,didoveparavasi all’occhio
una
squallidamonta*gna,allacuivistailcuoreface vasiarido,
come
eralapoca sabbiafrappostaaquellesuerocce;ma
guardandoin giù,vedevaquelverde smallo cheticonsola lavista,sul quale pascolavangliarmenti,cheadun
trattouna
stri-sciadinebbia rapivaai nostri sguardi.Stavapiù in bassoun
foltissimobosco, nelqualesembrava non aver mai pe-netrato la scure,e daquestoanoivenivanolesoavi me-lodie delmusicodella foresta. Udiveisi infondoallavici-na
valleilmormoriod’un ruscelletto,egliaugelli, tran-quillamente posandosuglialberiancorverdie fronzuti, racconsolati dai raggi delsole,scherzavanointorno, in loro misteriosa favellal’unconl’altrochiamandosi.—
Sediamei qui, iodissiallora,e voi signor Alessandro,narratemicome
prometteste,qualchecosa dellavostraistoria,laquale, essendo lunga edintempicosi fecondi di maravigliosi av-venimenti,offriràcertamenteassai cose meritevoli diatten-,zione.—
Ad
oguimodo,eirispose,daràame
argomentodi parlare,avoi di ascoltare,comeconviensiaiconvalescenti.— Ha
d’intornoa duesecoli,che suonasu questo mon-teilnome
dimia
famiglia.1mieiantenatiebberoculla sulerivedeU'Arno,didovecacciatifuronodal furore delleguerreciviliDopo
aver vagatoesuliperpiù gene-razioni,perdutoilpensiero della patria,da
Roma
passa-ronoin Rieticon molto oro,cheloroavevaprocacciato lamercatura,e daRietiquivennero,forseperdesiodi riposo.L’avodimio
avo,che portavailmio nome
,checomperò
questo ediSzioedalcunipoderiall’intorno,fuilprimo cheloabitò,ecipiantòilgiorno
medesimo
quel cipresso,che vèdetelàergeresuperbalacima e che aspet-ta lamia
morte,perattestare ai posteriilprincipioela
Gne
d’unasventurata famiglia, dicuisoliorimango,c
oramai rimarrò perpoco. ‘DigitizedbyGoogle
PARTE
PRIMA 27 Essendo unicofìgliuolo,mio
padrevolse(utiiisuoipen*sierialla
mia
educazione, e compiutiiprimi studi lette-rari efilosoficiinRietisotto laguida d'unottimo precet-tore,mandommi
a Napoli perquiviimparare giurispru-denza,efarmiunodicoloro,qui
irasetverbalooani.Dopo
due annich’iodava opera con qualcheprofittoai severi studi legali,mi
colse lamaggioredellesciagure;perdeimiopadre. Allorami abbandonai ad un estremo dolore.Dotatodivivo e risentitotemperamento
,provai tuttofirigore
duna
fantasia esaltata, cheamilletanti moltiplicavaimalidellamiavita.Concepiiilpensiero di rivederefisuolo dei miei padri,ma
non sapeva nèpote-va
inquesta ideafermarmi,
quando
ripensavaessere an-coracaldeleceneripaterne.Iltoccar quellaterrami
avrebbe rinnovatotuttiimartinidel dolore.Nominai in-veceun
amministratoredelmio patrimonio,e scorsoun anno
dallamia
disgraziamiposi inviaggio perSicilia.Salutata Messina, questareginadelFaro,passai in Ca-tnnia,quindiinPalermo.Posciaandaiavisitarela nobi-lematronadoU’Adriatico:
mi
portaiquindiaLivorno,da
l'iaMarsiglia,aParigi,a Londra,e trattenutomiun me>e in questa galleria del
mondo
,passainovellamentenella romorosacapitale dellaFrancia. Cosi io correa rapidamen-te,poichéfimio
statoalloraaveva bisogno d'un viaggiar celere,quasisenzadirezionee senzascopo.Imonumenti
pubblici,leopered'arte,gliuomini,mi
passavan dinan-zicome
lampi.Consideravali inma^
,non
ìstudiavalia
parte,quindinonpiacereedilettoneritraeva,
ma
quella meravigliae quellaconfusionechestordisconoil pensie-ro,affaticano la fantasìa,egittanouna
cotalcalma nel-l’animaperturbata.Or
questo solo fuilprofittochedaimieiviaggimi
ven-ne.Non
studiai del restoicostumidei paesiperiqualiDigitizedbyGoogle
28 IL
RACCONTO
m’incontròdipassare,
non
l’indoledei principi, dei gover-nanti,deipopoli,nonleloroleggi,laloro religione, la loroamministrazione,leimposte,ilcommercio,leforze, ibisogni.Eppurecolestecose è mestieriattentamente
chia-mare a
disamina, perchèiviaggiriescanoproBUevoli,e dianoaduna
rettae beneintesaeducazioneilsuo com-pimento. Ei convienesopratuttoesaminarelafisiologia morale d’unpa^,
e per ben giudicaredelio spiritod'un popoloè necessario di frugare nel passato,attesamente os-servareilpresente,investigare la veritànell’insiemec nell'accordo ditutte lecircostanzecheloriguardano, leg-gereinsomma
negliuominie nelle cose,interrogandoimonumenti
,gliscritti,e financhelafisonomiadelle per-sonechepassano.Bella è,Signore,questamanieradi viaggiare. Possonsi cosivedere
come
inun panorama
leleggielecostu-manze
dipiùpaesi,leloro origini,iloroprocedimenti,
lalorouniformitàrelativamente alle basi eterneed inva-riabilidi giustizia,la
bro
difformità(talvolta necessaria erispettabile) inrelazione ai costumi, alla propriamaniera d’essere,imiglioramentidi cuisonocapaci,leutili ap-plicazionichesene possonfare, e via dicendo.Ciascuno statohailsuocarattere particolare, e nellamaggiorparte dei regni quasituttetecittà
hanno
un’esistenzaedun’ in-dole tutta loro propria:ce neha
pereccezione qualche-duno,nelqualebastaindagarelo spiritodella Metropoli per conoscerequello delrimanente;ma
iolascio agli uo-minidigovernoildecidere,se,in politicaalmeno,siffatta uniformitàdipensaree
dioperareintuttelecittàd’unreame
siacosautile,o no.Tornando
alprimoproposito.Nei primi annidellamia
dimorain Parigicorsituttelevie dellarovina edello scandalo.Un
certoingegnodatomida natura,una
mc-DigilizedbyGoogle
PARTE
PRIMA 29 diocrc isiruzione,esuIBcientimezzi perviveremi
apri*roDol’aditoafareconoscenzaconmolti. Fuipresentato inmoltegeniali brigate,esiusava
meco
con ognima*
niera di particolari riguardi;
ma
quellatumultosacittà erailsoggiornodelledissolutezzee deivizi.11mal
co-stume,ilgioco,lacrapola vidominavano
soprattutto,e senzaesitazioneesenzaribrezzo accoltieranocome
net cadb,neitrivii,neibagordi,cosinellesaledeigrandi.Lo
spiritodeU’universalegiàinchinavaacertimodi
di pensareed acertemassime, checostituivanouna
civiltà diforme lontanadal vero incivilimento,che èriposto nellosvolgere e perfezionare sotto la scorta della Religio-netutteleumane
facoltà.La
QlosoGadel secoloXVlll avevagià postelesueradici.Come
salvarmiiodatanta corruzione, inmezzo amillelusinghedelle passioni,senza guida,senzafreno, col soloinsanoconsiglio dellamia
gio-vinezza? Voi,signore,sietegiovine,ma
permettetecheildica.
Grande
inimica dell’uomoò lagiovanezza,questa
vaga
rosadellaprimaveradella vita:l’imprudenza,l’i-gnoranza,laprosunzione, la vanità, lanegligenza e
non
curanza stannosemprealsuolato,esicompiacciono ca-rezzareconessatutt’idelirid’unasregolata fantasia.La
ragione,imprigionatacdavvolta nel labcrinto delle pas-sioni,otace,o vanamenteparla,elepassionimedesime,come
ondadimar
tempestoso agitandola,oralaspingo-no
inun
pericolo,orain altro la strascinanofinchealla menzogna,agli errori,aisogni,succedonola realitàedi sodigiudiciid’uha soventetardama
sapiente esperienza.Io ascoltavaconpiacereleparole delmioospite;
ma
accorgendomid’essergià vicina l’usataoradelpranzo,lo pregaidinon
dir olire,esalutatolomi
posi incammino.
DigitizedbyCoogle
so IL
RACCONTO
SICOHDA
GIORNATA.\
La
nottecheseguì fui visitatoinaspettatamente dal*l’importunafebbre,eperòlasciaitardiilletto,sperando vanamentediriparare la perdita delsonno.Gosìdiiferita la
mia
passeggiata alle orepomeridiane,giunsi dalbuon
Ales-sandronelpuntoch'eiavevaGnito didesinare.—Bene ar-rivato, signore,gridòegli:Non
avendovi vedutosta ma-ne,dubitavanonfosseviavvenuto qualchedispiacevole incontro.-~NuUa,risposiio,tranneilritorno dellafebbre clanottataperduta Mi duoleassai,ma
bisognafarsiani-mo.
PrendiamoilcaffècheèpurebeneGca bevanda.£
fattoquesto,egliseguitòilracconto.—Vissi perquattroannivitasciaguratissima,
ma
poichénon
ebbida natura un cuore catGvo,nè
fattopel vizio,
mi
presebenprestoilfastidiodellesue carezze.L’animamia
giàeracompresa d’uncotalsenso diavversione per quel vivere vizioso e sregolato,emeno
frequentemente conducendomiailuoghidelle usatecompagnie,gustava talvolta l'incanto della solitudinee della quiete:in que-sti
momenti
dicalma mi richiamavaallamentelaparte, ch’iostavarappresentandosulteatro delmondo
nellasce-na
dei quattro ultimiannidellamia
vita,esentiva inme medesimo una
segreta voce,che piano pianomormorava, non
esser quelgeneredivitaconvenientealladignità del-l’uomo.Non
pertanto ionon
sapeavincereleabitudinigià acquistate.11fantasmadellaseduzionehatantapotenza, chenon
sipuò
di leggieriabbattereedissipare;
ma
erapure
un
granpasso albenequelnon piùgustaresenza rimorsoquelle false delizie, e ciòera argomento,chei maliabidnonaveano
del tuttoancor guastoilmio
cuore.Novelli affanni intanto
mi
sovrastavano:lacrudelema-DigitizedbyGoogic
PARTE
PRIMA 31 lalliadell’araore s’eraGa
qui tenutalontanada me. Que-sto nobilesentimentonon
albergamainelleanime corrot-te,poichélavita dei sensi tiensempresospesa quella del cuore.La
GlosoGadiPlatonee quella dellaragioneera-no
scomparsedallescuole,e se l’ateismonon
osava anco-ra mostanco-rarsi in cattedanco-raconleturpisueforme,pure an-davasisegretamente insinuandonegli animi deH'univer-sale sottolemendacivestidellavanitàe sotto la masche-ra vergognosadelvizio.
La
religione, questa potenza dellacreazionechetogliePimpuritàaipiaceri,e perfe-zionaesublimailsentimentodeU’amore,erasitramutata inuna
vagaevana sentimentalità,
senz’applicazionec senzaproGtto.Quindisi
amava
allamaniera cheipoeti greciedilatinibau
tramandatasinoa
noi;ma
quel dolceedilicatosentire,che mette nell’animaun’estasi soavissima,queU’incautosegretod’unadeliziaquasi
so-vrumana
,erano troppolontanidalcostume edalle abi-tudini diqueltempo.Io peraltroaveva veduto splendereinqueste
mura
quel-,lalampada
antica di spiritualismo,cheha
risebiaraUgli uominisindalla esistenza delmondo,
edilmiobuon
pre-cettoreGno
dallamia
adolescenzaaveamiposto tramano
queldivino italicocigno,che cantò deH’amorccol lin-guaggiodegli angioli.Or
diquestoamor
verocominciava ioa
sentireG
bisognoneUa
noiadellatumultuilamia
vita,cl’occasionenon mancò
direcaread
effettoledi-^siziunidell'animomio.
Abitavanelsecondo piano deUa casa,ov’iopur dimo-rava,l’onestac riccafamigliadi
un
mercadante spa-gouoloj>ernome Giacomo
Lopez,cheda
più anni avea posto suastanzaa
Parigi.Avea
dueGgliuole,dellequali ottimamente curaval’educazione delcuore edellamen-te.Adelina,lamaggioredi esse, alla singolare beltà, alla
DigitizedbyGoogle
S2 IL
RACCONTO
vaghezza,allagrazia della persona,aggiugnevailsenno, laccorgimento,lacortesiaetuttelepiù care virtù del-l’anitnocoronatedalla bella modestia'.Perpiù Rate in’era incontrato divederlainsuacasa,doveiousavainmezzo
ad
onesta e picciola brigata,ma
colcuoretuttodatoalla bassa vita dei sensi,nèosandoilpensierocontaminare purità cosi rara, ionon
facea caso di quell’angiolo di virtù edi bellezza.Posciacheebbicominciato atrovareun
se*gretodilettonella solitudinee nelritiro
,procuravami più spesso ch’iopotevalacompagniadiquestabuona fami*
glia:cosìvedevapiùfrequentemente Adelina,edil
mio
cuoreandava
perdendol’indiiferenza,chesino allora ave*
va
avuta perlei.A
poco a pocoquestomiointeressecrebbe inmanìera, che ne divenniamanteardentissimo, e la malin-coniaelamesRzia chemi
stavanosul volto,erano
come
il
fumo
dellavivafiamma
,ond’era accesoilmiocuore.Nè
andòmolto,cheglisguardiequalche malfrenato so-spirodiAdelinami
fecero certoche ugualeaffettoinlei evasi eccitato,epresto, cifuporta occasione di significarci l’operaarcanacheerasioperatanelleanimenosfre.Da
quel giornoio poinon dubbi essendogliscambievoli desideri,non
adaltropensammo
chead amarci,ead alimentare la dolcesperanzadirender l'amornostro piùfermo.
Frattanto l’indifferenzaelanoia pel viziotramutavansi di
mano
inmano
inorrore,nè piùmi
dilettava delle so-litecompagnie.Alla vista delle virtù diAdelinami
ver-gognava
dime
stesso,mi
conosceva indegnodilei,e sen-tiva rinascere inme
ildilettogià spento perlostudioc perla virtù.Confortato dalla esperienzacominciava a gu-stareidolcifruttidellameditazione;diquesta sapiente maestradella vitainsìpocopregio tenuta dalla gioven-tù;qurata insegnatrice d’ogni verità,d’ogniutile appli-cazione;questamadre
deirettigiudfeii,delbuon
senso.DigitizedbyCoogle