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I.II QUOTE TRASFERIBILI

IV.I POLITICHE AMBIENTALI E RISPETTIVI STRUMENTI: NOTE

IV.I.III TERZA FASE: STRUMENTI ECONOMICI

IV.I.III.II. I.II QUOTE TRASFERIBILI

Il sistema relativo alle quote è già stato oggetto di analisi nel capitolo sugli strumenti di comando e controllo, quando si è trattato del sistema di quote non trasferibili, così come in sede di introduzione del capitolo sugli strumenti di mercato. Come la stessa nomenclatura suggerisce, le quote trasferibili si differenziano da quelle non trasferibili per la possibilità di essere oggetto di transazione nel mercato. In tal modo, l’agente regolatore (Governo) crea artificialmente un “mercato di inquinamento”167 in cui gli agenti economici

possono liberamente comprare o vendere permessi di inquinamento, o certificati di riduzione di emissioni, termine preferito al primo, per evitare la falsa impressione che si tratti di un certificato che permetta di inquinare dietro pagamento. Appare evidente che tale mercato tenga in considerazione gli obiettivi definiti dal Governo, il tempo in cui è istituito e il modello di Stato adottato, con maggiore o minore inserimento all’interno della società o del mercato.

167 ALMEIDA, Luciana Togeiro de. “O debate internacional sobre instrumentos de política ambiental e questões para o Brasil”, in Anais do II Encontro Nacional da Sociedade Brasileira de Economia Ecológica, p. 03-21, São Paulo, 06 a 08 de novembro de 1997

Il funzionamento del sistema, indipendentemente dal suo inserimento in un sistema regionale, nazionale o anche internazionale è il seguente168:

“...il governo predetermina il livello massimo di inquinamento aggregato permesso (in relazione ad un inquinante specifico, in una regione determinata o per un certo gruppo di industrie) e divide questo totale in quote che assumono forma giuridica di diritti distribuiti o messi all’asta tra gli agenti coinvolti. Affinchè il meccanismo sia efficiente, questi non soltanto possono ma devono commercializzare i loro diritti. Un esempio può facilitare la comprensione di tale meccanismo: il Governo fissa un livello di tonnellate di diossido di zolfo per anno, totale che vieni successivamente suddiviso tra le imprese. Ciascun inquinatore passa a disporre di una quota di gas che può emettere. Se adotta tecnologie più pulite in modo tale che le sue emissioni siano inferiori alla quota, può vendere i suoi crediti rimanenti agli altri soggetti inquinanti (che persistono con livelli di inquinamento superiori alla quota) o anche alle altre imprese che desiderassero inserirsi nel ramo. Le compagnie possono scegliere quale strada sia più vantaggiosa in termini di costo: disinquinare e vendere [le autorizzazioni], o continuare inquinando e comprare".

Questo sistema di attribuzione di certificati di riduzione di emissioni (CER) può essere istituito attraverso diverse forme. TOGEIRO169 ravvisa: la

determinazione di una politica di compensazione (offset policy), in cui l’istallazione o l’ampliamento di una impresa dipende dall’acquisizione di CERs, in modo che non si pregiudichi la qualità ambientale della regione; la cosiddetta “politica della bolla” (bubble policy), in cui si controlla il totale dell’inquinante emesso da questa “bolla”, lasciando agli agenti economici (inquinanti) la possibilità di scegliere i punti “puliti” o “sporchi” di scarico, appartengano o meno allo stesso imprenditore, purchè si limitino alle quote attribuite attraverso la “bolla”; ugualmente può essere istituito questo sistema

168 Idem.

169 ALMEIDA, Luciana Togeiro de. “O debate internacional sobre instrumentos de política ambiental e questões para o Brasil”, in Anais do II Encontro Nacional da Sociedade Brasileira de Economia Ecológica, p. 03-21, São Paulo, 06 a 08 de novembro de 1997.

mediante una “politica di rete o di emissione liquida” (netting policy), in cui le imprese già esistenti che aspiravano ad ottenere miglioramenti possano sottrarsi ai controlli più rigorosi sulle fonti inquinanti sempre che l’aumento liquido delle emissioni resti al di sotto del tetto stabilito, potendo scontare i CERs ottenuti in altre aree del proprio impianto della sua impianto; infine, il sistema di camere di compensazione di emissioni (emissions banking), in cui i CERs acquisiti possano essere “stoccati” per l’utilizzazione nelle diverse modalità sopra elencate, o addirittura per venderli terzi che li utilizzino.

Come già precedentemente anticipato, questo sistema di quote negoziabili è uno degli strumenti economici di maggiore importanza, o, secondo TOGEIRO, “il più liberale degli strumenti economici di controllo

ambientale, tanto che nonostante l’intervento del governo in fase di allocazione, l’inquinatore, da quel momento in poi, ha flessibilità nel realizzare o meno miglioramenti ambientali, non avendo bisogno di contribuire alle casse pubbliche, come avviene per le tasse”170.

Un esempio di tale strumento è stato introdotto con il Protocollo di Kyoto, mediante la realizzazione di progetti di CDM (Clean Development Mechanism o Meccanismo di Sviluppo Pulito), che, a loro volta, generano CERs, o i noti “crediti di carbonio”.

Proposta brasiliana che integra il Protocollo di Kyoto, oggetto dei cosiddetti accordi di Marrakech, e che rappresenta un piccolo contributo al raggiungimento degli obiettivi quantificati di riduzione dell’emissione di gas effetto serra (GES), ma non per questo meno importante, il Meccanismo dello Sviluppo Pulito è stato definito nell’articolo 12 del Protocollo. È nato in tal

modo con l’obiettivo di aiutare i Paesi Non Annesso I della Convenzione- Quadro (paesi in via di sviluppo) a raggiungere uno sviluppo sostenibile e ad aiutare i Paesi Annesso I (le parti obbligate alle riduzioni) nel raggiungimento dei loro obiettivi determinati.

Nel riconoscere che gli effetti delle emissioni sono assolutamente globali, il Protocollo offre la possibilità ai Paesi obbligati alle riduzioni, nella ipotesi in cui non abbiano raggiunto i proprio obiettivi attraverso le misure interne171, di provvedere al finanziamento di progetti nei Paesi non obbligati

al fine di ottenere o la riduzione delle emissioni o l’aumento della rimozione dei gas ad effetto serra, beneficiando di conseguenza di tali riduzioni, nonostante non siano avvenute sul territorio nazionale (della Parte Annesso I).

I progetti eleggibili devono presentare il requisito della addizionalità. Perciò, le riduzioni o le catture devono essere addizionali alle riduzioni o catture che avverrebbero in assenza di progetto. Ossia, tali riduzioni non sarebbero possibili senza la realizzazione del progetto di CDM. Si delinea un quadro di riferimento, attraverso il metodo della linea di base (baseline), verificando le emissioni antropiche esistenti e dimostrando cosa avverrebbe se l’attività del progetto non esistesse. A partire da ciò, si misura il guadagno per la non-emissione ovvero per la cattura (sequestro) di Gas Effetto Serra. Il quadro delineato servirà non soltanto per verificare la presenza del requisito dell’addizionalità, ma anche per determinare la quantificazione dei CREs (i crediti di carbonio propriamente detti).

171 Il CDM costituisce una mera forma sussidiaria per il raggiungimento degli obiettivi.

Si veda, in proposito SISTER, Gabriel, Mercado de Carbono e Protocolo de Quioto: Aspectos negociais e tributação. Rio de Janeiro: Elsevier, 2007, 200p.

Come osservato, registrato il progetto al Consiglio Esecutivo nella sua ultima fase, sarà finalmente pronto a generare riduzioni certificate di emissioni, che potranno essere commercializzate per il partecipante, in particolare con il fine di sostenere le Parti Annesso I della Convenzione- Quadro nel raggiungimento dei propri obiettivi. Le riduzioni che siano state contabilizzate nell’ambito del progetto di CDM culminano ex post con un’emissione di certificati.

Importante osservare che, nonostante tutti i gas elencati nell’Annesso A del Protocollo di Kyoto siano ammessi a partecipare ai progetti, saranno i CREs espressi in tonnellate metriche di diossido di carbonio equivalente a costituire la misura di valutazione. Ossia, i restanti gas saranno convertiti in diossido di carbonio, in relazione al loro potenziale di riscaldamento globale.

Ogni CRE, infatti, equivale a una tonnellata di carbonio equivalente non emesso o sequestrato dall’atmosfera.

In questo modo, le imprese inquinanti che finanziano progetti di CDM utilizzano tale bonus per i loro obiettivi. Tuttavia, poichè sono strumenti negoziabili, possono essere comprati o venduti in mercati finanziari o nella borsa valori, in quanto alcune istituzioni offrono linee di credito per il finanziamento di progetti (Caixa RS) o, come nel caso della Borsa Merci e Futures (BM&F - Brasile), che si occupa della registrazione di progetti e piano di progetti per la raccolta di risorse. Così può essere anche negoziata la promessa di CREs.

Di recente, la Borsa Merci e Futures ha realizzato la sua prima asta di CREs nell’ambito del Meccanismo di Sviluppo Pulito (CDM), istituito dal

Protocollo di Kyoto172. La banca olandese Fortis Bank NV/SA ha vinto l’asta e

ha pagato 16,20 euro per tonnellata di carbonio equivalente. Poiché sono stati negoziati 808.405 crediti di carbonio dalla Prefettura di São Paulo, l’istituto finanziario ha pagato l’equivalente di 13,096 milioni di euro, corrispondente a circa 34 milioni di reais, all’epoca. Hanno partecipato all’evento quattordici istituti stranieri.173

Questo “credito di carbonio” è stato raccolto dalla Prefettura di São Paulo, attraverso il controllo del gas metano il quale non è più stato immesso nell’atmosfera dalla discarica Bandeirantes, situata in Perus, nella zona nord della città di São Paulo, che ha rappresentato un volume corrispondente a 808.405 tonnellate di diossido di carbonio. In questa discarica è stato installato un sistema di cattura dei gas prodotti attraverso la decomposizione delle tonnellate di immondizia depositate ogni giorno.

Si noti che tale sistema rappresenta, al di là che il suo obiettivo è promuovere lo sviluppo sostenibile, un’importante opportunità di guadagno per i Paesi Non Annesso I, che sono esattamente i paesi in via di sviluppo, più carenti in risorse, sostenendo così una recente tendenza all’inclusione di

172

Disponibile su <http://www.estadao.com.br/economia/not_eco57056,0.htm>; Accesso in data 26/09/2007.

173 Resta evidente qui il carattere globale che la discussione ambientale assume ed ha

assunto, principalmente, a partire dal risveglio per la “crisi ambientale”. Lo studio del diritto ambientale e le sue implicazioni non possono essere ristretti ad un livello locale (nazionale). Le pratiche commerciali sono globalizzate e gli impatti generati riguardano tutti, con maggiore o minore grado, indipendentemente dai limiti politici nazionali. Pertanto, si mostra come fondamentale l’approfondimento dello studio del diritto ambientale internazionale e, soprattutto, la sua evoluzione, riguardo le prospettive di attribuire valore intrinseco all’ambiente, non soltanto come condizione di possibilità dell’uomo di esercitare le attività che dipendano dalle risorse naturali, ma anche come parte di un minimo esistenziale, come condizione per la dignità dell’essere umano, considerati gli aspetti intergenerazionali.

trasferimenti finanziari e tecnologici (assistenza tecnica) dei paesi industrializzati verso i paesi in via di sviluppo174. E tale guadagno non è

soltanto di natura finanziaria, ma soprattutto, ambientale, poiché uno dei requisiti del progetto di CDM è che risponda all’interesse del paese anfitrione, per la promozione dello sviluppo sostenibile.