrice nel 1905 incrementò ulteriormente il successo del romanzo, di cui nel 1913 fu realizzata perfino una versione cinematografica. Siamo a un anno prima della morte di Bertha von Suttner, avvenuta il 21 giugno 1914, soli sette giorni prima dell’attentato all’Arciduca Francesco Ferdinando, e quindi dello scoppio della Prima guerra mondiale.

Bertha von Suttner era convinta che proprio nei romanzi appartenenti alla letteratura di consumo si avesse una maggiore possibilità di “contrabbandare” idee84, sebbene