,acuifacevano spondalecimedei monti.Quinci a pocousciva dimezzo
a
queivaporiilsuon gravedellacampana
delmattutino,quasiafar fedeche
una
riunioned'uoministavaavvolta in quelladensaca>ligine.
Dopo
qualche orami
posiin viaperlacasa del*l’amatovecchio,che riprendendoilraccontocontinuò.
—
Incontinuazbnedellecoseierinarratevi,furono sti-pulatiipattinuziali,edincapoa
due mesi dovevano re-carsiadeffettolenozzediAdelinacolDuca.Ella frattan-toduravaio silenzioildolorechetaleatto leingenerava nell'animaUn
pallore funestovenivadimano
inmano a
coprireilsuobel volto;ilsorrisoelefestive paroleanda-vano a
pocoa
poco sparendodalla vezzosasuabocca. Af-fettavanon
pertantouna
certaserenitàepacatezza,lequali mostravanodiquantavirtùeracapacequeUospirito gen-tile.Allo avvicinarsi del tertnine deidue mesiuna
lenta febbrevennead
assalirla.Adelinasentivasimancaree ve-nirgiùl’esistenza,enon
bastandoleilcuorediturbare la pace domestica, annunziavasoltanto lieve infreddatura;ma
lanecessitàè potenzacuinon
siresiste.Adelina, ab-bandonatadi forze,da
lentaefrequente tosse vessata,era costrettaarimanersi inletto.Destavansiallora nell’animo dei genitoriipalpiti egliaffanni dell’amore,ericorreva-no
a rimedidell’artesalutare,tanto pietosaquanto incer-ta. Imedici(oh
quanto è malagevole indagarelavera sorgentedelle malattie!) arrestavansi alla idea di accatar-ramento,edifBnendo reumaticab
febbre,neprometteva-no
prontalaguarigione;ma
illoroprognostico eralonta-no
dal vero.11male imperversava, ed erala stagione d’in-verno.Quindilenozzesidifferivano.La madre
intantocominciavaad
indovinarelavera cagionedelmale, che eralaviolenza fatta alcuoree al-1muocenteaffettodellabgliuola.Non d ha
dubbio,laDigitizedbyGoogle
PARTE
PRIMA 47donna
èun
esseregentile,pietc^ esensitiva assaipiti che
Tuomo,
ilche ne rendenon
dirado piùsottilee piùperspicace lamente,rame
rendeincostante lasuain*dote,mutabiliisuoiaifetti.Essa manifestòalconsortei suoidubbi,e proponeva persalvarel’infermalo sciogli*
mento
delle propostenozze;ma
questinon
avevatanta finezza dianimo da
vederlacosaallastessaguisa,ed erauno
di quegliuominidiconioanticoimmutabile esaldo nesuoi proponimenti. Epperòlamoglie, disperandodi re*carioapropri consigli,sivolse aimedici,iqualitennero linguaggio franraesincero,uniformeaH'avvisodilei;
ma
ancheciò riuscìvano,eGiacomo re^
fermoneisuo proposito.11
Duca
,chemostrossioltremisuraafflittodello stato deliasuafidanzata,anch’eglicominciòa
pormentealla veraorigine delmale.L'amoreinluinon
aveva messora*dici cosìprofonde,chefossemalagevolelosbarbicarlo.A.
55
annila stagione diqueltenero affettoèpassata:quindi conanimo men
generosocheonesto deliberò di rinuncia-re allamano
di Adelina,eilfececonlaseguentelettera,c
Amico
carissimoSig.Giacomo
s
La
vostrabuona
evirtuosaAdelina va ognidìscapi*>tandonella salute,lo
ho
ragiondicredere,checiòde*s rivi inlei,da cheilsuo consensoallenostrenozze,
con-» tradetto dalcuore, sia
un
sacrifiziodifilialeobbedienza, j Così essendo,oigiorni di nostraunione sarebberotristi»edinfelici,o potendoilmaledivenire irreparabile,giova
»opportunamente provvedere persalvare
una
vitasì ca-1ra.E
peròsinda
questomomento
iorinuncioagliobbU->ghicontratti,elasciando libera la vostra figliuola,
ed
)aprendocosì allasperanzailsuocuore,sperodicontribui-> re dalcanto
mio a
farcheellatorni allaprimasanità.>Ciò peraltro
non
togliech’io sia ec. >DigiiizedbyGoogle
48 IL
RACCONTO
Questeparole,letteda
Giacomo,
'nelpunto che Ade-linaandava peggiorando,suonaronosìforteallorecchio di luie scosseroraoimo
suosifTaltamente,chetuttoinlui tacque,e parlòsolamentelavocedell'amorpaterno. Vol-gendosi seriamenteallasalvezza della figliuola accettò la propostadel
Duca
,nè aciòsolocontento, deliberò in sèmedesimo
direnderpienamente paghiivotidilei.lo co-nosceva perfiloeperseguotaliavvenimenti;ementre sen-tiva rinascere inme
la speranza,avea pureun
funesto pre-sentimentod’irreparabilesciagura,chetuttiviucevai sen-timentidell’animamia.Un
giornoilmio
famigliare, quel-lo stessobuon vecchio cheaveteveduto,echesarà ca-gionedell’ultimomiodolore semi
precedenel sepolcro,
annunziommi
ilnome
diLopez.A
taleparolanonso dir-vi quantiaffettimisidestaronoconfusamentenell'anima;ma
deltumultointerno nulla trasparì sulmiovolto:tanto cierano impresseletracce deldolore,tantoerano inde-lebili,tantoconaltrenon
potevanomescersi,nè confon-dersi.Giacomo
entra,mÌ4dbbraccia, vuoldire,edilpianto glivieta laparola,Ioloabbraccio,emutolo piangoconlui.<Vieni,salvamila figliuola, salva la tuasposa>sonole soleparoleche puòprofferire;edio cosìcom’era,salii in-siemeconesso allasuadimora.'All’entrare in quelle soglie, dovedaseimesi
non
posavailpiede,mi
scosseun
palpito di gioia,chegittòun lampo
diserenitàsu l’oscurata miafron-te,eche,introdottoappenanellamestastanza, alla vista dellasventurataAdelinatostosidissipò.Squallideed infos-sateeranolesueguance con due macchiefuneste diacceso color rosato;smortelepupille;pallideescarnele
mani
; frequente e rantolosoilrespiro,esule dianzivezzosissi-me
labbrainariditelerose,vedevansispuntati giàil gia-cintoe la viola.La
cagionedelmaledi quell’infeliceera indovinata,ma
tardo sene
apprestavailrimedio.11tarloDigitizedbyGosjgk
PARTE
PRIMA 49 cliclogoravalasuavitaavcafattatanta distruzione,da nonpotcrcisiriparareconumani
argomenti,edioera
chiamatonon a compiere
un
imeneo,non asalvareuna
vita,ma
sìadessere spettatoree parte diuna
scenatre*menda
didolore edaffanno.Adelinaalvedermisorrise,efèpiùvivepor
un mo-
• mentoleguance.—Lo
so,Alessandro,poi dissecon voce fioca,tu vienia porgermilamano
disposoLa madre
giàme
l’hadetto...oh qnalconsolazioneèlamia!La
mortesarà pietosa,spero. . .Vorràessaconcedermialme-no un momento
di riposoperla santacerimonia...Morrò poicontenta..Viveròsemprenellatuamemoria.
..Tumi
amerai sempre,non
èvero?— E
quitacevagiàstancaed affannata, lo uscito di speranza,commosso
aqueste parole, secondavaquell’innocentelusinga,e frenandoastentolo lagrime, rispondeva:—
Abbiati pace,mia
cara.Le
no-streanime sono giàunite dallasperanza edall’amore.Tu
saraimia,eviveraisemprenelmiocuore.No
,non
avraiun momento
soltanto diriposo,ma
guarirai del lut-to,edallorasaràcompiutoilsacroritodellenozze.Da
quéstopuntonon
lasciaipiù quella stanza di dolo-re;guardaiconindifferenza
me
medesimo; noncuraipiù cibo,non
bevanda,nonriposo.Che
giovanoiconforti della vitaad un
infelicecheha l’animastraziata!Dilìa
pochigiuraiimedici annunziarono prossimala fine del-l’inferma,e potetecomprenderel’effettodi tale annun-zio,avvegnachépreveduto. Allorausciidiquella terri-bile stanza,edentrò inmia veceilsacerdote delDio de-gl’innocenti.Restato solo,
un
dirottissimopiantorecò qualcheconforto almio
affanno,ma
poscia inaridirono lelagrime,e quellopiombòtuttosopral’oppressomio
cuore.Oh
perchènon
siruppe!Perchènon mancò
la cir-colazionee la vita!4
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50 ILIIACCONTO
11giornoappresso,21aprile,giornofunesto,scolpilo indelebilmente nella
mia
memoria, scoccavanogliultimi istantidella vitadi queirinfelice.Tremantem'accostai al-l’usciodellastanza,eguardando dentro,vidilamiseramadre
starsimuta
,immobile,apiè delletto,come
dii aspetta sulcapolamorte;ilpadregenuUessoinun an-golo inpanzi l’immaginedellaVergine,nasconderecon lepalmelasmortafacciaelelagrime; Adelina tran-quillae serena,muovere astentolearide labbra quasi rac-coglier volesseleestremeforze,mentreilpietososacerdoterompea
quelsolenneeterribilesilenzioconlesolitepreci, l'orsigliocchidaquella vista dolorosa,quando mi
venne aU’orecchiouna
debole etremolavoce.Era Adelina ebe parlava,econfortava gliafflittigenitori.—
Vi raccoman-doAlessandro. Tenetelo inluogodime,e beneditemi, fu-ronlesueultime voci.Dopo
qualcheistanteudii intuona-reiltremendo prqficiscere,
ed
un
urlo di doloremi
dis-seche queU’animabenedettagiàvolavanelsenodella pietà sempiterna.Inenarrabileèlaviolenza...Basta,basta, interruppi, scorgendo, cheilvecchio troppoera
commosso
ed avevailcuoretremendamentestraziato.M'ingegnaidistornare lasuamente
da
quelleamare
memorie, chelevicende ediltempo avevanoattutato,ma
noncancellatodel tutto.Quando mi
parvetornatoalquantosereno, presi commia-todalui,e melanconicomi
ridussi allamia
dimora.SESTA ClOBIfATA.
Desiderosodi ascoltarelafinedi quella dolenteistoria mossiildivegnenteper l’usato luogo.Faceva tempo
bel-'lissimo;ilsole,splendendoin
un
cielosereno,infondeva allanaturaqueH’allegrezzaequcUarmonia
,che inspiraDigitizedbyCoogle
PARTE PRIMA 51
dolcicoseaH’animae la conforla.
Ad un
trailouna
densa nuvoletta coprìlafaccia di quell’astro benefico,icui rag-giscappandofuoridiquellaposavansi,uno
su la vet-tadiuncolle,l’altrosu diuna
capanna, unonelmezzo d’un piano, e via via: sicchéparevasorgesseintorno nella naturaun
contrasto di gelosia e di orgoglio,didoloree dicontento,ediomaladicevaqueH'invido velo,chepur nietteadisparità e privazione inun
benefattopertutti.Giuntoalsolitoriposo
,m’accolseilvecchiocon amore-volezzamaggioredell’usato,nataforsedaquelsentimento di affezione,chesidestaverso coloroche facciamo par-tecipie confidenti delle amaritudini delcuoree dei trava-glidellavita.Ripigliandoquindil’interrottanarrazione, cosi preseadire.
— Non ^ può
esprimereaparole la violenza,con che dopoilfierocasomi
venneassalendo ildolore. Alsolo pensarci sentoancoraagitarsilevecchie fibre, e rinver-dire lalanguidafantasia.Oh
quantoavreipagataallorauna
lagrima!ma
nonpoteipiangere,sìdentro impietrai.Cosìmalconcio
come
era,conun
vecchio mantellosule spalle,usciifuriosamentedaquella casa,chemaipiù
non
rividi,ecorrendodaforsennatolevie di Parigi,mi
tro-vai inbreve tempofuori dellesueporte.Presa la via dellacampagna,
andaiperduegiornisenza consiglio esenza guida,passandoduenottiacielo scoperto,sempre senza riposoesenzacibo.La
vita dei sensi eraquasimorta;non
vedeva;non
sentiva;
non
avevamemoria
del pas-sato. Alfinemi
scossicome
da lungo sonno,emovendo
l’occhio riposato aU'intorno,non
sapeva dovemi
fossi,nè
chim’avesse condottoinquei luoghi,nè perchè. Tutto eradesertoe silenzio.Guardandoin alto scorsi sullacima
diun
colleun
anticoedifizio. Versoquello volsiimiei passi,equantunquel’oscuritàdellasopraggiuntanotte
DigitizedbyGoogte
S2 IL
RACCONTO
fossealquantodiradala dagli ultimiraggi dellaluna
,
pu-relascabrosità duisiloeilmio abbattimento rcndcvanml malagevolel’andare;sicebèperasprissime balze eper taglientirocce l’una sul’altrasollevaulesigiunsicon mol-tostentonelpropostoluogo
,quando,perdutasi laluna dietro aimonti,densi e nerinuvoloni
montavano
insU,
spinti
da un
fierovento annunziatoredi vicina procella.Girandoattorno di quella sdruscita fabbrica
mi
abbattei inun
usciosenza imposte;entrai,ed incontratomicol piedeincertostrame,vinto dalla stanchezza,
mi
vi ab-baiulonaisopra,E
caddicomecorpomorto cade.Lo
scoppiodiun
tuonointantovenne arompermi
il sonno,s'icheiocome
personadestaperforzami
risccìs-si.Alle tranquilleore della notteera successa un’orribiletempesta.Fischiavailvento; lapioggiaelagrandine ca-deano stemperatamente;ilfrequenterimliombodel
tuo-no
rendeapiùspaventosala solitudine del luogo, e la ful-gore aquando
aquando
rischiarava quellascena d’orro-reche parca sdegnodelcielo.Eppuretuttoinvaso dal pensiero della sventurataAdelina, guardava quell’appa-ratotremendo conindifferenza,come
coluichenon ha
piùnella vitacosa chelotocchi elocommuova.
Anzi in quellosconvolgimentodellanaturami
parcaditrovar qualchecosa,chealmio
dolordisperatoaccordandosi, lo alleviasse.La
speranza,primogenitafigliuoladel cic-lo
,
compagna
sempredellasventura,inme
spentaera del tutto;perIoche,fattipiù violenti gl’impeti della di-sperazione,stlegoosecinsiemetristeparolemormorando,
tencaquasiindispregioquelperturbamentodellecose che pur segno eradellapotenza di Dio.DigitizedbyGoogle
PARTE
PRIMA 55 Poilornavamiinmenlelafclicilà,dieavrei{»odula conlamia Adelina;rammentava
ildolcetempodei no-striamori,e più smisurato
mi
siapprescntavailfantasma dellamia
sventura; chenellemiserienon v’havmaggior dolore,cheilricordarsi deitempifelici.Or
trattoin va-neggiamentigridava:—
cDov’èandatalamia
diletta Ade-lina?Chilarapiame
nell’auroradellavita,nellapri-mavera
dei nostriamori?Eternità1Tremenda
eternità!rendimi deh! rendimiquell’angiolod’amore:rendimi con essaicarisognidell’immaginazione,e quel prestigio e quell’incanto,cheaddolcisceidoloridellavita.
Fa
ch’io sentanovellamentequei sospiriche uscivanoperlesue labbrainnamorate....Ma
tuinesorabile, taci;ah!iltuo silenziocrudelissimoafferma,essere irreparabile la per-ditafatta;averio tuttoperdutoconessa;nuH’altro rima-nermi,chegemeresottoilpesodiquestasciagura
,che
avevamiserbatoildestino» .
La
notte intantoavvicinavaalsuo termine,ediltempo continuavaancortempestoso.Udivasiinlontananzaun
lugubresuonodisacrobronzo,chemistoalfragor del ventolospavento accrescevacl’orrore.Eralacampana
dellaparrocchia, laqualeinvitava la sbigottitagentedel villaggioarialzarenelsuocuoreirovesciatialtari,e pla-careconleprecil’iradelSignore.Scosso daquelcupo suonovenneancheinme
ilpensiero diDio;ma
stolta-mente credendomi abbandonato dalui,eguardando con volgare occhio queU’avermitronco d’un colpoilcarosta-me
della vita delmio cuore,iononsentiva quelsoavee dolceistintodirararaollareilproprio petto, diumiliarmi innanziaidecretidellaProvvidenza,edimandar pacecol linguaggiopiùsublime,lapreghiera.Spuntaval’aurora,eancorduravain
me
ilcontrasto tra l’amoreelapietà,trarintcllettoedilcuore.Uscii dalla
DigiiizedbyGoogle
IL
RACCONTO
S4malconciastanza,guardaiilsottoposto villaggio elevarie case sparseperla
campagna
dallaparte orientale del ca-stello,emuto
andava contemplandoiguastidella tem-pesta suicampi,senzapor menteaquellicheinme
avca fattoiltempestosomare
degliaffetti.Vedea
d’intorno de-nudatoilcolle,devastatoilpiano, inondatiicampi,rotte leannose querce,schiantatiiboschi,sveltelegentili piante;ovunqueera lutto e desolazione.Intantolunga trattadigented’ogni età, d’ogni sesso,muoveva
altempio del signore,pertrovarconforto nella religione del Dio di^
amore
e dipace;e quelluogosacro alla virtù,al racco-glimento,allapreghiera,appariva come,ilsolo asilo in quellatremendasciagura.A
questacommovente
vista,lelagrimericomparvero sulmioarido ciglio,ecominciavaa provareilbisogno di porre incalmailmiodisordine. Intantoodoun
cigo-lar d’imposte;siapreunaporla,emi
sifainnanziuno
sconosciuto di nobile e dignitosoportamento avanzato ne-glianni,ma
vigorosoeverde...Dirovvi dimaniil ri-manente.— No
,mio
caro,iorisposi.Mi
spronaildesideriodi
udirela fine di questavostraavventura.E
senonviè grave,rimarrò convoi,edopomi
direteilresto.E
così facemmo.Dopo
d’csscrcirifocillatiaduna
modestamensa
e fruga-le,Alessandrosenz’altrodava cominciameutoaldiscorso.— Immensa
è la miseria di chiha
perdutoilpensiero di Dio. Iorammentando
ildisordine, incheeracaduto, scntivane vivissimavergogna;c in questopuntomisi fe-ce innanziIosconosciuto,di cuipocofaviparlava.—
Chisietevoi?
mi
disse:—
Sono,risposi,un uomo
op-presso dalla sventura.—
Giàloveggo:Ilvostro disor-dine,ilvostroabbattimento,ilvostro aspetto,levostreDigitizedbyGoogic