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Analisi delle forme imperative

3.3 I verbi difett

Gli imperativi di verbi difettivi, considerati separatamente, sono 33, di cui uno all’AO e tutti gli altri al PR.408

La forma all’AO compare in un passo delle Rane: (6) DI. «W daimovniΔ∆ ajndrw'n, ajpoprivw th;n lhvkuqon, 


i{na mh; diaknaivsh/ tou;~ prolovgou~ hJmw'n.

Dioniso: “Caro mio, compra questa boccetta, affinché non rovini più i nostri prologhi.” (Ar. Ran. 1227-28)

L’imperativo AO ajpoprivw ha un valore perfettivo perché indica un’azione unica e definita.409

La maggior parte degli imperativi PR è rappresentata dal verbo ei\mi e dai suoi composti (a[peimi, ei[seimi, e[peimi). Nel caso di ei\mi, che ricorre 13 volte sempre nelle Rane, molti degli imperativi hanno un valore di interiezione e sono spesso usati per rafforzare un altro imperativo (3 volte con un imperativo AO e 6 con un PR), come nell’esempio che segue, in cui Dioniso si rivolge ad Euripide:

(7) DI. i[qi dh; proseuvcou toi'sin ijdiwvtai~ qeoi'~.

Dioniso: “Su dunque, prega questi dèi personali.” (Ar. Ran. 891)

Gli imperativi di ei[seimi sono ripetuti più volte in uno stesso passo delle Rane (503-517), in cui Xantia travestito da Dionisio viene invitato ad entrare. Queste forme non presentano un chiaro valore aspettuale e assomigliano a quelle dei verbi di movimento viste nel paragrafo precedente.

(8) w\\ fivltaqΔ∆ h{kei~ ÔHravklei~… deu'rΔ∆ ei[siqi.

“Eracle carissimo, sei tornato? Avanti, entra.” (Ar. Ran. 503)

408 Ricordiamo che ei\pon è stato considerato nelle analisi generali svolte nei paragrafi precedenti,

perché può essere accostato al PR di levgw.

409 Si noti che alcuni versi dopo (1235) compare l’imperativo AO ajpovdo~, in un contesto simile, che

presenta lo stesso valore perfettivo. Dioniso infatti invita di nuovo Euripide a pagare la boccetta, per evitare che Eschilo continui a interrompere la recitazione dei versi.

Per quanto riguarda il verbo eijmiv, le 6 forme imperative sono tutte alla terza persona singolare e hanno valore imperfettivo. Due di queste si trovano in un passo tratto dall’orazione Sulla corona, in cui viene riportato un elenco redatto secondo una legge di Demostene. L’imperativo e[stw, ripetuto due volte, ha valore imperfettivo perché indica dei criteri validi continuativamente:

(9) eja;n de; pleiovnwn hJ oujsiva ajpotetimhmevnh h\/ crhmavtwn, kata; to;n ajnalogismo;n e{w~ triw'n ploivwn kai; uJphretikou' hJ leitourgiva e[stw. kata; th;n aujth;n de; ajnalogivan e[stw kai; oi|~ ejlavttwn oujsiva ejsti; tw'n devka talavntwn ª...º

“qualora i beni siano valutati di consistenza maggiore, la liturgia sia in proporzione, fino a tre navi e un brigantino. Secondo lo stesso criterio proporzionale il computo sia anche per coloro i cui beni sono inferiori ai dieci talenti [...]” (Dem. 18, 106)

Infine troviamo due imperativi PR dei verbi stativi kavqhmai e katavkeimai con valore imperfettivo. Vediamo l’esempio con katavkeimai tratto da un passo del

Simposio, in cui Agatone invita Socrate a stare vicino a lui:

(10) Deu'rΔ∆, e[fh favnai, Swvkrate~, 
parΔ∆ ejme; katavkeiso, i{na kai; tou' sofou' aJptovmenov~ sou 
ajpolauvsw, o{ soi prosevsth ejn toi'~ proquvroi~.

“Socrate, disse, stai seduto qui vicino a me, affinché io possa, al tuo contatto, partecipare di quella sapienza che hai appreso mentre stavi nel portico.” (Pl.

Simp. 175c7-d)

I verbi considerati mostrano che, a parte la forma i[qi che tende a presentare un valore di interiezione, gli altri imperativi veicolano sostanzialmente i valori aspettuali del Tempo che possiedono. Il fatto di essere difettivi non implica la perdita del valore aspettuale.

3.4 Il Perfetto

Nel presente campione, come è già stato detto, gli imperativi Pf sono solo 10. Le forme al Pf appartengono ai verbi oi\da (4 imperativi), mimnhvskw (3 imp.), rJwvnnumi (2 imp.), kravzw (1 imp.). Questi 4 verbi nella banca-dati ricorrono solo al Pf. Il

verbo oi\da, ha valore di PR. Le forme al Pf di kravzw e mimnhvskw equivalgono a dei PR e hanno valore imperfettivo. I due imperativi Pf di rJwvnnumi indicano dei saluti posti alla fine di lettere, e hanno valore imperfettivo continuo.410 Questi imperativi Pf sono tutti all’attivo, e tendenzialmente il Pf attivo è usato quasi esclusivamente con verbi di questo tipo, i quali presentano un Pf che equivale al PR. Inoltre, i verbi come mimnhvskw, con un Pf che ha il valore di PR, tendono a comparire solo all’Imperativo Pf. I pochi casi del Pf nel presente campione sembrano dunque presentare gli stessi valori veicolati dal PR.

In generale, al di fuori del campione analizzato nella banca-dati, il Pf ricorre più frequentemente in altri testi e ha un suo valore aspettuale specifico. Di solito si trova alla terza persona singolare del passivo (la seconda persona è molto rara) e indica lo stato risultante e definitivo di un’azione che è stata compiuta o che si deve compiere.411 Per il suo valore aspettuale il Pf viene usato soprattutto nei decreti, nelle definizioni filosofiche e nei testi matematici.412 La presenza dell’Imperativo Pf si concentra, dunque, in certi contesti, nei quali rappresenta il Tempo più adatto a veicolare il valore aspettuale ad essi appropriato. Nei testi filosofici e nelle orazioni, per esempio, ricorre spesso l’imperativo Pf eijrhvsqw. Si vedano gli esempi tratti da due testi di Platone ed Eschine:

(11a) Kai; tau'ta me;n dh; tauvthÛ wJ~ para; mhde;n eijdovtwn eijrhvsqw.

“E tutto ciò sia detto così da parte di gente che nulla sa.” (Pl. Crat. 401d-e) (11b) ª...º mevcri deu'ro eijrhvsqw moi.

“[...] questo sia detto per me fin qui.” (Aeschn. 3, 24)

Il valore aspettuale del Pf è particolarmente evidente nel linguaggio matematico, in cui questo Tempo è usato “to imply that something is to be considered as proved or assumed once for all, or that lines drawn or points fixed are to remain as data for a following demonstration”, come evidenziato da Goodwin (1889: 33). Per questo, nei testi matematici abbondano gli imperativi Pf, mentre si incontrano raramente degli

410 Gli imperativi Pf del verbo rJwvnnumi sono spesso in chiusura di lettera, si veda per esempio in X.

Cyr. 4, 5, 33, e in Pl. Ep. 1, 2, e 10.

411 Sul Pf si vedano Berrettoni (1972b), Di Giovine (1990), Romagno (2005).

412 Imperativi Pf con questo valore aspettuale compaiono anche in Omero, come ad esempio Il. 12, 51.

imperativi AO. Per dare un’idea di questo uso si veda il seguente esempio tratto dagli

Elementi di Euclide, in cui compaiono molti imperativi Pf:

(12) “Estw trivgwnon to; ABG, kai; prosekbeblhvsqw aujtou' miva pleura; hJ BG ejpi; to; D: levgw, o{ti hJ ejkto;" gwniva hJ uJpo; AGD meivzwn ejsti;n eJkatevra" tw'n ejnto;" kai; ajpenantivon tw'n uJpo; GBA, BAG gwniw'n. Tetmhvsqw hJ AG divca kata; to; E, kai; ejpizeucqei'sa hJ BE ejkbeblhvsqw ejpΔ∆ eujqeiva" ejpi; to; Z, kai; keivsqw th'/ BE i[sh hJ EZ, kai; ejpezeuvcqw hJ ZG, kai; dihvcqw hJ AG ejpi; to; H.

“Sia un triangolo ABΓ, e sia stato prolungato avanti un suo lato BΓ fino a Δ: dico che l’angolo all’esterno AΓΔ è maggiore di uno e dell’altro degli angoli all’interno e opposti ΓBA e BAΓ. Sia stata secata AΓ a metà secondo E, e congiunta BE sia stata prolungata in <linea> retta fino a Z, e uguale a BE, sia posta EZ, e sia stata congiunta ZΓ, e sia stata condotta oltre a AΓ fino a H.” (El. 1, 16)413

Si noti che i verbi telici usati in questo passo all’Imperativo Pf, come per esempio tevmnw, inseriti in questo contesto subiscono una stativizzazione, come accade in altri casi analoghi.

Il Pf, dunque, in determinati contesti (di solito più specialistici) mantiene vivo il suo valore aspettuale alla terza persona del passivo. Invece, nei testi esaminati nel nostro campione questo tipo di Pf non si trova, probabilmente perché non risponde alle necessità aspettuali presenti in quei contesti linguistici. Questo non esclude del tutto l’uso del Pf in situazioni colloquiali, come mostra l’esempio tratto dal dialogo di Platone, Eutidemo:

(13) w\ Eujquvdhmev te kai; Dionusovdwre, pepaivsqw te uJmi'n, kai; i[sw~ iJkanw'~ e[cei:

“Eutidemo e Dionisodoro, sia finita con questi vostri scherzi, forse davvero bastano;” (Pl. Euthyd. 278c-d)

413 Traduzione di Acerbi (2007: 803).

Capitolo 4