,percuisiamfatti:amateivostri do-veri:procuraleilbenedei vostrisimili,e contentatevi del sentirvi puro, senza sperare
mai
ricompensadelbene operaredalmondo.Non
viadirateall’iradella fortuna,
nèsiatemoltoboto al sorriso di questofantasma conce-putoneldelirio,nato dall’ignoranza. Sopportatecon equa-nimitàimaliinevitabilmente congiunti alla nostra esi-stenza
;godeteparcamentequei scarsibenichetalvolta l’accompagnano.Che giovadisperarsi?Che giovanole affannose cure,a mutarelacondizioneinsitanell
umana
natura?Inesplicabilearcanoditormentiè la vita,ede
vanolosforzo degliuomini a cansarneidolori. Nati nel pianto,viviamonei patimenti,edinmezzoallelagrime cessiamodivivere.Ilcaso,questostrumentodella Prov-videnza,correndovelocecome
ilpensiero,prende gioco dinoi e dei nostriproponimenti. Mutailtempo, e mu-tiamo conessoancornoi.Isuoi estremisonoinutili,ed incerti;ilpresente orciapportagravipene,or leggieri diletticioffre,e questistessivediamofuggircirapida-mente
d’innanzi,egittarsinelprofondoabisso delle cose che furono.La
vitaintanto corre, eva peruna
scala,per cuipiù scendechipiùsale.Le
sue età, isuoi gusti,isuoi periodi,lesue vicende,dissimiglianti tra loromedesimi, incalzansi,e succedonsigliuniaglialtri,finchesi ar-riva alluogodellatomba.
E
guaia quell’uomo,chevigiunge non
isgannatodai corsi erroriI»Qui mi
strinse lamano
,escomparve.Io attonito, con-fuso,entrainellamiastanza, eruminandoper lamente
mille pensieri,non
poteidormirequasi tutta la notte.La
riconoscenza empievatuttoilmio cuore,ementreammi-rava una
sublimevirtù,chevoleva restare ignota,
l’ani-ma mia
era smaniosadiconoscerneilsingolareeraro autore.Era
l’alba,quando,desto dallavocediun
servitore.Di;I.JbyGoogle
PARTE
PRIMA 61 balzai dal IcUo, passainoll’allrastanza, e quivi trovai co-luiclicera destinaloadaccompagnarmi
,una
borsa con 20luigi,una
valigiadaviaggio,e la letterache dove-varecare all’amico delmiobenefattore.Tentatoinvano disaperedai familiariilnome
dicostui, piangendo
mi
posi incammino
perParigi,chedistavaduegiornateda
quelluogo. Potetecomprenderel’agitazionedelmio
cuo-re nell’andacuo-reaquella volta.Era giornodisabato,o nel dìseguentepria dipormiinviaggio,volendoadempiere all’obbligo dellamessaentraiinuna
picciolachiesa,che stava vicina aU’albcrgodovepassammo
la notte.Assisten-do
alsanto sagriOzionon
poteacacciaredallamenteil pensiero dellamia
Adelina,ilquale andavasifacendo più vivo,secondo chepiùavvicinavamiallacittà.Intantoimieiocchi fermaronsi,percaso,sud’unalapide,ela
mo-desta iscrizione quivivergatadaldolored’unafflittosposo conlelagrimedicinqueorfanifigliuoletti,attestavano ri-posarcolàlecenerid’unagiovine sposa, ed’unatenerae virtuosamadre.Allorami
corseper lamentelasventura diquella infelice famiglia,emisurandoladifferenza di questocasodalmio
,quasi sentivaun
rimorsodellamia
pocarassegnazione.Accostandomi aParigi,escoprendo lasommitàdei templie degliedilìzi,non
chhepiù freno il})allitodelmio
cuore;ma
pensandoalleparole dell’in-cognito,evolgendoalCielo lamente,sentivascendere nell’animalapace.—
Qui Alessandrofece fine
,edio tornaiacasaconla menteagitatae volta
ad
infioiteconsiderazioni.DigilizedbyGoogle
IL
RITORNO
IN CITTA.Al
cader deU’aatuDnoio seativa lamia
salutemolto an-dar migliorando,egustava maggiormentel’ineantodelmio
solitario soggiorno.Ad un
trattoiltempoìnvido delmio
contento,facevasi rigido oltremisura,elecolline in-tornocarica vansi di neve.Fuiastrettoalasciar la campa-gna,ericondurmiincittà,edilmaggiordoloreche pro-vai nel partiresifu quello di perdere laconversazionedelbuon
vecchio.Voleva chemeco
venisse,vedendoloalpar dime
afflittopelmio allontanamento;ma non
potè secon-dareall'istanteildesideriocomune.Dopo
alcuni giorni dallamia partenza venne a vedermi,e fpifelicedi acco-glierloinmia
casa.Da
grantempo
eglinon
andavaalla Città,edintal congiunturamostrossi lietissimo delvedere,chela con-dizioneeconomicadiquellaandava amano
amano
tra-mutandosi‘inmeglio. Portavaacieloibeneffeidicui erale statolargoilbuonre,lastradaconsolare,il novel-loalveo del Velino,edaltreutiliopere.Lodava come
sor-gentedibeni loavertoltoviaalcunode’moltiostacoli,posti condanno
delcommerciotra CittàDucalee Rieti. Osser-vava,scossa la pigrizia, sorgere nelpopoloun
‘desiderio dimigliorare,e confortavasi,cheilcorpo municipale avesseprovvedutoallacostruzione diun
decentepalazzo comunale,eadaltreoperedipubblicocommodo.
Veniva considerando che,estendendosi la coltura dei gelsi e de-gli ulivi, cisarebbestatoin ciò solo
un
elementodisicura opulenza,tantomaggiormente, cheintuttalaProvin-DigitizedbyGoogte
L RITORNOINCITTA’ 63
eia
,lacoUÌTazione di questi ultimi è
un
privilegio esclu*sivo delclima temperatodi CittàDucale;eproponeva
,
chesistabilisseropremii percolorocheindato
tempo
avessero fattauna
piantagionedidatonumero
digebi,o
diolivi.Osservavainoltre,che promuovendosiiprati artiGciali, maggiore sarebbe venulal’agiatezzadel paese.
£
quifa-vellavamidelgravedazio diHda,chepesa su gli animali,, particolarmente nelCapo luogodelDistretto,eche
va
distruggendol’industriadellegregge.AHermava
che per questacagionemolti possessori di masserizieavevan ridot-toa metàiloroarmenti,eprevedeva,che a poco a po-co,cosidurandolecose, la pastoriziasivedrebbe estin-ta:laqualcosa,aggiugneva, deeriputarsidannosissima inun
luogo, dov’essa èmadre,enon come
altrove sorella all’agricoltura.Bicordavasi d’averappresonelsuo viaggio perla Sici-lia,tralealtrecoseanchequesta,chegl’induslriArabi
,
noidarsestoeregolaaidazidell’Isolaconquistata, alle-viaronoquelliche gravitavano sulegregge,e così
riani-marono
lapastorìziagiàquasi estinta,econessa l’agri-coltura.Facevami daultimo considerare, essermossi ta-luniconsiglimunicipali nellostabiliredazi civicida pri-vato interesse,oguidatida ignoranzanonsapere^i cal-colaregli effetticheoperanosu làeconomia;potersi al-leviarequello su gli animali,imponendo, più coerente-mentealleleggiamministrative, lievesomma
su la con-sumazionedelvino(ilqualetrovetsiaffattoesenteda gra-vezza);con chequasi senza recar molestia al consumato-reedalproduttore,avrebbesi la finanzacomunaleuna
considerevole entrata.Passavapoi piùoltre,edallegravasi delvederela bel-lapianta dell'incivilimeoto crescere in tuttoil
Reame. La
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64 fLHITOKNO
qual cosa,diccvami,avvenir nonpuò,cheairombradi
un
governopalernaltnenlecscrc'rlalo,apportatore di sicu-rezzaedifiducia;sottogliauspicii diMonarca avidodi gloria,amantedelpubblicobenec della giustizia;a pre-miare pronto,dolentequandola severità della giustizia lo costringaapunire, desioso dellalodeveramentereale, di soccorrer lasventuraconlaclemenza,cheè virtùdare
,
forza e sostegno dei troni. So, diceva,
come
sivadainnanzi nella coltura delle scienze,delleletteree dellearti,eco-me
,messe da cantoleastrattespeculazioni,glianimisien voltialsaper positivoe proficuo almiglioramentodel vi-vercivile.L’agricoltura,ilcommercio,lemanifatture veggonsi bellamenteprosperare.
Da
pertutto strade, pon-ti,edaltrecosiffatteutiliopere.Un’immensa
spesa de-stinataa compierel’Emissario diClaudio richiamai tem-pi dellaromana
grandezza,e la strada di ferrochesiva costruendo,nonfaràdesiderareleoperedellepiùpotenti nazioni.Mi
chiedeva quindinuovedellamia
Sicilia. Questagemma
preziosa della bellaItalia,dicevami,ha
sollevato ilcapodallesventure?Ha
cominciatoessaa prendereil disopra nella ruota deU’ingiustafortuna?Che
nonsipuò in quella classica terra, inmezzo aquegliuomini d’in-gegnopotentissimo,eatantinaturalielementid’incivili-mento
I...E
quitaceva,aspettandolemierisposte.Ma
io,al solodolcesuonodellamiaterra,sentiicorrermi rapidamenteilsangue perlevene
;gliocchimieifecersi scintillanti;leguancesicopriron di rosso,eappena po-teiprofferire queste parole:cIIbuon
Re
nonpuò non
pregiarequesto rarodiamantedellasua corona».
Con
questiedaltriragionaripassammo
ilprimogior-no
;ma
nei seguenti,chel’afi’ettuosovecchiomi
tenne piacevolecompagnia,iovolliudirelacontinuazionedel
DigitizedbyGoogle
PARTE
PRIMA 65 raccontodellasuavita,laquale cperchi;era congiunta
a
grandistoriciavvenimenti,eperchè sapevailbuon
vecchio consavied accomodali ammaestramentirender-mene
piùutile lanarrazione, iomi
deliberai discriverne queifattie quellemassime chemaggior
impressioneave-vano
fattosull’animomio:onde ogni giorno,come
egli lasciava di dire, iorinchiudevaminelmioscrittoio,e di-stendevasu la carta tutto quellochelamemoria
bastavaa
suggerirmi.DigilizedbyGoogle
COHINUAZIONB DELRACCOHO