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I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Nel documento Volume Rapporto 2002 (.pdf 2.0mb) (pagine 132-135)

5. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

5.2. I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Le tendenze evidenziate per il totale dei prodotti agro-alimentari, sia per l’Italia che per l’Emilia-Romagna, risultano ovviamente più diversificate quando l’analisi viene condotta ad un dettaglio maggiore dal punto di vista merceologico; ciò è vero anche nel caso di quest’analisi, anche se il dettaglio consentito dai dati disponibili non è certamente quello auspicabile.

Mentre a livello nazionale sono soprattutto i prodotti del settore primario che in termini relativi contribuiscono di più alla formazione del disavanzo agro-alimentare complessivo, a livello regionale è il deficit relativo ai pro-dotti dell’industria alimentare ad essere maggiore in valore assoluto. Con ri-ferimento all’intero Paese, infatti, nel corso del 2002 il deficit è stato pari a 4.753 milioni di euro per il settore primario e solo a 1.904 milioni per i pro-dotti dell’industria alimentare. In ambito regionale, sempre con riferimento all’ultimo anno, il deficit si attesta sui 302 milioni di euro per i prodotti del settore primario e sui 359 milioni per quelli dell’industria alimentare, ma nei due casi risulta piuttosto diverso il peso dell’interscambio (definito come somma del valore delle importazioni con quello delle esportazioni): esso ammonta rispettivamente a 1.538 e 4.851 milioni di euro rispettivamente.

Rinviando ad altre parti del rapporto per l’analisi congiunturale dei dati relativi ai singoli comparti, di seguito si illustrano in modo sintetico le prin-cipali tendenze relative all’evoluzione recente della composizione

merceo-logica delle importazioni e delle esportazioni agro-alimentari regionali, al fi-ne di fornire un quadro d’insieme che permetta di descrivere meglio il ruolo dei singoli comparti nel sistema produttivo regionale.

Dal lato delle importazioni le carni e i prodotti a base di carne sono di gran lunga la merceologia più importante: le importazioni aumentano in va-lore del 3,1% rispetto all’anno prima, raggiungendo nel 2002 gli 889 milioni di euro. Gli acquisti di questi prodotti effettuati dalle imprese della regione costituiscono, ormai stabilmente, un quarto delle importazioni agro-alimentari complessive regionali (pari a 3.525 milioni di euro) e, al tempo stesso, poco meno di un quinto delle importazioni nazionali di questo aggre-gato di prodotti (pari a 4.476 milioni di euro nel 2002).

L’aggregato dei prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura, un insieme di merceologie piuttosto eterogeneo che comprende, tra l’altro, frutta, ortaggi, cereali ed oleaginose, continua ad essere la seconda voce delle importazioni agro-alimentari regionali: il valore degli acquisti all’estero è aumentato in misura eccezionale nel corso del 2002 (+36,6%), raggiungendo il valore di 726 milioni di euro. La sua quota sulle importazioni agro-alimentari regiona-li è aumentata raggiungendo il 21%, mentre la sua incidenza sulle importa-zioni nazionali di questo aggregato è pure salita fermandosi però a poco me-no del 13%.

Nel corso del 2002 hanno messo a segno una crescita consistente le im-portazioni di pesci trasformati e conservati e prodotti a base di pesce, passa-te nell’arco di dodici mesi da 366 a 437 milioni di euro (+19,3%). Per effetto di questo aumento, mentre la loro incidenza sulle importazioni agroalimenta-ri complessive della regione si è fermata al 12,4%, quella sulle importazioni nazionali di questo prodotto ha raggiunto, nel corso del 2002, il 18,3%.

Anche le importazioni di prodotti lattiero-caseari e gelati sono cresciute tra il 2001 ed il 2002, ma solo del 6,4%, raggiungendo così i 313 milioni di euro (dai 294 del 2001) e perdendo una posizione tra gli aggregati di prodotti agroalimentari più importanti a livello regionale dal lato delle importazioni;

questi prodotti hanno rappresentano, quindi, una quota sulle importazioni agro-alimentari regionali inferiore al 9% e una quota sulle importazioni na-zionali di questa categoria di prodotti pari al 12,3%.

Le importazioni regionali di oli e grassi animali e vegetali (burro esclu-so), invece, sono aumentate in misura veramente eccezionale tra i due anni considerati, passando dai 266 ai 363 milioni di euro (+36,6%%);

l’importanza relativa di questi prodotti nelle importazioni regionali, quindi, è aumentata in modo significativo e la loro quota sul commercio agroalimen-tare regionale ha raggiunto il 10,3%. Le importazioni regionali, inoltre, sono pari ben al 16,1% di quelle totali nazionale di queste merceologie.

Sempre nel 2002 sono aumentate in misura non trascurabile anche le im-portazioni di preparati e conserve di frutta e di verdura, passate da 157 a 188 milioni di euro in valore, con una variazione del 19,7% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso la loro quota sulle importazioni nazionali di questo prodotto risulta veramente importante, raggiungendo il 16,6%.

Tra i prodotti d’importazione più rilevanti a livello regionale c’è anche l’aggregato animali vivi e prodotti di origine animale: nel corso del 2002 il valore degli acquisti regionali sui mercati esteri è cresciuto del 13,1% e con un valore che raggiunge i 119 milioni di euro rappresenta il 6,0% di quelle nazionali di questa merceologia.

Infine l’Emilia-Romagna ricopre un ruolo di rilievo nazionale anche per le importazioni di altri prodotti alimentari, bevande e alimenti per animali.

Nel 2002 il valore di questi scambi è stato pari, rispettivamente, a 229, 122 e 33 milioni di euro, con una quota sulle importazioni nazionali del 12,2%, del 11,2% e del 7,0%. Vale la pena di sottolineare, a questo proposito, che le importazioni regionali di altri prodotti alimentari sono aumentate di ben il 41,1% rispetto al 2001, quelle di bevande del 25% e quelle degli alimenti per animali dell’8,1%.

Il principale “prodotto” agro-alimentare di esportazione dell’Emilia-Romagna, secondo il dettaglio di analisi possibile, è l’aggregato altri prodot-ti alimentari dell’industria alimentare, che con esportazioni pari a 650 milio-ni di euro nel 2002, in aumento del 25,6% rispetto al 2001, contribuisce da solo per il 22,7% alle esportazioni agro-alimentari della regione. In questo ampio aggregato di prodotti rientra, tra l’altro, la pasta alimentare, importan-te prodotti dell’industri alimentare regionale.

Seguono, in ordine decrescente di valore delle esportazioni regionali, e con pesi non molto inferiori, altre due altre merceologie importantissime a livello regionale: i prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura e la carne e i prodotti a base di carne. La prima merceologia, in cui rientra anche la frutta fresca, nel 2002 presenta esportazioni in valore in aumento (+5,6%) e con-tribuisce alle esportazioni nazionali dello stesso aggregato per oltre il 15%, mentre la seconda merceologia, che comprende anche prosciutti crudi e cotti ed altri salumi, appare caratterizzata da una crescita in valore assai più signi-ficativa (+17,3% sul 2001) ed incide per il 38,8% sulle esportazioni naziona-li dello stesso aggregato. Se si considera che proprio il prosciutto crudo ed i salumi costituiscono le principali voci di questo aggregato, si può sottolinea-re come per questi prodotti lo sviluppo delle esportazioni segnali ad un tem-po la buona capacità competitiva dei suoi operatori e la tem-possibilità di ulterio-ri significativi sviluppi.

Preparati e conserve di frutta e di verdura rappresentano la quarta voce

delle esportazioni agro-alimentari regionali (sempre con riferimento al 2002) con un valore in discreta crescita (+14,8%) rispetto all’anno precedente, che si colloca sulla ragguardevole cifra di 399 milioni di euro, vale a dire il 13,9% delle esportazioni agro-alimentari regionali e ben il 20% delle espor-tazioni nazionali di questo aggregato: anche in questo caso, quindi, ben un quinto delle esportazioni nazionali ha come origine l’Emilia-Romagna.

Le esportazioni di bevande, vino in particolare, quinto prodotto agro-alimentare d’esportazione in valore, sono aumentate pure in misura signifi-cativa (+19,4%), attestandosi sui 242 milioni di euro, pari al 6,3% delle e-sportazioni nazionali. Un consistente aumento è stato registrato anche dalle esportazioni di prodotti lattiero-caseari e gelati passate negli stessi anni da 171 a 222 milioni di euro (+30,3%). Se si considera che in regione viene prodotto il più noto formaggio a pasta dura del nostro Paese, la quota sulle esportazioni nazionali di questo aggregato di prodotti, pari al 18,3% nel 2002, appare giustificata, soprattutto tenendo presente che nello stesso grup-po merceologico sono inclusi anche altri formaggi, sia duri che semiduri, di latte vaccino ed ovicaprino.

Nel 2002 le esportazioni regionali di oli e grassi, animali e vegetali han-no superato i 77 milioni, mettendo a seghan-no una crescita, rispetto all’anhan-no prima, di oltre il 40%, ma in questo caso il contributo regionale alle esporta-zioni nazionali si ferma al 7,2%.

Gli altri aggregati merceologici considerati, nel 2002 hanno fatturato sui mercati esteri valori assai più limitati, pur segnando, in quasi tutti i casi, va-riazioni molto elevate in termini percentuali rispetto all’anno precedente. Si tratta, nell’ordine, di pesci trasformati e conservati e prodotti a base di pesci (46 milioni di euro, +38%), alimenti per animali (26 milioni di euro, +42,1%), prodotti della macinazione, amidi e fecole (23 milioni, +27,8%), pesci ed altri prodotti della pesca (22 milioni, -4,3%), animali vivi e prodotti di origine animale (18 milioni, +24,8%) e prodotti della silvicoltura e tron-chi tagliati (2 milioni, +29,5%).

Nel documento Volume Rapporto 2002 (.pdf 2.0mb) (pagine 132-135)