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L’Imperativo Quadro teorico e metodologico

2.3 Modalità della ricerca

Nello studio dei Tempi verbali greci, come ha sostenuto Ruipérez (1954), è necessario analizzare un campione testuale definito, per evitare possibili forzature

349 Lanérès (2000), in seguito all’analisi di decreti attici (42 iscrizioni di leggi e decreti attici del V

secolo), sostiene che l’uso pubblico doveva essere più chiaro di quello letterario e che per questo in questa situazione le forme AO e PR sono meglio identificabili. Lanérès, che non parla esplicitamente dell’opposizione aspettuale perfettivo/imperfettivo, descrive per i due Tempi delle caratteristiche che rientrano nei due valori aspettuali. Dice infatti che “L’aoriste s’emploie toutes les fois qu’est considéré le seul caractère exécutoire de la décision, quand aucune attention n’est portée au processus d’exécution. Les désignations de ce type d’aoriste sont nombreuses et variables, que l’on parle d’aoriste du fait pur et simple, d’aoriste de valeur neutre, d’aoriste ponctuel, globale ou indéterminé [...]. Ces infinitifs et impératifs aoristes sont accompagnés de toute sorte de marques de l’immédiateté, déictiques, adverbes, articles, noms de personne ou de lieu qui soulignent le caractère particulier de l’acte à exécuter.” (2000: 155). Per quanto riguarda il PR “les choses sont très différentes, que le décret soit destiné à prendre effet selon des échéantes périodiques, qu’il accompagne un processus dans son déroulement, ou que son application soit laissée dans une sorte d’indétermination aspectuo- temporelle.” (2000: 158). Quindi Lanérès illustra le tipologie: iterazione (magistrature annuali, feste periodiche, ecc.); durata (istituzioni, tasse, autorizzazioni ecc.); indeterminatezza (‘essere’ nella misura in cui definisce uno stato, senza considerazione di durata né limiti, né punto di partenza, né fine; decisioni che non possono applicarsi che sotto condizione, ejavn con il congiuntivo, o{sti~ a]n, ecc.; verbi del tipo ‘pagare un’ammenda’, ‘essere punito’ quando si parla di cosa succede per le trasgressioni).

350 Riguardo all’uso delle forme di comando in rapporto al grado di cortesia nel greco moderno si veda

dei risultati, derivanti dall’analisi di singoli esempi, presi da passi diversi senza un criterio stabilito.351 Sulla base di questa indicazione metodologica, nella presente ricerca sono stati scelti cinque testi, nei quali è contenuto un numero elevato di forme imperative, tale da consentire un’analisi approfondita e dettagliata. Per poter disporre di un campione cronologicamente omogeneo, sono stati presi in considerazione autori del V-IV secolo a. C.. Al fine di evitare i rischi di un quadro parziale, sono stati scelti testi appartenenti a diversi generi letterari, sia in prosa che in versi, in cui sono presenti numerosi dialoghi. Sono stati catalogati e analizzati tutti gli imperativi contenuti nelle seguenti opere: Le Storie di Erotodo (Libro I), Le Tesmoforiazuse e

Le Rane di Aristofane352, Il Simposio di Platone, La Corona di Demostene353.

2.3.1 La banca-dati

Lo strumento utilizzato per l’indagine è una banca-dati, appositamente predisposta allo scopo di descrivere il comportamento di tutte le forme verbali tratte dai testi scelti, attraverso un’attenta classificazione di esse e la successiva elaborazione dei dati. La banca-dati, per l’elevata quantità di esempi da gestire, si è rivelata particolarmente utile. Nel foglio di calcolo creato, ciascuna forma imperativa - oltre alle informazioni riguardanti l’autore, l’opera, e la posizione nel testo - è stata classificata tenendo conto dei seguenti parametri:

1. caratteristiche morfologiche 2. valenza aspettuale 3. valenza azionale 4. rapporti sintattici 5. fattori pragmatici 351

Lorente Fernandez sottolinea la “manque d’études centrées sur de données systématiquement analysées et statistiquement vérifiées pour une observation de la dynamique du choix des thèmes verbaux.” (2003: 12). Il suo lavoro dunque ha il pregio di aver specificato chiaramente il corpus (orazioni di Isocrate) e le modalità utilizzati ed è per questo, insieme a quello di Duhoux, uno dei pochi studi con questa impostazione. Tuttavia l’analisi condotta e le conclusioni alle quali giunge non ci sembrano del tutto convincenti.

352

Le commedie di Aristofane sono interessanti per la maggiore aderenza alla lingua parlata, anche se ovviamente si tratta pur sempre di un opera letteraria (secondo Lazzeroni, Aristofane possiede “assai vivo il senso dell’Aspetto” (1956: 220)).

353 Da notare che questa orazione è stata riveduta rispetto alla versione del processo, ma che non è

stata modificata in senso ‘letterario’ e vi rimangono visibili le caratteristiche del parlato, come le frequenti ripetizioni di formule tipiche del linguaggio processuale. Molte tra queste contengono degli imperativi, riguardando gli ordini rivolti al segretario o le richieste di deposizione rivolte ai testimoni.

Esaminiamoli dettagliatamente:

1. Per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche, sono stati indicati in appositi campi: Tempo verbale, Diatesi, Persona, Numero, preverbi.

Inoltre, si è specificato, con un indice apposito, se il tipo di verbo a cui appartiene la forma imperativa possiede entrambi i Tempi PR e AO, se ha temi diversi per i due Tempi, e se è difettivo di uno dei due. Tra i difettivi abbiamo per esempio eijmiv, ei\mi e i relativi composti. Tra i politematici troviamo, per esempio, fevrw, e[[rcomai, aiJrevw, trevcw. Con un altro indice sono segnalati verbi quali: skevptomai, skopevw, ei\pon, che in alcuni casi possono formare delle opposizioni con Tempi di altri verbi. I verbi skevptomai e skopevw, in periodo classico, venivano usati rispettivamente, uno per l’AO e l’altro per il PR, e formavano praticamente un unico paradigma. Per mezzo di questi indici è possibile fare analisi che permettono di considerare separatamente i vari gruppi, a seconda delle loro caratteristiche.

2. La valenza aspettuale è stata analizzata secondo i macrovalori di perfettivo e imperfettivo, per cui a ciascun Imperativo è stato assegnato uno dei due valori con un indice per il grado di certezza. I casi in cui il valore aspettuale dell’Imperativo non era chiaro sono stati segnalati come incerti. In un campo separato, è stata inserita l’indicazione del valore aspettuale specifico. Per l’Aspetto perfettivo sono stati considerati i valori completo e aoristico; per l’imperfettivo i valori iterativo, continuo e progressivo.

3. Ciascuna forma verbale è stata assegnata alla relativa classe azionale: trasformativi, risultativi, continuativi, stativi, puntuali.354 In campi separati, inoltre, sono stati indicati i valori di telicità, duratività e dinamicità, che sono alla base delle classi azionali, in modo da poter interrogare questi valori anche separatamente dalla classe azionale specifica.

4. Nell’ambito dei parametri sintattici, per quanto riguarda il soggetto, sono state prese in considerazione le sue caratteristiche secondo i tratti di collettività e animatezza. Come ‘collettivi’ sono stati considerati i soggetti composti da un numero non definito di enti, sono stati inclusi in questa categoria anche soggetti di questo tipo con il verbo al singolare. Per l’oggetto diretto è stata innanzitutto segnalata, in

un campo apposito, la sua presenza/assenza. Nel caso in cui questo fosse presente, sono state riportate, in appositi campi, le seguenti caratteristiche: definito/non definito, singolare/plurale, quantificato/non quantificato, numerabile/non numerabile, concreto/astratto, animano/non animato.

Sono stati tenuti in considerazione gli avverbiali temporali e suddivisi in varie classi.

È stata indicata l’eventuale presenza di sintagmi direzionali e la loro valenza in termini di telicità. Si è tenuto conto delle indicazioni presenti nel testo in riferimento alla collocazione spaziale (presenza e tipologia degli elementi deittici).

Campi separati sono stati riservati alle varie tipologie di proposizione subordinata, indicando se essa ricopra il ruolo di argomento del verbo o se sia di tipo circostanziale (e di che genere), segnalando il Tempo del verbo utilizzato.

5. Per ciascun imperativo è stato descritto il tipo di atto illocutorio, diviso secondo i seguenti gruppi: comando, richiesta, concessione, preghiera agli dèi, esortazione, insulto, saluto. È stato inoltre segnalato, separatamente, il rapporto gerarchico sussistente tra la persona che pronuncia la forma imperativa e il destinatario dell’ordine (ossia se l’imperativo è rivolto ad una persona di pari grado, di grado superiore o inferiore).

Oltre a quelli elencati, sono stati aggiunti dei campi riguardanti altri fattori utili ai fini dell’analisi statistica. A ciascun verbo è stata attribuita una codifica di frequenza rapportata al campione totale. Un altro indice specifico distingue le forme imperative che compaiono una sola volta, quelle che compaiono più volte nei due Tempi, e quelle che compaiono più volte, ma in uno solo dei due Tempi, pur possedendoli entrambi. Inoltre, sono stati evidenziati i passi in cui sono contenuti molti imperativi e soprattutto quelli in cui appaiono più forme imperative dello stesso verbo.

L’inserimento di ciascuna forma nei campi riguardanti l’Aspetto e l’Azionalità ha comportato un’interpretazione che si è rivelata spesso complessa e problematica, e che ha necessariamente tenuto conto della collocazione delle forme nel loro contesto più ampio.

Capitolo 3